Tommy la troia, parte 1 - Sverginato dall'amico di papà
di
Tommaso
genere
gay
Mi chiamo Tommaso, detto Tommy, e oggi vi racconterò come la mia vita da troia ebbe inizio. Era l'estate prima del quinto superiore ed avevo appena compiuto 18 anni. Vivevo da solo con papà da quando mia mamma morì quando avevo a malapena 3 anni, nemmeno la ricordo. Papà Marco è un bell'uomo: alto, fisico abbastanza asciutto e tonico per un uomo di 47 anni. Papà ha sempre avuto la testa rasata praticamente a 0 e non ho mai saputo se fosse per scelta o per calvizie, fatto sta che ho sempre trovato molto sexy gli uomini pelati. Non posso dire di aver preso da papà. Io sono sempre stato bassino per essere un maschio, molto asciutto anche io, si, ma mai muscoloso. Ho delle spalle piccoline e una vita molto stretta, ma (e questo devo averlo preso da mamma) un bel culetto tondo che mi ha sempre fatto avere un fisico molto simile a quello di una femminuccia. Avevo un viso veramente grazioso: pelle molto chiara, occhi blu e capelli neri e ricci (questi li ho sempre ereditati dalla mia bellissima mamma). Abitavamo in una delle borgate fuori Roma. Papà aveva un bel lavoro e per questo anni fa lui e mamma si poterono permettere di comprare una bella villa con piscina. Questa vita agiata però veniva al prezzo di una vita molto impegnata per papà, che era praticamente tutto il giorno a Roma a lavorare. Io però non sono mai cresciuto da solo, perché a me ci hanno sempre pensato gli zii, ovvero i due migliori amici di papà: Fabio e Antonio. Come vi ho detto sono nato nelle borgate di Roma, e così anche papà. Nonostante ciò, lui con i suoi soldi ha sempre fatto in modo che io vivessi una vita molto più agiata di come fu la sua, che aveva trascorso per la maggior parte per strada, specialmente in giovinezza, dove aveva conosciuto all'età di 8/9 anni quelli che sarebbero poi stati i suoi due migliori amici per la vita, appunto, Fabio e Antonio. Papà, però, a un certo punto, avendo voglia di riscatto, si mise a studiare e si diede una ripulita, conobbe mamma che è sempre stata una ragazza per bene, ed ottenne un buon lavoro. Fabio e Antonio invece non ebbero la stessa fortuna e finirono al confine della malavita. Non erano criminali incalliti, ovviamente, ma diciamo che avevano i loro giri. Questo si poteva rivedere anche nell'aspetto: papà andava sempre in giro in giacca e cravatta e profumava sempre di buono. Antonio invece, pieno di tatuaggi, mediamente alto per un uomo, dal fisico poco muscoloso e con una pancia che si faceva sempre più gonfia per la birra con gli anni, ma ancora definibile magro. Era sempre stato pieno di tatuaggi, fatti nei suoi anni in galera, e aveva pochi capelli che si ostinava a portare in una cresta. Fabio invece era alto, poco meno di papà e poco più di Antonio. Muscoloso e con una pancia non esagerata ma abbastanza importante. Lui completamente pelato e con un filo di barba incolta ormai diventata bianca col tempo. Ovviamente questi due avanzi di galera si erano sempre abbastanza appoggiati a mio padre economicamente, e loro lo ripagavano facendomi da babysitter per anni, sin dalla morte di mamma. Potreste pensare che fossero le persone meno qualificate per tale ruolo, ed in effetti lo erano. Ma torniamo al presente. Ho appena finito il quarto anno di superiori, è estate e papà come ogni giorno sarà tutto il giorno a lavoro. Lo zio Antonio è qui per badare a me, ma in realtà so benissimo che è qui solo per usufruire della piscina. 18 anni è il periodo in cui gli ormoni sono a palla per un maschietto e hai sempre voglia di fare qualcosa. Dalla prima media avevo iniziate a fare pompini ad un amichetto, che ben presto aveva sparso la voce, motivo per cui venivo invitato a tutti i pigiama party dei maschietti, anche se il prezzo per l'invito era ingoiare la sborra di tutti i presenti, ma non mi dispiaceva: come ho detto ero sempre eccitato. Ero ancora vergine di culo, però. Quindi quella mattinata mi svegliai. Papà assente e zio Antonio a bordo piscina. Era una di quelle calde mattinate in cui sei arrapatissimo ma stanco di masturbarti sui soliti pensieri, avevo bisogno di qualcosa di nuovo. Decisi così di prendere il telefono dello zio e vedere se avesse qualcosa di interessante. Sapevo che era un maiale con le donne ed ero certo che avrei trovato più di qualche foto del cazzo mandato a qualcuna. Così presi il telefono ma quello che trovai fu ancora meglio. Ero io. Trovai delle mie foto, probabilmente scattate il giorno prima, di me che facevo la doccia dopo la piscina, con un particolare zoom sul mio culetto insaponato. Mi eccitai moltissimo perché avevo sempre avuto fantasie su mio zio. Allora decisi di rendere le cose più interessanti. Misi un costumino di mamma (papà non aveva mai buttato niente): uno slip di colore rosso molto stretto e sottile che mi si infilava tra le chiappette e mi diressi a bordo piscina. Appena Antonio mi vide quasi gli prese un infarto. Mi misi su una sdraio accanto a lui, sdraiato di pancia, in modo tale da fargli avere una bella vista sul mio sedere. Indossava gli occhiali da sole, ma vedevo perfettamente che mi stava fissando, mentre con una mano si massaggiava il cazzo (meno discretamente di quanto credesse) da sopra il costume a boxer. "Zietto mi metti la crema sulle gambe per favore? Ho paura di scottarmi" gli chiesi mettendomi una mano su una chiappa e accarezzandomela, per portare nuovamente la sua attenzione sul mio culetto. Antonio prese la crema accanto a lui e si alzò dirigendosi verso di me. Si vedeva perfettamente che aveva un bel cazzone in tiro sotto al costume, riuscivo quasi a vedere la cappella sporgere dal basso. Si mise la crema sulle mani ed iniziò a spalmarla, ovviamente partendo dal culo. Iniziò a spalmarmela, una mano su ogni chiappa, ma in realtà mi stava solo stringendo le chiappe ancora e ancora. Stavo iniziando ad ansimare per l'eccitazione, allora alzai il bacino e il costume mi si infilò ancora di più tra le chiappe, assottigliandosi così tanto che a malapena mi copriva il buchino. Antonio allora non ci vide più e mi mise un dito nel culo. Con la crema entrò molto facilmente e io rilasciai un urletto di piacere. "Lo sapevo che eri una troietta" mi disse, tirandomi poi uno schiaffo sul culo, mentre con l'altra mano mi stava ancora infilando due dita nel culo. "Mo' ti insegno io a esse na cagna" mi prese e mi alzò ancora di più il culo, mentre con una mano mi bloccava la schiena per farmela rimanere giù. Si abbassò il costume e si impugnò il cazzo in mano. Iniziò a sbattermelo sul culo, era durissimo, abbastanza spesso ma soprattutto lungo. Mi diede un altro ceffone sul culo prima di afferrarmi e iniziare a spingermelo dentro. Una volta entrata la cappella me lo sbattè tutto dentro con una botta, mandando indietro la testa mentre rilasciò un grugnito di goduria. "Cazzo che buco del culo che hai" disse mentre mi scopava a pecorina. Mi aveva afferrato per la vita con entrambe le mani e praticamente riusciva a toccarsi le dita per quanto ero piccolo. Mi maneggiava come una bambolina. Io urlavo ma mi faceva impazzire, sia come mi trattava, sia come il suo cazzone mi trapanava, sia perché era il migliore amico di papà a scoparmi il culo per la prima volta. Era così eccitato che non ci mise molto a stringermi ancora più forte fino a farmi male, accelerare ancora di più il ritmo e scaricarmi una quantità infinita di sborra nel culo grugnendo come un animale "TI RIEMPIO CAZZO!!". Sentivo il suo cazzo pompare e la sborra riempirmi, sembrava mi stesse pisciando dentro. Rimanemmo per qualche secondo ad ansimare, poi mi sfilò il cazzo dal culo con un movimento unico che mi fece sobbalzare e mi tirò uno schiaffetto sul culo dicendomi "e brava la mia troietta". Io non potei fare a meno di sorridere. Adoravo sapere di essergli stato utile col mio corpo. Volevo solo farlo godere. Meritava di godere in quanto maschio e io dovevo farlo godere in quanto troia. Si sedette davanti a me a gambe aperte e mi disse "puliscilo" mentre buttava la testa all'indietro per rilassarsi e riprendere fiato. Quanto cazzo era uomo. Io mi fiondai sul sul cazzo e iniziai a leccare e succhiare per pulirlo dalla sua sborra che nel frattempo mi sentivo uscire dal culo. Lui mi accarezzò la testa "bravo Tommy. Lo sai, era da un po'che lo dicevo a tuo padre quando tornavi a casa con l'alito che puzzava di piscio e sborra. Gli dicevo che sei una cagnetta che deve essere addomesticata, proprio come quelle passivelle che ci scopavamo da piskelli a scuola, ma immagino sia diverso quando si tratta del proprio figlio. Tuo padre è sempre stato il più debole tra noi, non è stato in prigione e non ha visto davvero come vanno trattate le troie come te: scopate da 10,20 uomini sotto le docce, praticamente degli sborratoi che camminano. Non glielo dirò per ora, e non farlo nemmeno tu. Voglio scoparti il buco solo io per un po' ancora. Ci penso io a te"
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