Il rappresentante 4 - La gita

di
genere
tradimenti

Sono risalita lentamente dalle profondità del sonno, forse sognando Sergio che parlava con qualcuno e poi la sensazione di un qualcosa di piacevole… e una lingua che si insinuava tra le mie labbra…
Sprazzi della serata mi sfrecciano nella mente e, avendo ovviamente capito che non era mio marito a baciarmi, ho aperto gli occhi per vedere quale dei quattro uomini mi sta baciando così bene, in modo così sensuale ed eccitante, anche se delicatamente, senza... voracità.
Angela!?!? Apperò! Beh, è una bella donna e ho anche idea che dev’essere una deliziosa porcellina… Perché no?
Giro gli occhi e vedo Sergio che ci guarda, intrigato: ti piace lo spettacolino, amor mio? Ti eccita vedere la mano di questa bella signora che comincia a sfiorare lievemente i miei capezzolini? Ti stimola vedere che la mia mano si insinua sotto la sua polo per renderle la cortesia? Ti stai eccitando, amormio?

Non mi aspettavo di vedere la mia Marica baciarsi con una donna ed ero decisamente interdetto: la mano di Angela che accarezzava il seno di mia moglie mi faceva sentire… violato!
Stava toccando una parte di me, mia moglie, la mia compagna e… e lei però sembrava gradire le attenzioni; anzi, contraccambiava…
Mi schiarii la gola: «Amore, Angela ci è venuta a fare una proposta…»
Loro smisero, scambiandosi un sorriso complice e Marica si mise a sedere appoggiata alla testata del letto, col lenzuolo che la copriva pudicamente fino ai seni.
Ascoltò la proposta, si illuminò in viso, cercò un mio sorriso di assenso ed accettò entusiasticamente, saltando giù dal letto –nuda!!- e andando in bagno a fare le sue abluzioni mentre Angela, dopo averla contemplata con torbido piacere, ci lasciava soli.

Dopo un’oretta, partimmo dalla villa a bordo della Jaguar di Stefano, con Angela, e seguiti dalla grossa BMW di Marco, che portava Franco e Gus.
In meno di mezz’ora, arrivammo in un porticciolo, parcheggiammo le due auto e seguimmo Stefano sulla passerella di una ‘barca’, un motoryatch di una trentina di metri; scambiò qualche parola col marinaio che era a bordo, che fece rientrare la passerella, andò al timone, avviò i motori che cominciarono a ronfare potentemente dopo aver fatto due sbuffi di fumo; poi lasciò la plancia, tirò a bordo le cime man mano che un giovane di colore le affrancava dalle bitte d’ormeggio, prima di balzare a bordo, e poi tornò ai comandi, portò avanti le manette dei motori, che cominciarono sommessamente a rombare ed il “Sea Master” si scostò dalla banchina, puntando verso il mare aperto.
Come la barca prese abbrivio, Stefano ed Angela ci fecero fare una breve esplorazione dello yacht, poi Angela ci mostrò la nostra cabina, dove lasciammo le poche cose che ci eravamo portati.
Dopo pochi minuti risalimmo sul ponte, in calzoncini da bagno e bikini, dopo esserci tolti short e magliette.
Fummo accolti da un sorridente Gus, in slip da nuoto e poco dopo arrivarono gli altri.
Angela disse a Marica che aveva due regalini da farle e di seguirla nella sua cabina; lei si girò, mi sorrise, mi baciò e seguì con passo quasi danzante la sua nuova amica.

Angela mi porta nella ”cabina dell’armatore” la loro cabina: dio che bella, che eleganza, che lusso!!!
        Mentre mi guardo in giro, mi porge un piccolo cofanetto, di quelli da gioielleria, e mi dice che è per me; lo apro e dentro ci sono due catenelle d’oro con un ciondolo ciascuno, a forma di piccolo cazzo: la guardo stupita e maliziosamente divertita!
Sorride e mi spiega che è un regalo per me, ma che se lo accetto, automaticamente dovrò fare TUTTO –lo sottolinea!- quello che lei mi dirà… «… Dovrai ubbidire ad ogni mio ordine, anche a quello che ti sembrerà totalmente offensivo od assurdo.
Quando torneremo alla villa, ti chiederò se vuoi ancora proseguire nello stare ai miei ordini e potrai decidere, ma fino a quel momento, non potrai rifiutare nulla di quanto ti chiederò io o persone alle quali io conferirò questo privilegio assoluto.
In cambio di questa tua… sottomissione, ti assicuro un piacere che non hai mai neanche immaginato, oltre ad una… svegliata a tuo marito, che mi sembra molto buono e gentile, ma un po’ ingenuo sul sesso… e nel mercato del lavoro»
Dice quest’ultima frase ambigua sorridendo e la conclude con una strizzata d’occhio.
Ho risposto con una risatina e, per prendere tempo ho contemplato le due catenelle, che sono due oggetti molto belli, anche se non capisco come vadano portati… accetto, con un sorriso!
Allora prende la catenina più lunga e me la cinge in vita: è della misura giusta perché appoggi morbidamente sui fianchi.
Poi mi slaccia il reggiseno e al mio sguardo vagamente interrogativo, risponde: «Tutto quello che dico io, ricordi?»
Annuisco e lascio fare… Dopo avermi tolto la parte sopra del bikini, mi infila il dietro del tanga tra le natiche, il più profondamente possibile.
Mi dice di appoggiare il piede sinistro sulla sedia e l’altra catenina mi viene chiusa intorno alla caviglia.
Uno specchio rimanda la mia immagine: quasi nuda, leggermente abbronzata e con quelle due catenine discrete ma eleganti, anche se con quei bizzarri ciondoli…
Mi si avvicina, mi bacia sulla bocca, mi accarezza la micetta e mi dice: «Rammenta: tu da adesso sei mia!»
Sono incuriosita ed eccitata: annuisco sorridendo.

Mentre le due donne sparivano sottocoperta, Stefano mi parlò di quel suo ventottometri, che aveva la cabina dell’armatore, quattro cabine per gli ospiti e due per i membri dell’equipaggio; la strumentazione era la più completa sul mercato e le dotazioni di bordo permettevano il massimo confort ai passeggeri; i due motori diesel permettevano di raggiungere i trentacinque nodi, cioè i sessantacinque chilometri orari; una bella velocità per un’imbarcazione, mi assicurò.
Inoltre Francois, il giovane di colore, era un ottimo cuoco, oltre che un valido marinaio e Sasha un abile navigatore.
La mano esperta di Sasha faceva prendere velocità all’imbarcazione, ormai uscita dal porticciolo, mentre Stefano, da perfetto padrone di casa, mi versava un drink, analcolico per mia esplicita richiesta, e mentre Gus e Marco mi chiedevano le mie prime impressioni sul “Sea Master”.
Dopo aver bevuto il drink, però, mi sentii strano, come se avessi bevuto un whisky; evidentemente non ero fatto per la vita sul mare, pensai.
Il mare appena mosso e lo yacht dondolava lievemente, fendendo le basse onde con decisa arroganza, mentre il sole stava girando da dietro di noi al nostro fianco sinistro.

Apre la porta e mi dice “Vieni!”, ma in modo molto più deciso di quanto mi avesse parlato finora; torniamo sul ponte…

Sentii qualche garbata esclamazione e mi voltai, vedendo arrivare la splendida Angela, coperta solo dei suoi gioielli e da un minitanga giallo vivo, seguita da Marica.
Rimasi leggermente shoccato a vedere arrivare mia moglie praticamente nuda, ad eccezione del ridottissimo tanga, con indosso quelle due catenine, che non le avevo mai visto; gli altri invece apprezzarono rumorosamente esclamando cose tipo «bene!», «brava!», «adesso sì!» e facendo sorrisi sconfinati.
Rivolsi uno sguardo interrogativo a mia moglie, che mi rispose con uno smagliante sorriso… Ero interdetto: lo sdegno e la gelosia lottavano, dentro di me, con una sottile vena di eccitazione e di curiosità: cosa aveva detto Angela alla mia compagna, per convincerla a fare quell’apparizione sicuramente ad effetto?
Quei seri ed abili uomini maturi, sembravano scolaretti davanti ai regali di Natale.
Decisi di aver bisogno di bere qualcosa, ma un qualcosa leggermente più robusto di un cocktail analcolico e Angela mi preparò una Pinhacolada. (Anche se, dopo un quarto d’ora, capii che me l’aveva preparata bella carica…)
Ero incuriosito e perplesso dal comportamento di Marica: sapeva di essere una bella donna e amava godere degli sguardi di ammirazione degli uomini, ma sempre con ragionevole… modestia; invece, da quando avevamo conosciuto queste persone, sembrava cambiata: come se volesse dimostrare qualcosa, o avesse deciso di superare una certa soglia.
Ero interdetto e, non lo nego, avevo anche paura che il suo comportamento fosse gradito solo apparentemente a queste persone, ma che in realtà stesse affossando le mie probabilità di sfruttare quella ottima possibilità di lavoro… O forse mi stavo sbagliando: in realtà era lei –forse- che si stava guadagnando la mia assunzione?
Mentre osservavo le due donne che si stendevano su una zona imbottita, progettata per i bagni di sole sulla coperta di prua dell’imbarcazione, sentii una mano appoggiarsi sulla mia spalla e dare un’amichevole stretta, mentre la voce pacata di Stefano commentava, in tono svagato:
«Tua moglie è davvero una bella donna, Sergio, e molto affabile; una donna così è sempre molto utile ad un uomo in carriera…»
Prima ancora che potessi pensare ad una risposta, mi lasciò con la sua andatura rilassata e si diresse in plancia, affiancandosi a Sasha che era al timone; lo vidi prendere il microfono della radio, trasmettere quattro o cinque messaggi e riporlo.
Il mio sguardo era perso nella sua direzione, ma in realtà non stavo guardando niente e nessuno; solo, stavo ripassando nella mente la frase che mi aveva detto, mandandola avanti e indietro, a diverse velocità, come un’azione di gioco esaminata alla moviola.
Qual’era il significato, di quelle parole? E inoltre: il comportamento così… sfacciato di Marica era dovuto ad un qualcosa che lei sapeva ed io ignoravo?
Già, Marica... Perché non mi irritavo o ingelosivo, per il suo comportamento?
Anzi: perché provavo un sottile senso di eccitazione, ad averla vista fare la gatta ieri sera?
La gatta? No, un momento… cosa era successo?
Uhmmm… Allora… stavamo giocando a poker… lei serviva da bere… poi… uhm… si è cambiata, sì… poi… ah, sì! Mi è entrata quella Scalareale e lei mi ha baciato con trasporto e… aspetta… mentre la baciavo lei… uhmm, come se, sì insomma, come se godesse… e c’era qualcuno dietro di lei… Occavolo!!! Ecco cosa stava succedendo!!! Lei godeva perché la STAVANO SCOPANDO!!!
Così, di brutto, davanti a ME!
E lei, da gran troia, godeva di farsi scopare mentre mi baciava… che zoccola!!! E poi… sì, poi… oddio, poi l’hanno scopata tutti!!! Adesso ricordo!!! E io? Bah, ero troppo ciucco per capire: guardavo e basta… e... e mi piaceva, ecco! Mi piaceva vedere la mia tenere mogliettina fottuta dal gruppo.
Mi rendevo conto, però, che questi ragionamenti sconvolgenti, anziché irritarmi ed offendermi, mi provocavano un inaspettato senso di eccitazione, denunciato anche dal mio costume da bagno… Ma cosa mi stava succedendo? E poi, la frase di Stefano, vuol proprio dire che a loro va bene che Marica superi i suoi limiti (e magari portarmi a scoprire anche i miei)… ma fin dove vuole arrivare, anche lei?

Povero amormio, che sorpresa è stata per te la mia apparizione quasi nuda, sul ponte!
Mi vergognavo un pochino, nonostante tutto: un conto è fare certe cose (di cui conservo un delizioso ricordo dentro di me!) la sera, quando fuori è buio e dopo che si è bevuto un pochino più del solito, altro è apparire nuda, in pieno sole, osservata e valutata da tutti i presenti.
Ma poi, dopo l’espressione sgomenta, hai fatto una faccia perplessa: chissà che pensieri ti turbinano in testa... Non hai fatto una cagnara: segno che ti stai abituando al trend che questa gente sta dando alla mia ed alla tua vita?
A proposito: ricordi qualcosa di quello che è successo alla tua tenera mogliettina, dopo la tua vincita al poker, che guardavi con quel sorrisino da ubriaco? O stai ancora cercando di capire se è stato sogno (o incubo, dal tuo punto di vista!) o realtà?
Poi però, dopo che io e Angela ci siamo sdraiate a prua, sei andato a poppa con i ‘signori’, probabilmente a parlare di calcio e donne, senza che mi chiedessi neanche: «Come mai?»… o forse più probabilmente a parlare di me, a commentarmi, a dire come sono fatta…mi vergogno molto, ma ormai sono in ballo…ma mi sento un po’ puttana… la loro puttana… cosa mi faranno adesso?

Stavamo navigando a poche centinaia di metri al largo e conversavo amabilmente con i quattro uomini, sui divani del ponte di poppa; dopo un po’ di tempo, notai che saremmo passati tra la falesia della costa a strapiombo sul mare ed un piccolo cabinato con un gruppo di giovanotti; calcolando che le nostre rotte erano parallele ma invertite e che saremmo passati a meno di una ventina di metri dalla leggera imbarcazione, apprezzai il sentir diminuire il rombo dei motori ad un ronfare tranquillo, per evitare di sballottare il natante all’incrocio e da poppa vidi avvicinare il battello che, però, anche lui stava rallentando -a giudicare dai baffi bianchi della prua che stavano rimpicciolendo- ed i cinque o sei giovani a bordo guardavano tutti verso la prua del Sea Master. Sentivo che dicevano qualcosa urlando e ridendo, ma il rumore, pur sommesso, di motori mi impediva di capire il senso di quello che dicevano; incuriosito, feci per alzarmi dal divano, ma in quella Marco cominciò parlare delle mie eventuali mansioni del gruppo e, ovviamente, non mi sembrò il caso di distogliere la mia attenzione da lui e da Franco, che a volte commentava, precisava o sottolineava.
Marco, nell’esporre la questione, si era spostato nel divanetto accanto a me e perciò lo trovavo fastidiosamente controluce, verso poppa, ma cosa ci potevo fare? Con un angolo della mente, registrai che lo yacht stava viaggiando a bassissima andatura e che il cabinato non era ancora apparso verso poppa, ma questioni più importanti impegnavano la mia mente.         

Dopo un po’ che stavamo sdraiate sul ponte, testa verso prua, Angela mi ha fatto mettere a pancia sotto e mi ha ingiunto di tenere bene allargate le gambe... poi mi ha fatto togliere il tanga… mi ha fatto restare nuda… a culo nudo!!!
«Ma così Sasha vedrà… tutto!”» «Appunto! Ormai hai accettato di eseguire ogni mio ordine e non puoi più rifiutarti… salvo che tu voglia restare moglie di un semplice rappresentante…»
Ah! Quindi il gioco è questo: non sono vincolata solo dalla parola data, ma anche dal nostro futuro… Quello di Sergio e mio.
Non sono più sicura che questo gioco mi diverta, ma… mi trattano da zoccola… anche se forse mi piace… beh, vediamo dove vogliono arrivare!!

Mentre faccio queste riflessioni, sento il rombo dei motori ridursi ad una specie di borbottio e sento delle voci: alzo un po’ la testa e vedo un piccolo cabinato a qualche decina di metri da noi sulla sinistra, con dei giovani sui venti-venticinque anni, mezza dozzina, a bordo; in quella Angela mi dice di cambiare posizione, mettendomi con il sedere verso di loro, ma in posizione inginocchiata «...Alla pecorina, insomma!»
Inutile dirlo, ma l’imbarcazione, al mio show, accosta verso di noi e partono commenti decisamente salaci; allora Angela si siede sullo strapuntino, mi ordina di divaricare al massimo le ginocchia e poi mi separa al massimo con le mani le chiappine, scatenando un uragano di commenti decisamente grevi dei ragazzi.
Sono in una situazione che è assolutamente imbarazzante: totalmente esposta ed ingiuriata pesantemente da quegli assatanati, obbedendo agli ordini di una severa… Padrona, ecco cos’è lei, per me!
Però, la situazione mi umilia, sì, ma in fondo mi eccita anche…
Difatti Angela, cambiando la presa, mi sfiora la micetta e lo sente: «Sei già bagnata, piccola troia?» Mi chiede, con un tono irridente.
La barca aveva invertito la sua rotta e navigava a meno di tre metri da noi, con i giovani in piedi a cercare di vedere i miei… particolari e istigano Angela con frasi del tipo: “Dai bella, apri bene la fica della troia, per far vedere quanti cazzi ha preso!” e lei che mi afferra le labbrine e le tira, allargandole… Che vergogna!… E che eccitazione!!!

La conversazione ‘seria’ ormai languiva e così Stefano buttò lì una frase fuoritema, sorridendo: “Sai Sergio cosa mi piace di tua moglie?» Non aspettò che rispondesssi «Che è una deliziosa esibizionista!»
Credo di essere arrossito, sia per l’imbarazzo che per l’irritazione e sbottai: «Guarda che non è assolutamente vero!» «No? Vieni con me!»
Lo seguii lungo il lato destro dello yacht e vidi… vidi, arrossendo ancora più violentemente, Marica messa alla pecorina, mentre Angela le teneva spalancate le chiappe e i giovani del cabinato la coprivano di oscenità, che lei ascoltava beata a occhi chiusi…
Mi sentii come afflosciare, allo scoprire questo lato inaspettato di mia moglie, ma la mano di Stefano sulla spalla mi fece tornare verso poppa, mentre la sua voce, amichevolmente, mi cercava di confortare: «Non prendertela! Tutte le donne sono così e spesso non lo sanno neanche, finché non trovano un’occasione per scoprire quanto sono puttane…
Adesso hai capito che anche la tua è una troia da strada… -fece una pausa, mentre sembrava intento a riflettere- ...e credo che questa scoperta, in fondo, ti ecciti…
E comunque, personalmente, preferisco lavorare con persone che hanno ben capito le potenzialità ed i limiti delle proprie compagne… quindi, non prendertela e sfrutta la situazione e la sua disponibilità» concluse sorridendo.
Annuii, ma intanto l’immagine di Marica oscenamente offerta a quella marmaglia, mentre lei stava –beata!- a godersi il sole ed a sentire i pesantissimi apprezzamenti, non mi usciva dalla mente…
Ed il messaggio di Stefano, come dovevo interpretarlo? Mi stava forse dicendo che la possibilità di cambiare la mia, la nostra!, vita era imperniata sulla zoccolaggine di mia moglie? Che in pratica, per avere quel lavoro allettante, dovevo stare buono e fare il bravo cornuto?
Registrai inconsciamente l’impennarsi del Sea Master, mentre il brontolio dei motori si tramutava in un rombo sordo e riprendevamo velocità, lasciando presto a poppa la barchetta e ripresi a chiacchierare con una finta amabilità, visto l’uragano che avevo in testa!, con i miei nuovi (speriamo! Avevo finalmente intuito che questa gita era una sorta di test!) datori di lavoro.
scritto il
2023-08-20
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