Timore omosex

di
genere
incesti

Nell'azienda in cui lavoravo non si perdeva occasione per qualsiasi avvenimento organizzare cene conviviali. Eravamo circa una trentina tra tecnici e maestranze,
raramente mancava qualcuno. A volte si coinvolgevano le nostre mogli, di queste, in
poche accoglievano l'invito. Mia moglie raramente partecipava, non aveva simpatia
per uno stronzo, che una volta incontrandola per strada ha cercato di adularla.
Per non ampliare il senso della situazione ho lasciato perdere, non ho detto nulla,
lui non sapeva che io sapevo. Una sera invece di andare nel solito locale a base di
carne, siamo andati sulla riviera. Cena meravigliosa a base di pesce, quantità
limitate, cucina sublime.
Carlo, uno dei nostri, ultimo assunto, aveva un problema, viveva col padre e non
voleva lasciarlo solo, pertanto si è unito alla compagnia. Il rapporto tra loro due
evidentemente doveva essere speciale, io seguivo ero meravigliato, anche perché col mio avevo un rapporto abbastanza conflittuale. La meraviglia ha colto tutti quando siamo usciti alla fine della cena. Poco distante c'era una stradina dove erano diverse prostitute. Tra una battuta e l'altra, qualcuno voleva avvicinarle, altri non
lo facevano per vergogna, il padre di Carlo, burlone più del figlio, disse la frase invogliante "Ragazzi andiamo a puttane"? Hanno avvicinato una delle ragazze, hanno contrattato, e con nostro stupore abbiamo visto Carlo prendere la sua macchina, dirigersi verso la stradina, caricare padre e ragazza disperdendosi dietro un anfratto poco distante, tra noi i commenti più disparati, lo stupore era tanto.
Dopo circa mezz'ora sono tornati, euforici e festanti perché la ragazza, meravigliandosi, aveva fatto lo sconto, due persone al prezzo di una. Non capita tutti i giorni vedere padre e figlio intrattenersi con una puttana. Battute da caserma, risate a non finire, si era fatto tardi, siamo tornati a casa. Marisa mi aspettava in piedi "Amore
perché non dormi" "Ti aspettavo, ho una voglia tremenda di scopare, sbrigati a lavarti,
ti aspetto nel letto. Cercando di fare il meno rumore possibile perché Marco, nostro figlio dormiva, ho fatto la doccia, l'ho raggiunta, mi aspettava a gambe larghe. Ho sborrato immediatamente, lei non è riuscita a venire, senza mai estrarlo, con
la sua eccitazione c'era poco da fare, ne abbiamo fatto un'altra lunghissima, come
piace a lei. Nonostante fossero circa le due di notte non avevamo sonno, lei mi
è venuta sopra, aveva ancora voglia, per recuperare le ho raccontato quello che era
appena successo tra Carlo e suo padre. Non ha fatto nessun commento, ha solo premuto
di più il suo pube sul mio, poi è andata giù ha ripreso il cazzo in bocca fino a farlo
indurire ed abbiamo iniziato un'altra scopata, lei ha raggiunto l'orgasmo subito e poi
ancora un altro. "Amore che ti è successo stasera"? "Non so ho tanta voglia, scopami
all'infinito" "Magari, ma sono al limite, non riesco più". Ho guardato l'orologio,
era le quattro meno dieci, si che era sabato, quindi non dovevo andare al lavoro, Marco
invece doveva andare a scuola, lui frequentava il quarto liceo, aveva perso un anno
per dedicarsi al calcio, poi ha capito tenendolo solo come divertimento, aveva appena
compiuto diciotto anni. Alle 6,30 Marisa è rimasta a letto, io ho preparato la colazione
per Marco, ha chiesto della mamma, gli ho detto che dormiva, alle 7,30 ha preso lo scooter ed è andato a scuola. Sono tornato a letto lei dormiva nuda, ho tolto anch'io
le mutande affiancandola delicatamente cercando di non svegliarla, fingeva era sveglia
"Amore stringimi, voglio sentirti vicino" "Amore che ti succede, mai ti sei comportata così" Un silenzio lunghissimo mentre mi guardava negli occhi "Ho paura a dirtelo"
"Ecco mi hai tradito" "Fossi matta, non credo esista uno come te" "E allora"?
Non riusciva ad esprimersi "Mi vergogno" "Dai non fare la bambina" "Quella storia di
stanotte. Non no riesco a dirtelo" l'ho distesa per bene, dolcemente sono salito su di
lei, ho cominciato a darle dei bacini sul viso, l'ho incitata ha proseguire, finalmente
Non so per riferimento a quello che mi hai raccontato, un pensiero mi ha assalito, ho
immaginato di fare l'amore con te e con Marco" "Marco chi"? "Nostro figlio" "Cazzo
sei impazzita"? "Lo sapevo, immaginavo la tua reazione, non volevo dirtelo, ho sbagliato" Dopo un periodo di smarrimento che non so quanto è durato, lei in silenzio,
ho cercato di parlare, non ci riuscivo quasi "Ti rendi conto"? "Ora si, ho sbagliato,
non dovevo dirtelo" "Hai fatto bene a dirmelo, capisci la mia reazione" Abbiamo finto
di addormentarci entrambi, le nostre menti erano invase da pensieri non solo improponibili, ma irrealizzabili, al limite della fantascienza. Alle nove ci siamo
alzati, il sabato è giornata di spesa. Abbiamo fatto colazione, ci siamo vestiti e siamo
usciti. non abbiamo detto una sola parola, tutto in silenzio come automi, sapevamo le
nostre abitudini, non c'era bisogno di parlare. Rientrati a casa, sistemata la roba, abbiamo preparato il pranzo, alle due e venti è tornato Marco, abbiamo ripreso il
dialogo, nessuno dei due lo guardava, si dialogava tranquillamente parlando della
mattinata a scuola. Lui ci ha informato che nel pomeriggio aveva una partita di calcio.
Abbiamo sistemato la casa, siamo usciti con lui, lo abbiamo informato che avremmo assistito alla partita, ne è stato felice. Il colmo quando a pochi minuti dalla fine ha
segnato un gol proprio lui, il nostro Marco. Non sappiamo che significato avesse quella partita, è stato sopraffatto dai compagni, con abbracci e pacche, uno dei compagni,
l'ultimo che lo ha festeggiato, lo ha baciato sulla bocca. "Marisa hai visto" "Certo,
un gesto di euforia" "Più che euforia mi è sembrato affetto" "Ora vedi male in tutto"
"Sta succedendo tutto oggi" "Cerca di tranquillizzarti, in fondo non è successo nulla"
Abbiamo atteso che Marco facesse la doccia, siamo tornati a casa. l'atmosfera era tesa,
troppi avvenimenti in un solo giorno. Ognuno di noi tre cercava di nascondere il proprio
stato d'animo, anche perché Marco aveva intuito che avevamo notato quel bacio.
"Mamma, papà stasera esco con i compagni, a mezzanotte sono a casa" "Stai attento Marco,
la notte è pericoloso girare" "Ma no papà andiamo al "Fleur" la discoteca, ci aspettano
alcune ragazze" Ci siamo guardati io e Marisa, forse aveva ragione lei riguardo a quel bacio. Appena uscito Marco, io e Marisa ci siamo seduti sul divano, con la TV accesa, col volume bassissimo, quello era segno che dovevamo parlare io e lei, ed infatti "Hai superato lo sconcerto"? "Più che superato l'ho accentuato" "Perché"? "Ora sono io
a fare pensieri sconci" "Ma va!! Non ci credo, la tua serietà è al di sopra delle parti"
"Ne ero convinto anch'io, ora non ne sono così sicuro" "Relazionami, coinvolgimi, dopo
quello che ho detto io, nulla può essere più grave" "E invece si, quel bacio in mezzo
al campo mi ha scioccato, sono arrivato a pensare che tu avresti potuto provare la natura
di Marco" "In che senso" "Coinvolgendolo sessualmente" "Che significa" "Si tanto
ormai stiamo sprofondando, provare a stimolarlo, sai perfettamente come fare, quando
ti impegni sei irresistibile" "Dovrei scopare con lui"? "Magari ci riuscissi" Mi ha
abbracciato, mi ha spinto fino a farmi distendere sul divano, mi è venuta sopra, mi ha
surclassato di baci, sopraffatta da un'eccitazione indescrivibile, in un attimo siamo
rimasti nudi, una scopata velocissima, un orgasmo istantaneo, i nostri occhi fissi
negli occhi dell'altro, un profondo respiro per riaverci, eravamo diventati un unico corpo. Che sensazione meravigliosa!. Quel pensiero si era impadronito di noi, purtroppo
ci eccitava immaginando Marco con noi in un rapporto a tre, era prematuro arrivare a tanto, doveva essere lei a raggiungere il primo obiettivo realizzando quel pensiero
sconcio apparso la sera della cena, non le mancavano certo i mezzi. Quello che ci siamo
raccomandati a vicenda solo di non accelerare i tempi, tutt'altro, agire con una lentezza
esasperante, a provocarlo in modo che fosse lui ad esprimersi con qualsiasi richiesta
verso la mamma. Certo che il compito era arduo, ormai sopraffatti dall'eccitazione non
riuscivamo ad essere equilibrati. Ogni sera a letto ne parlavamo, Marisa mi relazionava,
non si agiva giorno per giorno, solo se capitavano occasioni, doveva essere tutto casuale. Durante le meravigliose scopate, già lo vedevamo tra noi, entravamo in estasi,
eravamo incontenibili di passione, un amore reciproco sconsiderato". Ce lo chiedevamo, magari solo con la mente senza dircelo "Cosa stiamo facendo"? Subito dopo l'eccitazione si impossessava di noi, speravamo ardentemente che accadesse al più presto.
Il nostro modo di stare in casa era cambiato, Marisa al limite della decenza, girava con una maglietta che le copriva appena il culo e non indossava mutandine, neanch'io le indossavo, giravo in casa solo in pantaloncini, le forme erano evidenti. Marco che non
era stupido, notava tutto, diventava sempre più ironico, ci faceva battute, evidentemente
gli piaceva il nostro modo di agire. A tavola l'argomento principale diventavano le
ragazze, ci spingevamo a farci informare dei suoi comportamenti con queste, non si
scopriva. Marisa, che è molto più scaltra di me, ne ha ideata una senza avvisarmi, la domenica durante il pranzo "Marco domenica prossima vorremmo andare in montagna, saremmo
felici se ti unissi a noi, puoi portare anche la ragazza se vuoi". "Volentieri mamma,
invece della ragazza vorrei portare Daniel" "Chi è Daniel"? "Un mio amico, giochiamo
a calcio insieme" Un brivido ha percorso la mia schiena, Marisa è rimasta interdetta con la forchetta a mezz'aria. Con difficoltà abbiamo incassato reagendo immediatamente "Bene
Marco porta anche Daniel" In fondo poteva essere un modo per verificare il rapporto tra i due. Il nostro dubbio è stato chiarito quando la domenica mattina siamo passati a casa
di Daniel per portarlo con noi ed abbiamo riconosciuto che era il ragazzo del bacio nella
partita. Durante il percorso io e Marisa non abbiamo parlato quasi mai, erano loro a
parlare, c'era qualcosa che ci faceva capire che tra i due c'era qualcosa. Delusi?
Delusi si, non riuscivamo a capire se il motivo era avere un figlio gay, anche
se non ne eravamo sicuri con così pochi indizi, oppure quello di unirci in un rapporto
con lui. Per me la decisione è stata istantanea, come fossi stato colpito da un fulmine.
"Meglio avere un figlio gay, che coinvolgerlo in un rapporto incestuoso" La giornata è
trascorsa in modo piacevole, abbiamo proposto a Marco e Daniel di fare una passeggiata
fra i boschi, preferivano stare seduti sotto una pianta "Andate voi" ha detto Marco
"Vi aspettiamo": Meglio era il modo preferito per cercare un accordo con Marisa e farla
rinsavire. Ne abbiamo parlato, anche noi ci siamo seduti sotto una pianta, distanti da
loro ma li vedevamo. Marisa è stata subito d'accordo con me, abbiamo rinunciato al
nostro scombinato programma. Ci siamo girati verso i ragazzi, avevano le bocche unite.
Li abbiamo raggiunti, stava per tramontare il sole, siamo ripartiti. Durante il viaggio
parlavo solo io "Marco fai venire Daniel tranquillamente a casa. Daniel avremmo piacere
se frequentassi nostro figlio" Quelle parole sancivano quella forte amicizia, forse
amore. Abbiamo riaccompagnato Daniel sotto casa sua, Marco ci ha detto di scendere,
ha baciato prima la mamma e dopo me, seguito allo stesso modo da Daniel, poi davanti
a noi hanno unito le loro bocche. Siamo stati felici di questa conclusione, abbiamo
sfiorato il ridicolo. Daniel ormai vive più a casa nostra che con i suoi, dormono
anche insieme a volte. Io e Marisa troveremo altri diversivi eccitanti, anche se
il nostro amore è superiore a tutto.
di
scritto il
2023-09-05
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