Una storia impossibile (Giandomenico)

di
genere
etero

Maggio 1988



Ho conosciuto Giandomenico a una festa di amici. Per un periodo ha frequentato la nostra comitiva. Con il passare dei giorni abbiamo cominciato ad entrare sempre di più in confidenza e un giorno mi ha chiesto di uscire insieme a cena. Non ero molto convinta di accettare perché avevo una storia sospesa con Vito, il mio ragazzo di allora. Litigavamo spesso, non eravamo ben assortiti come coppia e in quel periodo ci eravamo presi un periodo di pausa per riflettere se continuate oppure chiudere la storia. Ormai questo periodo di "riflessione" aveva superato il mese e Vito non sembrava curarsene. Ero tentata di accettare l'invito di Giandomenico, ma prima decisi di parlare con Vito, che mi riconfermó il suo desiderio di rimanere ancora separati perché non aveva deciso. A quel punto sentendomi offesa nella mia dignità di donna accetto l'invito di Giandomenico. Sarebbe passato a prendermi venerdì sera sotto casa, alla comitiva avrebbe dato troppo nell'occhio agli altri amici che avrebbero subito informato Vito.

Alle 21.00 precise, come da appuntamento si presenta sotto casa mia con una fiammante Alfa 75rossa. Rimasi sorpresa, di solito si presentava in comitiva sempre con una A112. ~ Da dove viene questa fiammante automobile? ~ gli domando "Io sono pieno di sorprese, te le svelerò un pó alla volta..." Fu molto galante per tutta la sera, mi portò a cena in un locale molto carino con terrazza nel centro di Roma dietro Piazza Navona. Dopo cena abbiamo fatto una passeggiata per il centro a piedi e a un certo punto mi chiede: ~ Se vuoi ho prenotato una stanza in un albergo, possiamo terminare la nostra serata in intimità, altrimenti se non te la senti possiamo andare al cinema a vedere un film oppure a un pub e poi ti riporto a casa, dimmi tu?" Ci penso un momento, ma in cuor mio ho già deciso. ~ Non lo so, non so se è la cosa giusta, io sto ancora con Vito... "Che non ti considera più da parecchio tempo..." dice provocatoriamente. Alla fine accetto, molto volentieri, ma non voglio darlo a vedere. Arrivati in camera cominciamo a baciarci appassionatamente e in men che non si dica siamo sdraiati sul letto. Gli sfilo pantaloni e slip e rimane a gambe aperte con il suo cazzo e le palle in bella vista. Mi sdraio sul letto davanti a lui e comincio a fargli un succoso pompino. Gode e si muove su e giù assecondando il movimento della mia bocca. Lo spinge fino in fondo tenendomi con una mano ferma la testa. Ha un bel cazzo, non molto lungo ma largo, cicciotto e duro, completamente scappellato con una cappella violacea molto grossa. Dopo un pó di minuti di spompinamento mi viene in bocca. Non me l'aspettavo veramente, ma probabilmente il pompino l'aveva così eccitato da non riuscire a resistere. Ingoio tutto il suo sperma e la cosa più notevole era che il cazzo anziché smosciarsi era rimasto incredibilmente duro. "Mettiti a pecorina che voglio scoparti..." eseguo, mi spoglio completamente e mi metto al centro del letto con le gambe molto larghe per lasciargli spazio di manovra dietro di me. Mi piego in avanti fino ad appoggiare il il seno e la testa sul materasso. Pensavo volesse subito penetrarmi, invece si china su mi me con la bocca e mi lecca con foga figa e culo alternativamente. Mi fa godere fino a farmi avere un orgasmo. A quel punto si tira su e punta in cazzo all'entrata della figa. Sono bagnata per bene e il cazzo mi scivola dentro senza sforzo, benché di dimensioni ragguardevoli. Comincia a scoparmi a ritmi regolari, poi sempre più decisi. Poi le sue dita cominciano ad accarezzare la zona più proibita del corpo, il culo, ci infila un dito, forse l'indice, poi lo sostituisce con il pollice e simula un'inculata col dito. Un cazzo nella figa e il pollice nel culo. Niente male. Gemo di piacere e sto per venire. Infatti dopo poco lo inondo di umori. Lui sfila il cazzo, mi gira e sale sulle tette con il suo cazzo tutto in tiro davanti la mia faccia. Glielo sego lo spompino alternativamente finché non gode una seconda volta dentro la mia bocca e sulla mia faccia. Si gusta lo spettacolo delle mie labbra sporche di sperma ed il suo sorriso si impertinente. "Sei un bella porca, una gran bella porca, sai come far godere un uomo". Poi si distende su un fianco e mi guarda, splamandomi il suo seme su tutto il viso come fosse una crema. Sono davvero una porca a detta degli uomini con cui sono stata. Mi piace far godere un uomo e vederlo esplodere di godimento.

Presi le mie mutandine dal pavimento e gliele strofinai in faccia. ~ Annusa porco! Riempiti il naso di profumo di donna...~ Giandomenico fece profonde inspirazioni inebriandosi del mio odore di femmina.

Sale di nuovo sulle mie tette e me lo infila di nuovo in bocca. "Ti scopo la bocca bella porca... sei una vacca da monta..." mi spinge il cazzo fino alla gola, sento le sue palle sbattermi sul mento ad ogni affondo. "adesso voglio scoparti una seconda volta." Infilandolo nella mia figa fradicia inizia una bella cavalcata alla missionario. Mi scopa, mi succhia i capezzoli, mi bacia appassionatamente bocca e collo, mi infila la lingua nelle orecchie. Godo come una matta, ho due forti orgasmi ravvicinati, ma anche lui sta per esplodere, lo sento.

~ Non uscire, vieni dentro, prendo la pillola, non rischi di ingravidarmi, voglio sentire il tuo seme caldo dentro di me ~ "ahhh ahhh godo godoooooo" e scarica sei sette fiotti caldi dentro la figa. Il calore e la pressione del suo sperma mi procura un altro orgasmo. Ormai sono esausta. Rimaniamo sdraiati sul letto per una ventina di minuti poi ci facciamo una doccia ci ricomponiamo e mi riaccompagna a casa quando ormai è quasi mattina. Devo subire i rimproveri di mia madre perché si è preoccupata e gli insulti di mio padre che mi considera ormai perduta, una troia (oggi posso dire che aveva ragione). Riposa in pace papà.

Giandomenico non si farà più vedere in comitiva. Non posso chiamarlo perché non ho il suo telefono. Lui ha il mio ma non mi chiama. Nel frattempo la storia con Vito riparte, non senza problemi, come al solito. Dopo un mese circa si fa sentire e mi telefona. Sono molto incazzata e non faccio niente per nasconderlo. Si scusa e ci vediamo di nascosto. Lui mi dice chi è veramente. È il figlio di un importante magistrato della Corte Costituzionale, vive in un attico ai Parioli e frequenta l'Istituto San Leone Magno. Insomma è un figlio dell'alta borghesia romana. Ha provato a convincere i suoi che voleva iniziare una relazione con me, popolana di borgata. Ma non ne hanno voluto sapere... deve sposare una del suo ceto sociale. Comprendo la situazione e non faccio troppe domande. Non è il mio mondo, ne sono consapevole e sarei sempre una sopportata nel suo ambiente. La sua famiglia mi vedrebbe sempre come una impostrice arrivista sociale. Meglio che le cose vadano così. Facciamo di nuovo l'amore, quella sera e altre volte per tutta l'estate in clandestinità. Lui dalla sua famiglia, io da Vito.

A settembre parte per Londra, andrà a studiare medicina nella prestigiosa Università Queen Mary.

Non ci rivedremo mai più, nemneno per sbaglio. Non so più niente di lui dal 1988.

La storia con Vito continua per pochi mesi ancora, poi non ne possiamo più. E decidiamo di chiuderla di comune accordo.
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2023-09-05
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