"Miss" Elisa - Cap.1
di
Virtual Slv
genere
dominazione
Elisa non era mai stata bella.
Grossa di fisico, alta ma non proporzionata e soprattutto con un viso decisamente sgraziato non aveva avuto un infanzia felice, ricca di sfottò e prese in giro con la cattiveria che solo gli adolescenti potevano avere. A 30 anni, ancora vergine e senza l'ombra di mezza avventura sentimentale aveva sviluppato un profondo astio nei confronti degli uomini.Soffriva quando, fuori con le amiche, loro parlavano delle loro avventure ed esperienze. Soffriva nel non aver niente da dire quando si affrontavano certi argomenti e aveva sofferto in modo particolare quella volta in cui si era inventata una mini avventura e le amiche l'avevano subito presa in giro.
Ma proprio una di queste amiche le diede il consiglio giusto. Perchè non provi a cercare online o su qualche app? Elisa fece tesoro di quel consiglio ma lo applicò a suo modo. Non cercò su un app di dating, rischiando di trovare qualche altro uomo che l'avrebbe sbeffeggiata ma direttamente su un sito bdsm.
Iniziò con un annuncio per qualcosa di virtuale. Si sorprese del numero delle risposte ricevute. Si sorprese ancora di più nel vedere quanti ragazzi e uomini erano disposti a fare cose che prima nemmeno immaginava davanti a lei. Le piaceva vederli mentre si spogliavano e rimanevano nudi per lei. Adorava vederli a 90 con i loro gioielli a penzoloni tra le gambe. Ogni giorno riusciva a valutarne una decina. Si poteva permettere il lusso addirittura di scartare quelli che non le piacevano o che non erano abbastanza sottomessi. Era rinata.
Le piaceva umiliare quegli uomini che non conosceva, e ogni volta, ogni sessione, chiedeva sempre di più e provava sempre di più.
Ma ormai il virtuale non le bastava più. Aveva una collezione di foto e video ad alta perversione che si riguardava spesso per masturbarsi, ma ora li voleva sotto alle sue mani.
Decise quindi di chiedere ai suoi schiavi abitudinari virtuali se avrebbero voluto passare al reale. Difficile pensava, molti erano molto lontani, altri avevano famiglie e non volevano avventure al di fuori del Web.
Si attrezzò con un frustino, un paio di manette e un plug e attese le risposte.
In un paio accettarono e Elisa li invitò a casa sua. Mentre uno dei due glissava, l'altro fissò un vero appuntamento al quale si presentò con estrema serietà.
Non aveva mai visto Elisa in faccia e quando quel donnone gli aprì la porta lo schiavo rimase visibilmente deluso, ma ormai non poteva più tirarsi indietro.
Elisa lo fece immediatamente denudare. Era la prima volta che aveva un cazzo davanti a lei e la prima volta che finalmente poteva toccarlo. Lo fece sdraiare a pancia in su, con le gambe aperte e le ginocchia piegate. In quel modo, completamente esposto, poteva godersi le sue proprietà. Elisa, come un bambino in un negozio di caramelle, non si fece pregare e subito provò quello che voleva dire avere un cazzo in mano. Lo sentì gonfiarsi tra le sue dita ed era felice. Passò alle palle, le strizzò e le tirò. Lo sentiva gemere e ne godeva. Pensava a quegli stronzi che la sfottevano al liceo quando dalle palle passò al buco del culo infilando dentro un dito fino in fondo.
Lo fece girare a pecora, di nuovo lo sditalinò prima di sputare sul suo ano e riempirlo col plug. Lo schiavo inarcò la schiena e l'oggetto si posizionò al suo posto.
Era il momento della cinghia. Elisa si domandò cosa avrebbero pensato i vicini se lo schiavo avesse iniziato a urlare ma si disse che ci avrebbe pensato in un altro momento. GLi ammanettò le mani dietro alla schiena e, faccia a terra, lo frustò sul culo. Eccitatissima si sorprese a colpire troppo forte mentre pensava a come gli uomini l'avevano fatta soffrire, e ora, su quel culo che si stava progressivamente arrossando vedeva le facce di tutti quegli stronzi. Lo schiavo iniziava a urlare dal dolore e Elisa, invece di smettere si levò le mutandine, fradicie di umori e gliele infilò in bocca tornando alle sue spalle per infierire sulle sue natiche.
Una volta soddisfatta lo aiutò ad alzarsi in ginocchio e gli ordinò di masturbarsi guardandola. Sarebbe stato il primo uomo a venire davanti a lei, guardandola. Questa cosa la faceva impazzire. Stava seduta in poltrona con le gambe aperte, carezzandosi il clitoride mentre lo schiavo la guardava e si segava.
Lo schiavo venne con un potente schizzo sul pavimento seguito da altri meno intensi. Elisa si alzò subito, prese lo schiavo per un orecchio e lo rimproverò per essere venuto senza il suo permesso e poi, sempre tenendolo per un orecchio, lo portò a ripulire tutta la sua sborra con la lingua da terra.
Quella esperienza la stava eccitando tremendamente e ora voleva essere lei a venire. Ordinò allo schiavo di ringraziarla leccandole i piedi mentre lei si riaccomodò in poltrona. Le piaceva da morire la disponibilità dello schiavo. Poteva fargli tutto quello che voleva. Lo lasciò con la lingua tra le sue dita e sui suoi piedi a lungo prima di salire e farsi leccare la fica. Nessuno aveva mai messo un dito li al di fuori di lei, figuriamoci la lingua. Lo schiavo ci sapeva fare e il primo orgasmo arrivò dopo pochissimo, Elisa però non si accontentò di un orgasmo solo e fece lavorare la lingua finchè non arrivò anche il secondo orgasmo. Soddisfatta guardò l'orologio. Lo schiavo doveva andare. Gli tolse le manette e gli sfilò personalmente il plug, lo fece rivestire e andare via, facendosi promettere un ritorno.
Quello schiavo non tornò mai più da Elisa, ma ormai lei aveva capito che da Padrona avrebbe avuto tutti i maschi che da donna non la volevano. E non solo i maschi...
------------------------------------
leggi altri miei racconti su https://virtualslv.blogspot.com/
Grossa di fisico, alta ma non proporzionata e soprattutto con un viso decisamente sgraziato non aveva avuto un infanzia felice, ricca di sfottò e prese in giro con la cattiveria che solo gli adolescenti potevano avere. A 30 anni, ancora vergine e senza l'ombra di mezza avventura sentimentale aveva sviluppato un profondo astio nei confronti degli uomini.Soffriva quando, fuori con le amiche, loro parlavano delle loro avventure ed esperienze. Soffriva nel non aver niente da dire quando si affrontavano certi argomenti e aveva sofferto in modo particolare quella volta in cui si era inventata una mini avventura e le amiche l'avevano subito presa in giro.
Ma proprio una di queste amiche le diede il consiglio giusto. Perchè non provi a cercare online o su qualche app? Elisa fece tesoro di quel consiglio ma lo applicò a suo modo. Non cercò su un app di dating, rischiando di trovare qualche altro uomo che l'avrebbe sbeffeggiata ma direttamente su un sito bdsm.
Iniziò con un annuncio per qualcosa di virtuale. Si sorprese del numero delle risposte ricevute. Si sorprese ancora di più nel vedere quanti ragazzi e uomini erano disposti a fare cose che prima nemmeno immaginava davanti a lei. Le piaceva vederli mentre si spogliavano e rimanevano nudi per lei. Adorava vederli a 90 con i loro gioielli a penzoloni tra le gambe. Ogni giorno riusciva a valutarne una decina. Si poteva permettere il lusso addirittura di scartare quelli che non le piacevano o che non erano abbastanza sottomessi. Era rinata.
Le piaceva umiliare quegli uomini che non conosceva, e ogni volta, ogni sessione, chiedeva sempre di più e provava sempre di più.
Ma ormai il virtuale non le bastava più. Aveva una collezione di foto e video ad alta perversione che si riguardava spesso per masturbarsi, ma ora li voleva sotto alle sue mani.
Decise quindi di chiedere ai suoi schiavi abitudinari virtuali se avrebbero voluto passare al reale. Difficile pensava, molti erano molto lontani, altri avevano famiglie e non volevano avventure al di fuori del Web.
Si attrezzò con un frustino, un paio di manette e un plug e attese le risposte.
In un paio accettarono e Elisa li invitò a casa sua. Mentre uno dei due glissava, l'altro fissò un vero appuntamento al quale si presentò con estrema serietà.
Non aveva mai visto Elisa in faccia e quando quel donnone gli aprì la porta lo schiavo rimase visibilmente deluso, ma ormai non poteva più tirarsi indietro.
Elisa lo fece immediatamente denudare. Era la prima volta che aveva un cazzo davanti a lei e la prima volta che finalmente poteva toccarlo. Lo fece sdraiare a pancia in su, con le gambe aperte e le ginocchia piegate. In quel modo, completamente esposto, poteva godersi le sue proprietà. Elisa, come un bambino in un negozio di caramelle, non si fece pregare e subito provò quello che voleva dire avere un cazzo in mano. Lo sentì gonfiarsi tra le sue dita ed era felice. Passò alle palle, le strizzò e le tirò. Lo sentiva gemere e ne godeva. Pensava a quegli stronzi che la sfottevano al liceo quando dalle palle passò al buco del culo infilando dentro un dito fino in fondo.
Lo fece girare a pecora, di nuovo lo sditalinò prima di sputare sul suo ano e riempirlo col plug. Lo schiavo inarcò la schiena e l'oggetto si posizionò al suo posto.
Era il momento della cinghia. Elisa si domandò cosa avrebbero pensato i vicini se lo schiavo avesse iniziato a urlare ma si disse che ci avrebbe pensato in un altro momento. GLi ammanettò le mani dietro alla schiena e, faccia a terra, lo frustò sul culo. Eccitatissima si sorprese a colpire troppo forte mentre pensava a come gli uomini l'avevano fatta soffrire, e ora, su quel culo che si stava progressivamente arrossando vedeva le facce di tutti quegli stronzi. Lo schiavo iniziava a urlare dal dolore e Elisa, invece di smettere si levò le mutandine, fradicie di umori e gliele infilò in bocca tornando alle sue spalle per infierire sulle sue natiche.
Una volta soddisfatta lo aiutò ad alzarsi in ginocchio e gli ordinò di masturbarsi guardandola. Sarebbe stato il primo uomo a venire davanti a lei, guardandola. Questa cosa la faceva impazzire. Stava seduta in poltrona con le gambe aperte, carezzandosi il clitoride mentre lo schiavo la guardava e si segava.
Lo schiavo venne con un potente schizzo sul pavimento seguito da altri meno intensi. Elisa si alzò subito, prese lo schiavo per un orecchio e lo rimproverò per essere venuto senza il suo permesso e poi, sempre tenendolo per un orecchio, lo portò a ripulire tutta la sua sborra con la lingua da terra.
Quella esperienza la stava eccitando tremendamente e ora voleva essere lei a venire. Ordinò allo schiavo di ringraziarla leccandole i piedi mentre lei si riaccomodò in poltrona. Le piaceva da morire la disponibilità dello schiavo. Poteva fargli tutto quello che voleva. Lo lasciò con la lingua tra le sue dita e sui suoi piedi a lungo prima di salire e farsi leccare la fica. Nessuno aveva mai messo un dito li al di fuori di lei, figuriamoci la lingua. Lo schiavo ci sapeva fare e il primo orgasmo arrivò dopo pochissimo, Elisa però non si accontentò di un orgasmo solo e fece lavorare la lingua finchè non arrivò anche il secondo orgasmo. Soddisfatta guardò l'orologio. Lo schiavo doveva andare. Gli tolse le manette e gli sfilò personalmente il plug, lo fece rivestire e andare via, facendosi promettere un ritorno.
Quello schiavo non tornò mai più da Elisa, ma ormai lei aveva capito che da Padrona avrebbe avuto tutti i maschi che da donna non la volevano. E non solo i maschi...
------------------------------------
leggi altri miei racconti su https://virtualslv.blogspot.com/
2
voti
voti
valutazione
9.5
9.5
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
L'anniversarioracconto sucessivo
La chiacchierata
Commenti dei lettori al racconto erotico