Una vecchia amica, la storia continua
di
Daddy e granny
genere
tradimenti
Allora, ero rimasto che spesso vado a pranzo da Ornella, la mia ormai scopamica 60enne.
Lei abita a 1 km dal mio posto di lavoro e avendo 1 ora di pausa…. Sapete com’è, un po’ di compagnia non guasta.
Ovviamente già dalla prima volta abbiamo fatto sesso.
Lei è straordinaria, non ha tabu’, mi racconta che nella sua vita, passata dentro un negozio, ha avuto alcuni maschi che la montavano nel retrobottega.
E ha imparato a godere di ogni aspetto del sesso. Il marito era sempre via per lavoro e con lui la scopata del weekend non le bastava.
La prima volta che mi ha dato il culo avevo appena finito di mangiare e Ornella stava preparando il caffè.
Vestita con maglia e pantaloni comodi mi faceva un sesso tremendo.
Mi avvicino e la abbraccio da dietro e le appoggio il cazzo duro sulle natiche.
Ovviamente apprezza e si lascia coccolare mentre finisce di trafficare con la caffettiera.
Niente, le abbasso i pantaloni, niente mutandine, sta zoccoletta istiga per farsi montare e avrà ciò che vuole.
Comincio a leccarle quella bella figa, finalmente depilata, come le avevo chiesto, e i gemiti suoi mi fanno capire che apprezza.
Si spinge indietro e mi schiaccia la figa sulla bocca, sono duro come la roccia ma continuo a leccare e baciare quella vagina glabra.
Preso dal momento lecco anche il buchetto del culo e un piccolo gridolino mi fa capire che non disdegna.
Che non ci metti dentro un dito? Infatti si fa largo un indice dentro l’ano.
Le massaggio il buco del culo e lo inondo di saliva, sento solo gemiti e la voglia di infilarci il cazzo prende il sopravvento.
Mi alzo e picchietto il mio pene tra le natiche e punto la cappella al buco per poi toglierla e ricominciare a picchiettare.
Faccio così un paio di volte, fino a quando Ornella prende una crema o del sapone, non mi ricordo, e girandosi mi spalma il cazzo di questa cosa scivolosa.
Se non si ferma le schizzo in faccia la sborra che ho nella palle.
Prende lei le redini del gioco.
Si riappoggia alla cucina, si piega e con una mano cerca il mio cazzo e se lo punta dritto sul buco del culo.
Fantastico, vuole impalarsi da sola.
Io sto fermo la lascio fare, si allarga le natiche e si spinge indietro.
Io tengo solo dritto il cazzo per poter entrare meglio nel suo ano.
Una smorfia di dolore quando la cappella sparisce in quel buchetto, un attimo di recupero e riprende la marcia per infilarsi tutto il cazzo dentro.
Smorfie di dolore misto a gemiti e arriva ad avere le palle che le toccano la figa.
Il suo culetto e’ strettissimo avvolgente, devo pensare a altro altrimenti non comincio nemmeno a pomparla che le riempio l’intestino.
Stiamo fermi un po’, lei piegata in avanti con un cazzo nel retto fino le palle e io guardo ammaliato quel culo aperto che sta accogliendomi.
Si è rilassata perché sento perdere la presa, è meno avvolgente e comincio a montarla.
Ha questa cosa divertente, quando gode comincia a essere volgare e dire porcate che solitamente non le direbbe mai.
Mi ricordo questa:” scopami, sono vecchia ma il tuo cazzo mi fa impazzire…. La frigida di tua moglie ti da il culo?”
Cose così, insomma il cazzo le piace.
Tra una porcata e l’altra eccomi, sento montare la schizzata, le afferro i fianchi e aumento il ritmo, quasi a volerla rompere dentro.
Ci siamo, un ritmo forsennato e arriva, il primo fiotto schizza….un secondo e un terzo fino a quando le mie palle si svuotano dentro di lei.
Un momento fermi e mi chiede se mi è piaciuto.
Ovvio che si!
Mi sfilo e assieme al cazzo esce un misto di sborra e merda.
Per terra fa il disastro e Ornella si imbarazza da morire e comincia a giustificarsi in mille modi.
Io rido e le faccio battutine.
Mentre pulisce a terra si accorge che anche il mio cazzo e’ sporco e ancor più imbarazzata mi pulisce chiedendomi scusa millemila volte.
Non c’è niente da scusarsi e per toglierla dall imbarazzo le do un bacio con la lingua.
Il tempo stringe e il lavoro mi chiama, ci salutiamo e torniamo ognuno agli affari suoi.
E stiamo continuando a vederci, prevalentemente in pausa pranzo.
Il bello che le vengo sempre dentro, indipendentemente sia figa, bocca o culo.
La mia amante perfetta
Lei abita a 1 km dal mio posto di lavoro e avendo 1 ora di pausa…. Sapete com’è, un po’ di compagnia non guasta.
Ovviamente già dalla prima volta abbiamo fatto sesso.
Lei è straordinaria, non ha tabu’, mi racconta che nella sua vita, passata dentro un negozio, ha avuto alcuni maschi che la montavano nel retrobottega.
E ha imparato a godere di ogni aspetto del sesso. Il marito era sempre via per lavoro e con lui la scopata del weekend non le bastava.
La prima volta che mi ha dato il culo avevo appena finito di mangiare e Ornella stava preparando il caffè.
Vestita con maglia e pantaloni comodi mi faceva un sesso tremendo.
Mi avvicino e la abbraccio da dietro e le appoggio il cazzo duro sulle natiche.
Ovviamente apprezza e si lascia coccolare mentre finisce di trafficare con la caffettiera.
Niente, le abbasso i pantaloni, niente mutandine, sta zoccoletta istiga per farsi montare e avrà ciò che vuole.
Comincio a leccarle quella bella figa, finalmente depilata, come le avevo chiesto, e i gemiti suoi mi fanno capire che apprezza.
Si spinge indietro e mi schiaccia la figa sulla bocca, sono duro come la roccia ma continuo a leccare e baciare quella vagina glabra.
Preso dal momento lecco anche il buchetto del culo e un piccolo gridolino mi fa capire che non disdegna.
Che non ci metti dentro un dito? Infatti si fa largo un indice dentro l’ano.
Le massaggio il buco del culo e lo inondo di saliva, sento solo gemiti e la voglia di infilarci il cazzo prende il sopravvento.
Mi alzo e picchietto il mio pene tra le natiche e punto la cappella al buco per poi toglierla e ricominciare a picchiettare.
Faccio così un paio di volte, fino a quando Ornella prende una crema o del sapone, non mi ricordo, e girandosi mi spalma il cazzo di questa cosa scivolosa.
Se non si ferma le schizzo in faccia la sborra che ho nella palle.
Prende lei le redini del gioco.
Si riappoggia alla cucina, si piega e con una mano cerca il mio cazzo e se lo punta dritto sul buco del culo.
Fantastico, vuole impalarsi da sola.
Io sto fermo la lascio fare, si allarga le natiche e si spinge indietro.
Io tengo solo dritto il cazzo per poter entrare meglio nel suo ano.
Una smorfia di dolore quando la cappella sparisce in quel buchetto, un attimo di recupero e riprende la marcia per infilarsi tutto il cazzo dentro.
Smorfie di dolore misto a gemiti e arriva ad avere le palle che le toccano la figa.
Il suo culetto e’ strettissimo avvolgente, devo pensare a altro altrimenti non comincio nemmeno a pomparla che le riempio l’intestino.
Stiamo fermi un po’, lei piegata in avanti con un cazzo nel retto fino le palle e io guardo ammaliato quel culo aperto che sta accogliendomi.
Si è rilassata perché sento perdere la presa, è meno avvolgente e comincio a montarla.
Ha questa cosa divertente, quando gode comincia a essere volgare e dire porcate che solitamente non le direbbe mai.
Mi ricordo questa:” scopami, sono vecchia ma il tuo cazzo mi fa impazzire…. La frigida di tua moglie ti da il culo?”
Cose così, insomma il cazzo le piace.
Tra una porcata e l’altra eccomi, sento montare la schizzata, le afferro i fianchi e aumento il ritmo, quasi a volerla rompere dentro.
Ci siamo, un ritmo forsennato e arriva, il primo fiotto schizza….un secondo e un terzo fino a quando le mie palle si svuotano dentro di lei.
Un momento fermi e mi chiede se mi è piaciuto.
Ovvio che si!
Mi sfilo e assieme al cazzo esce un misto di sborra e merda.
Per terra fa il disastro e Ornella si imbarazza da morire e comincia a giustificarsi in mille modi.
Io rido e le faccio battutine.
Mentre pulisce a terra si accorge che anche il mio cazzo e’ sporco e ancor più imbarazzata mi pulisce chiedendomi scusa millemila volte.
Non c’è niente da scusarsi e per toglierla dall imbarazzo le do un bacio con la lingua.
Il tempo stringe e il lavoro mi chiama, ci salutiamo e torniamo ognuno agli affari suoi.
E stiamo continuando a vederci, prevalentemente in pausa pranzo.
Il bello che le vengo sempre dentro, indipendentemente sia figa, bocca o culo.
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