L’autista di mio padre
di
Eccitata12
genere
etero
Storia vera del 2021 .
Per il lavoro dei miei la mia famiglia si era trasferita a tangeri. Io, che frequento medicina, ero rimasta in Italia ma per le vacanze di Natale li avevo raggiunti. Mia madre mi aveva scritto che all’aeroporto sarebbe venuto a prendermi Kalid che mi avrebbe portata a casa. Kalid era un uomo sulla quarantina, bello da togliere il fiato, mascella scolpita e braccia forti. “Buonasera signorina” mi aveva detto e la sua acqua di colonia mi aveva fatto perdere il filo del discorso: mi aveva eccitata subito. Le chiacchiere scorrevano serene, io dietro in macchina e lui davanti: ogni tanto lo vedevo fissarmi le tette appena rifatte. Le mie corse in macchina con kalid erano la cosa migliore delle vacanze e fingevo sempre di aver bisogno di qualcosa per fare viaggi da soli. Avevamo le camere vicine al primo piano e passavo le notti a toccarmi pensandolo.
Tutto però cambio La sera prima di capodanno perchè quella notte mi avrebbero raggiunta degli amici dall’Italia e il giorno prima avevo chiesto a kalid di portarmi in un supermercato che avesse gli alcolici ( in Marocco ci sono, ma sono divisi dal cibo) e subito mi aveva portata chiedendomi cosa di beve di solito a capodanno. “ ma tu bevi?” Gli avevo chiesto e lui mi aveva risposto che si, beveva, ma poco. Uscita dal super ero salita in macchina e gli avevo proposto di bere con me una birra. Si era parcheggiato in un posto isolato e aveva spento la macchina, i vetri oscurati del retro non facevano percepire che c’era qualcuno e lui non si sarebbe sentito in colpa. Dopo un po’ di chiacchiere mi aveva detto “ so dire qualche frase in italiano” “ quali?” “ sei bella” “ grazie anche tu” mi aveva sorriso “ hai la figa depilata?” Mi ero quasi strozzata ed ero tornata all’inglese “ sai cosa vuol dire?” Lui, di tutta risposta, mi aveva preso la birra dalle mani e mi aveva risposto “ si è voglio che mi rispondi” mi ero bagnata all’istante, erano giorni che lo immaginavo tra le mie gambe, un uomo di 20 anni più grande di me e che mio padre pagava per portarci ovunque che mi scopavs mi faceva, come già detto, trascorrere le notti a masturbarmi. “ kalid” avevo sussurrato e mi ero slacciata i jeans, abbassandoli e scostando le mutandine, rivelando le labbra depilate e gonfie. Mi aveva trascinata sul sedile con lui senza dire una parola, mi aveva fatta sedere sue sue gambe con le mutandine ancora scostate e mi stava baciando con fervore. Mi strusciavo su di lui senza vergogna sentendolo già duro sotto di me. “ lo sapevo che eri una puttanella” aveva ringhiato mentre mi toglieva la camicia “ pensi che non ti abbia sentita toccarti ieri notte?” Aveva portato la mano sulle tette rifatte e mi strattonava i capezzoli “ ti sento toccarti come una cagna, cosa direbbe tuo padre?” Era sceso sulla vagina e mi aveva tirato degli schiaffetti “ credo ti abbia messa nelle stanze di sotto perché sa che sei una Troia affamata” ringhiava mentre mi parlava, il cazzo che quasi esplodeva nei pantaloni. “Kalid” respiravo a fatica per l’eccitazione “ ti faccio venire per bene ora” mi aveva detto tirandomi i capelli e staccandosi da me. Si era spogliato e mi aveva mostrato il cazzo più grande che avessi mai visto, lo accarezzava lento e sembrava un dio, seduto nella macchina a guardare le mie tette avido. “In ginocchio” mi comandava e io ubbidivo, mi aveva fatta sua nel momento in cui lo avevo visto. “ succhia Troia” ripeteva mentre mi teneva la test sul cazzo e mi scopavs la bocca. Non c’era pietà nelle sue parole mentre godeva dei miei buchi e io volevo solo averlo dentro. Più succhiavo più mi scopava la gola, pompava così forte che mi dovevo tenere alla sua gamba. “ alzati “ mi aveva detto tirandomi i capelli e mi aveva scaraventata sul sedile, buttandosi su di me e infilandolo dentro di colpo. Non so per quanto tempo mi abbia scopata, era un uragano e io gli chiedevo di scoparmi di più, più forte, di rompermi la fighetta bagnata. “ sono la tua Troia” gli urlavo mentre lui mi prendeva senza ritegno “ lo sei “ ripeteva “ lo sei e ora ti vengo addosso.” Ero sudata, sporca, aperta per lui mentre mi sovrastava e mi veniva in faccia e sulle tette. “ che brava ragazza” mi aveva detto dopo la sborrata e aveva avvicinato il cazzo alla bocca per farselo pulire. “ brava Troia” ripeteva mentre mi rimetteva le mutandine. “ brava”. Si era rivestito e si era messo davanti. “ ora torniamo a casa “ aveva detto.
Ero sdraiata sul sedile di dietro, sborrata e con solo le mutandine. Aveva ripreso il suo completo aplomb mentre mi riaccompagnava.
Eravamo arrivati e si era parcheggiato in garage. “ sei ancora sborrsta Troia” aveva sussurrato ed era uscito dalla portiera per entrare dietro. Mi aveva baciata con dolcezza mentre mi ripeteva che amava la mia figa depilata “ kalid ridammelo” avevo sussurrato e mi ero inginocchiata “ siamo a casa tua, se ci sentono?” “ non ci sentono, nessuno sa che la macchina è piena” avevo risposto salendo a cavalcioni. Si era subito convinto e mi aveva strappato le mutandine e messe in bocca “ così non urli”. Abbiamo scopato per ore in macchina e nei giorni successivi ero diventata la sua puttana, mi portava in campagna e mi faceva di tutto. L’ultimo giorno di vacanza, con la scusa dei regali, mi aveva accompagnata ad un ora da tangeri e mi aveva piscisto addosso in un bosco e poi inculata con un ramo mentre era in videochiamata con un suo amico.
Ogni volta che tornavo a tangeri, da quella volta quasi settimanalmente, ero la sua personale Troia.
Ora i miei vivono in Italia ma Ogni tanto ci sentiamo e mi scrive che mi vuole, io gli mando le mie foto nuda e lui si sega per me. È passato un anno e non cMe giorno in cui non pensi al suo cszzo che mi fotte. Grazie kalid
Per il lavoro dei miei la mia famiglia si era trasferita a tangeri. Io, che frequento medicina, ero rimasta in Italia ma per le vacanze di Natale li avevo raggiunti. Mia madre mi aveva scritto che all’aeroporto sarebbe venuto a prendermi Kalid che mi avrebbe portata a casa. Kalid era un uomo sulla quarantina, bello da togliere il fiato, mascella scolpita e braccia forti. “Buonasera signorina” mi aveva detto e la sua acqua di colonia mi aveva fatto perdere il filo del discorso: mi aveva eccitata subito. Le chiacchiere scorrevano serene, io dietro in macchina e lui davanti: ogni tanto lo vedevo fissarmi le tette appena rifatte. Le mie corse in macchina con kalid erano la cosa migliore delle vacanze e fingevo sempre di aver bisogno di qualcosa per fare viaggi da soli. Avevamo le camere vicine al primo piano e passavo le notti a toccarmi pensandolo.
Tutto però cambio La sera prima di capodanno perchè quella notte mi avrebbero raggiunta degli amici dall’Italia e il giorno prima avevo chiesto a kalid di portarmi in un supermercato che avesse gli alcolici ( in Marocco ci sono, ma sono divisi dal cibo) e subito mi aveva portata chiedendomi cosa di beve di solito a capodanno. “ ma tu bevi?” Gli avevo chiesto e lui mi aveva risposto che si, beveva, ma poco. Uscita dal super ero salita in macchina e gli avevo proposto di bere con me una birra. Si era parcheggiato in un posto isolato e aveva spento la macchina, i vetri oscurati del retro non facevano percepire che c’era qualcuno e lui non si sarebbe sentito in colpa. Dopo un po’ di chiacchiere mi aveva detto “ so dire qualche frase in italiano” “ quali?” “ sei bella” “ grazie anche tu” mi aveva sorriso “ hai la figa depilata?” Mi ero quasi strozzata ed ero tornata all’inglese “ sai cosa vuol dire?” Lui, di tutta risposta, mi aveva preso la birra dalle mani e mi aveva risposto “ si è voglio che mi rispondi” mi ero bagnata all’istante, erano giorni che lo immaginavo tra le mie gambe, un uomo di 20 anni più grande di me e che mio padre pagava per portarci ovunque che mi scopavs mi faceva, come già detto, trascorrere le notti a masturbarmi. “ kalid” avevo sussurrato e mi ero slacciata i jeans, abbassandoli e scostando le mutandine, rivelando le labbra depilate e gonfie. Mi aveva trascinata sul sedile con lui senza dire una parola, mi aveva fatta sedere sue sue gambe con le mutandine ancora scostate e mi stava baciando con fervore. Mi strusciavo su di lui senza vergogna sentendolo già duro sotto di me. “ lo sapevo che eri una puttanella” aveva ringhiato mentre mi toglieva la camicia “ pensi che non ti abbia sentita toccarti ieri notte?” Aveva portato la mano sulle tette rifatte e mi strattonava i capezzoli “ ti sento toccarti come una cagna, cosa direbbe tuo padre?” Era sceso sulla vagina e mi aveva tirato degli schiaffetti “ credo ti abbia messa nelle stanze di sotto perché sa che sei una Troia affamata” ringhiava mentre mi parlava, il cazzo che quasi esplodeva nei pantaloni. “Kalid” respiravo a fatica per l’eccitazione “ ti faccio venire per bene ora” mi aveva detto tirandomi i capelli e staccandosi da me. Si era spogliato e mi aveva mostrato il cazzo più grande che avessi mai visto, lo accarezzava lento e sembrava un dio, seduto nella macchina a guardare le mie tette avido. “In ginocchio” mi comandava e io ubbidivo, mi aveva fatta sua nel momento in cui lo avevo visto. “ succhia Troia” ripeteva mentre mi teneva la test sul cazzo e mi scopavs la bocca. Non c’era pietà nelle sue parole mentre godeva dei miei buchi e io volevo solo averlo dentro. Più succhiavo più mi scopava la gola, pompava così forte che mi dovevo tenere alla sua gamba. “ alzati “ mi aveva detto tirandomi i capelli e mi aveva scaraventata sul sedile, buttandosi su di me e infilandolo dentro di colpo. Non so per quanto tempo mi abbia scopata, era un uragano e io gli chiedevo di scoparmi di più, più forte, di rompermi la fighetta bagnata. “ sono la tua Troia” gli urlavo mentre lui mi prendeva senza ritegno “ lo sei “ ripeteva “ lo sei e ora ti vengo addosso.” Ero sudata, sporca, aperta per lui mentre mi sovrastava e mi veniva in faccia e sulle tette. “ che brava ragazza” mi aveva detto dopo la sborrata e aveva avvicinato il cazzo alla bocca per farselo pulire. “ brava Troia” ripeteva mentre mi rimetteva le mutandine. “ brava”. Si era rivestito e si era messo davanti. “ ora torniamo a casa “ aveva detto.
Ero sdraiata sul sedile di dietro, sborrata e con solo le mutandine. Aveva ripreso il suo completo aplomb mentre mi riaccompagnava.
Eravamo arrivati e si era parcheggiato in garage. “ sei ancora sborrsta Troia” aveva sussurrato ed era uscito dalla portiera per entrare dietro. Mi aveva baciata con dolcezza mentre mi ripeteva che amava la mia figa depilata “ kalid ridammelo” avevo sussurrato e mi ero inginocchiata “ siamo a casa tua, se ci sentono?” “ non ci sentono, nessuno sa che la macchina è piena” avevo risposto salendo a cavalcioni. Si era subito convinto e mi aveva strappato le mutandine e messe in bocca “ così non urli”. Abbiamo scopato per ore in macchina e nei giorni successivi ero diventata la sua puttana, mi portava in campagna e mi faceva di tutto. L’ultimo giorno di vacanza, con la scusa dei regali, mi aveva accompagnata ad un ora da tangeri e mi aveva piscisto addosso in un bosco e poi inculata con un ramo mentre era in videochiamata con un suo amico.
Ogni volta che tornavo a tangeri, da quella volta quasi settimanalmente, ero la sua personale Troia.
Ora i miei vivono in Italia ma Ogni tanto ci sentiamo e mi scrive che mi vuole, io gli mando le mie foto nuda e lui si sega per me. È passato un anno e non cMe giorno in cui non pensi al suo cszzo che mi fotte. Grazie kalid
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