Intervista a una prostituta
di
Mercury60
genere
interviste
Intervista a una prostituta
Prosegue la nostra rubrica dedicata alle interviste con lavoratori che, come spesso abbiamo detto, sono "atipici", ovvero sono impegnati in attività incosuete.
Oggi parliamo di un lavoro antico, ma sempre attuale: la prostituzione.
Con noi una ragazza o meglio una signora ormai 50enne che ha esercitato per molti anni il merestricio; ma passiamo subito all'intervista e presentiamo la nostra protagonista.
(Come sempre le domande dell'intervistatrice sono introdotte da una I maiuscola e le risposte da una R maiuscola, in modo che si più semplice comprendere il dialogo).
I: Buonasera e benvenuta nella nostra redazione; prima di iniziare ti chiedo come vuoi che mi rivolgo a te, se preferisci utilizzare un nome di fantasia ovviamente non è un problema.
R. Buonasera a te e grazie per l'invito, non ci sono problemi puoi chiamarmi con il mio nome, se per caso qualcuno identificarmi sarebbe certamente un mio cliente quindi non c'è motivo di imbarazzo.
I: Benissimo, allora buonasera Elisa e benvenuta. Il tuo è un mestiere indubbiamente praticolare ed ammetto che sono leggermente in difficoltà a porti domande. Mi hai chiesto prima di non definirti escort, vuoi spiegare perchè?
R: Per escort si intendono ragazze o signore che lavorano su appuntamento, che mettono annunci in rete o su giornali, oppure lavorano nei locali. Io ho lavorato invece praticamente sempre in strada quindi sono quella che volgarmente viene chiamata "puttana" e sono orgogliosa di esserlo.
I: Non trovi offensivo questo appellativo Elisa?
R: Non particolarmente, è il termine italiano che meglio identifica la mia professione. Potresti dire per esempio operatrice del sesso... ma davvero una che sta su un marciapiede o su una piazzola di una statale in minigonna con i tacchi alti è una puttana, non c'è definizione più adatta.
I: Certo, apprezzo la schiettazza e condivido la tua onestà intellettuale. La domanda a questo punto è spontanea: come sei finita a fare la puttana? E perchè la puttana anzichè la escort?
R: Premetto che sono stata una ragazza normale, normalissima. Ho iniziato a fare sesso a 17 anni, mossa più da morbosa curiosità che da un vero amore di quelli che ti fanno sentire le farfalle nello stomaco. Diciamo che quando c'è stata l'occasione ho ceduto la verginità ad un ragazzo più maturo di me e che ritenevo esperto. Non so spiegarti perchè, ma volevo imparare a far godere al meglio un uomo. Durante questa prima storia, potrà sembrarti assurdo forse, ho preteso che lui mi insegnasse ad usare a regola d'arte la bocca. Ero convinta che agli uomini piacesse molto il cosiddetto lavoretto di bocca ed ero soprattutto certa che per fare bene un pompino ci volesse una certa esperienza. Spero non ti scandalizzi questo discorso, ma quella è la verità.
I: Non preoccuparti questa è una rivista per persone adulte, quindi possiamo concederci un linguaggio diretto. Fammi capire a quell'età già pensavi di iniziare a prostituirti?
R: No no, semplicemente ero curiosa. Una cosa è vederlo fare nei filmetti o sui giornali porno, un'altra cosa è saperlo fare bene: per quello ci vuole pratica ed esperienza.
I: Chiarissimo. Come è finita la storia con qusto ragazzo più maturo?
R: E' finita diciamo quando ho pensato di aver imparato a sufficienza ahahaha. Ci siamo semplicemente allontanati, senza particolari drammi o traumi. Io ho continuato la mia vita con qualche storia solitamente molto breve. Era il tempo delle discoteche, delle serate dove bevevi e ti sballavi e finiva che facevi sesso un po' con chi capitava. Non dico un uomo diverso ogni weekend, ma effettivamente era quasi così.
Poi ho incontrato un amore, uno che finalmente mi ha fatto sentire le farfalle nello stomaco ed è nata una vera storia. E così ha 20 anni mi sono ritrovata sposata.
I: Immagino che il matrimonio non sia stato proprio un successo, ti va di parlarne?
R: Non c'è molto da dire, dopo poco tempo ho avuto la sensazione che mi tradisse con una collega. Lui ha sempre negato, ma per me era ormai diventato un chiodo fisso e il tempo mi ha dato ragione visto che dopo il divorzio si è messo con quella che sospettavo essere la sua amante.
I: Capisco, hai avuto figli da questo matrimonio?
R: Preferirei non doverti rispondere, se per te è lo stesso.
I: No certo, non ci sono problemi. Continua pure.
R: Così mi sono ritrovata da sola, sono tornata dai miei ed ho cercato di tirare avanti con il mio lavoro. Sfortuna vuole che dopo un po' di tempo l'ho perso e non si navigava nell'oro a quel tempo. E li ho fatto la follia, un po' per disperazione e un po' per sfida ho provato a mettere un annuncio su un sito...
La cosa mi impauriva, per certi versi mi schifava pure. Dall'altra parte avevo bisogno di tirare su qualche soldo e, ammetto, l'idea di vendermi un po' mi eccitava.
Nella mia piccola città era nata una ragazza che aveva fatto all'epoca un certo successo come pornostar e non so perchè, ma un po' pensavo di seguire il suo esempio.
Fatto sta che nel giro di poche ore ho messo assieme un appuntamento con uno sconosciuto che mi disse di essere quarantenne. Sono corsa a comperarmi di profilattici, mi sono sistemata per benino e sono andata all'appuntamento.
I: Hai voglia di scendere un po' più nei particolari, non tanto su cosa hai fatto, ma sulle emozioni che hai provato.
R: Si certo, non c'è problema. Innanzitutto ho scelto un uomo diciamo maturo perchè la cosa mi rassicurava e perchè l'offerta economica era interessante. Considera che sull'annuncio avevo scritto che era la prima volta, beh lo era veramente. Qando l'ho incontrato mi sono resa conto che non era il mio tipo di uomo, forse ti potrà sembrare una cosa ovvia, ma in quel momento mi sono realmente capacitata che vendersi significava andare con chi era disposto a pagare senza fare troppe storie.
Arrivati in hotel ero imbarazzata, ma lui ha saputo tranquillizzarmi.
Ero giovane e in fondo carina, forse un po' impacciata, anche se di esperienze ne avevo già fatte un bel po'.
In questo contesto era però diverso: dovevo piacere, dovevo soddifarlo.
E' andato tutto bene e lui è stato soddisfatto, anche se poi riportandomi alla macchina mi ha detto che ero stata leggermente fredda e che forse non era la mia strada quella di fare la escort, ma che del resto sperava per me che fosse stato solo per necessità.
Non aveva torto, l'incontro in camera è qualcosa di troppo intimo per me. Anche se ne ho avuti nel tempo altri ho sempre preferito la sveltina in macchina, meno coinvolgente e meno intima di un rapporto in camera.
I: Se per te va bene ti lascio andare avanti liberamente con il racconto.
R: Si si certo. Dopo quell'incontro ne ho organizzati in motel altri 3 o 4 nello stesso modo, ma per molti meno soldi. Del resto non potevo scrivere di nuovo che era la prima volta, era ovvio che non lo era.
Il motel comunque non faceva per me, me ne rendevo sempre più conto. L'incotro ideale per me era qualcos'altro: uomini decisi, anche poco garbati che ti danno della puttana e si prendono il loro piacere senza troppe smancerie. Io non sono la fidanzata di chi paga, non riesco ad esserlo. Sono una puttana e voglio essere trattata come tale.
Poi la svolta o l'illuminazione. Sempre tramite annuncio ho iniziato a fissare incontri in auto. Meno soldi, ma potevo metterne assieme anche 3/4 clienti in una sera. Inoltre siccome non mi facevo particolari problemi offrivo nell'annuncio anche la possibilità di avere un rapporto orale senza protezione.
Con il senno di poi ho capito che intercettavo una clientela diversa da quella che voleva andare in motel. Questi erano puttanieri da strada, che però non trovavano albanesi, rumene o nere che facevano i pompini senza profilattico. Io per 70 euro, a volte 50, li vacevo e per 100 li facevo venire in bocca.
Con il senno di poi potrei dire che avevo individuato il mio ruolo e definito il mio target, ahahaha.
I: Hai detto che vivevi con i tuoi, nessuno si è accorto di nulla?
R: Mia mamma ha mangiato la foglia dopo un po', una sera sul tardi mi ha intercettata sulla porta di casa e mi ha sollevato la minigonna. Spesso non mettevo le mutande per fare prima fra un cliente e l'altro e quella sera non le avevo.
Mia madre mi ha guardata, aveva già evidentemente capito tutto da un po' di tempo. Io le ho detto semplicemente (lo ricordo come se fosse ieri) "così faccio prima."
Lei mi ha risposto domandandomi: "ma come fai ad andare con tutti?"
Non ne abbiamo mai più parlato dopo quella volta, lei sapeva che spesso dopo la uscivo e sapeva cosa andavo a fare.
Avevo un paio posti fissi dove mi mettevo in macchina ad aspettare le persone con cui avevo preso appuntamento. Dopo un po' di tempo ho iniziato a restare in auto anche quando avevo finito gli appuntamenti, in attesa. Vuoi che la voce si era un pochino sparsa, vuoi che qualcuno passando e vedendo una donna da sola dopo un paio di giri capiva che ero una puttana e si fermava. In quel caso anche le tariffe erano diverse, 30 eruo bocca e fica con il guanto e a volte anche solo 25 o 20.
I. Ma scendevi dalla macchina per farti notare?
R: No no, restavo seduta in auto con la luce accesa. Non facevo altro, fino a quando un cliente fisso mi ha chiesto perchè non scendevo semplicemente in strada.
Sarei stata più visibile ed avrei lavorato di più.
La cosa era ovvia, ma io ero davvero timorosa di espormi in quel modo.
Fatto sta che mi convinse ed una sera mi portò in una città vicina a vedere le colleghe che lavoravano in strada.
Per quanto facessi lo stesso lavoro non avevo mai assistito da vicino all'andirivivieni di auto, di clienti e di puttane.
A fine serata lui mi ha chiesto: ma non vorresti provare? Ed io risposi si vorrei, ma ho paura...
Dopo qualche giorno ho preso la decisione di provare, era più forte di me.
Mi sono accordata con il cliente che mi ha portata un pomeriggio decisamente lontana dalla mia città, mi ha indicato un posto dove sostare e uno dove andare a scopare.
Poi mi ha fatta scendere. Anzi mi ha costretta a scendere, io ero impietrita in quel momento.
Non lo rimprovero che sia chiaro, ha fatto cosa andava fatto.
La prima volta uscire dall'auto e andare a battere è davvero dura, ti serve qualcuno che non ti lasci altra scelta che scendere.
Sono stata giù credo un paio d'ore, forse un po' meno. Tre clienti in totale e poi lui mi ha ricaricata e riportata a casa.
Dopo qualche giorno il cliente mi chiama e mi dice: "se vuoi ho una che conosco che in cambio di un regalino ti prende a lavorare con lei per prova un pomeriggio intero, ti va?"
Mentre acoltavo quelle parole ho avuto la tentazione di urlargli contro che era già troppo cosa avevo fatto, che era un bastardo, che non avrei mai fatto una cosa simile.
Assurdamente gli risposi semplicemente: quando?
E così il giorno dopo mi ritrovai a fare dalle 14 alle 18 credo assieme a una puttana albanse, lungo una statale.
La ragazza albanese faceva solo cose protette, così quel giorno riuscii a lavorare discretamente bene perchè mi passava chi voleva il classico pompino senza guanto.
I: Elisa smette di raccontare, mi fa cenno di attendere e poi riprende.
R: Quel giorno successero anche altre due cose.
Un cliente mi trattenne la testa e mi costrinse a ingoiare... mi era già successo di avere a che fare con clienti che spingevano la testa, ma non fino a quel punto.
Poi successe quella che per me fu probabilmente la svolta, si fermò una macchina dei CC. Era la prima volta che mi capitava una cosa simile, ero agitatissima, terrorizzata.
La mia collega mi disse di strare tranquilla, che non sarebbe successo nulla.
Quando ci ridiedero i documenti il capo pattuglia mi disse semplicemente: non dovrei dirle nulla, ma avevamo già delle segnalazioni a suo carico, questo controllo le conferma. Sappia che in futuro se verrà fermata comparirà nella sua scheda che è una prostiuta.
Ero sconvolta, avevo oltrepassato il limite ed ora ero anche ufficialmente una puttana...
I: Quella giornata di prova ha segnato il tuo futuro immagino, vero?
R: Sì, tornata a casa mi sono trovata a rilfettere a lungo su quanto avvenuto.
Casualmente in quel periodo anche le risposte agli annunci erano calate.
Ho smesso per una settimana o due e nel frattempo ho provato anche a contattare dei club prive per vedere se avevano bisogno di una ragazza disponibile per i clienti, nulla da fare.
Credo di essermi resa conto che ero di fronte ad una svolta: o iniziavo a battere in strada o smettevo del tutto.
Ma ero senza lavoro, quindi la scelta era inevitabile.
Iniziai a girare in provincie vicine alla mia, di pomeriggio, cercando di trovare posti liberi dove non davo fastidio a nessuna collega.
Non è semplice se non hai un protettore avere un posto tutto tuo fisso.
Inoltre ho continuato a lavorare alla sera con le solite modalità.
Con il tempo mi sono ritagliata il mio posto al sole pomeridiano (Elisa sorride) e la sera ho iniziato a parcheggiare vicino alla via Emilia dove il traffico era più intenso.
Direi che non c'è molto altro da raccontare, lentamente ho smesso di vergognarmi esponendomi sempre di più.
I: Hai accennato al problema dei posti dove stazionare per prostituirti, come hai risolto questa cosa? Hai lavorato sotto il controllo di un protettore?
R: Preferisco non rispondere a questo, comunque i posti in buona sostanza si pagano.
Ci sono le straniere che lo ottengono perchè sono sottomesse al racket che le ha portate in Italia e ci sono quelle come me che pagano. §
Poi è inutile negare che per fare la puttana in strada è sempre meglio avere un protettore.
I: Prima hai parlato di uno che ti ha trattenuto la testa... si incontrano spesso clienti violenti? Ti è successo altre volte?
R: Succede, la cosa migliore è essere remissive e soddifarli. Lo reputo un rischio del mestiere, da accettare.
Poi ammetto a me l'uomo padrone, prepotente in fondo non dispiace affatto.
I: Perdona una domanda molto intima: ma una prostituta prova piacere?
R: In genere non prova piacere con i clienti.
Però questo è anche un lavoro che se hai voglia di godere puoi farlo quando vuoi.
Se trovi il tipo che ti piace e ne hai voglia ti lasci andare, magari gli infili la lingua in bocca e il resto viene da se.
Poi c'è l'aspetto di essere scelta, a me a sempre dato piacere che volessero scopare me anzichè una collega.
L'essere scelta è una sensazione piacevole, meravigliosa. Quello che segue è lavoro, è routine.
I: Dopo il matrimonio finito hai avuto altre storie con uomini?
R: Sì, ma in genere brevi e spesso con uomini che abitavano lontano e quindi non potevano sapere nulla della mia occupazione.
Fidanzata e puttana non sono due concetti facilmente conciliabili.
I: Hai avuto problemi con le forze dell'ordine in tanti anni?
R: Eh si... Ci sono controlli e ci sono a volte retate.
Una retata non è nulla di particolare ovviamente, semplicemente ti portano in caserma e con la scusa del controllo dei documenti ti fanno perdere la giornata o la serata di lavoro. Poi quasi sempre verso mattina ti rilasciano e torni a casa.
I: Perchè dici quasi sempre?
R: Alle straniere viene spesso dato un foglio di via e poi vengono rilasciate, del resto in genere non sanno dove abitano e possono sparire facilmente.
Io sono italiana, cosa abbastanza inconsueta ed ero, diciamo, più aggredibile.
I: Cosa intendi dire?
R: Alcune volte sono finita in Tribunale, processo per direttissima per atti osceni, resistenza a pubblico ufficiale e cose simili.
Così al mattino ti ritrovi ancora con gli abiti da lavoro davanti a un Giudice che giustamente non può che ritenerti colpevole e condannarti.
I: Altra pausa, Elisa guarda in basso, è bloccata. Poi ricominica a parlare.
R: Sono finita in carcere un paio di volte... tre volte...
Succede se il giudice dispone il trasferimento immediato in carcere, magari solo in attesa di una sua decisione.
Ti ammanettano e poi ti scortano fuori, davanti a tutti ancora vestita come la sera prima.
E' una situazione strana da vivere, imbarazzante e per certi versi eccitante, perchè tutti ti osservano e capiscono benissimo che lavoro fai.
I: Se ho ben capito stai dicendo che ti vergognavi, ma al tempo stesso eri eccitata dalla situazione. E' corretto?
R: Si è corretto.
Tieni presente che le manette in metallo mi hanno sempre attratta anche nei giochi di sesso, sentirmi bloccata e succube dei desideri di un uomo mi ha sempre eccitata.
In questo caso la sensazione è simile, ma amplificata. Puoi implorare quanto vuoi, ma non te le toglieranno e ti trascineranno verso il furgone che ti porterà in carcere, davanti a tutti che ti osserveranno giudicandoti e commentando.
I: E' un argomento delicato, ma ci sono stati dove il meretricio è un reato grave e le prostitute finiscono in carcere per lunghi periodi.
Si sa per certo che in certe nazioni alcune vengono segretamente giustiziate in carcere...
R: Sì lo so. Non contesto le leggi; se il tuo stato prevede delle condanne e tu commetti un reato, sai a cosa vai incontro.
Sono pazza ed esibizionista, ma non vorrei essere giustiziata in un carcere nascosta da tutti.
Se quella fosse la mia sorte vorrei essere impiccata in pubblico, sulla piazza principale della città in abiti da lavoro.
Ti confesso che ho immaginato spesso una situazione simile, altre 4/5 puttane con me sulla piazza davanti al municpio della mia città, le mani ammanettate dietro la schiena e magari le catene anche ai piedi.
Il tizio che legge nome e cognome elencando le accuse, poi ti scoprono il seno, alzano la gonna e abbassano il perizoma in modo che tutti vedano le tue parti intime, ti fanno girare mostrando anche il sedere al pubblico ed infine ti mettono il cappio al collo.
Sono certa che attirerei la massima attenzione, sarei l'unica condannata italiana in mezzo a rumene, ragazze dell'est e nere.
Immagino la gente che urla "Elisa sei una puttana, Elisa sei una puttana... "
Essendoci una concittadina fra le condannate ci sarebbe tutta la città, molti clienti e certamente il mio ex marito.
I: Cambiamo argomento: ora hai smesso di lavorare? Perchè?
R: Ho smesso di prostituirmi, anche se qualche vecchio cliente saltuariamente lo incontro ancora.
Diciamo per sopraggiunti limiti di età. Ho un lavoro normale ora in fabbrica.
I: Cosa diresti ad una ragazza giovane che volesse seguire il tuo percorso?
R: Se vuole guadagnare molti soldi e se è carina le consiglierei di provare a fare la escort, con annunci sui siti.
L'alternativa è ovviamente la strada, ma ormai le prostitute in strada sono molte meno e principalmente nelle periferie delle grandi città.
E che non pensino di diventare delle pornostar come Julie Skyhigh, io ci ho creduto ed ho fatto pure servizi fotografici che sono finiti in rete.
Non c'è alcuna possibilità di fare il balzo, resteranno delle puttane da strada.
E' un lavoro comunque faticoso da fare per tanti anni e alla fine vi ritroverete con la vagina slabbrata e sfondata ed i seni cadenti.
Non vi è molto di romantico nel fare la puttana... anche se forse ci sono donne come me che sono davvero destinate a questo lavoro.
I: Una domanda per chiudere l'intervista: se potessi tornare indietro rifaresti quasta vista?
R: Me lo sono chiesta molte volte sai, probabilmente sì.
Mi sento davvero una puttana dentro, anche se nella vita normale cerco di non farlo vedere perchè non è compatibile con la il benpensare comune.
Prosegue la nostra rubrica dedicata alle interviste con lavoratori che, come spesso abbiamo detto, sono "atipici", ovvero sono impegnati in attività incosuete.
Oggi parliamo di un lavoro antico, ma sempre attuale: la prostituzione.
Con noi una ragazza o meglio una signora ormai 50enne che ha esercitato per molti anni il merestricio; ma passiamo subito all'intervista e presentiamo la nostra protagonista.
(Come sempre le domande dell'intervistatrice sono introdotte da una I maiuscola e le risposte da una R maiuscola, in modo che si più semplice comprendere il dialogo).
I: Buonasera e benvenuta nella nostra redazione; prima di iniziare ti chiedo come vuoi che mi rivolgo a te, se preferisci utilizzare un nome di fantasia ovviamente non è un problema.
R. Buonasera a te e grazie per l'invito, non ci sono problemi puoi chiamarmi con il mio nome, se per caso qualcuno identificarmi sarebbe certamente un mio cliente quindi non c'è motivo di imbarazzo.
I: Benissimo, allora buonasera Elisa e benvenuta. Il tuo è un mestiere indubbiamente praticolare ed ammetto che sono leggermente in difficoltà a porti domande. Mi hai chiesto prima di non definirti escort, vuoi spiegare perchè?
R: Per escort si intendono ragazze o signore che lavorano su appuntamento, che mettono annunci in rete o su giornali, oppure lavorano nei locali. Io ho lavorato invece praticamente sempre in strada quindi sono quella che volgarmente viene chiamata "puttana" e sono orgogliosa di esserlo.
I: Non trovi offensivo questo appellativo Elisa?
R: Non particolarmente, è il termine italiano che meglio identifica la mia professione. Potresti dire per esempio operatrice del sesso... ma davvero una che sta su un marciapiede o su una piazzola di una statale in minigonna con i tacchi alti è una puttana, non c'è definizione più adatta.
I: Certo, apprezzo la schiettazza e condivido la tua onestà intellettuale. La domanda a questo punto è spontanea: come sei finita a fare la puttana? E perchè la puttana anzichè la escort?
R: Premetto che sono stata una ragazza normale, normalissima. Ho iniziato a fare sesso a 17 anni, mossa più da morbosa curiosità che da un vero amore di quelli che ti fanno sentire le farfalle nello stomaco. Diciamo che quando c'è stata l'occasione ho ceduto la verginità ad un ragazzo più maturo di me e che ritenevo esperto. Non so spiegarti perchè, ma volevo imparare a far godere al meglio un uomo. Durante questa prima storia, potrà sembrarti assurdo forse, ho preteso che lui mi insegnasse ad usare a regola d'arte la bocca. Ero convinta che agli uomini piacesse molto il cosiddetto lavoretto di bocca ed ero soprattutto certa che per fare bene un pompino ci volesse una certa esperienza. Spero non ti scandalizzi questo discorso, ma quella è la verità.
I: Non preoccuparti questa è una rivista per persone adulte, quindi possiamo concederci un linguaggio diretto. Fammi capire a quell'età già pensavi di iniziare a prostituirti?
R: No no, semplicemente ero curiosa. Una cosa è vederlo fare nei filmetti o sui giornali porno, un'altra cosa è saperlo fare bene: per quello ci vuole pratica ed esperienza.
I: Chiarissimo. Come è finita la storia con qusto ragazzo più maturo?
R: E' finita diciamo quando ho pensato di aver imparato a sufficienza ahahaha. Ci siamo semplicemente allontanati, senza particolari drammi o traumi. Io ho continuato la mia vita con qualche storia solitamente molto breve. Era il tempo delle discoteche, delle serate dove bevevi e ti sballavi e finiva che facevi sesso un po' con chi capitava. Non dico un uomo diverso ogni weekend, ma effettivamente era quasi così.
Poi ho incontrato un amore, uno che finalmente mi ha fatto sentire le farfalle nello stomaco ed è nata una vera storia. E così ha 20 anni mi sono ritrovata sposata.
I: Immagino che il matrimonio non sia stato proprio un successo, ti va di parlarne?
R: Non c'è molto da dire, dopo poco tempo ho avuto la sensazione che mi tradisse con una collega. Lui ha sempre negato, ma per me era ormai diventato un chiodo fisso e il tempo mi ha dato ragione visto che dopo il divorzio si è messo con quella che sospettavo essere la sua amante.
I: Capisco, hai avuto figli da questo matrimonio?
R: Preferirei non doverti rispondere, se per te è lo stesso.
I: No certo, non ci sono problemi. Continua pure.
R: Così mi sono ritrovata da sola, sono tornata dai miei ed ho cercato di tirare avanti con il mio lavoro. Sfortuna vuole che dopo un po' di tempo l'ho perso e non si navigava nell'oro a quel tempo. E li ho fatto la follia, un po' per disperazione e un po' per sfida ho provato a mettere un annuncio su un sito...
La cosa mi impauriva, per certi versi mi schifava pure. Dall'altra parte avevo bisogno di tirare su qualche soldo e, ammetto, l'idea di vendermi un po' mi eccitava.
Nella mia piccola città era nata una ragazza che aveva fatto all'epoca un certo successo come pornostar e non so perchè, ma un po' pensavo di seguire il suo esempio.
Fatto sta che nel giro di poche ore ho messo assieme un appuntamento con uno sconosciuto che mi disse di essere quarantenne. Sono corsa a comperarmi di profilattici, mi sono sistemata per benino e sono andata all'appuntamento.
I: Hai voglia di scendere un po' più nei particolari, non tanto su cosa hai fatto, ma sulle emozioni che hai provato.
R: Si certo, non c'è problema. Innanzitutto ho scelto un uomo diciamo maturo perchè la cosa mi rassicurava e perchè l'offerta economica era interessante. Considera che sull'annuncio avevo scritto che era la prima volta, beh lo era veramente. Qando l'ho incontrato mi sono resa conto che non era il mio tipo di uomo, forse ti potrà sembrare una cosa ovvia, ma in quel momento mi sono realmente capacitata che vendersi significava andare con chi era disposto a pagare senza fare troppe storie.
Arrivati in hotel ero imbarazzata, ma lui ha saputo tranquillizzarmi.
Ero giovane e in fondo carina, forse un po' impacciata, anche se di esperienze ne avevo già fatte un bel po'.
In questo contesto era però diverso: dovevo piacere, dovevo soddifarlo.
E' andato tutto bene e lui è stato soddisfatto, anche se poi riportandomi alla macchina mi ha detto che ero stata leggermente fredda e che forse non era la mia strada quella di fare la escort, ma che del resto sperava per me che fosse stato solo per necessità.
Non aveva torto, l'incontro in camera è qualcosa di troppo intimo per me. Anche se ne ho avuti nel tempo altri ho sempre preferito la sveltina in macchina, meno coinvolgente e meno intima di un rapporto in camera.
I: Se per te va bene ti lascio andare avanti liberamente con il racconto.
R: Si si certo. Dopo quell'incontro ne ho organizzati in motel altri 3 o 4 nello stesso modo, ma per molti meno soldi. Del resto non potevo scrivere di nuovo che era la prima volta, era ovvio che non lo era.
Il motel comunque non faceva per me, me ne rendevo sempre più conto. L'incotro ideale per me era qualcos'altro: uomini decisi, anche poco garbati che ti danno della puttana e si prendono il loro piacere senza troppe smancerie. Io non sono la fidanzata di chi paga, non riesco ad esserlo. Sono una puttana e voglio essere trattata come tale.
Poi la svolta o l'illuminazione. Sempre tramite annuncio ho iniziato a fissare incontri in auto. Meno soldi, ma potevo metterne assieme anche 3/4 clienti in una sera. Inoltre siccome non mi facevo particolari problemi offrivo nell'annuncio anche la possibilità di avere un rapporto orale senza protezione.
Con il senno di poi ho capito che intercettavo una clientela diversa da quella che voleva andare in motel. Questi erano puttanieri da strada, che però non trovavano albanesi, rumene o nere che facevano i pompini senza profilattico. Io per 70 euro, a volte 50, li vacevo e per 100 li facevo venire in bocca.
Con il senno di poi potrei dire che avevo individuato il mio ruolo e definito il mio target, ahahaha.
I: Hai detto che vivevi con i tuoi, nessuno si è accorto di nulla?
R: Mia mamma ha mangiato la foglia dopo un po', una sera sul tardi mi ha intercettata sulla porta di casa e mi ha sollevato la minigonna. Spesso non mettevo le mutande per fare prima fra un cliente e l'altro e quella sera non le avevo.
Mia madre mi ha guardata, aveva già evidentemente capito tutto da un po' di tempo. Io le ho detto semplicemente (lo ricordo come se fosse ieri) "così faccio prima."
Lei mi ha risposto domandandomi: "ma come fai ad andare con tutti?"
Non ne abbiamo mai più parlato dopo quella volta, lei sapeva che spesso dopo la uscivo e sapeva cosa andavo a fare.
Avevo un paio posti fissi dove mi mettevo in macchina ad aspettare le persone con cui avevo preso appuntamento. Dopo un po' di tempo ho iniziato a restare in auto anche quando avevo finito gli appuntamenti, in attesa. Vuoi che la voce si era un pochino sparsa, vuoi che qualcuno passando e vedendo una donna da sola dopo un paio di giri capiva che ero una puttana e si fermava. In quel caso anche le tariffe erano diverse, 30 eruo bocca e fica con il guanto e a volte anche solo 25 o 20.
I. Ma scendevi dalla macchina per farti notare?
R: No no, restavo seduta in auto con la luce accesa. Non facevo altro, fino a quando un cliente fisso mi ha chiesto perchè non scendevo semplicemente in strada.
Sarei stata più visibile ed avrei lavorato di più.
La cosa era ovvia, ma io ero davvero timorosa di espormi in quel modo.
Fatto sta che mi convinse ed una sera mi portò in una città vicina a vedere le colleghe che lavoravano in strada.
Per quanto facessi lo stesso lavoro non avevo mai assistito da vicino all'andirivivieni di auto, di clienti e di puttane.
A fine serata lui mi ha chiesto: ma non vorresti provare? Ed io risposi si vorrei, ma ho paura...
Dopo qualche giorno ho preso la decisione di provare, era più forte di me.
Mi sono accordata con il cliente che mi ha portata un pomeriggio decisamente lontana dalla mia città, mi ha indicato un posto dove sostare e uno dove andare a scopare.
Poi mi ha fatta scendere. Anzi mi ha costretta a scendere, io ero impietrita in quel momento.
Non lo rimprovero che sia chiaro, ha fatto cosa andava fatto.
La prima volta uscire dall'auto e andare a battere è davvero dura, ti serve qualcuno che non ti lasci altra scelta che scendere.
Sono stata giù credo un paio d'ore, forse un po' meno. Tre clienti in totale e poi lui mi ha ricaricata e riportata a casa.
Dopo qualche giorno il cliente mi chiama e mi dice: "se vuoi ho una che conosco che in cambio di un regalino ti prende a lavorare con lei per prova un pomeriggio intero, ti va?"
Mentre acoltavo quelle parole ho avuto la tentazione di urlargli contro che era già troppo cosa avevo fatto, che era un bastardo, che non avrei mai fatto una cosa simile.
Assurdamente gli risposi semplicemente: quando?
E così il giorno dopo mi ritrovai a fare dalle 14 alle 18 credo assieme a una puttana albanse, lungo una statale.
La ragazza albanese faceva solo cose protette, così quel giorno riuscii a lavorare discretamente bene perchè mi passava chi voleva il classico pompino senza guanto.
I: Elisa smette di raccontare, mi fa cenno di attendere e poi riprende.
R: Quel giorno successero anche altre due cose.
Un cliente mi trattenne la testa e mi costrinse a ingoiare... mi era già successo di avere a che fare con clienti che spingevano la testa, ma non fino a quel punto.
Poi successe quella che per me fu probabilmente la svolta, si fermò una macchina dei CC. Era la prima volta che mi capitava una cosa simile, ero agitatissima, terrorizzata.
La mia collega mi disse di strare tranquilla, che non sarebbe successo nulla.
Quando ci ridiedero i documenti il capo pattuglia mi disse semplicemente: non dovrei dirle nulla, ma avevamo già delle segnalazioni a suo carico, questo controllo le conferma. Sappia che in futuro se verrà fermata comparirà nella sua scheda che è una prostiuta.
Ero sconvolta, avevo oltrepassato il limite ed ora ero anche ufficialmente una puttana...
I: Quella giornata di prova ha segnato il tuo futuro immagino, vero?
R: Sì, tornata a casa mi sono trovata a rilfettere a lungo su quanto avvenuto.
Casualmente in quel periodo anche le risposte agli annunci erano calate.
Ho smesso per una settimana o due e nel frattempo ho provato anche a contattare dei club prive per vedere se avevano bisogno di una ragazza disponibile per i clienti, nulla da fare.
Credo di essermi resa conto che ero di fronte ad una svolta: o iniziavo a battere in strada o smettevo del tutto.
Ma ero senza lavoro, quindi la scelta era inevitabile.
Iniziai a girare in provincie vicine alla mia, di pomeriggio, cercando di trovare posti liberi dove non davo fastidio a nessuna collega.
Non è semplice se non hai un protettore avere un posto tutto tuo fisso.
Inoltre ho continuato a lavorare alla sera con le solite modalità.
Con il tempo mi sono ritagliata il mio posto al sole pomeridiano (Elisa sorride) e la sera ho iniziato a parcheggiare vicino alla via Emilia dove il traffico era più intenso.
Direi che non c'è molto altro da raccontare, lentamente ho smesso di vergognarmi esponendomi sempre di più.
I: Hai accennato al problema dei posti dove stazionare per prostituirti, come hai risolto questa cosa? Hai lavorato sotto il controllo di un protettore?
R: Preferisco non rispondere a questo, comunque i posti in buona sostanza si pagano.
Ci sono le straniere che lo ottengono perchè sono sottomesse al racket che le ha portate in Italia e ci sono quelle come me che pagano. §
Poi è inutile negare che per fare la puttana in strada è sempre meglio avere un protettore.
I: Prima hai parlato di uno che ti ha trattenuto la testa... si incontrano spesso clienti violenti? Ti è successo altre volte?
R: Succede, la cosa migliore è essere remissive e soddifarli. Lo reputo un rischio del mestiere, da accettare.
Poi ammetto a me l'uomo padrone, prepotente in fondo non dispiace affatto.
I: Perdona una domanda molto intima: ma una prostituta prova piacere?
R: In genere non prova piacere con i clienti.
Però questo è anche un lavoro che se hai voglia di godere puoi farlo quando vuoi.
Se trovi il tipo che ti piace e ne hai voglia ti lasci andare, magari gli infili la lingua in bocca e il resto viene da se.
Poi c'è l'aspetto di essere scelta, a me a sempre dato piacere che volessero scopare me anzichè una collega.
L'essere scelta è una sensazione piacevole, meravigliosa. Quello che segue è lavoro, è routine.
I: Dopo il matrimonio finito hai avuto altre storie con uomini?
R: Sì, ma in genere brevi e spesso con uomini che abitavano lontano e quindi non potevano sapere nulla della mia occupazione.
Fidanzata e puttana non sono due concetti facilmente conciliabili.
I: Hai avuto problemi con le forze dell'ordine in tanti anni?
R: Eh si... Ci sono controlli e ci sono a volte retate.
Una retata non è nulla di particolare ovviamente, semplicemente ti portano in caserma e con la scusa del controllo dei documenti ti fanno perdere la giornata o la serata di lavoro. Poi quasi sempre verso mattina ti rilasciano e torni a casa.
I: Perchè dici quasi sempre?
R: Alle straniere viene spesso dato un foglio di via e poi vengono rilasciate, del resto in genere non sanno dove abitano e possono sparire facilmente.
Io sono italiana, cosa abbastanza inconsueta ed ero, diciamo, più aggredibile.
I: Cosa intendi dire?
R: Alcune volte sono finita in Tribunale, processo per direttissima per atti osceni, resistenza a pubblico ufficiale e cose simili.
Così al mattino ti ritrovi ancora con gli abiti da lavoro davanti a un Giudice che giustamente non può che ritenerti colpevole e condannarti.
I: Altra pausa, Elisa guarda in basso, è bloccata. Poi ricominica a parlare.
R: Sono finita in carcere un paio di volte... tre volte...
Succede se il giudice dispone il trasferimento immediato in carcere, magari solo in attesa di una sua decisione.
Ti ammanettano e poi ti scortano fuori, davanti a tutti ancora vestita come la sera prima.
E' una situazione strana da vivere, imbarazzante e per certi versi eccitante, perchè tutti ti osservano e capiscono benissimo che lavoro fai.
I: Se ho ben capito stai dicendo che ti vergognavi, ma al tempo stesso eri eccitata dalla situazione. E' corretto?
R: Si è corretto.
Tieni presente che le manette in metallo mi hanno sempre attratta anche nei giochi di sesso, sentirmi bloccata e succube dei desideri di un uomo mi ha sempre eccitata.
In questo caso la sensazione è simile, ma amplificata. Puoi implorare quanto vuoi, ma non te le toglieranno e ti trascineranno verso il furgone che ti porterà in carcere, davanti a tutti che ti osserveranno giudicandoti e commentando.
I: E' un argomento delicato, ma ci sono stati dove il meretricio è un reato grave e le prostitute finiscono in carcere per lunghi periodi.
Si sa per certo che in certe nazioni alcune vengono segretamente giustiziate in carcere...
R: Sì lo so. Non contesto le leggi; se il tuo stato prevede delle condanne e tu commetti un reato, sai a cosa vai incontro.
Sono pazza ed esibizionista, ma non vorrei essere giustiziata in un carcere nascosta da tutti.
Se quella fosse la mia sorte vorrei essere impiccata in pubblico, sulla piazza principale della città in abiti da lavoro.
Ti confesso che ho immaginato spesso una situazione simile, altre 4/5 puttane con me sulla piazza davanti al municpio della mia città, le mani ammanettate dietro la schiena e magari le catene anche ai piedi.
Il tizio che legge nome e cognome elencando le accuse, poi ti scoprono il seno, alzano la gonna e abbassano il perizoma in modo che tutti vedano le tue parti intime, ti fanno girare mostrando anche il sedere al pubblico ed infine ti mettono il cappio al collo.
Sono certa che attirerei la massima attenzione, sarei l'unica condannata italiana in mezzo a rumene, ragazze dell'est e nere.
Immagino la gente che urla "Elisa sei una puttana, Elisa sei una puttana... "
Essendoci una concittadina fra le condannate ci sarebbe tutta la città, molti clienti e certamente il mio ex marito.
I: Cambiamo argomento: ora hai smesso di lavorare? Perchè?
R: Ho smesso di prostituirmi, anche se qualche vecchio cliente saltuariamente lo incontro ancora.
Diciamo per sopraggiunti limiti di età. Ho un lavoro normale ora in fabbrica.
I: Cosa diresti ad una ragazza giovane che volesse seguire il tuo percorso?
R: Se vuole guadagnare molti soldi e se è carina le consiglierei di provare a fare la escort, con annunci sui siti.
L'alternativa è ovviamente la strada, ma ormai le prostitute in strada sono molte meno e principalmente nelle periferie delle grandi città.
E che non pensino di diventare delle pornostar come Julie Skyhigh, io ci ho creduto ed ho fatto pure servizi fotografici che sono finiti in rete.
Non c'è alcuna possibilità di fare il balzo, resteranno delle puttane da strada.
E' un lavoro comunque faticoso da fare per tanti anni e alla fine vi ritroverete con la vagina slabbrata e sfondata ed i seni cadenti.
Non vi è molto di romantico nel fare la puttana... anche se forse ci sono donne come me che sono davvero destinate a questo lavoro.
I: Una domanda per chiudere l'intervista: se potessi tornare indietro rifaresti quasta vista?
R: Me lo sono chiesta molte volte sai, probabilmente sì.
Mi sento davvero una puttana dentro, anche se nella vita normale cerco di non farlo vedere perchè non è compatibile con la il benpensare comune.
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