Ilaria - capitolo 1
di
Miss Serena
genere
sadomaso
Capitolo primo
Torno a casa in tutta fretta, sono tanto agitata che non mangio neanche, ma mi butto sotto la doccia restandoci a lungo, quindi mi preparo per il mio appuntamento serale. Scelgo la miglior lingerie del mio cassetto, un completino in raso rosso scuro con inserti di pizzo color crema a cui abbino delle calze nere con una gran bella balza finemente ricamata. Mentre scelgo il vestito, suona il telefono, quasi lo maledico ma poi decido di rispondere.
È Adriana che m’invita a modo suo, a non metter nessun abito, rassicurandomi sul fatto che sarò sola.
So che ogni cosa ha il suo prezzo, e che avrei dovuto pagare col mio corpo l’accesso alla Villa, ma stranamente la cosa non mi disturba, anzi dopo la telefonata inizio a provare un leggero senso di eccitazione.
Prima d’uscire metto un paio di decolté con un bel tacco a spillo e uno spolverino per non uscire proprio nuda, quindi salgo in macchina e corro verso il mio destino.
Non ho mai usato il mio essere donna per arrivare nel lavoro, in fondo vengo da un tranquillo paesello di campagna e sono cresciuta con sani principi, però...
Però questa è l'occasione della mia vita per emergere come giornalista e diventare la nuova Lilli Gruber e pazienza se dovrò darla come una puttana, il fatto che sto per andare con una donna non è certo l'alibi che la mia morale cerca. So bene che dopo aver scritto l’articolo dovrò cambiare non solo città ma anche paese, ma l’alternativa è continuare con una vita che non mi piace per nulla, e quindi tanto vale rischiare.
L'eccitazione iniziale ha fatto spazio alla paura ed ai rimorsi di coscienza, non sono smaliziata come certe mie colleghe che hanno fatto carriera passando da un letto ad un altro e ora un po' mi odio. Cerco di ricordare le mie poche esperienze saffiche fatte con le compagne d'università più per gioco che per convinzione, ma mi viene in mente solo che sono stata vergine fino alla maggiore età, e che quella prima volta è stato davvero bello con quel ragazzo che amavo tanto.
Arrivata davanti alla casa di Adriana, cerco di farmi forza non sapendo realmente cosa mi aspetti, ma riesco a suonare e, poco dopo, mi ritrovo davanti alla sua porta con le gambe un po' tremanti.
Mi accoglie con una lunga e pesante vestaglia nera, il fatto di trovarla così mi sembra un po’ strano, ma non tanto da indagare.
“Bene vedo che sei puntuale, amo la precisione.”
”Ho avuto fortuna, c’è poco traffico.”
“Togliti il soprabito e vediamo se mi hai obbedito.”
Lascio scivolare lo spolverino e vedo come una luce illuminare il suo viso.
“Non t’immaginavo così in forma, certo bella, ma non a tal punto.”
”Grazie, ma di certo anche tu non devi essere male.”
Allungo una mano per poterla toccare, ma lei la scansa e mi ordina di seguirla in salotto.
Lì si va sedere nella stessa poltrona in cui ero nel pomeriggio, ordinandomi di rimanere in piedi ben dritta e comincia un piccolo terzo grado.
“Come mai vuoi andare alla Villa ?”
”Vorrei imparare per capire meglio me stessa.”
”Esperienze in tema.”
”Un paio d’uomini con tendenze slave e feticiste, ma niente d’importante.”
”Fai l’amore con altre donne ?”
”Se mi piacciono sì.”
“Sai come si ottiene una presentazione ?”
Adesso mi sta davvero spogliando con gli occhi, ha una gran voglia di fare sesso con me, ma devo continuare con la mia tattica.
“So che tu puoi darmene una, ma non so come ottenerla.”
Lei si alza e inizia a girarmi intorno mentre mi spiega la ‘procedura’.
“Vedi mia cara amica, per ottenere un “chiamiamolo” pass, bisogna prima passare un esame pratico con la propria presentatrice, la quale può, dopo questa prova, decidere se rilasciarlo o meno. Tu sai stare davanti ad una Mistress ?”
“Penso di sì, ma non chiedo altro che esser messa alla prova.”
In realtà ho letto parecchio sul mondo Bdsm lesbo, ma com’è ovvio, so tanta teoria ma nessuna pratica.
“Allora dimostramelo.”
Si alza e si sfila con eleganza la vestaglia e finalmente mi appare in tutto il suo splendore di vera Signora e Padrona.
È completamente vestita di pelle nera, dal body che lascia scoperti i seni agli alti stivali con tacchi in acciaio ben più alti dei miei.
M’inginocchio ai suoi piedi e bacio la punta degli stivali, poi tiro fuori la lingua e inizio a leccarli. Ho una strana sensazione, un misto di disgusto e d’eccitazione, però alla lunga vince la voglia d’andare avanti. Non posso guardarla in faccia, ma di sicuro il suo sguardo è compiaciuto, ora ha una nuova novizia da iniziare, e lo farà con tutta calma.
“Nel primo cassetto di quel comò c’è un frustino, prendilo e portamelo mostrandomi il tuo essere slave.”
“Si Miss.”
Mi alzo e vado verso il mobile, il frustino è in bellavista e lo prendo con una mano, poi mi ricordo qualche filmato visto per capire quello strano mondo e decido d’imitare la protagonista. Mi metto a quattro zampe col frustino in bocca e così mi dirigo verso Adriana che mi guarda divertita, ma con lo sguardo di approvazione che si ha per il proprio animale preferito.
“Sei una brava cagnolina, ora togliti quegli inutili indumenti, anzi tieni le calze che mi piacciono molto e appoggiati al tavolo.”
Mi tolgo reggiseno e slip che lascio sulla poltrona, poi mi appoggio al tavolo tenendo ben aperte le gambe.
“Non ti legherò e potrai dirmi di smettere quando vuoi, solo in questo caso niente pass, sono stata chiara ?”
“Si Miss.”
“Bene ora vediamo quanto sei troia dentro.”
Con la mano sinistra prende a sfiorarmi il seno, sento i capezzoli diventare presto turgidi sotto quel tocco così delicato e leggero. Nell’altra ha il frustino che mi fa scivolare su e giù lungo la schiena, facendomi eccitare ancora di più. Quando la sinistra arriva in mezzo alle mie gambe trova un piccolo lago, è riuscita a farmi bagnare senza quasi che me ne accorgessi.
“Sei proprio una piccola porca, solo ricordati che non devi venire se non te lo permetto io.”
”Si Miss, so i miei doveri.”
Naturalmente sto improvvisando, è la mia prima volta, ma sono sorpresa dalla naturalezza con cui mi sto adattando rapidamente alla parte. Il frustino s’insinua nel solco del mio culo finché la sua parte finale non mi sfiora la passera. Avrei una gran voglia di farmi scopare, sono eccitata tanto da avere degli spasmi, ma lei sembra divertirsi a torturarmi in quel modo.
“Sai che piacere e dolore sono la stessa faccia della medaglia ?”
”Si Miss, già lo sapevo, ma ora mi è tutto più chiaro.”
“Ora ti sarà ancora più chiaro il concetto.”
Non mi accorgo quasi che ha tolto il frustino dalla mia intimità, sento solo la frustata che mi colpisce sulla chiappa.”
“Ahi.”
“Questo è solo l’inizio, lo sai bene vero ?”
”Si Miss, mi perdoni per aver aperto bocca senza il suo permesso.”
Adriana continua a colpirmi, non mettendoci troppa forza, ma i suoi colpi sono secchi e fanno un gran male.
Stringo i denti per resistere, ma quando lei inizia a masturbarmi, mi sciolgo come neve al sole.
“Adesso è meglio vera troia ?”
”Si Miss, così e molto più piacevole.”
“Sei una brava slave, solo devi imparare a conoscere i tuoi limiti.”
Butta il frustino sul tavolo e va verso il comò, questa volta apre il secondo cassetto, da dove prende diversi oggetti per poi dirigersi verso di me.
Vedo che poggia un gatto a più code sul tavolo mentre in mano ha due palline in acciaio.
“Ora ti metterò queste due palline cinesi dentro la fica, dovrai camminare intorno al tavolo e ogni volta che passerai davanti a me, ti abbasserai fino a toccare il pavimento con le dita, naturalmente senza piegare le ginocchia, e mi offrirai il tuo culo in modo che io possa frustarti a mio piacimento, sono stata chiara ?”
“Si Miss, non poteva esserlo di più.”
Sento quelle sfere entrarmi dentro e la sensazione è piacevole, solo quando provo a camminare mi piego subito in due.
“Mi sono dimenticata di dirti che le palline ne hanno una dentro più piccola che si muove ad ogni tuo passo cercando di rendendolo impossibile.”
Lo dice ridendo e facendomi fare la figura di quella principiante che in fondo sono. Faccio il giro del tavolo aggrappata solo al mio orgoglio, poi mi abbasso davanti a lei arrivando ad afferrarmi con le mani le caviglie. Le prime volte mi frusta piano e con pochi colpi ma man mano che passa il tempo i suoi colpi sono sempre più decisi e numerosi.
Ho il culo che mi brucia, sono stremata ma continuo a girare intorno a quel tavolo e a piegarmi davanti a lei, sino a quando non decide che è abbastanza. Io ero sull’orlo di uno svenimento, e da perfetta Mistress lei ha fermato la prova un attimo prima che accadesse.
Dopo l’ultimo giro la trovo seduta a gambe aperte e la voglia di godere stampata in faccia.
“Vieni qui e leccamela, ho voglia di un orgasmo.”
M’inginocchio di nuovo in mezzo alle sue gambe, come sposto la parte del body che le copre il sesso mi ritrovo le dita bagnate dai suoi umori, non saprei davvero dire chi fra le due è più fradicia. Senza esitare in alcuna maniera prendo a leccargliela e Adriana inarca la schiena in preda al piacere. In realtà anche se ho avuta qualche esperienza lesbica ho sempre preferito il bastone al pelo, però adesso è diverso. È come se dopo esser stata succube della sua dominazione i ruoli si siano invertiti, sono io a decidere come farla godere e non più lei e tutti i suoi giochini da sadica perversa. Ma il suo odore di sesso m’inebria ben presto, passo la lingua su tutta la sua fica, bevendo i suoi umori che trovo dolcissimi.
Adriana mi viene in faccia schizzandomi in bocca il suo orgasmo quasi come un uomo, tenendomi schiacciata la testa contro la sua fica.
Poi la sua presa si allenta fino a lasciarmi del tutto, ma quando si riprende è più vogliosa di me di prima.
“Ho voglia di te, del tuo culo, mi devi appartenere completamente lo sai troia ?.”
Anch’io ho una gran voglia di godere, anche se so che devo controllarmi per non scatenare la sua ira.
“Sono sua Miss, faccia di me ciò che vuole.”
“Rimani così e non fare nulla.”
Adriana si alza e torna dal suo comò, prende un grosso strap-on e inizia a fissarselo in vita, è di dimensioni notevoli e di certo sa come usarlo.
Si mette dietro di me e prende a far scorrere la punta del fallo sulla fica per bagnarlo, lo sento premere contro le palline che ho ancora dentro e non riesco a trattenere un gemito di piacere.
“Mm si, com’è bello.”
”Taci puttana, voglio vedere se dici lo stesso mentre ti rompo il culo.”
Non finisce la frase che lo porta sul mio buchino, cerco di rilassarmi al massimo e due sue manate mi aiutano non poco.
Mi sodomizza in maniera brutale, riempiendomi lo sfintere con pochi colpi ben assestati che mi fanno subito capire che non sarà certo una passeggiata.
Quando inizia a scoparmi è ancora più violenta, ma è tanta la voglia che ho che sento pochissimo dolore e tanto piacere.
“Vedo che ti piace prenderlo nel culo, sei peggio di una puttana da strada.”
“Si Miss, e poi lei è così brava.”
”Stai ferma che ti voglio sfondare a dovere come merita una troia del tuo stampo.”
Mi afferra per i capelli e mi sbatte più forte, sempre più forte. Faccio fatica a trattenere l’orgasmo, lo strap-on ogni volta che entra mi sembra tocchi le palline dandomi ancora più piacere. Capisco ben presto che se lo volesse potrebbe andare avanti per ore, non ha certo il problema di venire, anzi sono io che devo controllarmi, cosa che diventa sempre più difficile. Non ho mai amato molto il sesso anale, anche se l’ho sempre praticato, ma con lei assume un’altra forma, molto più ‘godereccia’ anche se estremamente violenta.
Lei mi sbatte senza sosta, insultandomi in tutti i modi e picchiandomi con le mani sulle chiappe o stringendomi con forza il seno ed i capezzoli.
Nessun uomo mi ha mai trattata così, loro forse intimoriti della mia bellezza hanno sempre avuto grandi attenzioni nei miei confronti. Adriana invece mi tratta come una puttana e quello che mi sconvolge e che mi piace anche senza poter avere un orgasmo.
Quando smette sono a pezzi, ma più che altro ho un bruciore incredibile e una voglia repressa che stento a contenere.
“Sei la donna che pensavo, ora rivestiti e vattene, mi farò viva io.”
Sul suo viso appare ora evidente la superiorità e la perfidia di secoli di antenati dominatori e crudeli. Io sono per lei come una delle tante servette che qualche sua prozia sottometteva per gioco fino all’estremo limite.
Senza dire nulla mi rimetto il poco che indossavo e me ne vado, appena entro in casa mi sdraio sul letto e mi masturbo, vengo quasi subito provando un orgasmo di rara potenza, è come se tutto quello che ho trattenuto a casa d’Adriana, esplodesse tutto insieme lasciandomi senza fiato per molto tempo.
Poi un sottile sorriso si stampa sul mio viso, non solo ho avuto un'esperienza unica, ma ho anche il lasciapassare per la Villa.
Adriana mi fa aspettare alcuni giorni prima di farsi viva ma, quando mi chiama sono le buone notizie che aspettavo.
Mi contatta sul cellulare mentre sono in redazione, ed il suo tono è perentorio come al solito, mentre io non posso parlare liberamente.
“Ciao Ilaria sei sempre interessata a quella gita ?”
”Certo baronessa.”
”Allora preparati perché domani parti.”
“Grazie, ma per dove se è lecito saperlo.”
“A mezzogiorno passerà una macchina a prenderti per portarti in aeroporto, li raggiungerai la Villa in elicottero, insieme alle tue compagne d’avventura. Ti è concesso portare solo una borsa con intimo e scarpe, ti dico già che sarà controllata quindi non mettere altro, anche perché non potresti portartelo dietro. Quando arriverai, pagherai 20.000 euro un soggiorno di sei giorni e, credimi come inizio sono più che sufficienti. Un’ultima cosa, ti ricordo che so che sei una giornalista e se dovesse scoppiare qualche scandalo tu non avresti una lunga vita felice, quindi sei avvisata.”
”Certo baronessa, terrò a mente i suoi consigli e la ringrazio per il suo interessamento. C’è qualcosa in particolare che dovrei sapere ?” le chiedo cercando di carpirle qualche segreto in più sulla villa.
”La Mistress che la dirige è di altissimo livello, e credimi davanti a lui io sparisco. Ogni tanto trova nelle sue ospiti chi può seguire le sue orme, e le consegna un collare dorato con la sua firma, che è un simbolo che chiunque pratichi il Bdsm sa cosa significhi, ma che io sappia non l’ha mai dato a nessuna alla prima visita. Vedi quindi di divertiti e mi raccomando fatti viva quando torni, ci conto perché non sono ancora completamente sazia di te”
“Non mancherò, ne stia certa.”
Quando lei chiude la comunicazione vorrei saltare in aria per la gioia, ma devo pensare ad organizzarmi ed ho poco tempo e tante cose da fare.
Per iniziare vado a batter cassa, non mi servono solo i soldi per pagare la Villa, ma anche per comprarmi qualcosa di adatto alla situazione, quindi vado in un sexy shop dedicato al sado-maso cercando capi in pelle e in latex. Cerco il giusto mix fra sensuale e porco, ma anche che non mi faccia sembrare né una stracciona né una principiante. Alla fine esco soddisfatta con alcuni completini che mai avrei pensato neanche di vedere in un catalogo a tema.
Per maggior sicurezza faccio un salto dalla mia estetista che mi fa una veloce depilazione integrale, lasciando solo un triangolino di peli proprio sopra l’inizio dello spacco.
Passo una notte agitata, con l’ansia per la mia nuova avventura, ma anche per l'incertezza di sapere cosa ne potrò tirare fuori.
Per commenti : miss.serenasdx@yahoo.com
(quelli volgari saranno subito cestinati)
Invito tutti a visitare il mio piccolo blog
http://serenathemiss.wordpress.com/
Torno a casa in tutta fretta, sono tanto agitata che non mangio neanche, ma mi butto sotto la doccia restandoci a lungo, quindi mi preparo per il mio appuntamento serale. Scelgo la miglior lingerie del mio cassetto, un completino in raso rosso scuro con inserti di pizzo color crema a cui abbino delle calze nere con una gran bella balza finemente ricamata. Mentre scelgo il vestito, suona il telefono, quasi lo maledico ma poi decido di rispondere.
È Adriana che m’invita a modo suo, a non metter nessun abito, rassicurandomi sul fatto che sarò sola.
So che ogni cosa ha il suo prezzo, e che avrei dovuto pagare col mio corpo l’accesso alla Villa, ma stranamente la cosa non mi disturba, anzi dopo la telefonata inizio a provare un leggero senso di eccitazione.
Prima d’uscire metto un paio di decolté con un bel tacco a spillo e uno spolverino per non uscire proprio nuda, quindi salgo in macchina e corro verso il mio destino.
Non ho mai usato il mio essere donna per arrivare nel lavoro, in fondo vengo da un tranquillo paesello di campagna e sono cresciuta con sani principi, però...
Però questa è l'occasione della mia vita per emergere come giornalista e diventare la nuova Lilli Gruber e pazienza se dovrò darla come una puttana, il fatto che sto per andare con una donna non è certo l'alibi che la mia morale cerca. So bene che dopo aver scritto l’articolo dovrò cambiare non solo città ma anche paese, ma l’alternativa è continuare con una vita che non mi piace per nulla, e quindi tanto vale rischiare.
L'eccitazione iniziale ha fatto spazio alla paura ed ai rimorsi di coscienza, non sono smaliziata come certe mie colleghe che hanno fatto carriera passando da un letto ad un altro e ora un po' mi odio. Cerco di ricordare le mie poche esperienze saffiche fatte con le compagne d'università più per gioco che per convinzione, ma mi viene in mente solo che sono stata vergine fino alla maggiore età, e che quella prima volta è stato davvero bello con quel ragazzo che amavo tanto.
Arrivata davanti alla casa di Adriana, cerco di farmi forza non sapendo realmente cosa mi aspetti, ma riesco a suonare e, poco dopo, mi ritrovo davanti alla sua porta con le gambe un po' tremanti.
Mi accoglie con una lunga e pesante vestaglia nera, il fatto di trovarla così mi sembra un po’ strano, ma non tanto da indagare.
“Bene vedo che sei puntuale, amo la precisione.”
”Ho avuto fortuna, c’è poco traffico.”
“Togliti il soprabito e vediamo se mi hai obbedito.”
Lascio scivolare lo spolverino e vedo come una luce illuminare il suo viso.
“Non t’immaginavo così in forma, certo bella, ma non a tal punto.”
”Grazie, ma di certo anche tu non devi essere male.”
Allungo una mano per poterla toccare, ma lei la scansa e mi ordina di seguirla in salotto.
Lì si va sedere nella stessa poltrona in cui ero nel pomeriggio, ordinandomi di rimanere in piedi ben dritta e comincia un piccolo terzo grado.
“Come mai vuoi andare alla Villa ?”
”Vorrei imparare per capire meglio me stessa.”
”Esperienze in tema.”
”Un paio d’uomini con tendenze slave e feticiste, ma niente d’importante.”
”Fai l’amore con altre donne ?”
”Se mi piacciono sì.”
“Sai come si ottiene una presentazione ?”
Adesso mi sta davvero spogliando con gli occhi, ha una gran voglia di fare sesso con me, ma devo continuare con la mia tattica.
“So che tu puoi darmene una, ma non so come ottenerla.”
Lei si alza e inizia a girarmi intorno mentre mi spiega la ‘procedura’.
“Vedi mia cara amica, per ottenere un “chiamiamolo” pass, bisogna prima passare un esame pratico con la propria presentatrice, la quale può, dopo questa prova, decidere se rilasciarlo o meno. Tu sai stare davanti ad una Mistress ?”
“Penso di sì, ma non chiedo altro che esser messa alla prova.”
In realtà ho letto parecchio sul mondo Bdsm lesbo, ma com’è ovvio, so tanta teoria ma nessuna pratica.
“Allora dimostramelo.”
Si alza e si sfila con eleganza la vestaglia e finalmente mi appare in tutto il suo splendore di vera Signora e Padrona.
È completamente vestita di pelle nera, dal body che lascia scoperti i seni agli alti stivali con tacchi in acciaio ben più alti dei miei.
M’inginocchio ai suoi piedi e bacio la punta degli stivali, poi tiro fuori la lingua e inizio a leccarli. Ho una strana sensazione, un misto di disgusto e d’eccitazione, però alla lunga vince la voglia d’andare avanti. Non posso guardarla in faccia, ma di sicuro il suo sguardo è compiaciuto, ora ha una nuova novizia da iniziare, e lo farà con tutta calma.
“Nel primo cassetto di quel comò c’è un frustino, prendilo e portamelo mostrandomi il tuo essere slave.”
“Si Miss.”
Mi alzo e vado verso il mobile, il frustino è in bellavista e lo prendo con una mano, poi mi ricordo qualche filmato visto per capire quello strano mondo e decido d’imitare la protagonista. Mi metto a quattro zampe col frustino in bocca e così mi dirigo verso Adriana che mi guarda divertita, ma con lo sguardo di approvazione che si ha per il proprio animale preferito.
“Sei una brava cagnolina, ora togliti quegli inutili indumenti, anzi tieni le calze che mi piacciono molto e appoggiati al tavolo.”
Mi tolgo reggiseno e slip che lascio sulla poltrona, poi mi appoggio al tavolo tenendo ben aperte le gambe.
“Non ti legherò e potrai dirmi di smettere quando vuoi, solo in questo caso niente pass, sono stata chiara ?”
“Si Miss.”
“Bene ora vediamo quanto sei troia dentro.”
Con la mano sinistra prende a sfiorarmi il seno, sento i capezzoli diventare presto turgidi sotto quel tocco così delicato e leggero. Nell’altra ha il frustino che mi fa scivolare su e giù lungo la schiena, facendomi eccitare ancora di più. Quando la sinistra arriva in mezzo alle mie gambe trova un piccolo lago, è riuscita a farmi bagnare senza quasi che me ne accorgessi.
“Sei proprio una piccola porca, solo ricordati che non devi venire se non te lo permetto io.”
”Si Miss, so i miei doveri.”
Naturalmente sto improvvisando, è la mia prima volta, ma sono sorpresa dalla naturalezza con cui mi sto adattando rapidamente alla parte. Il frustino s’insinua nel solco del mio culo finché la sua parte finale non mi sfiora la passera. Avrei una gran voglia di farmi scopare, sono eccitata tanto da avere degli spasmi, ma lei sembra divertirsi a torturarmi in quel modo.
“Sai che piacere e dolore sono la stessa faccia della medaglia ?”
”Si Miss, già lo sapevo, ma ora mi è tutto più chiaro.”
“Ora ti sarà ancora più chiaro il concetto.”
Non mi accorgo quasi che ha tolto il frustino dalla mia intimità, sento solo la frustata che mi colpisce sulla chiappa.”
“Ahi.”
“Questo è solo l’inizio, lo sai bene vero ?”
”Si Miss, mi perdoni per aver aperto bocca senza il suo permesso.”
Adriana continua a colpirmi, non mettendoci troppa forza, ma i suoi colpi sono secchi e fanno un gran male.
Stringo i denti per resistere, ma quando lei inizia a masturbarmi, mi sciolgo come neve al sole.
“Adesso è meglio vera troia ?”
”Si Miss, così e molto più piacevole.”
“Sei una brava slave, solo devi imparare a conoscere i tuoi limiti.”
Butta il frustino sul tavolo e va verso il comò, questa volta apre il secondo cassetto, da dove prende diversi oggetti per poi dirigersi verso di me.
Vedo che poggia un gatto a più code sul tavolo mentre in mano ha due palline in acciaio.
“Ora ti metterò queste due palline cinesi dentro la fica, dovrai camminare intorno al tavolo e ogni volta che passerai davanti a me, ti abbasserai fino a toccare il pavimento con le dita, naturalmente senza piegare le ginocchia, e mi offrirai il tuo culo in modo che io possa frustarti a mio piacimento, sono stata chiara ?”
“Si Miss, non poteva esserlo di più.”
Sento quelle sfere entrarmi dentro e la sensazione è piacevole, solo quando provo a camminare mi piego subito in due.
“Mi sono dimenticata di dirti che le palline ne hanno una dentro più piccola che si muove ad ogni tuo passo cercando di rendendolo impossibile.”
Lo dice ridendo e facendomi fare la figura di quella principiante che in fondo sono. Faccio il giro del tavolo aggrappata solo al mio orgoglio, poi mi abbasso davanti a lei arrivando ad afferrarmi con le mani le caviglie. Le prime volte mi frusta piano e con pochi colpi ma man mano che passa il tempo i suoi colpi sono sempre più decisi e numerosi.
Ho il culo che mi brucia, sono stremata ma continuo a girare intorno a quel tavolo e a piegarmi davanti a lei, sino a quando non decide che è abbastanza. Io ero sull’orlo di uno svenimento, e da perfetta Mistress lei ha fermato la prova un attimo prima che accadesse.
Dopo l’ultimo giro la trovo seduta a gambe aperte e la voglia di godere stampata in faccia.
“Vieni qui e leccamela, ho voglia di un orgasmo.”
M’inginocchio di nuovo in mezzo alle sue gambe, come sposto la parte del body che le copre il sesso mi ritrovo le dita bagnate dai suoi umori, non saprei davvero dire chi fra le due è più fradicia. Senza esitare in alcuna maniera prendo a leccargliela e Adriana inarca la schiena in preda al piacere. In realtà anche se ho avuta qualche esperienza lesbica ho sempre preferito il bastone al pelo, però adesso è diverso. È come se dopo esser stata succube della sua dominazione i ruoli si siano invertiti, sono io a decidere come farla godere e non più lei e tutti i suoi giochini da sadica perversa. Ma il suo odore di sesso m’inebria ben presto, passo la lingua su tutta la sua fica, bevendo i suoi umori che trovo dolcissimi.
Adriana mi viene in faccia schizzandomi in bocca il suo orgasmo quasi come un uomo, tenendomi schiacciata la testa contro la sua fica.
Poi la sua presa si allenta fino a lasciarmi del tutto, ma quando si riprende è più vogliosa di me di prima.
“Ho voglia di te, del tuo culo, mi devi appartenere completamente lo sai troia ?.”
Anch’io ho una gran voglia di godere, anche se so che devo controllarmi per non scatenare la sua ira.
“Sono sua Miss, faccia di me ciò che vuole.”
“Rimani così e non fare nulla.”
Adriana si alza e torna dal suo comò, prende un grosso strap-on e inizia a fissarselo in vita, è di dimensioni notevoli e di certo sa come usarlo.
Si mette dietro di me e prende a far scorrere la punta del fallo sulla fica per bagnarlo, lo sento premere contro le palline che ho ancora dentro e non riesco a trattenere un gemito di piacere.
“Mm si, com’è bello.”
”Taci puttana, voglio vedere se dici lo stesso mentre ti rompo il culo.”
Non finisce la frase che lo porta sul mio buchino, cerco di rilassarmi al massimo e due sue manate mi aiutano non poco.
Mi sodomizza in maniera brutale, riempiendomi lo sfintere con pochi colpi ben assestati che mi fanno subito capire che non sarà certo una passeggiata.
Quando inizia a scoparmi è ancora più violenta, ma è tanta la voglia che ho che sento pochissimo dolore e tanto piacere.
“Vedo che ti piace prenderlo nel culo, sei peggio di una puttana da strada.”
“Si Miss, e poi lei è così brava.”
”Stai ferma che ti voglio sfondare a dovere come merita una troia del tuo stampo.”
Mi afferra per i capelli e mi sbatte più forte, sempre più forte. Faccio fatica a trattenere l’orgasmo, lo strap-on ogni volta che entra mi sembra tocchi le palline dandomi ancora più piacere. Capisco ben presto che se lo volesse potrebbe andare avanti per ore, non ha certo il problema di venire, anzi sono io che devo controllarmi, cosa che diventa sempre più difficile. Non ho mai amato molto il sesso anale, anche se l’ho sempre praticato, ma con lei assume un’altra forma, molto più ‘godereccia’ anche se estremamente violenta.
Lei mi sbatte senza sosta, insultandomi in tutti i modi e picchiandomi con le mani sulle chiappe o stringendomi con forza il seno ed i capezzoli.
Nessun uomo mi ha mai trattata così, loro forse intimoriti della mia bellezza hanno sempre avuto grandi attenzioni nei miei confronti. Adriana invece mi tratta come una puttana e quello che mi sconvolge e che mi piace anche senza poter avere un orgasmo.
Quando smette sono a pezzi, ma più che altro ho un bruciore incredibile e una voglia repressa che stento a contenere.
“Sei la donna che pensavo, ora rivestiti e vattene, mi farò viva io.”
Sul suo viso appare ora evidente la superiorità e la perfidia di secoli di antenati dominatori e crudeli. Io sono per lei come una delle tante servette che qualche sua prozia sottometteva per gioco fino all’estremo limite.
Senza dire nulla mi rimetto il poco che indossavo e me ne vado, appena entro in casa mi sdraio sul letto e mi masturbo, vengo quasi subito provando un orgasmo di rara potenza, è come se tutto quello che ho trattenuto a casa d’Adriana, esplodesse tutto insieme lasciandomi senza fiato per molto tempo.
Poi un sottile sorriso si stampa sul mio viso, non solo ho avuto un'esperienza unica, ma ho anche il lasciapassare per la Villa.
Adriana mi fa aspettare alcuni giorni prima di farsi viva ma, quando mi chiama sono le buone notizie che aspettavo.
Mi contatta sul cellulare mentre sono in redazione, ed il suo tono è perentorio come al solito, mentre io non posso parlare liberamente.
“Ciao Ilaria sei sempre interessata a quella gita ?”
”Certo baronessa.”
”Allora preparati perché domani parti.”
“Grazie, ma per dove se è lecito saperlo.”
“A mezzogiorno passerà una macchina a prenderti per portarti in aeroporto, li raggiungerai la Villa in elicottero, insieme alle tue compagne d’avventura. Ti è concesso portare solo una borsa con intimo e scarpe, ti dico già che sarà controllata quindi non mettere altro, anche perché non potresti portartelo dietro. Quando arriverai, pagherai 20.000 euro un soggiorno di sei giorni e, credimi come inizio sono più che sufficienti. Un’ultima cosa, ti ricordo che so che sei una giornalista e se dovesse scoppiare qualche scandalo tu non avresti una lunga vita felice, quindi sei avvisata.”
”Certo baronessa, terrò a mente i suoi consigli e la ringrazio per il suo interessamento. C’è qualcosa in particolare che dovrei sapere ?” le chiedo cercando di carpirle qualche segreto in più sulla villa.
”La Mistress che la dirige è di altissimo livello, e credimi davanti a lui io sparisco. Ogni tanto trova nelle sue ospiti chi può seguire le sue orme, e le consegna un collare dorato con la sua firma, che è un simbolo che chiunque pratichi il Bdsm sa cosa significhi, ma che io sappia non l’ha mai dato a nessuna alla prima visita. Vedi quindi di divertiti e mi raccomando fatti viva quando torni, ci conto perché non sono ancora completamente sazia di te”
“Non mancherò, ne stia certa.”
Quando lei chiude la comunicazione vorrei saltare in aria per la gioia, ma devo pensare ad organizzarmi ed ho poco tempo e tante cose da fare.
Per iniziare vado a batter cassa, non mi servono solo i soldi per pagare la Villa, ma anche per comprarmi qualcosa di adatto alla situazione, quindi vado in un sexy shop dedicato al sado-maso cercando capi in pelle e in latex. Cerco il giusto mix fra sensuale e porco, ma anche che non mi faccia sembrare né una stracciona né una principiante. Alla fine esco soddisfatta con alcuni completini che mai avrei pensato neanche di vedere in un catalogo a tema.
Per maggior sicurezza faccio un salto dalla mia estetista che mi fa una veloce depilazione integrale, lasciando solo un triangolino di peli proprio sopra l’inizio dello spacco.
Passo una notte agitata, con l’ansia per la mia nuova avventura, ma anche per l'incertezza di sapere cosa ne potrò tirare fuori.
Per commenti : miss.serenasdx@yahoo.com
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Ilaria - prologoracconto sucessivo
Ilaria - capitolo 2
Commenti dei lettori al racconto erotico