Cinzia 1
di
cp18
genere
prime esperienze
Quanto accaduto non era per me immaginabile, la brava mogliettina e mamma non aveva tergiversato un secondo a mostrarsi nuda ad un altro uomo, non solo aveva provato piacere nell’esibirsi e si sarebbe concessa a lui anzi avrebbe gradito di essere presa con forza; stentavo a riconoscermi. Forse non ero così orribile come mi dipingeva mio marito.
Arrivai fino all’ora di pranzo continuando a girare a vuoto per casa rimanendo nuda, era come se fossi rapita dal desiderio di mostrarmi ed avrei desiderato sapere i pensieri, magari osceni e perversi, che gli uomini avrebbero potuto rivolgere verso di me così mi avvicinavo alle finestre o al terrazzo facendo delle velocissime apparizioni alla possibile vista dall’esterno, avrei voluto uscire sul terrazzo ma non ne avevo il coraggio.
I pensieri tornarono alla realtà grazie alla solita telefonata di mio marito si fine mattinata che effettuava per raccontarmi del viaggio e di come stava “mammina”, argomento del quale mi interessava poco in generale e che quel giorno proprio ancora meno ma ebbe l’effetto di farmi tornare leggermente più lucida, ma non di molto. Continuai a fare le cose di casa completamente nuda e solo per uscire sul terrazzo per stendere i panni indossai una vestaglia abbastanza leggera lunga leggermente sotto il sedere legata in vita ma con uno scollo che permetteva di vedere la parte interna del seno oltre che ad evidenziare le forme dei capezzoli sempre belli turgidi.
Il nostro appartamento era situato al secondo piano, la parte davanti dava su una piazza pedonale del condominio dove tutte le varie porte si affacciavano, 6 appartamenti ciascuna, 2 per piano, nella parte posteriore delle abitazioni abbiamo tutti un terrazzo per tutta la lunghezza dell’appartamento con tre porte finestre in ordine della cameretta, del bagno e della camera matrimoniale e sia a destra che a sinistra del nostro abbiamo quindi quello dei vicini, cosi quando il vicino usci sul terrazzo a fumare provai una forte eccitazione ad essere lì mezza nuda.
“ACCIDENTI! CINZIA, SEI PROPRIO IN FORMA! QUEST’ARIA PRIMAVERILE TI FA PROPRIO BENE!” esclamò poggiandosi alla ringhiera che divideva i nostri terrazzi; gli rivolsi solo un sorriso compiaciuto continuando a stendere i panni così ad ogni movimento la vestaglia si muoveva coprendo o scoprendo un lembo di pelle diverso che stava provocando anche al vicino del movimento inguinale che lui si andava a tastare con le mani, non ebbi però il coraggio di dire altro se non un semplice saluto una volta finito rientrando in casa dalla camera, ovvero la stanza confinante col vicino, una volta dentro mi nascosi dietro la porta e fui presa come da una vampata di calore ed eccitazione, oltre che di vergogna, mi sentivo il viso rosso bollire ed allo stesso tempo un fremito su tutto il corpo. Nascosta dietro la finestra sentii il vicino telefonare ad un amico che capii potesse essere Stefano, anche lui un condomino di un’altra scala ma con il box auto vicino al nostro (sotto la piazza con accesso dalle varie scale abbiamo i garage per le auto o ripostigli tutti con accesso da un unico corridoio per le auto e pedonale che si disperdeva sotto tutti i caseggiati, “NON CI CREDERAI MAI, ERO SUL TERRAZZO A FUNARE E SUL TERRAZZO A FINACO C’ERA LA MOGLIE DI QUEL ROMPI PALLE, MA ERA PRATICAMENTE NUDA!!! OHH CH’HA DUE TETTE E UN CULO DA FAVOLA, MA FATTO VENIRE UN CAZZO DURO!!” era il racconto molto enfatizzato e sempre più colorito e da quello che sentivo dall’altra parte del telefono avevo un altro estimatore “MI SA CHE TI DEVO DAR RAGIONE, DEVE ESSERE PROPRIO UNA GRAN SCOPATA! E POI VEDESSI COME SI PIEGAVA PER FARMI VEDERE IL CULO, MANCO LE MUTANDE AVEVA, SE NON AVEVO LA MOGLIE IN CASA SCAVALCAVO LA RINGHIERA E GLIELO BUTTAVO NEL CULO SUL TERRAZZO!” poi si salutarono e rientrò in casa tanto che lo sentii parlare con sua moglie.
Mentre ascoltavo la conversazione non avevo smesso un attimo di sgrillettarmi e continuai finché non raggiunsi nuovamente uno splendido orgasmo accompagnato da un lamento godurioso che se il vicino fosse stato sempre sul terrazzo avrebbe sicuramente percepito.
Quel giorno oramai non ero nemmeno uscita di casa, ero abbastanza sconvolta dalla mia giornata che non avrei saputo come affrontare le persone, e se avessi incontrato fuori il vicino o quello Stefano che fra le altre cose era una persona sempre molto sfacciata nei doppi sensi anche alla presenza di mio marito figuriamoci dopo il racconto del suo amico, così rimasi alla televisione a non guardare niente o meglio guardavo la TV ma con la testa pensavo ad altro.
Erano quasi le 17 di quel sabato pomeriggio quando sentii bussare alla porta, guardai dallo spioncino ed vidi mio cognato che era arrivato al piano direttamente, forse aveva trovato la porta aperta o non so come, gli aprii la porta e lui subito entrò dentro chiudendosela alle spalle “GIANLUCA, CHE CI FAI QUI?” ebbi il tempo di sussurrare; “SECONDO TE?” mi rispose guardandomi negli occhi e tirando la cintura della vestaglia, unico mio indumento, la fece aprire “E’ DA STAMANI CHE NON PENSO AD ALTRO, FORSE ANCHE DA PRIMA E POI SE DOBBIAMO AVERE UN SEGRETO CHE SIA BELLO! HO FINALMENTE LASCIATO TUA SORELLA A CASA E SONO CORSO DA TE CON IL CAZZO CHE GIA’ MI SCOPPIA!”, quando finì di parlare già mi aveva denudata e le sue mani mi stringevano le tette come fossero due meloni da spremere, non seppi dire niente e mi feci prendere dalla situazione che anche se non lo confessai anche io desideravo. Accettai la sua lingua in bocca ricambiando il bacio nel mentre anche lui si spogliò completamente mostrandomi per la prima volta il cazzo in grande erezione con la cappella lucida ed arrossata “DAI FAMMI VEDERE COME SEI BRAVA A CIUCCIARE I CAZZI!” mi disse con tono perentorio a cui io non risposi se non inginocchiandomi e prendendogli in mano l’uccello avvicinai la bocca vogliosa di sentirne il sapore, bacia la cappella prima con le labbra poi con la lingua, lo prendevo in bocca quanto più possibile fino a sentirlo in gola, poi gli leccavo l’asta esternamente fino a prendergli in bocca i coglioni e mentre facevo tutto questo cercavo via via nel suo sguardo un cenno di approvazione “SEI PROPRIO UNA GRAN POMPINARA, MI FAI MORIRE, MA ORA STA A ME SE NO VENGO SUBITO!” fu quello che disse togliendomelo di bocca e facendomi sdraiare sul divano, subito si tuffò con la testa in mezzo alle mie cosce ed inizio a leccarmi la fica fradicia di umori dal clitoride all’ano e viceversa, poche passate di lingua e subito gli riversai in bocca un orgasmo molto intenso, continuò a leccarmi ancora un po' bevendo i miei liquidi poi mi tirò giù dal divano mettendomi schiena a terra, mi alzò le gambe appoggiandosele alle spalle e mi penetrò facendosi largo nella fica vogliosa, mi sentii finalmente riempita lasciandomi andare a gemiti di piacere “SI SCOPAMI AHH! SPINGI! MI FAI GODERE!” gli dicevo mentre lui aumentava sempre di più l’intensità delle spinte finché no lo tolse e mi riversò sulla pancia e sulle tette la sua sborrata copiosa e calda, 3 4 o 5 flutti di sborra poi si sdraiò esausto accanto a me e rimanemmo un po’ con gli occhi chiusi.
Arrivai fino all’ora di pranzo continuando a girare a vuoto per casa rimanendo nuda, era come se fossi rapita dal desiderio di mostrarmi ed avrei desiderato sapere i pensieri, magari osceni e perversi, che gli uomini avrebbero potuto rivolgere verso di me così mi avvicinavo alle finestre o al terrazzo facendo delle velocissime apparizioni alla possibile vista dall’esterno, avrei voluto uscire sul terrazzo ma non ne avevo il coraggio.
I pensieri tornarono alla realtà grazie alla solita telefonata di mio marito si fine mattinata che effettuava per raccontarmi del viaggio e di come stava “mammina”, argomento del quale mi interessava poco in generale e che quel giorno proprio ancora meno ma ebbe l’effetto di farmi tornare leggermente più lucida, ma non di molto. Continuai a fare le cose di casa completamente nuda e solo per uscire sul terrazzo per stendere i panni indossai una vestaglia abbastanza leggera lunga leggermente sotto il sedere legata in vita ma con uno scollo che permetteva di vedere la parte interna del seno oltre che ad evidenziare le forme dei capezzoli sempre belli turgidi.
Il nostro appartamento era situato al secondo piano, la parte davanti dava su una piazza pedonale del condominio dove tutte le varie porte si affacciavano, 6 appartamenti ciascuna, 2 per piano, nella parte posteriore delle abitazioni abbiamo tutti un terrazzo per tutta la lunghezza dell’appartamento con tre porte finestre in ordine della cameretta, del bagno e della camera matrimoniale e sia a destra che a sinistra del nostro abbiamo quindi quello dei vicini, cosi quando il vicino usci sul terrazzo a fumare provai una forte eccitazione ad essere lì mezza nuda.
“ACCIDENTI! CINZIA, SEI PROPRIO IN FORMA! QUEST’ARIA PRIMAVERILE TI FA PROPRIO BENE!” esclamò poggiandosi alla ringhiera che divideva i nostri terrazzi; gli rivolsi solo un sorriso compiaciuto continuando a stendere i panni così ad ogni movimento la vestaglia si muoveva coprendo o scoprendo un lembo di pelle diverso che stava provocando anche al vicino del movimento inguinale che lui si andava a tastare con le mani, non ebbi però il coraggio di dire altro se non un semplice saluto una volta finito rientrando in casa dalla camera, ovvero la stanza confinante col vicino, una volta dentro mi nascosi dietro la porta e fui presa come da una vampata di calore ed eccitazione, oltre che di vergogna, mi sentivo il viso rosso bollire ed allo stesso tempo un fremito su tutto il corpo. Nascosta dietro la finestra sentii il vicino telefonare ad un amico che capii potesse essere Stefano, anche lui un condomino di un’altra scala ma con il box auto vicino al nostro (sotto la piazza con accesso dalle varie scale abbiamo i garage per le auto o ripostigli tutti con accesso da un unico corridoio per le auto e pedonale che si disperdeva sotto tutti i caseggiati, “NON CI CREDERAI MAI, ERO SUL TERRAZZO A FUNARE E SUL TERRAZZO A FINACO C’ERA LA MOGLIE DI QUEL ROMPI PALLE, MA ERA PRATICAMENTE NUDA!!! OHH CH’HA DUE TETTE E UN CULO DA FAVOLA, MA FATTO VENIRE UN CAZZO DURO!!” era il racconto molto enfatizzato e sempre più colorito e da quello che sentivo dall’altra parte del telefono avevo un altro estimatore “MI SA CHE TI DEVO DAR RAGIONE, DEVE ESSERE PROPRIO UNA GRAN SCOPATA! E POI VEDESSI COME SI PIEGAVA PER FARMI VEDERE IL CULO, MANCO LE MUTANDE AVEVA, SE NON AVEVO LA MOGLIE IN CASA SCAVALCAVO LA RINGHIERA E GLIELO BUTTAVO NEL CULO SUL TERRAZZO!” poi si salutarono e rientrò in casa tanto che lo sentii parlare con sua moglie.
Mentre ascoltavo la conversazione non avevo smesso un attimo di sgrillettarmi e continuai finché non raggiunsi nuovamente uno splendido orgasmo accompagnato da un lamento godurioso che se il vicino fosse stato sempre sul terrazzo avrebbe sicuramente percepito.
Quel giorno oramai non ero nemmeno uscita di casa, ero abbastanza sconvolta dalla mia giornata che non avrei saputo come affrontare le persone, e se avessi incontrato fuori il vicino o quello Stefano che fra le altre cose era una persona sempre molto sfacciata nei doppi sensi anche alla presenza di mio marito figuriamoci dopo il racconto del suo amico, così rimasi alla televisione a non guardare niente o meglio guardavo la TV ma con la testa pensavo ad altro.
Erano quasi le 17 di quel sabato pomeriggio quando sentii bussare alla porta, guardai dallo spioncino ed vidi mio cognato che era arrivato al piano direttamente, forse aveva trovato la porta aperta o non so come, gli aprii la porta e lui subito entrò dentro chiudendosela alle spalle “GIANLUCA, CHE CI FAI QUI?” ebbi il tempo di sussurrare; “SECONDO TE?” mi rispose guardandomi negli occhi e tirando la cintura della vestaglia, unico mio indumento, la fece aprire “E’ DA STAMANI CHE NON PENSO AD ALTRO, FORSE ANCHE DA PRIMA E POI SE DOBBIAMO AVERE UN SEGRETO CHE SIA BELLO! HO FINALMENTE LASCIATO TUA SORELLA A CASA E SONO CORSO DA TE CON IL CAZZO CHE GIA’ MI SCOPPIA!”, quando finì di parlare già mi aveva denudata e le sue mani mi stringevano le tette come fossero due meloni da spremere, non seppi dire niente e mi feci prendere dalla situazione che anche se non lo confessai anche io desideravo. Accettai la sua lingua in bocca ricambiando il bacio nel mentre anche lui si spogliò completamente mostrandomi per la prima volta il cazzo in grande erezione con la cappella lucida ed arrossata “DAI FAMMI VEDERE COME SEI BRAVA A CIUCCIARE I CAZZI!” mi disse con tono perentorio a cui io non risposi se non inginocchiandomi e prendendogli in mano l’uccello avvicinai la bocca vogliosa di sentirne il sapore, bacia la cappella prima con le labbra poi con la lingua, lo prendevo in bocca quanto più possibile fino a sentirlo in gola, poi gli leccavo l’asta esternamente fino a prendergli in bocca i coglioni e mentre facevo tutto questo cercavo via via nel suo sguardo un cenno di approvazione “SEI PROPRIO UNA GRAN POMPINARA, MI FAI MORIRE, MA ORA STA A ME SE NO VENGO SUBITO!” fu quello che disse togliendomelo di bocca e facendomi sdraiare sul divano, subito si tuffò con la testa in mezzo alle mie cosce ed inizio a leccarmi la fica fradicia di umori dal clitoride all’ano e viceversa, poche passate di lingua e subito gli riversai in bocca un orgasmo molto intenso, continuò a leccarmi ancora un po' bevendo i miei liquidi poi mi tirò giù dal divano mettendomi schiena a terra, mi alzò le gambe appoggiandosele alle spalle e mi penetrò facendosi largo nella fica vogliosa, mi sentii finalmente riempita lasciandomi andare a gemiti di piacere “SI SCOPAMI AHH! SPINGI! MI FAI GODERE!” gli dicevo mentre lui aumentava sempre di più l’intensità delle spinte finché no lo tolse e mi riversò sulla pancia e sulle tette la sua sborrata copiosa e calda, 3 4 o 5 flutti di sborra poi si sdraiò esausto accanto a me e rimanemmo un po’ con gli occhi chiusi.
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