Cena aziendale… e dopocena.

di
genere
etero

La cena… e il dopocena

Eravamo alla cena di Natale dell’azienda ed ero seduto vicino a Barbara, la collega dell’altra sede con cui avevo sempre flirtato.
Per tutta la sera ci eravamo lanciati occhiate cariche di tensione anche se sapevo che con un marito a casa e una figlia di otto anni non sarebbe mai successo nulla, solo quello scambio di energia costante.
Fu verso la fine della cena che la vidi armeggiare col cellulare
-bambina a letto?- le chiesi
Mi sorrise enigmatica prima di mettersi a ridere alla battuta di un collega.
Poco dopo andando in bagno controllai il telefono e vidi un suo messaggio su whatsapp:
-vieni da me dopo cena?-
Rimasi perplesso.
-mandami l’indirizzo-
Fuori dal ristorante ci salutammo tutti, lei doveva accompagnare a casa una collega.
Sul mio iPhone però c’era un messaggio con il suo indirizzo.
La presi larga e arrivai davanti a casa sua, una bella villetta a schiera, contemporaneamente a lei.
Entrammo.
-accomodati-
-ma Diego? Sofia?-
-non lo sai? con Diego ci siamo lasciati, sei mesi fa. Mi tradiva con la sua assistente e io l’ho cacciato di casa. Sofia stanotte dorme da lui-
All’interno mi fece sedere su un ampio divano nel salotto a piano terra.
-arrivo- e sparì in un altra stanza.
Bella casa.
-eccomi-
riapparve Barbara con indosso solo un perizoma rosso e delle Louboutin lucide nere, tacco 12 e suola rossa fiammante.
Era una bella donna, 45 anni, una gran massa di capelli neri ricci, occhi color miele, un fisico magro scolpito dal pilates e dal nuoto ma con un seno prosperoso.
Si avvicinò
-allora ti piace la casa?- chiese maliziosa
Molto-
-immaginavo. Sai, dopo che ho cacciato Diego ho deciso di prendermi qualche soddisfazione… tu sei la seconda-
-e la prima?-
-oh… ho buttato nel cassonetto tutte le sue preziose scarpe inglesi- disse ridendo
-adesso ti farò provare il mio special kiss, all’università ero famosa per questo-
Mi caló i pantaloni e si inginocchiò davanti a me.
-mmm non lunghissimo ma bello largo… mi farà un po’male quando più tardi me lo metterai nel culetto- e ci sputó sopra una bella dose di saliva mentre cominciava a masturbarmi con la mano destra e con la sinistra intanto giocava coi miei testicoli, così da tenere giù e tesa la pelle del pene.
Poi lo prese in bocca e cominció il miglior pompino della mia vita.
Con la lingua girava intorno al glande mentre con le labbra succhiava come una pompa.
Succhió e leccó per dieci minuti portandomi in estasi. Stavo per venirle in bocca, il pene mi pulsava, avevo le gambe che tramavano.
-ahh non vorrai venire troppo presto…- disse togliendolo dalla bocca e premendo forte con le dita di una mano alla base del pene, appena sopra i testicoli mentre con l’altra, con una nocca mi schiacció il perineo.
-così si blocca l’eiaculazione senza togliere l’orgasmo-
Io mugolavo, tremavo in preda ad un orgasmo fortissimo.
-oh cazzo… ma come?…-
Barbara rise alzandosi in piedi.
-non è che si possa fare sempre, e dipende dalla giusta scelta di tempo. E ora, mio caro dovrai guadagnarti il mio culetto con una bella e lunga leccata di figa.
Ma prima ho una sorpresa… -
Dal tavolino accanto al divano prese una scatolina con due pillole
-ecco… siamo moderni no?
Pxxxxxy e Vxxxxa. La prima inibisce l’eiaculazione precoce, in pratica ti fa durare delle ore e la seconda, vabbè, la seconda lo sanno tutti cosa fa. Così sarà una notte memorabile, per entrambi-
Presi le pillole un po’titubante , un po’ curioso.
-mentre fanno effetto andiamo di sopra-
mi prese per mano e mi condusse in camera, davanti ad un grande letto matrimoniale.
Calció via le scarpe mostrando piedi curati con le unghie laccate di rosso, sfiló il perizoma e nuda si sdraiò sulle lenzuola
-forza, fammi godere-
Le aprì le gambe, sdraiandomi davanti alla sua figa completamente depilata.
Cominciai a baciarle le cosce per risalire fino all’ombelico.
-aspetta- e tirandomi su mi sedetti dietro di lei, abbracciandola, le gambe intorno alle sue, il cazzo in erezione contro la sua schiena.
Poi cominciai a masturbarla lentamente, mentre le baciavo il collo e le orecchie, facendomi strada in quella massa enorme di capelli neri.
Con le dita mi muovevo lento sul clitoride, le sfioravo le grandi labbra. Con l’altra mano le accarezzavo in seni, le titillavo i grossi capezzoli rosa. Cominciai a sentirla gemere e con le mie gambe bloccai le sue mentre acceleravo il ritmo delle dita. Ansimava, continuai a tenerla bloccata finché non venne, squirtando potentemente, bagnando le lenzuola. Mi bloccò la mano con la sua cercando di chiudere le gambe ma io la tenevo ferma.
-oddio…-
La girai prona sul letto mentre continuava a sussultare. La schiacciai su quel lenzuolo bagnato col mio peso. Poi mi tolsi e le tirai indietro i glutei mettendola a pecorina, allargandole un po’le gambe.
Cominciai a leccarle la zona perianale, a toccare il suo buchino con la lingua mentre con due dita le penetravo la figa fradicia.
Lei gemeva -mettimelo dentro per favore, scopami cazzo!!!-
ma io continuavo con le dita, due, uno, tre per poi scendere con la lingua e risalire allo sfintere insalivato.
Le misi un dito nel culo, piano ma fino in fondo.
Nel frattempo le pastiglie avranno fatto la loro magia perché avevo un’erezione esagerata, o il pompino interrotto di prima, chissà.
-hai olio?-
Lei gemendo indicó un flacone sul comodino, l’aveva proprio preparata bene la serata, e le spalmai di lubrificante il buchino.
Poi mi misi dietro di lei e glielo infilai dentro. Lentamente ma inesorabile.
-corto eh? Mi spiace…-
Lei gemeva ma io continuai fino alle palle. Rimasi qualche istante fermo, tutto dentro nel suo culo, lo sfintere che stringeva la base del mio cazzo e dentro ci sentivo pulsare, sentivo i battiti dei nostri cuori attraverso le vene così strette, le mie e le sua.
Cominciai a scoparle il culo, costante dentro fuori dentro, senza pause.
Quando mi sembrava di stare per venire era come se si spegnesse un interruttore e non riuscivo a raggiungere un orgasmo -pastiglie del cazzo- pensavo con rabbia ma intanto il piacere diventava sempre più forte.
Ormai non badavo quasi ai suoi gemiti diventati quasi urla, pompavo e pompavo dentro e fuori quel culo stretto, le mani sulle chiappe sode.
Uno due tre orgasmi… boh? Lei veniva e implorava io invece non riuscivo eppure godevo tantissimo.
Stremato lo tirai fuori e mi lasciai cadere sul letto.
Lei mi abbracciò ridacchiando.
Io le presi la mano e gliela misi sul mio pene durissimo.
-che male ma che goduria… non mi potrò sedere per un mese!-
Mi prese in bocca il lobo dell’orecchio mentre con la mano mi segava lentamente.
-come facciamo a farlo svuotare?-
Mi tirai su di scatto
-ecco- e la misi seduta davanti a me, prendendole i piedi e mettendoglieli intorno alla mia erezione
-fammi una sega coi piedi-
Lei sorrise ammiccante e cominció lentamente a muoverli su e giù.
-aspetta- prese l’olio e lo versó abbondantemente sul mio cazzo e sulle sue piante, poi riprese a masturbarmi, prima con le dita dei piedi poi con gli archi plantari.
Guardavo le sue unghie rosse e i suoi piedi affusolati intorno al mio pene eretto.
Cominciai a sentire sempre più caldo, a tremare e poi venni, schizzandole sperma sulle caviglie, sulle dita, fino alla pancia.
Barbara si fermò e me lo prese in bocca mentre io continuavo a sussultare, cercavo di bloccarla ma lei continuava a succhiare e leccare pulendo con la lingua l’asta che si stava finalmente ammosciando.


scritto il
2024-01-26
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