Vacanze in Toscana

di
genere
etero

Finalmente siamo arrivati nella nostra villa in Toscana, oggi, come ormai da alcuni giorni, è una calda giornata estiva.
Ogni anno ero felice di poter tornare in questa villa, vedevo un clima sempre felice e di festa, i miei genitori si rilassavano, io stavo con i miei amici e mi divertivo e tutto filava sempre liscio, so che era bello e nulla sarebbe mai cambiato, o perlomeno, così credevo…
Ormai nella compagnia eravamo tutti maggiorenni tranne pochi, chiaramente questo non ci limitava a comprare alcolici e fumare qualche sigaretta o canna, però eravamo felici così.
“Javier? Ti sbrighi? Gli altri sono già pronti per andare!” Urlo Anna dal cancello che limitava l’accesso alla villa dalla bellissima spiaggia in cui alloggiavano i nostri lettini ed ombrelloni. Mi diedi una mossa, allacciai le scarpe, mi diressi verso l’uscio, salutai i miei genitori, come facevo sempre “Noi questa sera dobbiamo tornare a casa, quando torni non ci troverai” disse mia madre, annuì e feci cenno di andarmene.
“Hey Anna”, dissi intonando una nota canzone “Muoviti scemo”, mi disse sorridendomi.
Ci incamminammo verso la spiaggia dove già ardeva un falò acceso probabilmente da Mirko, quel ragazzo ne combinava sempre una, ogni anno ha sempre rischiato di finire in qualche guaio da quando aveva appena 12 anni, contando che ora ne abbiamo 19 direi che ha avuto 7 anni molto fortunati.
Appena arrivati chiacchierammo assieme e ci raccontammo quali avventure avevamo vissuto in quei lunghissimi 11 mesi senza mai vedersi, chi aveva trovato lavoro, chi invece la fidanzata e chi perfino è riuscito a fare un salto dal paracadute. Arrivò anche il mio turno e raccontai la mai bellissima vita di ogni giorno scolastico con un’enorme noi tra i banchi di scuola e sfuriate dei genitori quando non rispettavo quanto mi veniva dato per casa.
La serata procedeva bene e abbiamo iniziato a giocare ad obbligo e verità, con la classica bottiglia in mezzo al lettino, Giulia bacia questo, Marco mostra quello… quanto odiavo quel gioco, l’unico scopo era mettere in ridicolo quel poco di reputazione che ci costruivamo, per fortuna a me non è toccato nulla di quel genere fino a quando Angelica mi disse “Fai il bagno nudo”, senza alcuna minima esitazione bevvi così da poter passare ma il gin era finito. Tutti subito iniziarono un coro per farmi spogliare ma in quel momento arrivò un agente e con modi molto bruschi ci fece spegnere il fuori e con calma ognuno si diresse verso la propria casa dato l’orario che si era fatto. Io, come all’andata, fui accompagnato da Anna, dato che alloggiava a pochi metri dalla mia villa. Nella camminata di ritorno accennai che i miei genitori non sarebbero rientrati fino al giorno dopo e vidi Anna sorridere, mi fece paura quel sorriso ma non ne diedi troppo peso. “Che c’è? non mi fai entrare?” mi chiese Anna, “Perché? I miei sono via e non voglio casini”, risposi, “Anche i miei sono via e ho paura a stare da sola”. Ci pensai e la feci entrare promettendo che non avrebbe toccato nulla. Entrammo in casa, mi distesi sul divano e lei se ne stava ferma davanti a me “Che succede? È tutto …” non riuscii a completare la mia ultima domanda quando Anna si slacciò la cinta dei pantaloni e in modo molto sensuale si abbassò i pantaloni, io rimasi scioccato, non indossava alcun intimo, ero nervoso, non mi era mai capitata una situazione del genere, forse anche per colpa dell'alcool non capivo più nulla. Allo stesso modo si tolse anche la maglietta e il costume “Non ti dispiace se faccio un tuffo in piscina vero?” Mi chiese. Io ancora bloccato da questa esperienza non riuscii a risponderle ma lei comunque aprii la porta della villa e si tuffò in piscina “Dai vieni, non ti mordo mica”. Mi avvicinai alla piscina e le chiesi di uscire “Dai Anna, è tardi, abbiamo bevuto, esci per favore”
Perché? Hai comunque un obbligo da pagare!
Smettila, è tardi, per favore esci
Non me ne vado fino a che tu non mantieni la promessa
Mi giuri che se lo dovessi fare dopo ti vesti e la smetti?
Uff… va bene!
Presi coraggio e mi spogliai, quella situazione era troppo imbarazzante per me ma sentivo qualcosa in me crescere, quella situazione per quanto assurda era piacevole, mi sentivo libero e spensierato, sapevo che stavo solo giocando, non avrei fatto alcun danno o dolore a nessuno.
Mi tuffai.
Appena riemersi dall’acqua sentii una mano toccarmi il membro, non ebbi coraggio di aprire gli occhi e Anna mi stava già baciando, sentivo le sue labbra carnose strofinarsi addosso alle mie, era una sensazione unica, sentivo la sua mano muoversi con movimenti costanti attorno al mio membro e come d’istinto allungai la mano verso di lei, era molto calda e senza alcuna imperfezione ed iniziai a muoverla lentamente, dall’alto verso il basso, dal monte di venere fino al suo sedere, ogni volta la sentivo sempre più aprirsi fino a sentirla quasi pulsare. “Ora che mi vorresti fare?” Mi sussurrò all’orecchio. Le presi i fianchi e la girai verso la spiaggia e baciandole il collo le spinsi lentamente il mio membro dentro di lei.

Mi prese e con le sue calde mani umide del mio umore mi girò, mi prese i fianchi e iniziò a baciarmi il collo, so cosa voleva fare ma sapevo anche quello che volevo, “dai Javier, voglio sentirmi tua” continuavo a sussurrare. Lo sentii entrare, già da prima avevo sentito le sue dimensioni nella mia mano ma in questo momento lo sentivo dentro di me, con colpi decisi lo sentivo entrare ed uscire mentre la sua calda bocca veniva strusciata nel mio collo fino alla schiena. “Oh, si” ansimai e aumentò di molto il ritmo con cui mi stava già dando piacere, sentivo tutto il suo membro dentro di me, Non avevo mai provato una sensazione come questa, sentivo il suo scroto sbattermi nel clitoride ad ogni colpo e come per reazione gemevo, sempre più forte. pensavo che il piacere non potesse aumentare fino a quando per puro caso non si azionò il riciclo dell’acqua, in quel momento avevo un Javier che mi sbatteva e l’acqua che mi provocava altro piacere dato che l’uscita era esattamente davanti alla mia passera, ero sul momento di piacere più alto e urlai “Oh sì, fammi sentire tua”, venni. Poco dopo secondi sentii il suo seme dentro di me e lui ansimare di felicità e si fece cadere sulle mie spalle. Mi risciacquai velocemente nella piscina dal suo seme, presi il costume e mi rivestii.
“Mi avevi promesso che te ne saresti andata senza toccare nulla…” mi disse Javier. “Infatti, ho toccato qualcuno.”
scritto il
2024-01-27
3 . 1 K
visite
1
voti
valutazione
8
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

racconto sucessivo

Il viaggio
Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.