Ricordi di pandemia

di
genere
esibizionismo

Sono una giovane donna di 28 anni, amo il sesso e sono molto libera. Mi piace farlo in compagnia ma quando non posso almeno una volta al giorno mi devo dare piacere da sola. Ho un impulso irresistibile che se non sfogo mi porta a fare sogni per cui mi sveglio di notte sudata e con il seno sensibile e la vagina gonfia e grondante di umori.
Gli ormoni erano alle stelle in quei giorni di pandemia in cui non si poteva vedere nessuno. Nelle giornate più calde al pomeriggio mi mettevo sul balcone in costume a prendere il sole con le cuffie nelle orecchie. Spesso mi addormentavo con il sole che mi bruciava la pelle e mi scaldava piacevolmente le parti intime coperte da un costume nero e mi risvegliavano i vicini che nel balcone adiacente litigavano animatamente superando il volume della musica. I nostri balconi sono comunicanti, divisi solo da un vetro smerigliato. Vedevo la sagoma dell'anziano vicino che si avvicinava al vetro e fumava una sigaretta dopo l'altra. Un pomeriggio uscii con una camicia da notte nera leggera e le mutandine del costume. Solita routine, occhiali da sole e cuffie. Sonnecchiando mi usciva un seno ma con nessuna urgenza pensai di rimetterlo dentro. Il capezzolo e l'areola della mia terza abbondante appariva abbondantemente scoperto. Di fronte al balcone la vista è su una siepe, e c'è un alto corrimano di cemento. Mi posso concedere questo esibizionismo blando e vigliacco. Complice il sole e i mesi di astinenza inizio a sentire un bel calore addosso. Mi metto a ascoltare un podcast erotico, la mia ultima passione. Mi sveglio con una gran voglia di toccarmi, ma non posso farlo qui, devo rientrare. Quando riapro gli occhi stavolta vedo sparire la sagoma dell'anziano vicino dal vetro smerigliato che ho davanti. Mi guardo le mutande, sono in vista e si vede chiaramente la macchia bianca di umori asciugati sulla fessura della figa. Le tette mi sono uscite completamente. Mi avvicino al vetro attaccandoci il viso: non mi ero mai accorta che così si vede chiaramente al di là. Mi stava spiando quel vecchio porco. Istintivamente mi portai la mano nelle mutande e finii la tortura li, tappandomi la bocca. Mi dovetti scopare con le dita a fondo per un paio di minuti per placarmi. Inutile dire che nei pomeriggi seguenti i miei outfit erano sempre più osé, finché non osai il topless. Con i seni nudi e gli occhiali scuri, quel pomeriggio quando aprii gli occhi vidi chiaramente che il vecchio si era calato i pantaloncini da ginnastica e vidi il movimento dalla mano dal vetro. Iniziai a toccarmela con due dita a lato del costume e mugolai piano piano per farmi sentire da lui ma non dalla moglie. Dopo poco la sua figura sparí. Il giorno dopo mi misi sul balcone con lo slip del costume, ma con un piccolo ovetto vibrante infilato nel culo. Lo tenni alla velocità minima e già così la pressione sul lettino mi faceva godere immensamente. La passera gocciolava, mi tolsi lo slip e fui costretta a mettere una piccola asciugamano sotto le natiche. Lo vidi avvicinarsi, solita ora, schiacciava il naso contro il vetro, lo osservavo dietro i miei occhiali scuri, le gambe aperte e distese, la mia passera oscenamente esposta Schiacciò anche la lingua contro il vetro per farmi vedere come me l'avrebbe leccata, sentivo nello stomaco una strana sensazione di repulsione e attrazione ma il fuoco tra le gambe mi guidava e mi faceva essere disinibita. Che bello sentirsi desiderati dopo mesi di masturbazione solitaria. Avevo perso i freni inibitori ormai. Anche lui si fece più audace e stavolta schiacciò contro il vetro il suo salsicciotto corto e Tozzo e si masturbò lì davanti a me, goffo tutto schiacciato contro il vetro per non perdersi un secondo del mio corpo giovane e arrapato. Schiacciava il pene contro il vetro mimando un amplesso come un cane in calore. Si scopava il pugno chiuso e vedevo affiorare la cappella rossa contro il vetro. Durò pochissimo sborrando sulla vetrata che ripulì con uno straccetto azzurro e poi scomparí. Io non ebbi bisogno di fare niente, come toccai il clitoride con le mie unghie lunghe e smaltate venni con un unico urlo che cercai di strozzare. E quella volta fu l'ultima volta. Ora ci incontriamo nelle scale senza salutarci come abbiamo sempre fatto in precedenza.
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2024-01-27
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