Maria grazia ii paragrafo

di
genere
dominazione

Maria Grazia fa indigestione di noci
Tutta la famiglia era andata dai parenti in campagna. Li ricevettero con tutti gli onori la zia, sorella della madre, con il marito e due figlie gemelle, Sofia e Giuseppina, di anni 18 come Maria Grazia. A tavola il discorso cadde sulla cattiva educazione che avevano i giovani di oggi e Flavio, il padre di Maria Grazia si affrettò a dire che lui era fortunato, le sue due figlie erano brave e obbedienti. La zia non poteva lamentarsi delle sue ragazze, forse in paese la vita era più semplice. Maria Grazia tremava all’idea che Flavio dicesse i metodi che adoperavano con loro. La madre era contenta di stare a casa della sorella e stimava molto le due nipotine, chiese come andavano a scuola e seppe che avevano tutti otto. La donna ebbe un moto di invidia, Elvira, la figlia più grande era già laureata, ma Maria Grazia stentava a superare l’ultimo anno di Liceo scientifico, era ripetente e ora si era arenata su un mediocre sei, la sufficienza e basta. La madre Ida, sapeva quanto Maria Grazia ci teneva che nessuno sapesse delle loro abitudini punitive e presa da rabbia verso la figlia che a scuola stentava, costando pure della spesa piuttosto gravosa, usata per le lezioni private pensò di mortificarla: “ Non so che fare con questa figlia, va male perché non studia. Sai quante volte entro in camera e trovo che nel libro di scuola nasconde i giornaletti? Per non parlare delle volte che marina la scuola, le assenze fanno rischiare un’altra bocciatura.” Si intromise il padre: “ Bisogna correre ai ripari, se quest’anno viene bocciata sarebbe la seconda volta, non merita nessuna consolazione” E si rivolse sorridendo alla moglie. La zia pure diede ragione:” No quest’anno ce la deve fare per forza, poi posso capire uno che non ci arriva, ma lei è intelligente, è solo svogliata. Correte ai ripari finché siete in tempo. Ma Ida mi ha detto che la punite per queste sue marachelle, come mai l’ultima pagella gliel’avete fatta passare liscia” Flavio e Ida si guardarono ridendo e aggiunsero: ” No, l’abbiamo punita, pure perché avevamo parlato con i professori, -e Ida disse- forse sono state poche- lo zio non capiva, :”Cosa poche, mica darete le botte a una ragazza così grande, ha diciotto anni, a parte che io le mie figlie non le tocco da quando erano bambine, ma pure allora le punizioni corporali erano ridotte.” Ida disse: “ Invece noi gliele suoniamo ancora, si vede che le tue figlie non meritavano” E le due figlie ridacchiavano guardando le cugine in faccia, che erano diventate di tutti i colori. Maria Grazia pensò, vuoi vedere che mamma si è confidata con la zia e lei lo ha detto alle figlie?” Infatti arrivò la domanda di rito, la più piccola si rivolse a Elvira:” Tu hai 26 anni, Maria Grazia 18 come noi, è vero che vi sculacciano ancora?” E scoppiarono a ridere. Elvira abbassò lo sguardo e Maria Grazia aggiunse :” Ma che dici? Quando eravamo piccole” La cugina infierì:” Abbiamo saputo che le prendete con le mutandine abbassate. Noi mai neppure a cinque anni abbiamo avuto questa vergogna!” Ida era proprio cinica si intromise:” Tu dai retta a loro, le sculacciamo a sedere nudo pure adesso, vedessi come sono carine quando si muovono per schivare i colpi!” Le cugine ridevano: “Spero sia uno scherzo” A questo punto si intromise Flavio:” Ha ragione Ida, le prendono ancora ma si vede che non bastano, Elvira le ha prese negli ultimi tempi una sola volta per un ritardo, ma il culetto di Maria Grazia forse ha ancora qualche segno.” Le cugine strabuzzarono gli occhi:” Ma perché zio, gliele dai pure tu?” Flavio rise:” Io più di Ida oppure lo facciamo insieme per tenerle ferme. L’ultima volta Elvira ha preso una sola spolverata sul culetto scoperto, ma poi nuda dalla vita in giù è stata due ore faccia al muro.” Ormai zii e cugine ridevano a crepapelle, la zia, forse cattiva come la sorella incitava” Raccontateci ancora, che vuol dire una spolverata” Flavio disse:” Pochi sculaccioni dopo averla fatta sdraiare sul letto a pancia in giù, senza gonna e le mutandine alle ginocchia, Ida la teneva ferma e io giù con belle manate. Come si ribellava, ma Ida è forte, la teneva stretta, lei alzava il culetto rosso, aprendo le natiche e facendoci vedere il buchino grinzoso e con le gambe spalancate non ha avuto più segreti per nessuno, solo un bel ciuffo di peli neri le facevano da siparietto, ma le labbra della sua albicocca erano spalancata e si vedeva il fiore che nascondeva.” Elvira aveva cominciato a piangere, le cugine la indicavano e ridevano, pure gli zii erano presi dall’allegria più sfrenata. La zia continuò:” deve essere proprio vergognoso trovarsi davanti al padre in una condizione così, cosa hai provato? Elvira scosse le spalle, ci mancava solo che si mettesse a raccontare. La madre continuò:” Vederla al muro con le mutandine alle caviglie è stata una scena davvero piacevole, ma questo a Maria Grazia accade pure ogni settimana:” La zia aggiunse, “ ma non le impedisce di andare male a scuola e di marinare. Proprio una ragazza indisciplinata. Meriterebbe una sculacciata qui davanti a noi, forse l’aiuterebbe a capire e… dico la verità, con i vostri racconti ci avete fatto venire voglia di assistere, Elvira è grande, ma forse a Maria Grazia una spolveratina potrebbe rimetterla a posto.” La ragazza gridò: ”No” e cercò di alzarsi per sottrarsi a tanta vergogna, ma era vicino al padre, lei era un fuscello, il padre alto e grosso, fra le risate di tutti, eccetto di Elvira, la tenne ferma per un braccio. “ La grande le ha buscate quando ha sbagliato e non se lo merita, invece l’andamento scolastico di questa monella è troppo mediocre, il sei fa presto a diventare cinque o addirittura quattro, mi avete dato una bella idea. La punirò qui, in vostra presenza, mettetemi una sedia al centro della stanza.” Maria Grazia cercava di divincolarsi, il padre si alzò in piedi e avvicinandosela con la faccia contro il busto, le diede sui vestiti qualche colpo per farla star ferma, poi si avvicinò alla sedia che avevano posizionato al centro e si sedette, sdraiò la ragazza sulle gambe a pancia in sotto, in modo che stesse con le gambe abbassate davanti a tutti che si erano seduti in gruppo e continuavano a ridere. Maria Grazia aveva quel giorno una gonnellina scozzese, molto carina, la madre vide che il padre faceva fatica a tenerla, si avvicinò e mentre lui la teneva stretta gliela tolse del tutto. Restò con le belle gambette tornite e il culetto coperto da mutandine di cotone. Sperò che le avrebbe prese così, con gli zii andavano insieme al mare in quel modo l’avevano vista tante volte, come fosse un costume da bagno. Ma le cugine erano perfide e cominciarono a prenderla in giro: “ Che bel culetto, ma è coperto. Gli zii dicono bugie, non credo che le mettano a nudo” E giù a ridere. Flavio diede qualche colpo:” Questo serve a scaldare le natiche, così, se – e accompagnò il gesto con l’azione- metto una mano dentro l’elastico sento già un bel calore” Maria Grazia piangeva disperata con la mano del padre sul culo, davanti a tutti e sapeva cosa sarebbe successo, infatti lentamente le abbassò le mutandine, ma le lasciò alla base delle chiappe. Ci fu un boato. Le cugine si alzarono in piedi ridendo e schiamazzando, ma anche gli zii erano fomentati: “Un culetto ben fatto disse lo zio” Una vergogna a stare davanti a tutti così, ma almeno le mutandine coprivano il sesso. Maria Grazia non si fece illusioni, i colpi cadevano sulle chiappe, e lei automaticamente inarcava la schiena. “ Guarda il buchino - disse la zia e le cugine- aggiunsero- morirei di vergogna a stare così, davanti a tutti. Voglio raccontarlo alle persone che conosce qui in paese e farla vergognare ancora di più!” La madre la teneva ferma dalle spalle, ma ormai lei era rassegnata al suo destino, allora la donna andò dall’altra parte e prese le mutandine con le mani facendole scendere prima fino alle ginocchia, poi diede anche lei qualche colpo, bello forte, anche colpendo il solco, ma non si accontentò, “ avete visto cosa c’è qui? – disse – mettendole una mano fra le gambe, e sollevandola, sulla sua mano, quasi fosse un frutto maturo, apparve la vagina con le labbra coperte da peli, ma spalancata. Sgambettava sollevata e pure il padre disse – bella idea!”. Io credo che basti disse il padre, altrimenti passiamo qui tutta la giornata e voglio andare nel podere.” E mise in piedi Maria Grazia con il viso e il culo paonazzi, nuda dalla vita in giù, aveva una camicetta corta quel giorno, che le arrivava alla vita e le lasciava scoperta in modo vergognoso, il ventre, il ciuffetto e le gambe tornite. Il padre chiese:” Vi siete divertiti? Ora se non si mette a studiare, verremo a sculacciarla qui a casa vostra e le tirò il ciuffetto di peli. Le cugine erano davvero maligne, cominciarono a motteggiarla: “Abbiamo visto tutto, il tuo buchino, la fica aperta, che vergogna tuo padre ti toccava il culo nudo, e nostro padre ti guardava.” Flavio si avvicinò, mentre la zia rigoverna, prima di prepararci, vieni qui e la mise, come era solito fare, con la faccia contro il muro: “ Qui abbiamo un bel culetto rosso, quasi violaceo, ma a casa le prende più forti e più numerose, se poi qualcuno vuole vedere il ciuffetto si può affacciare, eccolo qui.” disse infilando una mano fra le cosce della figlia in modo da mostrare la vagina. Le cugine avevano smesso di ridere e siccome erano molto astute e viziate passarono dietro Maria Grazia e le assestarono qualche manata. Una di loro fu ancora più insolente, le aprì le natiche, dovette fare un po’ di fatica, Maria Grazia le stringeva, lei usò tutte e due le mani, il padre che passava in quel momento le disse,” ammorbidisci il culetto, sei troppo somara, tua cugina merita di aumentare la tua punizione” questa parole le misero paura, non voleva che ci fosse un’altra scarica, ammorbidì le natiche tonde e sode, la cugina le aprì e disse come una sciocca:” Signore e signori, ecco il bel buchino grinzoso, di una ragazza di anni 18.”e scoppiò a ridere.
Andarono al podere per vedere i pergolati carichi di grappoli d’uva, ma Maria Grazia e la sorella se ne stettero un po’ per conto loro, ogni volta che guardavano le cugine le vedevano sorridere di scherno e dicevano cose molto antipatiche. “Vedere Maria Grazia col sedere nudo è stato un bel divertimento, certo a me avrebbe fatto piacere se una spolveratina l’avesse presa pure Elvira, lei è molto più grande di noi, otto anni di differenza sono tanti, chissà quanta vergogna se avesse avuto il trattamento della sorella!” L’altra continuò:” non hai sentito, le ha prese pochi giorni fa, sul culo nudo e poi costretta con la faccia contro il muro a mostrare il sedere. Peccato che a casa loro non va mai nessuno. Pensa l’arrivo di una vicina, so che sono molto pettegoli.” “ Ma stava in camera, non credo l’avrebbero esposta al pubblico ludibrio. Certo prendere sculacciate a quell’età. Quando me lo ha raccontato mamma io non ci avevo creduto.” E andarono dal contadino a salutarlo, un uomo corpulento che offrì loro delle noci. Maria Grazia era molto triste e le noci le piacevano, perciò fece una bella mangiata, si consolò un po’ per andare alla fine tutti in macchina per tornare a casa. Era bella la campagna e erano venuti per stare qualche giorno, la sculacciata presa da Maria Grazia però aveva tolto l’entusiasmo alle due sorelle. Quando arrivarono a casa, a Maria Grazia vennero forti dolori di pancia: “ Certo disse Ida, hai mangiato troppe noci e avrai fatto indigestione.” Si rivolse alla sorella: “Hai per caso qualcosa per questo malanno?” “No, però possiamo farle una camomilla.” E arrivati a casa così fecero. A Maria Grazia venne da andare al bagno, entrò e si chiuse, ma la madre la seguì e spalancò la porta trovandola seduta sul water. Le cugine si avvicinarono, e a vederla in quella posa intima ricominciarono con le prese in giro:” La madre volutamente non la chiuse e tutti cominciarono a passare davanti per vederla in quella posa ridicola. Pure lo zio, si fermò sull’uscio, aumentando il suo disagio. Si liberò la pancia e la madre che pareva si divertisse, si avvicinò, la mise a angolo retto e la pulì con la carta igienica, ovviamente col culo verso la porta. Le cugine e pure lo zio si misero a ridere. “Mi fa male ancora la pancia” Disse Maria Grazia e lo zio intervenne, ci vorrebbe un bel clistere, questa è una vera indigestione. “No, -gridò Maria Grazia- il clistere no… se fosse necessario mamma me lo fai tu” Lo zio disse, :” Ma non la lavi? E la madre la fece sedere sul bidet, e cominciò a insaponarla con il liquido per l’intimo, così come se fosse una cosa naturale, davanti a tutti. “ Ora mettiti a letto, vediamo se ti passa” Lei ascoltò e si sdraiò sul letto che avevano preparato per lei, quasi si addormentò. Si svegliò a rumori nella stanza e subito qualcuno accese la luce. Erano la madre e il padre, con una pompetta in mano, quelle che si usano per aiutare nei dolori di pancia. Neppure un secondo e comparvero le cugine con lo zio e la zia, questa era proprio perfida o aveva una sessualità basata su particolari giochi erotici, si affrettò a dire:” Abbiamo visto tutto, perché vuoi privarci di assistere alla pompetta, se vuoi te la faccio io, sono brava e non ti faccio male. Ida si affrettò a dire:” Mi faresti un grosso piacere, io ho paura di non essere capace, non l’ho mai fatta” Maria grazia cercò di ribellarsi:” No, non voglio, allora non la faccio e si voltò sul lato sinistro con la faccia contro il muro. La zia si avvicinò, dopo un cenno di intesa con la sorella, che la bloccò in quella posizione. La zia la liberò dal lenzuolo e la trovò a letto con le sole mutandine. Mise una mano nell’elastico e le denudò le natiche, poi senza che ce ne fosse un vero motivo le diede qualche colpetto. La ragazza rimase interdetta, pure perché c’erano le cugine che dissero:” Brava mamma, date da un’altra persona le sculacciate sono più salutari. Forza falle il sederino rosso, guarda come ha imparato presto. Le mutandine sono abbassate” Maria Grazia cominciò a piangere:” Ma io non ho fatto nulla!” La zia le disse:” Vai male a scuola, hai mangiato noci come una porcellina e se tolgo il disturbo ai tuoi genitori di dartele, faccio solo bene.” Probabilmente si erano messe d’accordo, Ida con un piccolo sforzo la fece mettere a pancia in giù con la sola corta camicetta fino alla vita e le mutandine abbassate. La sorella si avvicinò e gliele tolse del tutto, lei al solito sgambettò e ottenne solo di mettere in mostra la patatina, coperta dal ciuffetto di peli. La zia cominciò a battere, riscuotendo le risate di tutti. A un certo punto con la faccia affondata nel cuscino, sentì un colpo più forte, cercò di girarsi e vide lo zio, con le gemelle che gridavano:” Forza papà, suonagliele tu. L’uomo diede un colpo nel solco, ora era arrivato pure Flavio, Elvira era rimasta di là a vedere la televisione. Una delle cugine disse: “ Meriterebbe che gliela facessi tu la pompetta, con tutte le noci che ha mangiato, non si è saputa regolare.” Maria grazia era stretta fra la morsa della madre e le sculacciate oscene degli zii. L’uomo disse:” Oggi ero troppo lontano, non ho visto bene questo culetto, proprio ben fatto, cicciottello e con questo solco che lei tiene stretto, per la vergogna o per la paura della pompetta?” Flavio era seduto sul letto un po’ in disparte; “ Pure io mi sono mai cimentato con questo aggeggio, mi faresti un piacere non vorrei sporcare, ci sono queste belle lenzuola,” Lo zio rispose presto. “ La facciamo io e mia moglie” Le gemelle piagnucolarono, ma noi volevamo essere presenti” E lo sarete, la signorina non avrebbe dovuto mangiare tutte quelle noci, tutti sanno che fanno male, un’altra lezioncina può farle solo bene. Maria Grazia si dimenava e la zia chiese alla sorella e al cognato di tenerla ferma. La madre la immobilizzò all’altezza delle spalle, il padre le prese le gambe e la zia con un sorriso sardonico sulle labbra cominciò a battere, si vedeva che ci provava gusto. Apposta faceva cadere la mano sul solco, e sulla patatina, Maria Grazia sentiva dolore e inarcava la schiena, ogni volta che scopriva la sua vagina, le cugine mandavano urletti. Il culetto era rosso, e la zia disse :” Ora stai ferma se non vuoi sentire dolore” Si fece dare un asciugamano e con dolcezza aprì le natiche all’altezza del buchino. Il marito fece una rapida carezza su quel cosino grinzoso, mentre diceva: “ Che vergogna una signorina che mostra tutto e si fa accarezzare. La zia, visto che non si stava ferma la sculacciò di nuovo con forza . “ Forse non te lo ricordi, ma quando hai avuto il tifo e io venivo a farti le iniezioni, ho visto la tua fica completamente nuda, non avevi neppure un pelo, tuo padre ti metteva il termometro fra le gambe e tu eri rossa di vergogna, non te lo ricordi vero? “ E giù manate, fino a quando Maria Grazi si rassegnò e rimase ferma. La zia di nuovo aprì le natiche e le infilò la pompetta :”Apri le gambe altrimenti tutto il liquido va sulle lenzuola, Lei obbedì, mentre sentiva le cugine ridere. La donna asciugò il liquido che fera uscito e le tamponò la vagina. “ Ecco, brava, fatti asciugare” Lo faccio io disse lo zio e con un panno passò sulla fica della ragazza, ormai distrutta per la vergogna, con la peretta infilata nel buco, e soprattutto in presenza di altri e di quelle cugine cattive. Non sapevano cosa altro inventare per farla sentire a disagio. “ Qui in paese – dissero - c’è la signora Maria che usa sculacciare la figlia, ma quella ha dodici anni, è ancora piccola sappiamo che lo fa, ma mai davanti alla gente. La figlia la sentiamo gridare - disse una e l’altra - Io l’ho vista, giorni fa, è tornata tardi a casa e l’aspettava sulle scale. Io tornavo da scuola e mi sono goduta lo spettacolo. Non mi aveva vista e quando ha finito, pensando che io avevo assistito, la figlia si è messa a piangere. Sai non ha neppure un pelo, come se fosse ancora più nuda. La madre intervenne. Ci tiene all’educazione, infatti la bambina è molto a modo, un paio di anni fa, non so cosa aveva fatto, l’ha messa nuda sul balcone. Voi eravate in villeggiatura” Lo zio intervenne, “ le ha legato le mani dietro con un nastro, per non farla coprire, e la faceva girare qualche minuto davanti, poi qualche minuto dietro, tutto il paese l’ha vista, poi ha dovuto farla rientrare perché la figlia si stava sentendo male dalla vergogna, non sai che risate si son fatti qui in paese, son cattivi. Un po’ il culetto in mostra, poi la faceva girare e si vedeva la fessura tutta liscia sai quanti son venuti sotto il balcone e sta a piano terra, che vergogna le diceva, tutti a vederti, così impari e la bimba piangeva, lei la girava a mostrava il culo, lo indicava proprio a tutti quelli che erano arrivati, c’è stato il passa parola, donne uomini, ma soprattutto bambini, amichetti della ragazzina.

scritto il
2024-01-28
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