Maria Grazia torna a casa terzo paragrafo
di
Mariella Di Camillo
genere
dominazione
Maria Grazia torna a casa
E la zia provò piacere a raccontare della vicina che sculacciava la figlia a culo nudo, e una volta l’aveva messa nuda sul balcone, loro hanno un balconcino a pian terreno, i vicini sono accorsi per vedere lo spettacolo. La bimba era dritta in piedi al centro, con le mani legate dietro la schiena, così non poteva coprirsi, un gruppo ben folto di paesani ha potuto vederla da tutte le parti. La madre prima la mostrava davanti, dopo qualche minuto la girava e indicava ai paesani quel bel culetto tondo. Poverina che umiliazione. Però non l’ha costretta a piegarsi, davanti si vedeva l’inizio della fessura senza peli, le tette già gonfie, non ha dodici anni, fa il primo superiore, ha quindici anni e questo è successo lo scorso anno, poi indicava le natiche con il solco ben stretto.
C’è chi è più severo di voi disse la zia, il marito aggiunse: “No, non puoi far paragoni, quella è ancora piccola, questa hanno una diciotto anni, l’altra addirittura è laureata, ne ha ventisei. Ci saremo fatti due risate, ma non è una cosa che accade in tutte le case. Ida disse con enfasi: “ noi ci siamo trovati d’accordo, e quando c’era mia suocera a abitare con noi, non era contraria, anzi dovevo stare attenta perché se non facevo le cose giuste era capace di suonarle pure a me.” Il marito intervenne, l’abitudine ci è venuta da lei, di me che sono maschio ha avuto sempre soggezione, mai successo, ma mia sorella per un nonnulla si trovava con il culetto scoperto, davanti a me, che come le signorine qui, ridevo a crepapelle. Solo che mia madre lo raccontava a tutti e la poverina doveva subire le prese in giro delle sue amichette. Inoltre pure i miei amici venivano messi al corrente, mi facevano domande e le facevano pure a lei che col visetto rosso scappava a nascondersi. Però era brava. Le avrà prese fino a sedici anni, poi non è successo più. Una volta però le ha prese pure da me, aveva quasi diciotto anni, avevo costruito un planetario per la scuola, lei è andato a toccarlo e me lo ha rotto. Mi sono lamentato con mia madre, fino ad allora aveva preso da me qualche ceffone sulla faccia e magari uno spintone, l’ho detto a mia madre, speravo mi dicesse di sculacciarla, ma pensavo sui vestiti, Invece proprio lei mi ha autorizzato a farle il culetto rosso, è stata collaborativa con me, il danno era grave, io non son potuto andare a scuola perché non avevo il Planetario da consegnare, e mamma ha detto: “ Vado nell’altra stanza, tu dalle una sculacciata, perché la merita, io dirò a papà che non ho visto niente. Magari lui è contrario a darti questo permesso, per me è giusto.” Non credevo alle mie orecchie, “ ma sui vestiti? Ho chiesto, e mia madre: “ Non servono a nulla a culo nudo, se è grande, imparerà a non fare cose da bambina. L’ho raggiunta in camera, era pronta per andare a scuola, le ho fatto posare lo zaino e l’ho avvicinata al letto. Non ho perso tempo in chiacchiere, l’ho sollevata per le ascelle l’ho fatta sdraiare a pancia in giù e prima gliele ho date sui vestiti, ero molto arrabbiato, poi le ho tolto la gonna come se fosse una bambola, lei gridava e chiamava mamma, pensando fosse dalla sua parte e io giù le mutande, conoscevo bene le sue parti intime, perché l’avevo vista sculacciata dai miei genitori, ma non l’avevo mai toccata. Quando ho visto quel culo non ho resistito, pensando al planetario ho cominciato a colpire con tutte le mie forze, le natiche erano incandescenti e lei piangeva a dirotto, non sapeva che mamma era sulla porta e mi faceva sì con la testa. Ormai era grande, sentiva meglio l’umiliazione, prima di tutto l’ho colpita nel solco, mamma si è allontanata e io le ho toccato il buchetto. Non vi dico la vergogna sua, mi pregava addirittura, mi son seduto sul letto e me la sono messa sulle gambe, a pancia in sotto, con la fessura aperta e l’ho colpita anche lì. Era senza peli e son ritornato sul culo nudo. Ho visto la prima donna nuda con lei. La sua fessura era sempre sotto i miei occhi, quando la colpivano i miei genitori, ma mai l’avevo vista così da vicino e nei particolari. Ora sono abituato a capire la differenza fra una ragazzina e una donna, ma all’epoca, quando cominciai a andare con le donne, mi faceva strano vedere la vagina piena di peli. All’inizio del nostro matrimonio volevo che Ida si depilasse.” Le due cugine ripresero a ridere:” Zia dicci la verità non ti vergognavi a tenere la patata tutta nuda.” La donna diventò rossa, ma non perse coraggio: “ Ma no, in tanti paesi lo fanno per igiene.” Intanto Maria Grazia aveva finito la peretta, voleva andare in bagno, ma lo zio comparve con una bacinella:” Te la fai sotto prima di arrivare al bagno, falla qui dentro.” Che vergogna dovette liberarsi davanti a tutti. Nella stanza si sparse un odoraccio. Le cugine aprirono la finestra. Lo zio aveva portato la carta igienica e la madre la mise carponi e le pulì, “ora vai a lavarti”. Era sempre senza mutande, a bassa voce le chiese alla madre. Stava in piedi, davanti a tutti e si copriva la vagina pelosa. Le perfide cugine la raggiunsero e le tolsero le mani così la scoprirono, lei si rannicchiò Chiuse le gambe, ma un ciuffetto di peli compariva sempre, mentre lo zio, diceva:” Le mie figlie sono tremende, per fare dispetti.” Le due ragazze le tolsero le mani, e la guardarono pure dietro, “ Che bel culetto, peccato che sia così rosso!”. Gli zii dissero alle figlie di smetterla, ma non uscirono dalla stanza e la ragazza fu costretta a indossare le mutande davanti a tutti. A cena c’era un’atmosfera tranquilla, grande intesa fra Maria Grazia e Elvira, che cominciarono a capire come era arrivata fino a loro la barbarie delle sculacciate fino a grandi. Tutto era partito dalla nonna paterna, Fu Elvira a dire, allora pure zia Amelia è stata sculacciata. Zia Amelia era la sorella più piccola di due anni del loro padre, che rispose subito: “ Certo, l’ho detto prima, io mai un castigo per le donne e basta, ma a lei succedeva spesso e venivo chiamato per assistere. Le cose più gravi le puniva mio padre, che usava un altro metodo, doveva prepararsi lei, spogliandosi dalla vita in giù e se faceva storie, minacciava di dargliele con una paletta di legno. Quando era pronta si doveva mettere in piedi faccia al muro, e doveva contare i colpi, poi restava con il culetto in mostra per un’oretta almeno. Io ero cattivo, prendevo i libri e mi mettevo a studiare o a fare le mie cose di fronte a quelle natiche rosse e violacee. Mia sorella è stata sempre grassottella, aveva il culone, la prendevo in giro pure per questo. Elvira disse:” Con me la nonna e la zia sono state sempre buone, mai me le hanno date, e mi hanno difesa quando me le davi tu.” La zia si intromise:” Però le hai prese pure tu, da tua madre, la loro difesa non sempre è andata a buon fine, e non sempre erano presenti alle tue punizioni. Una volta ero ospite vostra tu sarai stata adolescente avrai avuto quindici o sedici anni e tua madre te le ha suonate, ma avevi fatto una cosa grave, non ricordo cosa. Ero a pranzo da voi da sola, mio marito doveva fare una commissione, le gemelle stavano a scuola di danza, ma erano piccole, come lo era Maria Grazia. Che ridere, a vederti battere i piedi a terra per il dolore. Le hai prese come spiegava Flavio, che stavi eretta contro il muro e ti dovevi tenere la vestina alzata, le mutande alle caviglie. Ricordo ancora che tua madre quando ha finito di dartele, ti ha girato e mi ha detto, “ Svergogniamola, guarda che bella patatina” si è messa seduta e ti ha preso in braccio, con le gambe allargate, avevi una fessura che partiva davanti e ti arrivava al culetto, in quella posizione si è schiusa. Mi sono sempre chiesta perché non avevi ancora peli, a quell’età già le altre donne hanno un bel boschetto. Non ricordi? Io mi sono avvicinata e ti ho toccato le labbra carnose, tu eri disperata.” Elvira disse subito:” Non ricordo” Invece ricordava, era grande e le era rimasta impressa la scena, e aveva sentito la zia che le accarezzava la patatina, prima dentro col dito aveva sfiorato il suo fiorellino, poi aveva stretto le grandi labbra, dicendo “ Che vergogna! Guarda che bella fessura, fammela toccare, non ci sono più segreti per tua zia.” Lo scopo era di farla morire di vergogna. Per molto tempo non aveva voluto vederla, poi aveva ripreso a frequentarla, quando con genitori e sorella, la incontravano e lei pensava che avesse dimenticato l’episodio. Il padre aggiunse: ”Sì, ma sono state poche volte, invece Maria Grazia le avute spesso, per cose non gravi, qualche colpetto sui vestiti o schiaffi senza togliere le mutandine. La punizione come quella di oggi arriva per cose gravi. Vedi di studiare, carina, se porti un’altra bocciatura invito i tuoi zii e le tue cugine e ti faccio stare un giorno completamente nuda, davanti a tutti. Le sculacciate non sono educative come la vergogna, oppure te le faccio dare a turno dagli zii e dalle tue cugine. Vedrai che smacco, mettiti a studiare. Poi cambiarono discorso, ma Elvira e Maria Grazia avevano il viso in fiamme e le cugine quando incrociavano il loro sguardo ridevano e facevano con la mano il gesto di dare botte. La sera tornarono a casa. Entrando il padre disse a Maria Grazia, per oggi ne hai avute abbastanza, ma cerca di non farmi fare più brutte figure, mangiare tutte quelle noci, sembrava che a casa tua faccia la fame. Ti comporti sempre male e sei costretta a essere punita. Visto che umiliazione, fare i bisogni davanti a tutti, farti pulire il culetto come una bimbetta e stare nuda davanti agli zii e alle tue cugine, certo sono due vipere, ma sono brave a scuola, fanno danza con successo, educate, speriamo non lo raccontino in giro, capisco che sarebbe davvero pesante per te. Non sapevo che Elvira avesse avuto un momento così particolare in presenza di tua sorella, disse alla moglie. Ida rispose:” A casa nostra non si sono mai viste scene così, due ceffoni se sbagliavamo e via. Voi avete queste abitudini. Insomma la responsabile è tua madre?” Flavio respirò forte, andarono tutti in salotto, avevano cenato dagli zii, avrebbero visto un po’ di televisione e poi tutti a letto. Elvira si ribellò, possiamo fare a meno di parlarne, io al solo pensiero sento vergogna, quella donna è come le figlie, mi ha toccata quel giorno, mi ha stretto la vagina e ci provava gusto.” Ida si irritò: “Stai parlando di mia sorella, noi non siamo persone così, avrà fatto una carezza, non ricordo, ma per avertele suonate a culo nudo, avrai fatto qualcosa di grave.” Elvira stette zitta. Ida continuò :”Insomma pure Adele ha subito punizioni, sapevo che tua madre aveva le mani lunghe, ma non credevo si divertisse a sculacciare la figlia.” Flavio rise: “ Sai che un paio di volte abbiamo litigato e ho inventato che l’avevo vista in compagnia di un ragazzo per vederla col culo a nudo. Lei si è ribellata, ha detto che non era vero, e questo le è costato qualche colpo con la spatola di legno. I miei genitori davano sempre ragione a me. La cosa che di più mi divertiva che le davano i colpi distanti l’uno dall’altro e lei muoveva le sue grosse natiche, col solco aperto e il buchino grinzoso in mostra. Poi glielo dicevo e lei diventava paonazza. A casa di tua sorella non ho voluto dire tutto, ma da quella volta, l’ho sculacciata ogni volta che lo meritava. Visto che donna brava è diventata? Che donna di casa perfetta? Le sculacciate le hanno fatto bene. Una volta l’ho messa davanti a uno specchio, io seduto lei sulle mie gambe con la faccia davanti allo specchio a vedere tutte le sue smorfie che faceva è stato uno spettacolo. Noi due dopo gli studi siamo andati via dal paese a abitare nella stessa casa in città, i miei mi avevano dato carta bianca per farla comportare a modo, io non ho mai approfittato, ma quando gliele davo inventavo sempre qualche particolare in più per farla vergognare. Magari la minacciavo di far venire qualche amico, ma non l’ho mai fatto, solo una volta le ha prese davanti alla sua mica del cuore. Non me l’ha perdonata, dopo un giorno, tutto l’ufficio dove aveva il suo primo lavoro, sapeva che le prendeva a culo nudo dal fratello, che smetteva solo quando le natiche erano belle rosse. Non immaginate le prese in giro!” Le ragazze vedevano la madre piuttosto irritata dal discorso, lei era affezionata alla cognata, ma da tempo sapeva delle sculacciate che era costretta a prendere dal marito, prima di sposarsi, quando era una donna fatta. Sapeva che il marito era sempre contento quando poteva parlare delle sue prodezze, quando aveva potuto esercitare la sua superiorità maschile. Infatti lui continuò: “ Se volessi raccontare! vi ricordate quello che è successo qualche tempo fa, mamma è uscita dalla stanza con tutte le sue intimità scoperte e come ha fatto ridere nonna. Stavo quasi per raccontarlo oggi, pensa le tue nipoti. L’avevi fatta grossa! Avevi giocato al lotto un sacco di soldi e sono io che li porto a casa. Stavamo a letto, lei aveva una sottanina, io le ho tolto le mutandine e le ho tirato su questo indumento stretto che si è fermato sopra i seni, poi ho cominciato a picchiarla con la spazzola dei capelli, il dolore non l’ha fatta ragionare, per scappare, forse credendo che non ci fosse nessuno, è uscita di corsa e voi e la nonna avete visto le sue belle cosine.” La madre era rossa in viso:” Basta ora, non lo faccio più, ho giurato” Il marito si mise a ridere:” Ti conviene, ho detto a mia madre quello che avevi fatto, giocarsi 200 mila lire, io non ho uno stipendio da nababbo, sto bene, ma i soldi non posso buttarli in sciocchezze. E si può prendere il vizio” Ida cercò di sorridere:” Puoi stare certo la lezione mi è servita.” Flavio la guardò:” Nel tuo interesse, mia madre ha detto che se fai qualcosa di sbagliato, al suo ritorno, ci pensa lei. Lì nelle Marche non conosce nessuno, qui ha la chiesa, il suo gruppo, le sue amiche, a giorni torna.” “ Questo non me lo avevi detto!” “E tu comportati bene, sai che non le sei neppure tanto simpatica”. “Certamente non mi metterà le mani addosso” Flavio sorrise, “Le mani no, ma col battipanni sul culo nudo può farlo e lo farà stanne certa, e poi so che è molto arrabbiata ancora, vedrai cosa ha in mente per te!” Ida era imbarazzatissima, con la voce rotta chiese:” Che cosa? Tua sorella mi ha detto che la facevate vergognare per la più piccola mancanza, alla fine le sculacciate erano il male minore” Flavio rise:” Già ho raccontato oggi di quando l’ho sculacciata con la faccia verso uno specchio, una volta l’ho fatto davanti a una sua amica, con cui ha chiuso i rapporti. Voi donne siete tremende se potete mettere in imbarazzo un’altra. Oggi non ho voluto dire tutti i miei fatti, ma il clistere, a mia sorella, quando aveva già venti anni, ho visto farlo e mi sono divertito. Io e papà la tenevamo ferma, mamma le ha infilato la canula della peretta nel buchino, e ogni cosa che faceva la diceva, ora apriamo queste belle meline, accarezziamo il buchetto, anzi mettiamo un po’ di crema per renderlo più morbido e mettiamo la peretta dentro. Si rivolse a me per dirmi - allarga le gambe, mettiamo sotto un asciugamano per evitare che il liquido esca e sporchi le lenzuola, invece così asciughiamo tutto, toccando questa bella albicocca. Flavio, dammi il cambio, io la tengo ferma per le gambe e tu premi la pompetta. Io fui ben felice, soprattutto di asciugare la vagina, insistendo e toccandola, mentre mamma continuava, senti che bel tocco, sta mettendo i peli la porcellina, ma così è sempre spalancata con il fiorellino in mostra. Mio padre rideva, e diceva pure lui, “che bello questo culetto, mi farebbe piacere farlo vedere anche a altri, è divertente un’esposizione scandalosa, fare questa pratica davanti a altri.” Ida sussultò:” Ma non ha fatto venire nessuno, però” Flavio rispose:” Ma certo che no, mica voleva trovarsi in qualche casino, si sono inventati l’abuso dei mezzi di correzione, a casa sua usavano i metodi di tutti, ma a casa di mia madre le donne, da generazioni sono state punite con sculacciate a culo nudo, davanti a chiunque e messe al muro con le gonne alzate. La vergogna era un mezzo educativo” Ida ci pensò: ”Allora pure tua madre le ha buscate” Flavio rispose:” Certo, ma poche volte, lei era una ragazza educata, qualche volta, quando lavorava in campagna e le ha buscate davanti agli altri contadini, davanti ai fratelli, alle compagne. Però non ha mai parlato a lungo di questi episodi, dice che lei è dominante, non le piace essere sottomessa. ”Aspettò un po’ prima di continuare, “al suo paese pure le mogli le prendono dal marito e dai suoceri, sul sedere nudo, davanti a tutti. Una volta che sono andato ho visto una poverina prenderle fuori al balcone dalla suocera. Avrebbe potuto ribellarsi, ma sapeva che non si poteva sottrarre. Parecchi si sono avvicinati, erano al primo piano, la suocera aveva una cosa nelle mani e doveva fare un gran male, quella gridava e chiedeva pietà. Chi viene sculacciato non capisce che se si dimena muove il culo in modo ridicolo e fa ridere ancora di più. Ricordo che era un culone, e la suocera picchiava e rideva. Attenta a te, che mia madre in tanti anni che siamo sposati, non te lo ha mai fatto, ma c’è sempre tempo. Per ora attenta al gioco, mi ha detto che se ci riprovi ha in serbo per te un castigo che ti farà vergognare per tutta la vita.” Ida cercò di buttarla sullo scherzo:” Io non gioco, ma che sarà mai? Qualche colpo sul sedere messo a nudo” Flavio la guardò: “ non ci giurerei, non sai mia madre che bella fantasia ha e viene da un paese dove sculacciate e situazioni umilianti sono all’ordine del giorno pure adesso. La cosa più vergognosa è quando è il suocero a darle alla nuora, e con la mano accarezza la fica, una donna mi ha detto mia madre che è svenuta la prima volta che il suocero se l’è messa sulle gambe. Lei pensava gliele desse sui vestiti, quello prima ha tirato su la gonna, poi quando le ha tirato giù le mutande, quella non ha retto. Era sposata da poco, aveva bruciato il pranzo, il marito era in campagna, ma oltre al suocero c’erano le cognate e nipotini che si sono avvicinati e lei si è ritrovata a culo nudo, le gambe a terra aperte e ha sentito i commenti, - guarda che fica spelacchiata- pare che avesse pochi peli, al paese piacciono le pelose, questo mamma me lo ha detto- Guarda il buco del culo, che vergogna! poi il suocero ha cominciato a batterla e qualche colpo è finito sulla fica. Ti dico è svenuta per la vergogna. Mia madre la conosce, sa chi è, non so se questo è bastato a non sottoporla più a essere messa in questa posizione o si è dovuta abituare. Quando vedo mia madre, voglio chiederglielo, sicuro io la conosco, al paese di mia madre sono di casa.
E la zia provò piacere a raccontare della vicina che sculacciava la figlia a culo nudo, e una volta l’aveva messa nuda sul balcone, loro hanno un balconcino a pian terreno, i vicini sono accorsi per vedere lo spettacolo. La bimba era dritta in piedi al centro, con le mani legate dietro la schiena, così non poteva coprirsi, un gruppo ben folto di paesani ha potuto vederla da tutte le parti. La madre prima la mostrava davanti, dopo qualche minuto la girava e indicava ai paesani quel bel culetto tondo. Poverina che umiliazione. Però non l’ha costretta a piegarsi, davanti si vedeva l’inizio della fessura senza peli, le tette già gonfie, non ha dodici anni, fa il primo superiore, ha quindici anni e questo è successo lo scorso anno, poi indicava le natiche con il solco ben stretto.
C’è chi è più severo di voi disse la zia, il marito aggiunse: “No, non puoi far paragoni, quella è ancora piccola, questa hanno una diciotto anni, l’altra addirittura è laureata, ne ha ventisei. Ci saremo fatti due risate, ma non è una cosa che accade in tutte le case. Ida disse con enfasi: “ noi ci siamo trovati d’accordo, e quando c’era mia suocera a abitare con noi, non era contraria, anzi dovevo stare attenta perché se non facevo le cose giuste era capace di suonarle pure a me.” Il marito intervenne, l’abitudine ci è venuta da lei, di me che sono maschio ha avuto sempre soggezione, mai successo, ma mia sorella per un nonnulla si trovava con il culetto scoperto, davanti a me, che come le signorine qui, ridevo a crepapelle. Solo che mia madre lo raccontava a tutti e la poverina doveva subire le prese in giro delle sue amichette. Inoltre pure i miei amici venivano messi al corrente, mi facevano domande e le facevano pure a lei che col visetto rosso scappava a nascondersi. Però era brava. Le avrà prese fino a sedici anni, poi non è successo più. Una volta però le ha prese pure da me, aveva quasi diciotto anni, avevo costruito un planetario per la scuola, lei è andato a toccarlo e me lo ha rotto. Mi sono lamentato con mia madre, fino ad allora aveva preso da me qualche ceffone sulla faccia e magari uno spintone, l’ho detto a mia madre, speravo mi dicesse di sculacciarla, ma pensavo sui vestiti, Invece proprio lei mi ha autorizzato a farle il culetto rosso, è stata collaborativa con me, il danno era grave, io non son potuto andare a scuola perché non avevo il Planetario da consegnare, e mamma ha detto: “ Vado nell’altra stanza, tu dalle una sculacciata, perché la merita, io dirò a papà che non ho visto niente. Magari lui è contrario a darti questo permesso, per me è giusto.” Non credevo alle mie orecchie, “ ma sui vestiti? Ho chiesto, e mia madre: “ Non servono a nulla a culo nudo, se è grande, imparerà a non fare cose da bambina. L’ho raggiunta in camera, era pronta per andare a scuola, le ho fatto posare lo zaino e l’ho avvicinata al letto. Non ho perso tempo in chiacchiere, l’ho sollevata per le ascelle l’ho fatta sdraiare a pancia in giù e prima gliele ho date sui vestiti, ero molto arrabbiato, poi le ho tolto la gonna come se fosse una bambola, lei gridava e chiamava mamma, pensando fosse dalla sua parte e io giù le mutande, conoscevo bene le sue parti intime, perché l’avevo vista sculacciata dai miei genitori, ma non l’avevo mai toccata. Quando ho visto quel culo non ho resistito, pensando al planetario ho cominciato a colpire con tutte le mie forze, le natiche erano incandescenti e lei piangeva a dirotto, non sapeva che mamma era sulla porta e mi faceva sì con la testa. Ormai era grande, sentiva meglio l’umiliazione, prima di tutto l’ho colpita nel solco, mamma si è allontanata e io le ho toccato il buchetto. Non vi dico la vergogna sua, mi pregava addirittura, mi son seduto sul letto e me la sono messa sulle gambe, a pancia in sotto, con la fessura aperta e l’ho colpita anche lì. Era senza peli e son ritornato sul culo nudo. Ho visto la prima donna nuda con lei. La sua fessura era sempre sotto i miei occhi, quando la colpivano i miei genitori, ma mai l’avevo vista così da vicino e nei particolari. Ora sono abituato a capire la differenza fra una ragazzina e una donna, ma all’epoca, quando cominciai a andare con le donne, mi faceva strano vedere la vagina piena di peli. All’inizio del nostro matrimonio volevo che Ida si depilasse.” Le due cugine ripresero a ridere:” Zia dicci la verità non ti vergognavi a tenere la patata tutta nuda.” La donna diventò rossa, ma non perse coraggio: “ Ma no, in tanti paesi lo fanno per igiene.” Intanto Maria Grazia aveva finito la peretta, voleva andare in bagno, ma lo zio comparve con una bacinella:” Te la fai sotto prima di arrivare al bagno, falla qui dentro.” Che vergogna dovette liberarsi davanti a tutti. Nella stanza si sparse un odoraccio. Le cugine aprirono la finestra. Lo zio aveva portato la carta igienica e la madre la mise carponi e le pulì, “ora vai a lavarti”. Era sempre senza mutande, a bassa voce le chiese alla madre. Stava in piedi, davanti a tutti e si copriva la vagina pelosa. Le perfide cugine la raggiunsero e le tolsero le mani così la scoprirono, lei si rannicchiò Chiuse le gambe, ma un ciuffetto di peli compariva sempre, mentre lo zio, diceva:” Le mie figlie sono tremende, per fare dispetti.” Le due ragazze le tolsero le mani, e la guardarono pure dietro, “ Che bel culetto, peccato che sia così rosso!”. Gli zii dissero alle figlie di smetterla, ma non uscirono dalla stanza e la ragazza fu costretta a indossare le mutande davanti a tutti. A cena c’era un’atmosfera tranquilla, grande intesa fra Maria Grazia e Elvira, che cominciarono a capire come era arrivata fino a loro la barbarie delle sculacciate fino a grandi. Tutto era partito dalla nonna paterna, Fu Elvira a dire, allora pure zia Amelia è stata sculacciata. Zia Amelia era la sorella più piccola di due anni del loro padre, che rispose subito: “ Certo, l’ho detto prima, io mai un castigo per le donne e basta, ma a lei succedeva spesso e venivo chiamato per assistere. Le cose più gravi le puniva mio padre, che usava un altro metodo, doveva prepararsi lei, spogliandosi dalla vita in giù e se faceva storie, minacciava di dargliele con una paletta di legno. Quando era pronta si doveva mettere in piedi faccia al muro, e doveva contare i colpi, poi restava con il culetto in mostra per un’oretta almeno. Io ero cattivo, prendevo i libri e mi mettevo a studiare o a fare le mie cose di fronte a quelle natiche rosse e violacee. Mia sorella è stata sempre grassottella, aveva il culone, la prendevo in giro pure per questo. Elvira disse:” Con me la nonna e la zia sono state sempre buone, mai me le hanno date, e mi hanno difesa quando me le davi tu.” La zia si intromise:” Però le hai prese pure tu, da tua madre, la loro difesa non sempre è andata a buon fine, e non sempre erano presenti alle tue punizioni. Una volta ero ospite vostra tu sarai stata adolescente avrai avuto quindici o sedici anni e tua madre te le ha suonate, ma avevi fatto una cosa grave, non ricordo cosa. Ero a pranzo da voi da sola, mio marito doveva fare una commissione, le gemelle stavano a scuola di danza, ma erano piccole, come lo era Maria Grazia. Che ridere, a vederti battere i piedi a terra per il dolore. Le hai prese come spiegava Flavio, che stavi eretta contro il muro e ti dovevi tenere la vestina alzata, le mutande alle caviglie. Ricordo ancora che tua madre quando ha finito di dartele, ti ha girato e mi ha detto, “ Svergogniamola, guarda che bella patatina” si è messa seduta e ti ha preso in braccio, con le gambe allargate, avevi una fessura che partiva davanti e ti arrivava al culetto, in quella posizione si è schiusa. Mi sono sempre chiesta perché non avevi ancora peli, a quell’età già le altre donne hanno un bel boschetto. Non ricordi? Io mi sono avvicinata e ti ho toccato le labbra carnose, tu eri disperata.” Elvira disse subito:” Non ricordo” Invece ricordava, era grande e le era rimasta impressa la scena, e aveva sentito la zia che le accarezzava la patatina, prima dentro col dito aveva sfiorato il suo fiorellino, poi aveva stretto le grandi labbra, dicendo “ Che vergogna! Guarda che bella fessura, fammela toccare, non ci sono più segreti per tua zia.” Lo scopo era di farla morire di vergogna. Per molto tempo non aveva voluto vederla, poi aveva ripreso a frequentarla, quando con genitori e sorella, la incontravano e lei pensava che avesse dimenticato l’episodio. Il padre aggiunse: ”Sì, ma sono state poche volte, invece Maria Grazia le avute spesso, per cose non gravi, qualche colpetto sui vestiti o schiaffi senza togliere le mutandine. La punizione come quella di oggi arriva per cose gravi. Vedi di studiare, carina, se porti un’altra bocciatura invito i tuoi zii e le tue cugine e ti faccio stare un giorno completamente nuda, davanti a tutti. Le sculacciate non sono educative come la vergogna, oppure te le faccio dare a turno dagli zii e dalle tue cugine. Vedrai che smacco, mettiti a studiare. Poi cambiarono discorso, ma Elvira e Maria Grazia avevano il viso in fiamme e le cugine quando incrociavano il loro sguardo ridevano e facevano con la mano il gesto di dare botte. La sera tornarono a casa. Entrando il padre disse a Maria Grazia, per oggi ne hai avute abbastanza, ma cerca di non farmi fare più brutte figure, mangiare tutte quelle noci, sembrava che a casa tua faccia la fame. Ti comporti sempre male e sei costretta a essere punita. Visto che umiliazione, fare i bisogni davanti a tutti, farti pulire il culetto come una bimbetta e stare nuda davanti agli zii e alle tue cugine, certo sono due vipere, ma sono brave a scuola, fanno danza con successo, educate, speriamo non lo raccontino in giro, capisco che sarebbe davvero pesante per te. Non sapevo che Elvira avesse avuto un momento così particolare in presenza di tua sorella, disse alla moglie. Ida rispose:” A casa nostra non si sono mai viste scene così, due ceffoni se sbagliavamo e via. Voi avete queste abitudini. Insomma la responsabile è tua madre?” Flavio respirò forte, andarono tutti in salotto, avevano cenato dagli zii, avrebbero visto un po’ di televisione e poi tutti a letto. Elvira si ribellò, possiamo fare a meno di parlarne, io al solo pensiero sento vergogna, quella donna è come le figlie, mi ha toccata quel giorno, mi ha stretto la vagina e ci provava gusto.” Ida si irritò: “Stai parlando di mia sorella, noi non siamo persone così, avrà fatto una carezza, non ricordo, ma per avertele suonate a culo nudo, avrai fatto qualcosa di grave.” Elvira stette zitta. Ida continuò :”Insomma pure Adele ha subito punizioni, sapevo che tua madre aveva le mani lunghe, ma non credevo si divertisse a sculacciare la figlia.” Flavio rise: “ Sai che un paio di volte abbiamo litigato e ho inventato che l’avevo vista in compagnia di un ragazzo per vederla col culo a nudo. Lei si è ribellata, ha detto che non era vero, e questo le è costato qualche colpo con la spatola di legno. I miei genitori davano sempre ragione a me. La cosa che di più mi divertiva che le davano i colpi distanti l’uno dall’altro e lei muoveva le sue grosse natiche, col solco aperto e il buchino grinzoso in mostra. Poi glielo dicevo e lei diventava paonazza. A casa di tua sorella non ho voluto dire tutto, ma da quella volta, l’ho sculacciata ogni volta che lo meritava. Visto che donna brava è diventata? Che donna di casa perfetta? Le sculacciate le hanno fatto bene. Una volta l’ho messa davanti a uno specchio, io seduto lei sulle mie gambe con la faccia davanti allo specchio a vedere tutte le sue smorfie che faceva è stato uno spettacolo. Noi due dopo gli studi siamo andati via dal paese a abitare nella stessa casa in città, i miei mi avevano dato carta bianca per farla comportare a modo, io non ho mai approfittato, ma quando gliele davo inventavo sempre qualche particolare in più per farla vergognare. Magari la minacciavo di far venire qualche amico, ma non l’ho mai fatto, solo una volta le ha prese davanti alla sua mica del cuore. Non me l’ha perdonata, dopo un giorno, tutto l’ufficio dove aveva il suo primo lavoro, sapeva che le prendeva a culo nudo dal fratello, che smetteva solo quando le natiche erano belle rosse. Non immaginate le prese in giro!” Le ragazze vedevano la madre piuttosto irritata dal discorso, lei era affezionata alla cognata, ma da tempo sapeva delle sculacciate che era costretta a prendere dal marito, prima di sposarsi, quando era una donna fatta. Sapeva che il marito era sempre contento quando poteva parlare delle sue prodezze, quando aveva potuto esercitare la sua superiorità maschile. Infatti lui continuò: “ Se volessi raccontare! vi ricordate quello che è successo qualche tempo fa, mamma è uscita dalla stanza con tutte le sue intimità scoperte e come ha fatto ridere nonna. Stavo quasi per raccontarlo oggi, pensa le tue nipoti. L’avevi fatta grossa! Avevi giocato al lotto un sacco di soldi e sono io che li porto a casa. Stavamo a letto, lei aveva una sottanina, io le ho tolto le mutandine e le ho tirato su questo indumento stretto che si è fermato sopra i seni, poi ho cominciato a picchiarla con la spazzola dei capelli, il dolore non l’ha fatta ragionare, per scappare, forse credendo che non ci fosse nessuno, è uscita di corsa e voi e la nonna avete visto le sue belle cosine.” La madre era rossa in viso:” Basta ora, non lo faccio più, ho giurato” Il marito si mise a ridere:” Ti conviene, ho detto a mia madre quello che avevi fatto, giocarsi 200 mila lire, io non ho uno stipendio da nababbo, sto bene, ma i soldi non posso buttarli in sciocchezze. E si può prendere il vizio” Ida cercò di sorridere:” Puoi stare certo la lezione mi è servita.” Flavio la guardò:” Nel tuo interesse, mia madre ha detto che se fai qualcosa di sbagliato, al suo ritorno, ci pensa lei. Lì nelle Marche non conosce nessuno, qui ha la chiesa, il suo gruppo, le sue amiche, a giorni torna.” “ Questo non me lo avevi detto!” “E tu comportati bene, sai che non le sei neppure tanto simpatica”. “Certamente non mi metterà le mani addosso” Flavio sorrise, “Le mani no, ma col battipanni sul culo nudo può farlo e lo farà stanne certa, e poi so che è molto arrabbiata ancora, vedrai cosa ha in mente per te!” Ida era imbarazzatissima, con la voce rotta chiese:” Che cosa? Tua sorella mi ha detto che la facevate vergognare per la più piccola mancanza, alla fine le sculacciate erano il male minore” Flavio rise:” Già ho raccontato oggi di quando l’ho sculacciata con la faccia verso uno specchio, una volta l’ho fatto davanti a una sua amica, con cui ha chiuso i rapporti. Voi donne siete tremende se potete mettere in imbarazzo un’altra. Oggi non ho voluto dire tutti i miei fatti, ma il clistere, a mia sorella, quando aveva già venti anni, ho visto farlo e mi sono divertito. Io e papà la tenevamo ferma, mamma le ha infilato la canula della peretta nel buchino, e ogni cosa che faceva la diceva, ora apriamo queste belle meline, accarezziamo il buchetto, anzi mettiamo un po’ di crema per renderlo più morbido e mettiamo la peretta dentro. Si rivolse a me per dirmi - allarga le gambe, mettiamo sotto un asciugamano per evitare che il liquido esca e sporchi le lenzuola, invece così asciughiamo tutto, toccando questa bella albicocca. Flavio, dammi il cambio, io la tengo ferma per le gambe e tu premi la pompetta. Io fui ben felice, soprattutto di asciugare la vagina, insistendo e toccandola, mentre mamma continuava, senti che bel tocco, sta mettendo i peli la porcellina, ma così è sempre spalancata con il fiorellino in mostra. Mio padre rideva, e diceva pure lui, “che bello questo culetto, mi farebbe piacere farlo vedere anche a altri, è divertente un’esposizione scandalosa, fare questa pratica davanti a altri.” Ida sussultò:” Ma non ha fatto venire nessuno, però” Flavio rispose:” Ma certo che no, mica voleva trovarsi in qualche casino, si sono inventati l’abuso dei mezzi di correzione, a casa sua usavano i metodi di tutti, ma a casa di mia madre le donne, da generazioni sono state punite con sculacciate a culo nudo, davanti a chiunque e messe al muro con le gonne alzate. La vergogna era un mezzo educativo” Ida ci pensò: ”Allora pure tua madre le ha buscate” Flavio rispose:” Certo, ma poche volte, lei era una ragazza educata, qualche volta, quando lavorava in campagna e le ha buscate davanti agli altri contadini, davanti ai fratelli, alle compagne. Però non ha mai parlato a lungo di questi episodi, dice che lei è dominante, non le piace essere sottomessa. ”Aspettò un po’ prima di continuare, “al suo paese pure le mogli le prendono dal marito e dai suoceri, sul sedere nudo, davanti a tutti. Una volta che sono andato ho visto una poverina prenderle fuori al balcone dalla suocera. Avrebbe potuto ribellarsi, ma sapeva che non si poteva sottrarre. Parecchi si sono avvicinati, erano al primo piano, la suocera aveva una cosa nelle mani e doveva fare un gran male, quella gridava e chiedeva pietà. Chi viene sculacciato non capisce che se si dimena muove il culo in modo ridicolo e fa ridere ancora di più. Ricordo che era un culone, e la suocera picchiava e rideva. Attenta a te, che mia madre in tanti anni che siamo sposati, non te lo ha mai fatto, ma c’è sempre tempo. Per ora attenta al gioco, mi ha detto che se ci riprovi ha in serbo per te un castigo che ti farà vergognare per tutta la vita.” Ida cercò di buttarla sullo scherzo:” Io non gioco, ma che sarà mai? Qualche colpo sul sedere messo a nudo” Flavio la guardò: “ non ci giurerei, non sai mia madre che bella fantasia ha e viene da un paese dove sculacciate e situazioni umilianti sono all’ordine del giorno pure adesso. La cosa più vergognosa è quando è il suocero a darle alla nuora, e con la mano accarezza la fica, una donna mi ha detto mia madre che è svenuta la prima volta che il suocero se l’è messa sulle gambe. Lei pensava gliele desse sui vestiti, quello prima ha tirato su la gonna, poi quando le ha tirato giù le mutande, quella non ha retto. Era sposata da poco, aveva bruciato il pranzo, il marito era in campagna, ma oltre al suocero c’erano le cognate e nipotini che si sono avvicinati e lei si è ritrovata a culo nudo, le gambe a terra aperte e ha sentito i commenti, - guarda che fica spelacchiata- pare che avesse pochi peli, al paese piacciono le pelose, questo mamma me lo ha detto- Guarda il buco del culo, che vergogna! poi il suocero ha cominciato a batterla e qualche colpo è finito sulla fica. Ti dico è svenuta per la vergogna. Mia madre la conosce, sa chi è, non so se questo è bastato a non sottoporla più a essere messa in questa posizione o si è dovuta abituare. Quando vedo mia madre, voglio chiederglielo, sicuro io la conosco, al paese di mia madre sono di casa.
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