Le prime volte I ( incesto gay)

di
genere
incesti

Alessandro è sempre stato un ragazzo estremamente timido.
Occhi castani, capelli sempre corti e stesso colore dei capelli. E portava un paio di occhiali, ovali blu, in stile Harry Potter.
Che con il tempo ha cambiato varie montature.
L’età pre-adolescenziale non tardò ad arrivare e le cose peggiorarono, ulteriormente.
Iniziò a capire, che era diverso dagli suoi coetanei, si sentiva strano e diverso. Il suo corpo iniziò a cambiare e a crescere, come tutti i suoi coetanei.
Ma lui non era come agli altri suoi coetanei, c’era una cosa che lo distingueva, e che ne aveva timore,
Provava una singolare attrazione verso il suo stesso sesso, e questo, lo chiuse ancora più in se stesso.
Per paura, che qualcuno lo vedesse in mal modo o lo giudicasse male. E lo chiuse in stesso, non riuscendo a creare legami con i suoi coetanei.
Represse tutte, le sue pulsazioni sessuali verso il suo stesso genere, e finse di non provare queste sue perversioni sessuali abominevoli,
come le definivano i suoi genitori, soprattutto sua madre, Concetta, una donna estremamente cattolica, devota alla chiesa fedelmente. Aveva le stesse caratteristiche del figlio, ed aveva cinquant’anni, computi da poco.
Il ragazzo era nato in un piccolo paesino di Roma, Tolfa.
In una famiglia estremamente cattolica, era un tabù parlare di queste cose all’interno di casa, figuriamoci esserlo.
Quindi decise di tacere, per non dare scandalo nel suo paesino e nella sua famiglia, ben vista e voluta nel paesino.
Con l’avanzare dell’età, e l’entrata nella fascia adolescenziale,
Alessandro, capì che provava ancora questi impulsi verso il sesso maschile.
Ma ancor di più verso suo padre, non che prima non l’avesse, gli era sempre piaciuto suo padre.
Tommaso, soprannominato “Tom il muratore” dai suoi compaesani, come si poteva intuire dal soprannome, era un muratore.
Tom è un’uomo di quarantasei anni, molto bello e fisicato, teneva una leggera pancia, pur essendo robusto, amava tenersi in forma, ogni mattina andava a correre, prima di andare al lavoro.
Aveva dei occhi blu molto intesi, capelli rasati ai lati e un po’ più lunghi sopra, di un marrone scuro e con un corpo molto villoso.
Alessandro crescendo capì che lo eccitava. E questo per lui, fu un’altro segno molto allarmante nella sua testa, non lo guardava più con gli stessi occhi da bambino, innamorato del proprio padre, stimandolo che un giorno voleva diventare come il proprio idolo.
Ora con l’età adolescente, lo guardava sotto un’altra veste, desiderava farci sesso, desiderava il suo corpo al contatto con il suo corpo non del tutto glabro, insomma era diventata una droga per lui, iniziò perfino a segarsi su di lui, immaginandolo nudo, accanto a lui.
Ogni volga che finiva di segarsi e pensare a suo padre, pensava che avesse davvero qualcosa che non andasse. Ora pensavo anche all’incesto con suo padre, la famiglia si sarebbe dovuta vergognare davvero molto di Alessandro, se solo sapesse, cosa pensava nella sua testa malata e perversa.
•••••
Alessandro, ora quindicenne non sapeva che da lì a poco, la sua vita stava per cambiare.
Era una mattinata di luglio abbastanza afosa, sua madre Concetta, si stava preparando per partire con le sue amiche della parrocchia, le quali avevano organizzato un viaggio a Napoli, di qualche giorno, per andare a vedere i scavi napoletani.
Alessandro si girò verso la sveglia, e vide che erano le sei in punto, sua madre lo aveva svegliato, pur se lei stava facendo tutto con molta calma, per non svegliare nessuno.
La porta si chiuse, e Alessandro ormai sveglio, decise di alzarsi, e andare verso il bagno, che per andarci, doveva passare per il corridoio, e di conseguenza per la camera dei suoi genitori.
La sua attenzione andò completamente nella camera dove suo padre stava dormendo.
Addosso aveva solamente uno slip bianco, dal quale si notava un pene barzotto, molto voluminoso.
Il suo corpo villoso, i peli ricoprivano abbondantemente i suoi pettorali, poi una striscia molto ampia ricadeva su tutto il corpo, perfino a sparire sotto il suo slip, due gambe massicce interamente ricoperte di peli, marrone scuro. E due braccia altrettanto grosse, ricoperte di peli.
Il suo intero manto era sbrilluccicoso, il sole che entrava dalle serranda della finestra ricadeva proprio sul suo corpo e il sudore che si era depositato per tutta la notte sul suo copro seminudo.
E il giovane quindicenne non potete che adorare e rimante estasiato da quella vista paradisiaca.
Nella sua mente scattò qualcosa. Di perverso.
Si mise adiacente al muro del corridoio, e lo tirò fuori, iniziandosi a masturbare il suo cazzo circonciso, da piccolo dovette operarsi, perché la pelle in eccesso non voleva scendere.
Mentre lo spiava e fissava il suo barzotto, immaginandosi, che doveva essere ben proporzionato, visto la notevole grandezza che aveva da barzotto.
La cosa lo stava intrigando moltissimo, spiare il padre che dormiva, era una delle fantasie che le giravano in testa da un po’.
Ed ora, che era lì, non poteva crederci, che lo stava facendo.
Gemeva con gemiti molto silenziosi, per non rischiare che si svegliasse, era inebriante, la sensazione che provava, avrebbe voluto essere accanto a lui, e toccargli il cazzo barzotto.
Ad un certo punto, Tom con un scatto abbastanza veloce, si girò dandole le spalle, e per un secondo, aveva temuto che si potesse svegliare e vederlo con il cazzo in mano. Ma non fu così, tirò un sospiro di sollievo.
Anche la schiena era abbastanza villosa, tutti ben concentrati sulla schiena e che andavano a finire sotto i suoi slip, aderenti.
Aveva un culo davvero molto sodo e massiccio.
Lo aveva sempre intravisto attraverso indumenti abbastanza aderenti, tutte le donne in paese non potevano non ammirare il suo culo veneralo, con molta spudoratezza.
Mentre suo figlio lo venerava in segreto e con molto piacere.
Alla vista di quel maestoso sedere, Alessandro tirò in fretta su i suoi boxer, e venne al suo interno e dei altri gemiti soppressi, attraversarono il suo corpo eccitante e in preda dei suoi ormoni, in subbuglio.
Ammirò con dedizione ancora un po’, il suo culetto massiccio, e poi andò a farsi una doccia, per togliersi d’addosso quel appiccicume.
Si tolse i boxer inzuppati di sperma e entrò nell’ampio box doccia, nel quale due persone entravano molto bene. E iniziò a sciacquarsi e ne approfittò anche per pisciare.
La mattina proseguì abbastanza noiosamente per Alessandro, rimase da solo, a casa mentre suo padre andò a lavoro.
Il quindicenne, passò la mattinata a vedere dei anime al suo pc.
Intorno alle 12:30, suo padre ritornò a casa, in quel momento, Alessandro era in cucina, a preparare della pasta fredda.
Gli ambienti erano in comune sia cucina che sala da pranzo.
>, esclamò Tom, >, disse lui, per poi distogliere lo sguardo dalla ciotola nella quale stava immischiando la pasta fer farla insaporire.
In quel momento, rimase senza parole, indossava una canotta bianca bianca super aderente e sudata, che rimetteva in risalto il suo corpo, robusto.
Dentro di lui, stavano pensando a mille modi, possibili per leccargli quel sudore da addosso, il suo manto peloso.
Il padre lo guardò con sguardo molto confuso, e poi disse; >, >, disse lui, quelle parole lo fece tornare alla realtà, sperava soltanto che il padre non ci fosse accolto che lo stava guardando con puro desiderio sessuale.
Tom andò a chiudersi in bagno, e Alessandro lo prese come una seconda possibilità per spiare il padre, questa volta da sveglio e completamente nudo.
Andò verso il bagno, in punta di piedi, senza farsi sentire e si mise in ginocchio, spiandolo dalla fessura della porta, si stava togliendo la canottiera, e già a quella vista andò ai matti, il suo cazzo iniziava a crescere dentro i suoi boxer.
Il sudore era ancora più accentuato alla luce del bagno, che iniziò a leccarsi il labbro superiore con molto eccitamento.
Continuo con il pantalone da lavoro e lo slip, li andò completamente ai pazzi, anche il suo cazzo, ormai di marmo, desiderava solamente di uscire, mente fissava il corpo nudo del padre.
Il culo era ancora più duro e sodo di quando era nello slip stamattina, e il cazzo anch’esso circonciso, era largo, una cappella bella rosea, e barzotto.
Alessandro era in estasi, preso dalla foga si tirò fuori il cazzo duro, dai slip, abbassando anche il suo pantaloncino nero.
E inizio a segarsi mentre il padre aprì l’acqua, prima di entrare, andò a pisciare, e lui, rimase ipnotizzato a fissare il cazzo e il culo di suo padre.
Poco dopo, entrò in doccia.
Si stava passando con molta cura, il sapone nelle parte intime e sul suo corpo.
Le sue palle erano belle grosse e piene, rotonde e simmetriche.
Quando la sua mano le andava a toccarle, ribalzavano e ritornavano in simmetria come il pendolo di Newton, che sbatte da una parte all’altra, senza mai staccarsi.
Si piego leggermente, e si passò una mano tra la fessura nel sedere e si pulì con molta diligenza il suo buco del culo strettissimo e da super etero.
Il figlio che stava guardando tutte quelle scene, si stava arrapando così tanto, che venne sia a terra che sulla porta del bagno.
Rimase qualche secondo, a fissarlo ancora sotto la doccia, mentre si stava risciacquando, con la sborra che collava sulla sua mano.
Tornò presto alla realtà quando lo vide aprire le porte del box doccia e andare verso l’accappatoio che aveva posizionato sul lavandino, vicino alla doccia.
Alessandro si alzò in fretta e furia, sempre facendo molta attenzione ai suoi passi, e andò a prendere dello scottex, per ripulire tutto, prima che suo padre uscisse dal bagno.
Quello per Alessandro fu la sua seconda volta, in cui venne spiando il padre, e sperava che non fossero le sue ultime volte.
scritto il
2024-02-04
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