Perversioni

di
genere
esibizionismo

Mi chiamo Marilena, ho trentasei anni e amo andare a camminare lungo i sentieri. Insieme a mio marito abbiamo un gruppo di amici con il quale svolgiamo quest'attività. Un giorno come un altro ci organizziamo e partiamo alla volta di una nuova meta. Un bel villaggio di montagna ci accoglie e dopo esserci sistemati nell'hotel io e Marco, uno dei nostri amici, decidiamo di fare una passeggiata lungo un sentiero molto semplice mentre mio marito e gli altri rimangono al villaggio. Dopo circa un'ora abbondante di camminata si fa l'ora di pranzo. La giornata soleggiata e il caldo di quel giorno invernale erano complici di un momento di fatica così, dopo aver trovato lungo il sentiero una cascina apparentemente abbandonata, decidiamo di entrarvi per rilassarci un po'. Da un momento all'altro le nuvole si addensano e dopo circa mezz'ora la pioggia inizia a cadere scrosciante. Io e Marco eravamo comunque riparati. Dopo dieci minuti di pioggia entrano nella cascina tre uomini dall'accento slavo: "Voi chi siete?" chiede uno di loro basso e molto in carne.
La sua espressione era contrariata ma Marco spiega la situazione. Gli altri due si mettono a sedere al tavolo, due energumeni pieni di muscoli che si vedevano da sotto le felpe. L'altro ci spiega che sono tre operai che lavorano in un luogo vicino e che vista la pioggia sono tornati alla cascina, che è di loro proprietà. Noi ci scusiamo, facciamo per andarcene ma non appena mi metto in piedi i tre mi squadrano come tre lupi davanti ad una preda: "Rimanete pure, sta piovendo" dice il tipo grassoccio.
Felici di essere stati ospitati rimaniamo e così condividiamo il pranzo. Uno dei bestioni tira fuori un paio di bottiglie di vino rosso, Marco è astemio ma lo "forzano" a bere con ironia e lui sta al gioco ma dopo dieci minuti si accascia sul divano e inizia a dormire.
"Tuo marito è proprio cotto" dice il tipo grassoccio rivolgendosi a me che, dopo tre bicchieri, ero alticcia anche io e stavo iniziando a provare caldo.
Un mio grande difetto è sempre stato quello di essere troppo spinta e diretta e che mi piace il gioco di provocazione, però non avevo fatto i conti con il momento: "Non è mio marito ma un amico. Questi uomini non reggono niente!" rispondo sarcastica.
I due energumeni si guardano e si mettono a ridere, poi dicono qualcosa nella loro lingua e il grassoccio mi versa un altro bicchiere: "Dimostralo".
Io, colta da una vampata di calore, accolgo la sfida e bevo tutto il bicchiere di vino in un colpo. La testa inizia a girare, per il caldo tolgo la giacca e la felpa mostra loro le mie linee: "Questa brunetta ha caldo" dice uno di loro avvicinandosi a me.
+Io sorrido maliziosamente e senza pensarci troppo rispondo: "Giusto un po'".
Il grassoccio si mette in piedi insieme all'altro e mi accerchiano: i due energumeni mi fissano mentre il terzo si abbassa i pantaloni e tira fuori un membro discretamente voluminoso, non me lo sarei mai aspettato: "Rinfrescati un po'" dice afferrando la coda di cavallo sulla mia testa e sbattendo il suo membro dritto in gola.
Io non oppongo resistenza, gli altri due abbassano i pantaloni e due enormi membri venosi vengono fuori pulsanti, tanto che spalanco gli occhi sbalordita. Uno di loro si porta dietro di me mentre lavoro di bocca sul tipo: c'era un letto nella stanza accanto e non curanti di Marco che dormiva beato mi sollevano di peso e mi portano lì. I due bestioni mi fermano le braccia e allargano le mie gambe strappando letteralmente via la tuta e le mutandine mentre il grassoccio si apposta davanti a me e mi penetra senza pensarci troppo: "Prima ci divertiamo io e te" dice facendo scivolare la lingue sulle labbra.
Mi da un colpo secco, poi un altro paio e allarga la mia vagina ormai allagata con fare diretto. Inizia a colpire profondamente mentre io afferro con le mani gli altri due e li pompo un po'. Ad ogni colpo lancio un gemito: "Ha un fisico perfetto questa troietta, per non parlare del viso" esclama il tipo sopra di me.
Ma non dura molto a lungo, forse per questo ha voluto fare per primo: dopo dieci minuti abbondanti mi afferra dai fianchi e inizia a penetrare con forza e rapidità: uno schizzo violento inonda il mio interno, lo sento e urlo di piacere, lui viene ancora mentre lo toglie fuori, mi allaga sul ventre piatto: "Ah... si! Ora gotedevela quanto volete".
Si ritira e mi lascia in pasto agli altri due che, in pochi istanti, strappando via il resto dei miei abiti denudandomi completamente. Uno si siede davanti a me e io mi ci piazzo sopra, quel grosso membro nervoso mi penetra e la sensazione è incredibile: "Ah!" urlo venendo già solo per la penetrazione.
Bagno ovunque sopra di lui che dopo la mia reazione mi afferra dalla nuca e mi fa inarcare infilandomi la sua lingua dritta in bocca. L'altro si piazza dietro e punta il suo enorme bastone di carne contro l'altro buco: "Piano ti prego!" imploro ma non c'è niente da fare.
Una botta secca mi apre completamente e una volta dentro iniziano a pomparmi con veemenza, sembravano due tori impazziti. Quello sotto mi afferra dai fianchi sfondando con un ritmo impressionante, sentivo la mia vagina aprirsi come un libro. Mi pompano per circa un'ora senza abbassare mai i ritmi, io vengo almeno tre volte, almeno quelle che ricordo finché non ho iniziato a non distinguere più l'orgasmo dalle penetrazioni violente. Si sono scambiati più volte la posizione, il mio sedere bruciava ma godevo come non mi era mai successo in tutta la mia vita. L'altro si era piazzato sul divano e giocava al cellulare e Marco, che potevo vederlo da uno specchio che dava sull'altra stanza, sdraiato di spalle muoveva la mano lentamente: lo beccai a masturbarsi.
Dopo un'altra ora abbondante il primo bestione cede e mi inonda dentro l'ano dopo avermi afferrata dai fianchi. L'altro mi spinge sul letto, allarga le gambe e si piazza sopra di me sfondando come un toro infuriato: "Ah!" io vengo violentemente e anche lui, dopo un minuto, si sdraia accanto a me e mi solleva una gamba penetrandomi di lato. Ad ogni colpo un orgasmo, ero in estasi. Dopo altri dieci minuti in quella meravigliosa posizione, le sue mani possenti che spremevano i miei seni e la sua lingua bramante che violentava il mio collo lasciando segni con i denti, esplode dentro di me lasciando dentro fino all'ultima goccia. Ero distrutta, sfondata, loro si rivestono, mi salutano e vanno via come se niente fosse. Rimango immobile circa cinque minuti grondante di sperma da ogni parte, sudata e soddisfatta. Ad un certo punto sento qualcuno salire sul letto, apro leggermente gli occhi e in quel momento Marco mi penetra timidamente: "Cosa fai?" gli chiedo.
"Ho sempre desiderato di scoparti ma ciò a cui ho assistito oggi va oltre ogni desiderio. Mi dispiace per tuo marito".
Io non rispondo, lo fisso e chiudo gli occhi, non sentivo nemmeno il suo pene, troppo piccolo per pareggiare le tre mazze che da poco mi avevano distrutta. Lui, in silenzio, mi da qualche botta e alla fine viene anche lui dentro di me e poco dopo si accascia con il viso sul mio seno. Inizia a leccarlo mentre con la mano spinge il suo sperma dentro alla mia vagina. Io sono rimasta in quel letto per tutto il pomeriggio, fino a sera e Marco, più volte, ha fatto del mio corpo ciò che voleva. Non dimenticherò mai quel giorno
scritto il
2024-02-16
4 . 5 K
visite
7
voti
valutazione
3
il tuo voto
Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.