Sperimentando
di
Rebecca pallida
genere
fisting
Questa volta una breve narrazione di qualcosa di diverso, un esperimento per così dire. Mi scuso per eventuali errori di battitura ma il telefono a volte scrive un po’ quello che vuole.
Come sempre per contatti rebeccapallida@libero.it
La vita era tornata alla normalità, solita routine, solite cose.
E andava bene così, c’è sempre qualcosa di rassicurante nell’abitudine. Un giorno in cui ero a casa da sola mi sono messa a girare online, fino ad arrivare ovviamente al porno. Ora, non sono una frequentatrice assidua di certi siti, ma ogni tanto ci sta, aiuta a trovare nuove cose, nuovi stimoli, e quella volta è stata una di queste. Come ormai sapete ho una certa predilezione per il sesso anale, anche in virtù dei miei giochi più estremi di cui avete letto, ma uno di quei video era un po’ diverso, c’era una ragazza bionda, anche piuttosto minuta, che si inseriva nell’ano un dildo di dimensione decisamente generose. Diciamo pure che la circonferenza era quella di una bottiglia d’acqua. Da un litro e mezzo. Cioè, avevo difficoltà a pensare che riuscisse davvero a prenderlo, e invece lo faceva anche con una certa agilità…con molto lubrificante naturalmente, ma senza sforzo. Nel video successivo una donna sulla quarantina, opportunamente posizionata e lubrificata, si faceva infilare una mano. Trovavo molto interessante la cosa, ma devo dire che mi spaventavano anche un po’, da un lato per il dolore ma anche per la possibilità di prolassi…non so, era quel misto di emozioni che, ormai lo so, precedono un’idea del cazzo, ma intanto, pur valutando i contro, mi stavo masturbando, quindi…
La sera, messa a letto la bambina, ne parlai con Stefano, andammo a cercare un po’ di video a tema (e scoprii che erano due categorie proprio diverse, non si smette mai di imparare), discutendo di cosa poteva essere fattibile e cosa no, cosa fosse interessante e cosa no, ma diciamo che la cosa gli interessava a quel che vedevo nei pantaloni…non perdi tempo, allungai la manina e tirai fuori tutto, nel video c’era una ragazza giovane ma decisamente prosperosa, credo sudamericana, opportunamente in posizione, che si faceva infilare lentamente una mano nel culo. Sentivo il cazzo gonfio e pieno, solido, e mi muovevo lentamente su e giù mentre sussurravo, baciavo, mordicchiavo…”pensa ci fossi io, pensa mentre mi entri dentro così, mentre mi apri il culo, ti muovi dentro di me…”poco dopo mi sono trovata la mano piena di qualcosa di caldo…l’ho portata alla bocca e ho cominciato a leccare…perché sapevo cosa sarebbe successo così…mi ha presa di peso, sdraiata sul divano, sollevato le gambe, tolti i pantaloni quel tanto che bastava e ha cominciato a penetrarmi furiosamente, il cazzo ancora (o forse di nuovo?) duro, cercando di non far rumore, ma mentre mi guardava leccare la mano come una gattina, pulendo una goccia alla volta…ognuno ha i suoi feticismi, e ormai sapevo bene cosa gli piacesse. Dopo un po’ non era solo la mia mano ad essere piena di sperma…
Passa qualche giorno, opportunamente una sera mando la pargola a dormire dai nonni e decidiamo di provare a vedere cosa si riesce a fare. Cominciare è stato un po’ strano, ci voleva un po’ tanta preparazione, e non eravamo esperti, inoltre era una cosa davvero poco spontanea, non è come cominciare a fare sesso, ma ero fiduciosa che la situazione si sarebbe scaldata a breve.
Mi sono messa sul letto a pecora, e ha cominciato a spalmarmi lubrificante in abbondanza, oltre naturalmente e metterselo anche sulla mano. Ha cominciato ad accarezzarmi, a giocare con l’ano, iniziava a diventare gradevole, ogni tanto un breve passaggio sul clitoride, poi è entrato con un dito, piano piano, muovendosi senza fretta, sapeva bene cosa fare fin qua e non c’era nessun problema. Poi stessa cosa con due dita, un pochino più di attenzione ma ancora tutto regolare, poi tre, che normalmente era il massimo a cui arrivavamo. Devo dire che ero molto eccitata, quel tipo di stimolazione mi piaceva molto, e poi davvero, dopo tanto tempo sapeva come prendermi. Molto lentamente, in una maniera da un lato esasperante ma che dall’altra creava quell’aspettativa che generava ancora più eccitazione, mise anche il mignolo.
Ormai mancava solo il pollice e far passare le nocche, cosa non facile, ma me ne fregava sempre meno, ero eccitata da morire, sentivo le sue dita, volevo venire, speravo che scendesse a toccarmi le labbra gonfie, il clitoride, qualsiasi cosa purché mi facesse avere un orgasmo. Ma in vece niente, piano piano, lentamente, con pazienza, continuava a spingere ed allargare un pochino di più ogni volta. Non mi faceva male, stava molto attento, avvertivo la presenza ingombrante, sentivo l’ano dilatarsi ma niente di effettivamente doloroso. Nel frattempo parlava, ora mi rassicurava, ora mi dicevo che ero la sua puttanella da culo, e tutto questo contribuiva ad eccitarmi e tenermi sul filo, ignorare il disagio e farlo continuare. Ricordo bene il momento in cui alla fine, dopo non so quanto, forse più di un’ora, è entrato. Avevo il viso sul lenzuolo, girato verso la porta, aprivo gli occhi solo ogni tanto un minimo, poi li richiudevo, concentrata su ben altro, inconsapevole di tutto quello che non era il mio culo. Quando infine riuscì a far passare tutta la mano fu una situazione davvero strana. Non fece male, ma mi sono sentita allargare a dismisura, letteralmente come qualcosa di elastico che cede per un attimo, arriva al massimo di quello che può per poi richiudersi sul suo polso. A quel punto sono impazzita. So che ho detto qualcosa, ma non sono bene consapevole di cosa, lo sentivo dentro di me, sentivo la sua mano che si muoveva lentamente, sentirlo da dentro in quel modo mi fece andare fuori di testa. L’unica cosa che ricordo è che gli ho detto, forse urlato, di segarsi mentre era dentro di me e di venirmi sul culo. Da dentro lo sentivo toccare verso la vagina, accarezzare le pareti interne, sfiorare punti mai toccati prima, e venivo continuamente, non riuscivo a smettere, un orgasmo continuo, devastante. Ho sentito vagamente lo sperma atterrarmi sul culo, ma mi sembrava una cosa lontana e marginale. Si è fermato, e pian piano anche i miei orgasmi hanno rallentato fino a smettere. Pian piano, con calma ma rapidamente nei punti critici, è uscito da dentro di me, molto più facilmente ovviamente di come sia entrato.
È stata un’esperienza che non abbiamo mai più ripetuto, bella, ma non così appassionante, o magari semplicemente non rispondeva a nessuna nostra fantasia duratura, ma mi ero tolta anche quella curiosità.
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