Ulteriori sviluppi…in tutti i sensi

di
genere
pissing

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Un inconveniente in cui si incorre raccontando fatti accaduti è che facilmente si saltano le parti del vissuto che si ritengono meno importanti, ordinarie, ma questo crea due problemi.
Il primo è che nessuna di queste parti è irrilevante, perché siamo tutti la somma di ogni giornata della nostra vita, quindi diventa difficile prescinderne senza compromettere l’integrità di ciò che si racconta. Il secondo è che non si riesce a trasmettere correttamente lo scorrere del tempo, sembra che tutto avvenga a poca distanza, ma non è quasi mai così. Accingendomi a raccontarvi le prossime evoluzioni della mia storia mi sono resa conto che rispetto all’ultimo capitolo erano cambiate molte cose. La nostra relazione era ormai avviata e stavamo assieme da qualche anno, entrambi ci eravamo laureati e Stefano aveva cambiato lavoro, non faceva più dei turni così complessi e pesanti, e avevamo cambiato casa. Ci eravamo spostati in una casa grande, anche troppo secondo lui, ma con un giardino spazioso e una bella vista sul mare. Io avevo finito l’apprendistato, avevo conseguito tutte le certificazioni che mi servivano e finalmente al lavoro ero autonoma dall’inizio alla fine.
In questo periodo naturalmente era andata avanti anche la nostra vita sessuale. Continuavamo a scopare ogni volta che era possibile, il sesso anale era nei nostri giochi praticamente da sempre, ma anche il pissing aveva preso un suo spazio. Se devo riflettere su questo, e su molto di quello che abbiamo messo in pratica nel tempo sul quel genere, mi viene difficile catalogarlo come sesso, anche se certamente ha sempre avuto una connotazione sessuale. Capisco che questo punto sia confuso, ma è anche al chiave per capire come si siano sviluppate poi le cose. Il nocciolo della questione era la condivisione, dopo il primo episodio che vi ho raccontato ce ne sono stati altri, sempre in cui era lui a praticarlo su di me, ed erano momenti in cui lui si abbandonava ad un gesto molto intimo, di cui spesso ci si vergogna, e lo faceva non solo davanti a me ma con me. Io, d’altra parte, ricevevo un prodotto del suo corpo, qualcosa di veramente suo. Spesso dietro queste cose ci sono rapporti di dominazione, di umiliazione, ma per non è mai stato più lontano, al contrario, se mai era un aprirsi all’altro.
Ricordo bene quando volle provare la prima volta a riceverlo. Ero entusiasta, avevo la conferma che la cosa gli piaceva, mi capiva, e voleva rendersi conto di cosa provassi io. Quando me lo disse eravamo seminudi, lui aveva addosso solo i boxer, io delle mutandine nere e una canottiera nera. Gli ho buttato le braccia al collo e l’ho baciato, lui ha cominciato a toccarmi come sa che mi diventa difficile resistere, io gli ho tirato giù le mutande e una cosa tira l’altra, poco dopo ero sopra di lui, con il suo cazzo saldamente piantato nel culo che saltellavo su e giù fino ad un orgasmo reciproco in cui mi ha riempito l’intestino di sperma. E questa cosa mi ha dato un’idea….ma era ancora presto. Insomma, la prima volta che volevamo invertire le parti ci siamo distratti, ma più tardi abbiamo provato, ed è stato un successo. Ora, sembrerà assurdo, ma per me la cosa più bella non è stata farla, ma la posizione. Lui era seduto nella vasca, io in piedi sopra di lui, leggermente accucciata, e lui che mi teneva le mani sotto il culo sorreggendomi. Ora, Stefano è grosso, è alto, non è grasso ma è robusto, muscoloso, ha fatto tantissimi anni di nuoto e pugilato, per capirci mi solleva senza nessun problema, e praticamente era quello che stava facendo. Sentivo le sue mani forti sotto di me, mi teneva su, era come affidarsi a lui e poi lasciarsi andare versandogli addosso qualcosa di prezioso, qualcosa solo per lui. Piacque anche a lui, e da lì continuammo a farlo quando capitava.
Vi sto raccontando diversi frammenti senza però un vero filo conduttore, mi dispiace se la cosa risulta noiosa, ma ora cercherò di arrivare a qualcosa. Consolidato il punto sui giochi bagnati, volevo trovare un modo molto soft di arrivare oltre, allo scat. Dovevo muovermi in punta di piedi, forse più per paura mia che per un giudizio suo, ma naturalmente la cosa mi innervosiva. Un piccolo seme arrivo per caso una sera, ero in bagno seduta sulla tazza quando entrò lui per farsi la barba “ah scusa” e fece per richiudere la porta “no tranquillo, vieni pure, se non da fastidio a te ovviamente…” mi diede uno sguardo che ancora oggi dopo tanti anni non so decifrare. Sempre se c’era qualcosa da decifrare e non fosse tutto nella mia testa. Era uno sguardo dolce, affettuoso, ma aveva forse capito qualcosa?era stato come un brevissimo bagliore nei suoi occhi…”no per me non c’è problema”. Così, molto semplicemente, feci la cacca davanti a lui, e la cosa non lo fece scappare inorridito. Certo, da lì a quello che sarebbe venuto il passo era ancora lungo, ma era un inizio.
Qualche settimana dopo arrivò San Valentino, e siccome noi cose normali mai, mi regalo un set infinito di vibratori di ogni tipo, manette, gagball e qualsiasi cosa vi potete aspettare di trovare in un sexy shop. Io gli avevo comprato una camicia, pensate un po che povera stronza….beh, non è che quella roba doveva restare nella scatola, quindi dopo cena cogliemmo l’occasione…una cena in cui in realtà avevo bevuto parecchio, devo essere onesta, quindi li qualche ricordo mi manca, ma altri sono abbastanza indelebili. Per esempio quando avevo un completino di victoria secrets ed ero inginocchiata davanti a lui e gli facevo un pompino mentre ero praticamente seduta su un grosso vibratore che mi martellava la vagina senza sosta facendomi gemere come una cagna, sbavavo, mi infilavo quel suo grosso cazzo fino in fondo alla gola, finché non diventavo rossa per il deficit di ossigeno e lo tiravo fuori per ricominciare a leccarlo e poi di nuovo in gola…oppure quando ero sopra di lui che mi scopava e un’altro vibratore era nel profondo del mio culo…questo in particolare cominciava stretto e si allargava man mano verso la base, e mi entrava dentro dilatandomi l’ano sempre di più, facendomi sentire piena da entrambi i lati, martellata senza sosta, inerme e oscena quasi costretta a godere di quella penetrazione multipla…e ho goduto, non mi vergono assolutamente a dirlo, ho goduto davvero tanto. La sua conclusione è stata quando ero a pecora, mi teneva per i capelli e mi ha letteralmente riempito la fica, le chiappe e le cosce di sperma, ne ha schizzato davvero tanto…e non ho restito, con una sguardo da puttanella ho allungato un dito, ne ho raccolto un po’, e ho leccato il dito guardandolo negli occhi…al che ha ricominciato a scoparmi, ma insomma, me l’ero cercata.
Passarono una quindicina di giorni scarsi, era una mattinata fredda, il cielo perfettamente blu, intenso, profondo, il vento gelido sferzava tagliente, e stavo malissimo, presi un antiemetico perché nonostante le mie condizioni dovevo finire una cosa al lavoro e non potevo assentarmi, ma una volta lì ogni mezz’ora ero in bagno. Dopo un po’ il mio capo mi guarda e mi dice “Re, aspetta un po’ qua che vado a prenderti una cosa in farmacia” torna dopo 10 minuti con un test di gravidanza “cazzo dici, ma va, è impossibile” “fallo e togliti il pensiero allora” andai in bagno…ed ero incinta.
scritto il
2024-10-08
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