La mia prima esperienza “sporca”

di
genere
pissing

Prima di cominciare devi avvisare il lettore che questo racconto contiene elementi di scat e pissing, quindi se non siete interessati non leggete oltre.

Tutto quello che leggere qui e nei mei prossimi racconti è accaduto realmente.

Per qualsiasi contatto scrivete a rebeccapallida@libero.it

Ero giovane, forse troppo, ma volevo fare esperienze.
Inutile girarci intorno, quello che mi aveva deviato erano i porno, o forse avevano solo tirato fuori un lato di me che prima o poi sarebbe uscito lo stesso. Avevo cominciato a guardarne da ragazzina, ma masturbarmi prima di cominciare ad avere rapporti con i ragazzi, ed ero andata sempre più a fondo nelle ricerche, prima rapporti a tre, orge, bdsm, e infine pissing e scat. Era come una droga, se mi bastava un certo livello per eccitarmi dopo qualche mese dovevo alzare l’asticella per avere la stessa eccitazione, probabilmente era una forma di dipendenza. Ogni tanto mi dedicavo a qualche chat con uomini o donne, ma diciamo che oltre scambiarsi fantasie e qualche foto non incontravo mai nessuno, era solo un passatempo per riempire un’oretta e magari masturbarsi se la cosa si faceva interessante, ma normalmente non si trovava granché. Una volta però mi misi a chattare con un uomo, circa 35 anni, quindi ben più grande di me, con delle idee interessanti. Sinceramente mi faceva un po’ paura l’idea, ma forse incontrandolo avrei potuto sperimentare alcune cose su cui mi ero masturbata per parecchio tempo. Lui non mi sembrava particolarmente interessante, uno come mille altri, non avevo visto nemmeno una sua foto, mi interessavano solo le pratiche che proponeva. Presi coraggio e fissammo un appuntamento per un caffè in un bar del centro, volevo essere in mezzo alla gente, e gli dissi chiaramente che, se anche l’incontro fosse andato bene, non so se ci saremmo spinti oltre. Da parte sua devi dire che non c’erano particolari problemi o pressioni, ripeto non aveva nulla di speciale che mi avesse colpito oltre i giochi che gli piacevano, ma non mi pareva nemmeno un elemento da evitare. Per quell’evento indossai un vestitino azzurro con dei piccoli ricami rossi, lungo fin poco sopra il ginocchio, un tanga bianco, e nessun reggiseno. Avevo una terza piena, anche sfidava la gravità con l’arroganza della gioventù, non volevo nasconderla in nessun modo. Lasciai i lunghi capelli biondi sciolti, solo un filo di trucco attorno agli occhi azzurri, scarpette estive con un po’ di tacco e andai. Arrivai al bar prima io, mi sedetti e ordinai uno spritz. Passati 10 minuti cominciai a chiedermi se restare o andarmene, quando arrivò. Come lo immaginavo, sui 35 più o meno, uno qualsiasi, carino ma non un fico, comincia a righe bianca e azzurra pantaloni beige, banale, un rigurgito da ufficio. Ci stringiamo la mano, ciao piacere Rebecca, ciao sono Daniele. Banale, ovvio, ma comunque banale. L’inizio è imbarazzante, bisogna rompere il ghiaccio, si impegna per farlo ma parla di cose che non mi interessano, il suo lavoro, i suoi hobby…l’unico motivo per cui sono qui è ben altro. In un momento di quel silenzio pesante che contraddistingue queste cose gli dico semplicemente “ho fatto come dicevamo, inizia a diventare difficile”. Non se lo aspettava forse, resta un attimo sorpreso. “Da quanto tempo…” lo dice piano, quasi spaventato o sorpreso, forse non pensava volessi andare fino in fondo, forse credeva cercassi solo una scopata. Un po’ mi spazientii, risposi di botto “due giorni, se stiamo qua a discutere chissà quanto potrebbe diventare un problema. Sei convinto di quello di cui abbiamo parlato?” Oggettivamente iniziavo ad avere qualche problema, erano due giorni che non cagavo apposta, aspettando questo momento. Ero letteralmente ripiena di merda in vista di questo incontro. La cosa mi eccitava, mi faceva sentire sporca, perversa, malata.
Lui fece un cenno di assenso, probabilmente era stupito dalla mia irruenza, diciamo anche dalla mia maleducazione, non se lo aspettava contando la mia età. Per me forse, col senno di poi, era un modo di sentirmi grande, di porno in qualche maniera a condizione della situazione.
Abitava lì vicino, facemmo due passi a piedi per arrivare al portone, palazzo anonimo, dignitoso ma insignificante, come lui. Quello che avrebbe dovuto essere significativo sarebbe dovuta essere l’esperienza, speravo davvero non fosse un cazzaro e avesse contezza di quello che stavamo facendo. Io l’avevo, eccome, ma se si fosse dimostrato un segaiolo inconcludente non sapevo se avrei mai avuto il coraggio di riprovare. Arriviamo al suo appartamento, normale e banale come il resto, ma almeno era ordinato e pulito. A questo punto non sapevo come cominciare la cosa, ovviamente non mi era mai successo prima, e mi pareva che lui non fosse messo molto meglio. Propone qualcosa da bere, buona idea, apre due birre, parliamo un po’, altre sue birre, comincio a rilassarmi un po’…forse più di un po’. Scherziamo, ridiamo, gli dico di mettere su un po’ di musica, poi lo faccio sedere sul divano. Mi metto davanti a lui, comincio a ballare, sollevo l’orlo del vestito, gli lascio intravedere le gambe, le mutandine, il culo…è eccitato, lo vedo, non dice niente ma è chiaro. Gli faccio un cenno con un dito e lui slaccia i pantaloni tarandoselo fuori, è piuttosto grosso, massiccio, e durissimo. Tiro giù la cerniera del vestito e lo lascio cadere, resto con solo le mutandine, sono praticamente nuda davanti ad estraneo. È strano, non ho paura, non mi vergogno, anzi, mi sento bella, avverto il potere che sto esercitando su di lui, è una sensazione esaltante. Mi fissa le tette, bianche, sode, alte, i capezzoli color corallo sono piccoli e turgidi. Sfilo le mutandine, sotto sono perfettamente depilata, liscia come l’olio, e bagnata, mi accorgo che lo sono anche le mutandine. Mi avvicino, in piedi davanti a lui, ferma, lui si sporge in avanti, con le mani mi abbraccia il culo, sono grandi, mi piace la sensazione, mi palpeggia, mi accarezza le chiappe, mi bacia le tette, si ferma brevemente a succhiare e mordicchiare i capezzoli, è stimolante, ma so che non è quello che gli interessa, e tutto sommato neppure a me. Scende e comincia a baciarmi il pancino bianco, teso, accaldato. Si ferma lì, lo sento indugiare sull’ombelico, infilarci la lingua, scendere leggermente sull’inguine, risalire. Vuole quello, vuole ciò che contiene, e io voglio darglielo. Lo faccio alzare, si spoglia, mi metto sul divano a pecora, se già cosa deve fare, ne abbiamo parlato, è già tutto organizzato. Ho un brivido di anticipazione, Dio mio mi sembra incredibile, lo sto facendo, sto trasformando in realtà una delle fantasie più perverse e sporche, e la cosa mi eccita da morire, sento la fica gocciolare, pulsare, ma non mi interessa, non voglio manco sfiorarla, oggi non tocca a lei. Sento il suo cazzo che si appoggia al mio buchino, ma lo sto stringendo, non riesce ad entrare. “Devi rilassarti, o non si riesce” “se lo rilasso cago” “non ti preoccupare, non c’è niente di male, è naturale, non aver paura, pensa solo divertirti”. Lo dice in modo rassicurante, mi fa sentire a mio agio, devo dire che in realtà non è male. Mi fido, rilasso l’ano, sento qualcosa da dentro avvicinarsi ma lui è già lì, spinge dolcemente, mi allarga, entra, lo sento, mi sento dilatare, aprire, c’è una punta di dolore ma mi piace mi fa sentire presa, posseduta. Entra un pochino e mi accorgo che spinge dentro il contenuto del mio intestino. La merda, voglio chiamarla con il suo nome, volgare, reale. Perché oggi sono qui a farmi inculare da uno sconosciuto perché quello che voglio davvero è giocare con la merda. Ad ogni colpo la spinge, questa cosa mi fa impazzire, mi stimola a spingere, sento l’ano allargarsi e stringersi godo, godo da morire, ci sto davvero uscendo di testa. “Cazzo si, mi fai scappare da cagare ma me la spingi dentro, cazzo dai, mi fai godere” “si puttanella prendilo, fatti scopare quel culo pieno di merda, ti stai inculando con la merda, la senti?” “Cazzo si fammela sentire ancora godo, vengo, vengo dalla fica, mi fai venireeeee” e con urlo ho sentito la fica pulsare, poi esplodere in un orgasmo immenso, spruzzando liquidi ovunque, non mi importava, godevo da impazzire, è stato uno degli orgasmi più intesi della mia vita e il primo di quel genere. Lui si ferma, fa per uscire lentamente, lo fermo “se esci non riuscirò a tenerla” “non preoccuparti, lasciati andare”
Esce da dentro di me, esce dal mio culo, dal mio intestino, e non mi trattengo, non potrei manco volendo, spingo fuori un grosso stronzo, duro, solido, non so dove cada, non so niente, sono sconvolta, le gambe mi tremano visibilmente, non riesco a scrollarmi di dosso quell’orgasmo travolgente. Sento l’odore, acre, amaro, fa schifo al tempo stesso mi eccita e mi tranquillizza, c’è qualcosa di infantile e di erotico assieme, non so come descriverlo. Mi giro, a stento, sono davanti a lui, ha il cazzo durissimo e sporco di merda, della mia merda. Non penso neppure, allungo una mano, lo tocco, mi sporco, la sento tra le dita, comincio a segarlo, mi avvicino, vorrei succhiarlo ma non ci riesco, l’odore nonostante tutto mi ferma, scoprirò anni dopo che servono alcuni accorgimenti ma in quel momento non riesco, ma non è un problema, basta poco e lui sborra, ne fa tantissima, mi sborra sulle tette, sullo stomaco, in faccia, sono piena del suo sperma, coperta, mi piace. Su questo non avevo fantasticato molto ma è stato un altro seme per il futuro. Ora c’era l’ultima cosa che volevo provare, non serviva più parlare, mi sono alzata, nuda, coperta di sperma, sporca di merda, giovane, bellissima, e sono andata verso la doccia, mi sono inginocchiata dentro e ho aspettato. Non poi molto in realtà, pochi secondi dopo ha cominciato a pisciarmi addosso, sentivo il suo getto caldo su di me, sul corpo, sul viso, mi ripuliva dallo sperma, poi mi sono girata, mi ha pisciato sul culo, sentivo i residui di merda cadere sotto la pressione, istintivamente ho allargato le chiappe con le mani, e mi sono fatta pisciare nel culo, sentivo il liquidò caldo entrare, un clistere di urina. Ha finito, mi sono accucciata e ho spinto tutto fuori. Poi con un sorriso mi sono alzata e ho aperto l’acqua per lavarmi, chiudendo la giornata più eccitante e appagante della mia vita fino a quel momento, e quella che avrebbe cambiato tutto il mio futuro.
scritto il
2024-10-01
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