La vacanza

di
genere
etero

Mi scuso in anticipo, questo racconto è stato scritto molto al volo, forse non sarà al livello di alcuni precedenti.

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In questo momento sono sdraiata sul divano, sto ascoltando lana del rey, e non so esattamente cosa scrivere.
Dopo l’ultimo episodio che vi ho raccontato sono successe diverse cose, ma niente che abbia a che fare con il sesso. Il mio datore di lavoro è andato in pensione, così ho rilevato l’attività. Non è stata una scelta facile, chi lavora in proprio sa di cosa parlo, mi ci è voluto un mutuo, ma alla fine ha avuto senso visto che ormai sono avviata e sta andando abbastanza bene. Ovviamente nel corso di tutto questo ho anche partorito, e vorrei mandare un messaggio a quelle che raccontano quanto il parto sia un’esperienza meravigliosa…andate a fare in culo, non c’è proprio niente di meraviglioso nel farsi aprire per far uscire quella piccola cosa urlante, fa un male del cazzo.
Ovviamente anche il periodo successivo non è stato facile, un neonato richiede attenzioni 24 ore su 24, ma devo dire che mia figlia era tranquilla, mangiava e dormiva, sono stata fortunata da quel punto di vista.
Devo anche dire che avevo molto aiuto, Stefano si sbatteva un sacco e anche i nostri genitori ci davano una mano ogni volta che potevano.
In quel periodo il sesso era fuori discussione, là sotto la guarigione era lenta e almeno all’inizio piuttosto dolorosa, ero sempre stanchissima, le tette mi facevano male quasi continuamente e spesso avevo il piccolo mostro attaccato, di scopare non se ne parlava proprio, al massimo una sega ogni tanto giusto per non essere troppo stronza.
Una sera di aprile ero veramente distrutta, la bimba aveva fatto casino tutto il giorno, avevo ancora un milione di cose da fare, ero preoccupata per il lavoro e mi sentivo davvero sull’orlo del crollo. Finalmente si era addormentata, io ero seduta in cucina, riuscivo solo a piangere. Stefano è tornato dal lavoro, non mi ha detto niente, mi ha solo abbracciata, e ho continuato a piangere stringendolo. Quando mi sono un po’ calmata ha tirato fuori dalla tasca una busta, dentro c’erano due biglietti per la Scozia e le prenotazioni degli alberghi. Sono stata in bilinco per un attimo, da una parte era la fuga da tutto che ci voleva, anche se per poco, dall’altra parte avevo così tanto da fare che di certo non potevo allontanarmi. Poi decisi semplicemente di godermi una cosa bella e lo baciai.
Il momento di partire arrivò in fretta, lasciammo la bimba dai miei e separarmene fu difficile, aereo per Londra e poi per Edimburgo.
Se ci siete stati non serve che ve la descriva, se non ci siete stati andateci, descrivervela non servirebbe. L’albergo era carino, niente di esagerato ma nella parte più storica della città, di fianco c’era un pub dove abbiamo cenato, e devo dire anche bevuto parecchio, non toccavo alcol da quando avevo scoperto di essere incinta e quella sera ho recuperato, una Guinness dopo l’altra. E no, niente giochi bagnati, mi ha portato in camera quasi in braccio e mi sono addormentata come un sasso.
Abbiamo girato la città per un paio di giorni, poi abbiamo affittato un’auto e siamo andati verso nord, sul lago di loch ness. Qui aveva preso una stanza in un carinissimo albergo vittoriano, ricordo un pomeriggio a bere the e mangiare scones in un adorabile salotto, davanti ad un’immensa vetrata sul lago. Finalmente mi stavo rilassando, e pian piano riaffioravano certi desideri. Più tardi siamo tornati in camera, la seconda parte del programma riguardava la vasca idromassaggio. Ho un debole per quell’aggeggio, ci passerei ore…così una volta riempita ci siamo spogliati e siamo entrati. Era rilassante, finalmente un po’ di pace…e naturalmente dopo un po’ ho cominciato a trovarmi mani dappertutto, ma questa volta erano attenzioni apprezzate. Ci volle poco a scaldare la situazione, e fu tanto erotico quanto tenero, mi mancava la nostra intimità, la condivisione sul piano più concreto, avevo quasi dimenticato come mi facesse sentire. Avevo tante idee, ma non potevo esagerare, non ero a casa mia, non potevo rischiare di sporcare. Lo feci alzare e girare, iniziai a massaggiare i testicoli da dietro, poi la base del pene, fece per girarsi ma lo bloccai, lo volevo così. Ho cominciato a massaggiargli il culo, poi, dolcemente, ad allargare e sfiorare l’ano, finché non ho cominciato a baciarglielo, leccando, infilando la lingua, lentamente, con cura, con amore, come una gattina. Sapevo bene cosa volevo, ma non si poteva fare. Lui intanto apprezzava visibilmente…e molto, avevamo trovato un nuovo giochino da aggiungere alla lista. Ma non volevo che finisse tutto così, avevo in mente un’altra cosa, mi girai, a pecora, appoggiata al bordo della vasca, e cominciò a scoparmi con foga, le tette sbattevano contro la vasca ma non mi importava, era davvero d’acciaio, duro, grande, energico. Ebbi un’orgasmo poco dopo, fu bellissimo dopo tutto quel tempo. Immediatamente dopo venne anche lui, lo sentii inondarmi la fica, farcirmi il ventre, calda, appiccicosa…appena uscì da dentro di me sollevai il bacino, misi una mano sotto e cercai di spingere fuori tutto, la sentii colare sulla mano, spinsi finché sentivo che c’era qualcosa, spremendola fuori come da un tubetto di dentifricio. Quando non ci fu più nulla mi girai, e guardandolo negli occhi la leccai dalla mano, lentamente e deliberatamente come poco prima gli avevo leccato il culo.
Finalmente ero in vacanza
scritto il
2024-10-25
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