Andando avanti con le esperienze

di
genere
pissing

Devo avvisare i lettori che questo racconto contiene elementi di scat che alcuni possono trovare disturbanti, se siete tra questi non leggete oltre.

Per contatti come sempre rebeccapallida@libero.it


Quella prima esperienza fu liberatoria.
Dopo ne parlammo, e raccontai tutto, quasi piangevo dall’emozione, mi vergognavo un po’, ma finalmente potevo condividere questa cosa con lui. Da parte sua non lo turbava, se la cosa mi eccitava così tanto andava bene anche per lui, non gli faceva schifo, ci voleva qualche accorgimento logistico naturalmente, ma perché non provare?
Ok, sicuramente mi ero levata un grosso peso, la cosa era elettrizzante, ma…come andare avanti?insomma, era una cosa da organizzare, non ci si poteva più di tanto lasciar prendere dagli eventi, ma come deciderla?tesoro stasera va bene se ti cago addosso?no, non mi sembrava il massimo…non ero certa, ma avrei riconosciuto un’occasione quando sarebbe arrivata. E arrivò circa 20 giorni dopo. Stefano era fuori città per lavoro, cosa che già odiava normalmente, ancora di più da quando ero incinta, ma quella volta non aveva potuto evitare, parlavamo di una sola notte…e avevo in mente di non fargli sentire la mia mancanza.
Avevo preparato tutto, cavalletto, telo di nylon sul letto, poi mi ero preparata io. In quel periodo era tornata al mio biondo naturale perché non potevo tingermi per via della gravidanza, per l’occasione avevo scelto un baby-doll rosso e nero, si vedeva un po’ il pancino ma ancora non granché, autoreggenti, mutandine di pizzo trasparenti, praticamente inesistenti. avevo fatto un po’ fatica ad entrare nel baby-doll per via delle tette, gli ormoni avevano già cominciato ad ingrossarle, e devo dire che erano davvero notevoli, probabilmente non ho mai avuto delle tette belle come in quel periodo, ma stavano a mala pena nelle coppe. Beh, non che questo fosse un male in realtà.
Avevo detto a Stefano di chiamarmi appena fosse arrivato in camera in hotel e si fosse sistemato, lo ha fatto, e gli ho detto che lo avrei videochiamato tra qualche minuto (mi sono assicurata che fosse solo, se ci fossero stati dei suoi colleghi…diciamo che sarebbe stato imbarazzante).
Sistemo il pad sul cavalletto e lo chiamo…non se lo aspettava, ma devo dire che era piacevolmente colpito.
Ora, forse quelli di voi con il cromosoma xy non capiranno, ma le signore (se ce ne sono, e se ci siete fatevi vive!) che leggono sanno di cosa parlo. A volte a noi donne piace lanciarci in questo tipo di cose per diversi motivi, il primo è il semplice sentirci belle, sarà sbagliato ma la società ci condiziona su questo aspetto che lo vogliamo o no, quindi ogni tanto fa bene autostima, il secondo è certamente un po’ di esibizionismo, che se praticato in modo sicuro lontano da sguardi indiscreti (so che sembra un controsenso, ma se ci ragionate non lo è, tutte le pratiche di natura sessuale hanno un target preciso) è sempre divertente in una coppia, ma per ultimo è proprio la distanza il fattore determinante. Poter fare questo senza essere interrotta, senza interazione, con il partner che può guardare, può toccarsi, ma nient’altro, è una forma di potere sottile che non abbiamo molte occasioni di esercitare.
Comunque, lasciamo perdere la psicologia da quattro soldi e torniamo alla parte che vi interessa. Ho cominciato a succhiare e leccare prima il mio dito, poi un vibratore, ho slacciato il baby doll, ho giocato con le tette, con i capezzoli, piccoli e color corallo, li ho stimolati con le dita, con la punta delle unghie, con il vibratore, con la lingua. Sentivo ogni tocco, la pelle era iper reattiva, guardavo Stefano masturbarsi energicamente, sapevo di essere la fonte della sua erezione, e questo mi eccitava, creava un ciclo infinito.
Poi mi sono messa a pecora, con le gambe chiuse, il culo bene in aria (gli ormoni avevo ingrossato un po’ anche quello, ma in quel momento non mi pareva che il mio fidanzato avesse qualcosa da dire a riguardo), ho sfilato le mutandine, giù tra le natiche, lungo le autoreggenti sulle cosce, sotto le ginocchia e poi fatte cadere con un gesto del piede.
Mi sono toccata con le dita il culo, l’ano, ho indugiato su ogni dettaglio, senza fretta, poi un po’ più giù, sulle grandi labbra, il clitoride, poi leggermente dentro, dove era caldo e umido, accogliente…
Poi mi sono girata di nuovo di fronte al pad, seduta, gambe aperte, appoggiata sulle mani bacino sporto in avanti…e ho spinto, piano, volevo che si vedesse tutto, volevo che l’uomo che amo vedesse il mio culo allargarsi, ammorbidirsi, e spingere fuori quello che conteneva. Mentre scrivo vengo colta da una certa reticenza, ma mi sono ripromessa di chiamare le cose con il loro, quindi facciamolo, volevo che mi vedesse spingere fuori della merda, volevo che mi vedesse cagare, sul nostro letto, in camera nostra, volevo farlo per lui e perché mi eccitava da morire, mentre lo facevo, mentre lo guardavo osservarmi rapito e masturbarsi mentre mi vedeva cagare, ero diventata un lago.
Ne ho preso un pochino con la punta delle dita, non era molta in realtà, e l’ho spalmata sui polpastrelli. Era la prima volta che lo facevo, era una sensazione particolare, era poca, giusto da sporcare le dita, e seccava presto, la guardavo, ci giocavo, affascinata, le labbra semiaperte per l’eccitazione, rapita da quell’esperienza nuova, in maniera tanto perversa quanto un po’ infantile.
Ne presi di più, e cominciai a spalmarmela addosso. Per anni mi ero masturbata pensandoci, e ora lo stavo facendo, me la passavo sulle tettone, bianche, grosse, pesanti, sui capezzoli, sullo stomaco, non scesi troppo in basso per non entrare in contatto con le mucose della vagina, ma non serviva, ero estatica. Ero nuda, eccitata, letteralmente coperta di merda, era un’emozione fortissima, ogni tanto guardavo Stefano che si masturbava, forse era già venuto una volta ma continuava a segarsi…presi il vibratore e me lo appoggiai sul clitoride, meno di un minuto dopo ho avuto un orgasmo fortissimo, sentivo i muscoli contrarsi, quasi mi contorcevo dal piacere…nel frattempo, vedendomi così, completamente sopraffatta dall’orgasmo, era venuto di nuovo anche Stefano.
Ci siamo guardati attraverso lo schermo, il tempo di uno sguardo complice, un bacio e la buonanotte, e ho staccato.

scritto il
2024-10-22
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