Il Sellaio. L'incontro.
di
Tibet
genere
pulp
(9) Virad.
E' ormai sera tardi quando entra dal Sellaio. Buio fuori e buio dentro.
Lui la sta attendendo.
Interessante un uomo che attende così.
Senza fretta, al buio completo e che sembra godere dell'attesa stessa.
Titubante? Smaniosa?
Non è nella sua natura. E' solo curiosa, vuole vedere come lui vorrà condurre il gioco.
Per un po' intende lasciarlo fare, magari lui riuscirà a sorprenderla. Un uomo che abbia qualcosa di diverso? Ne dubita.
Il Sellaio si alza per accoglierla, le da brevemente la mano poi la conduce attraverso una porta in un locale interamente rivestito di quercia norica.
La porta ad un tavolo, la fa accomodare su di una poltrona rivestita di cuoio. Lei gode della sensazione di contatto con la superficie liscia.
Lui siede dall'altra parte.
C'è una lampada posta su un mobile poco lontano che illumina scarsamente l'ambiente.
-Una cosa mi ha disturbato. Che tu abbia rovinato la borsa...-
-E' solo un oggetto. -
-E' vero. Ma ha dietro di sé l'opera di qualche valido artigiano, come sei riuscita a rovinarla?-
-Il ferro da stiro, vuoi che giochiamo a carte scoperte? Niente scaramucce?-
-A questo punto...-
-Mi dai la chiavetta?-
Lui la pone sul piano del tavolo.
-Me la dai senza contropartita?-
-Vedremo. Puoi prenderla. A quest'ora prendo un bicchiere di assenzio, mi fai compagnia, Virad? Naturalmente non è il tuo vero nome, giusto?-
-Assenzio! L'Absinthe... la feè vert, un nostalgico del periodo oscuro di Rimbaud, Sellaio?-
-No. Più banalmente una abitudine presa a Praga. Sei mai stata a Praga, Virad? Certo che si, immagino che tu sappia anche il ceco; jak se jmenuješ ... krásná žena?-
-E' sempre Virad. Sei un uomo interessante Sellaio, berrò con te.-
-Il bicchiere della pace, Virad? Io lo bevo backdraft, conosci?-
-No... mai sentito.-
-Guardami.-
Il Sellaio prende due bicchieri da shot da una scansia e una bottiglia pesante, elaborata, mostra una testa di drago in rilievo.
-Non riempio del tutto i bicchieri, verso l'assenzio per i suoi quattro quinti, questo è particolare, lo faccio distillare per me, supera abbondantemente i settanta gradi-
Ora il Sellaio prende un lungo fiammifero, lo accende e con quello da fuoco al liquido.
-Non si deve aspettare troppo, ma il giusto. Brucia l'alcol ma cambia il sapore se lo si fa bruciare troppo, ancora un attimo. Sai naturalmente che l'assenzio abbrutiva la mente ma questo era la conseguenza del laudano che aggiungevano, non dell'assenzio che è un vero rimedio universale, ora spengo. Mettendo i palmi delle due mani sopra i bicchieri, posandoli sopra si toglie l'aria e il fuoco di spegne.-
Lui lascia a lungo le mani sopra la fiamma viva.
La guarda. Vuole che lei veda.
I suoi occhi grigio-azzurri riflettono i bagliori delle due fiamme. Non mostra nessun segno di sofferenza, poi appoggia completamente le mani e le spegne.
Ne prende uno e glielo porge.
-Brucia... scotta tremendamente, attenta Virad.-
Poi alza il bicchiere e si rivolge verso di lei.
-Skål... Virad!-
-Skål... Sellaio.-
Virad allunga le mani sul piano lucido del tavolo, ne prende una di lui, una mano grande, bellissima, la gira per vedere il palmo. C'è il segno rosso di una ustione, ma lui non mostra nessun tipo di sofferenza.
Ora Virad ha paura.
Capisce.
Chi è davvero il Sellaio?
Cerca di riprendere lucidità, di riuscire a giocare ancora la partita, chiede...
-Berserker?-
Il Sellaio non risponde, chiede invece:
-I diari non sono completi, vero? Mancano delle foto, le ultime... giusto? Sono davvero morti? Tutti?-
-Si, sono morti, meritavano la morte...-
-E' tutto relativo. Forse meritavano di morire anche le donne...-
Poi...
-Vuoi giocare, Virad? Iniziamo. Dimmi, lo scopo era arrivare a me?-
-Si... al capo del filo...-
Virad pensa intanto intensamente, il gioco è variato, ora è lei in difficoltà, pensa al Gambetto di Donna, cosa può sacrificare?
-Bene, mi sento sopravvalutato. Parliamo del primo caso, Virad.
Gli infedeli. Era Carcassonne? Zugwang? Gli albigesi?-
-Era Montsegur... Sellaio. Loro erano infedeli quanto i Catari, gli Albigesi, perseguitati dagli stessi cristiani.
Li ho evirati, i loro grossi cazzi circoncisi spruzzavano sangue come delle manichette antincendio. Ho goduto molto nell'ucciderli. Zugwang: è l'essere obbligati a continuare, fino alla fine, essere costretti a... finire.-
-Capito. I corpi?-
-Sono ancora lì. In una cripta di una casa disabitata-
-E il dolore Vidar? Il tuo? La resistenza alle sofferenze delle torture? Godevi?-
-Berserkir, Sellaio.-
-Chi erano le donne?-
-Una sola in quel caso...-
-Amica, amante? Anche le altre vittime?-
-Si...-
-Dovevi avere un harem...-
-Meglio definirla una Unità, c'era subordinazione, posso farti io una domanda, Sellaio?-
-Aspetta, mi sfugge una cosa, perchè frequentavano quegli uomini?-
-Erano uomini noti per il loro odio verso di noi, noi donne.-
-E tu le hai mandate al macello, ma non sono morte tutte, vero? Su chiedi.-
-Fai sesso... Sellaio?-
-Perchè Virad?-
-Sono eccitata. Tregua, Sellaio?-
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