Philippe Jarvis, Barone di Pontsurgrave. Il mistero della cantina.
di
Tibet
genere
etero
Era un uomo sfatto quello che raggiunse il proprio letto! Mathilde era una donna impegnativa nel sesso, Philippe sperava solo di farcela! Crollò e si svegliò all'arrivo in camera di Firmino che al solito… aprì le imposte e iniziò a parlare...
-Si alzi Barone, è una magnifica giornata... -
-Si si... ma ora stai zitto! La tua voce mi sta straziando le orecchie!
-Ma lo sa Barone che questa magnifica residenza, insomma il castello non ha un vero maggiordomo?-
-Non metterti in testa cose assurde, tu sei al mio servizio per grazia divina e nulla cambierà, il Castello di Boschvillers con o senza maggiordomo... non mi interessa!-
-Vostra Grazia è atteso, prego si prepari, farà colazione con Sua Altezza la Principessa nel suo boudoir su... faccia presto. A proposito... oggi a pranzo Cècile e io rivaluteremo un antico piatto medievale, ah... che donna interessante! Mai avrei immaginato di pensare così bene di una femmina! Pensi... Barone! Un “pourcelet farci”! Ah... quella donna! Un piatto del tredicesimo secolo! Non è incredibile? Le dico la ricetta originale, Barone?
“Le pourcelet tué et acouré par la gorge soit eschaudé en eaue boulant, puis pelé: puis prenez de la char meigre de porc, et ostez le gras et les issues du pourcelet et mettez cuire en l'eaue, et prenez vint œufs et les cuisiez durs, et des chastaingnes cuites en l'eaue et pelées: puis prenez les moyeux des oeufs, chastaingnes, fin fromage vieil...» -
-Si... si, incredibile! E io che sto a sentire le tue sciocchezze!-
-Si sbrighi prego, che io devo andare in cucina!-
L'interesse della coppia, Mathilde e Philippe, era duplice, il più importante? Scoparsi... prendere piacere da loro stessi, stare assieme il più possibile, l'altro? La cantina ovviamente e scoprire se poteva essere come pensava Mathilde a proposito del sigillare il luogo per amore di Bernard Gargantua nei confronti del ragazzo. Per prima cosa, dopo il porcelletto farcito pensarono bene di dar atto a quella specie di violenza anale che desiderava lei! Cosa che avvenne con gran soddisfazione e piacere di entrambi! Poi muniti di due lampade si inoltrarono nuovamente nei sotterranei per un esame più approfondito, contarono ben 362 bottiglie sistemate sullo scaffale, ed ognuna fece sospirare Philippe! Mai avrebbe immaginato di poterle vedere e toccare! Sembrava una processione, lui si fermava a mirare i vini e Mathilde si fermava appresso, sempre al suo fianco, con la scusa premeva il seno sul braccio mentre lui sfoggiava la sua immensa cultura enologica, era veramente enciclopedico relativamente ai vini!
-Guarda Mathilde! Uno Château Lafite del 1787! Sai con che soprannome è famoso? Come “l’aceto del miliardario”, questa bottiglia leggendaria era uno dei vini posseduti dall'ex Presidente degli Stati Uniti, Thomas Jefferson. L’editore Malcolm Forbes acquistò la bottiglia nel 1985 all'asta di Londra. Anche se non siamo del tutto sicuri che questa sia appartenuta davvero al Presidente, le iniziali “THJ” incise sul vetro della bottiglia non hanno fatto altro che incrementare le congetture! Oggi la bottiglia fa parte della collezione Forbes di New York.-
Nessuno dei due considerava il valore immenso dei vini che esaminavano! Philippe perché preso dalla passione di ricercatore e studioso e Mathilde perché già ne possedeva di vini di valore nell’altra cantina e poi? Era comunque ricchissima, una delle donne più ricche d'Europa!
-Philippe... voglio chiederti una cosa… mi accompagnerai domani? Vorrei portarti in un luogo speciale, ci andremo a cavallo e porteremo con noi il pranzo, ti prego, dimmi di sì! E' importante per me! Ti prego... ti prego...!-
-Ma certo che si! Non amo molto cavalcare ma… so stare in sella! Possibilmente vorrei una femmina però... sono più tranquille.-
-Va bene... allora alle undici ci incontreremo alle stalle...-
-Incredibile Mathilde! Uno Champagne Heidsieck & Co Monopole “Daimant Bleu” del 1907! Chiamato il “naufragato”, ha un valore storico straordinario e ciò lo rende uno dei più costosi del suo genere. Nel 1958, due mila bottiglie vennero recuperate da una nave colpita da un sottomarino tedesco durante la Prima guerra mondiale. Il valore è in gran parte dovuto alla sua originalità e per questo è considerato un grande oggetto nelle aste di tutto il mondo. Una bottiglia è stata venduta all'asta di Mosca per una cifra di oltre 224.000 dollari, rendendolo uno, se non il più costoso, champagne mai venduto.-
-Philippe... adesso che mi hai detto del ritrovamento del sottomarino affondato… mi sono ricordata cosa raccontava la servitù quando io ero bambina e al Castello c’erano ancora i lavoranti che avevano prestato le loro attenzioni a mio zio quand’era in vita!-
-Raccontami dai… voglio risolvere questo mistero!-
-Da piccola mi capitava di ascoltare i pettegolezzi della servitù… sai come sono gli adulti, credono sempre che le orecchie dei bambini non sentano e invece… pare che il ragazzo di cui era innamorato mio zio, Bernard Gargantua fosse giovanissimo, figlio di un pastore protestante della Vandea, l’amore era ricambiato ma… probabilmente il loro rapporto era da censurare a causa della differenza di età oltre che dall’omosessualità… stiamo parlando comunque di cinquanta anni fa. Quindi veniva vissuto di nascosto, qui al castello… che fosse proprio in questa cantina che successe il dramma e che il ragazzo morì? Ricordo che la famiglia del ragazzo non seppe mai la reale fine del figlio… nessun corpo a cui fare il funerale, questo dicevano al castello quando ero una bambina. Forse lui è anche sepolto in questo posto segreto?-
-Può essere… dovremo cercare meglio, stare attenti ai particolari… e lo faremo mentre registreremo ogni bottiglia, dovrò farne un elenco e stimerò il valore d'asta presunto di ognuna. Si, Mathilde... può essere come dici... il corpo probabilmente è qui! Nascosto... magari il ragazzo potrebbe anche essere morto durante un loro atto sessuale... e sepolto qui per evitare lo scandalo.-
-A proposito... mio caro! Da quanto tempo è che non scopiamo? Dobbiamo riparare subito a questa mancanza! Dai... ora... da dietro, voglio sentire i tuoi colpi contro le natiche! Dammelo... dai! Fotti la tua donna... Philippe!-
A dire la verità, Philippe era un po' preoccupato della fame assurda di godimento che mostrava Mathilde, sicuramente gli faceva piacere, ne era attratto, ne godeva… ma qualcosa gli dava inquietudine, lei era veramente presa da lui, mostrava tutti i segni di un innamoramento fulmineo, improvviso, ma terminato il suo lavoro al castello, cosa sarebbe successo? Lei gli piaceva ma lui aveva sempre vissuto da solo, libero, non riusciva a concepire la sua vita diversamente.
“Va bè... vedremo” si disse filosoficamente mentre la sbatteva con forza, con i colpi dei suoi lombi che risuonavano contro le morbide natiche, amplificati dal vuoto della cantina. Si scopavano in ogni parte del castello ormai, ma l’attrazione più forte, irresistibile, la provavano quando lo facevano lì, tra quei vini meravigliosi e rimasti celati per tanto, troppo tempo. Urlarono il loro piacere per poi voltarsi e cercarsi la bocca per baciarsi.
Dopo l’ennesimo interludio di sesso, il Barone ebbe la forza per continuare ancora un po’ l’esame delle bottiglie, e fu l’ultima che vide quel pomeriggio a dargli un ulteriore sorpresa. Qualcosa di inaudito! Un Borgogna di Romanée-Conti che era il Sacro Graal dei vini, i più desiderati e costosi del mondo, per i quali gli appassionati e i collezionisti erano disposti a fare follie.
–Dire che questo posto è un tesoro è riduttivo mia cara… vedi questo vino? Per una bottiglia si è arrivati a spendere 558.000 dollari: un record assoluto. È accaduto all'asta del 13 ottobre scorso, tenuta da Sotheby's a New York, ha frantumato un record dopo l'altro. Dalle tenute Romanée-Conti escono pochissime migliaia di bottiglie all'anno e sempre di qualità sopraffina, già questo basterebbe a spiegare perché i loro rossi viaggiano fissi su cifre al di là della portata dei comuni mortali. Ma affinché una bottiglia venga valutata oltre mezzo milione di dollari serve ben altro. Infatti questo è del 1945, subito dopo la fine della seconda guerra mondiale, inoltre, furono le ultime a derivare da quelle vigne, poiché vennero espiantate subito dopo la raccolta dell'uva. Un Borgogna rarissimo, quasi mitologico, e così la gara per aggiudicarselo si è incendiata portando il prezzo a livelli assurdi, contro una previsione iniziale di soli, per modo di dire, 32.000 dollari.-
Il valore della cantina? Un qualcosa di diverse decine di milioni di euro, senza dubbio, ma che non impressionava Mathilde che aveva in testa altre cose. Cosa avesse il testa, gli fu più chiaro il giorno seguente.
La sera, prima di coricarsi...
-Firmino! Domani tenuta da cavallerizzo! Farò una cavalcata con la Principessa e mangeremo all'aperto, assicurati che ci sia tutto... e ora... buona notte...-
-Oh... Barone! Certamente si! Ho notato come la Principessa lo guarda! Che situazione interessante! E io... che ho trovato un genio della cucina come Cècile? Bellissima situazione!-
-Si, si... e ti vedi già maggiordomo del castello dei Boschvillers! Ma te lo sogni, non ti darò mai la possibilità! Ora vattene e svegliami alle dieci.-
Quello che intendesse Mathilde invece lo traumatizzò alquanto. La cavalcata andò bene, senza difficoltà, la destinazione fu un piccolo cottage in riva ad un ruscello, dove la Principessa gli confessò i suoi intendimenti.
-Sai Philippe... fu qui, in questo posto che a quindici anni donai la mia verginità, non fu spiacevole... no, questo no. Ma neanche una cosa considerata e voluta. Voglio che avvenga ancora, diciamo come volontà di darmi all'uomo che amo! Si... Philippe! Sono innamorata di te... so che è una finzione questa della verginità, ma voglio che la viviamo, voglio dartela simbolicamente la mia verginità!-
“Dio...!!! Ora che succederà?!” Pensò lui… Questo non era minimamente prevedibile! Lei innamorata? Le piaceva certo! Anzi di più, ma lui aveva un mucchio di riserve sul vivere in comune e poi lei così assurdamente ricca mentre lui era volontariamente devoto a una vita senza grandi sfarzi, abituato a sprecare subito quanto guadagnava anche in sciocchezze, non amava il denaro!
Comunque non si sentì di dar dispiacere a Mathilde, ed avvenne tutto come desiderava lei e in realtà fu tutto magnifico, oltre ogni possibile previsione e di ciò, ne furono ambedue felici. Dopo aver fatto l’amore, mangiarono e infine tornarono al castello. Dovevano comunque risolvere il mistero della cantina oltre a viversi in quel modo che entrambi non sapevano spiegare.
Si organizzarono per iniziare la stima della cantina. Mathilde si mise al pc e Philippe passò all'esame preventivo delle bottiglie, le prese e le analizzò una ad una, poi di volta in volta, elencava cosa scrivere a lei, affinché lo mettesse nero su bianco. In un secondo tempo sarebbe passato all’esame fisico, con strumenti più sofisticati che Firmino stava preparando, per analizzare il colore del contenuto ed eventuale, la presenza di un fondo.
Presero una decisione comune prima ancora di iniziare la stima, i vini meno pregiati sarebbero stati via via proposti nelle aste dedicate, i più rari e preziosi mantenuti e conservati al castello, di proprietà dei Boschvillers. Philippe non aveva nessun desiderio di possederli tali vini! Per lui era già importantissimo guardarli, toccare le bottiglie, ricordarne la storia, proporne il prezzo di partenza per le aste e vederne il risultato. Mathilde invece volgeva il suo interesse tutto verso Philippe, era lui che voleva. Anche se senza parlarne ancora apertamente, stavano ambedue pensando a cosa sarebbe successo poi, nel futuro.
Mentre Phlippe esaminava le bottiglie, porgeva anche l’attenzione alla parete di tufo dietro lo scaffale, cercava qualcosa, un indizio che desse un fondo di verità alle chiacchiere del castello che Mathilde gli aveva raccontato, forse c’era una stanza segreta, dove magari avvenivano gli incontri fra il maturo nobile e il ragazzo. La cantina poteva benissimo essere stata trasformata in tomba mausoleo del ragazzo, e chiusa e sigillata per sempre, ma allora, dove stava il corpo? Ma nulla si rivelò ai suoi occhi.
La stima richiese parecchi giorni di lavoro, alternati ai momenti di follia sessuale dei due amanti, tutto continuava come prima, compreso Philippe che era costretto a subire, quando invece voleva riposare, il cicaleccio a volte davvero molesto di Firmino che non faceva che parlare di Cécile e di piatti medievali! Nulla valeva mandarlo a quel paese, il suo servitore era cotto-stracotto della cuoca! Quel castello sembrava davvero stregato, tutti parevano essersi innamorati.
Il Barone si era certo accorto di essere preso da Mathilde in maniera anomala, e rimandava sempre il momento di affrontare realmente il discorso con lei, non voleva cambiare vita, non voleva essere un uomo che viveva all'ombra di qualcun altro e con una “donna ingombrante” come compagna perché ricchissima… ma pensare ad una cosa diversa? Un rapporto d'amore che lasciasse ambedue in grado di vivere comunque la propria vita e libertà? Quello era possibile. Cosa volesse lei era più semplice da definire, voleva lui... e a lui non rimaneva che vedere se lei fosse stata disposta a questi compromessi pur di averlo.
Il loro lavoro stava ormai volgendo al termine, la catalogazione era arrivata al decidere quali bottiglie sarebbero state mantenute nel castello e quali vendute. Il mistero però non era stato svelato. Eppure la sensazione che le loro intuizioni fossero giuste la sentivano ambedue, c'era qualcosa... c'era! Doveva anche esserci qualcosa che alimentava maggiormente la loro passione erotica che li portava a prendersi più volte al giorno, soprattutto tra quelle pareti di tufo.
Infine la rivelazione!
Fu così straordinario come inaspettato, Philippe si trovava ormai ad esaminare le ultime bottiglie dello scaffale quando alzandone una la sentì insolitamente leggera, guardandola attraverso la luce... si accorse che non conteneva vino, pur essendo regolarmente tappata, conteneva della carta, sembrava pergamena.
-Guarda Mathilde! Contiene qualcosa! Che sia questa la chiave di volta del mistero? La bottiglia di vino non è eccelsa, stona tra tutte le altre… è uno Chateaux bordolese di St Emilion, dobbiamo assolutamente aprirlo e vedere il contenuto! Su svelta, chiudi tutto e andiamo su da te, lo faremo lì… svelta!-
Fu con una certa frenesia che lui tolse il tappo alla bottiglia e con altrettanta frenesia riuscì ad estrarre il documento che consisteva in tre fogli di leggera carta pergamena, carta intestata del Principe. Che fosse l'ultima lettera di Bernard Gargantua? Ambedue si sedettero vicini e lui prese a leggere...
Una vicenda di per sé drammatica... la lettera trasmetteva tutto il dolore lancinante dell’uomo.
In effetti il loro fu un amore impossibile, lui... uomo nobile e maturo si innamorò, contraccambiato, di un ragazzo giovanissimo di nome Roman, ciò lo portò a nasconderlo nel castello e a vivere il loro rapporto in modo nascosto e clandestino in quella galleria di tufo. Il ragazzo disse ai propri genitori, religiosi della Vandea, che intendeva andare negli Stati Uniti e che non sarebbe più tornato. Ma costoro, per niente convinti ne avevano denunciato la scomparsa alla polizia, istigando gli inquirenti ad indagare anche nei confronti del Principe. Se l'avessero scoperto nascosto al castello, di sicuro Bernard sarebbe andato sotto processo e in carcere, mentre Roman sarebbe stato mandato via, lontano dalla Francia per azzittire lo scandalo. Davanti all’evidenza, in un modo o nell’altro, di separarsi per sempre, i due amanti arrivarono ad una tragica conclusione dopo interminabili esitazioni. Sarebbero morti pur di non rinunciare al loro amore! Folle... discutibile ma pur sempre amore!
Il ragazzo però, aveva troppa paura di non riuscire nell’intento e quindi pregò il Principe di dargli lui la morte, per poi uccidersi! E così fecero… il nobile, in lacrime e disperato, uccise Roman pugnalandolo al cuore. Si curò lui stesso di sigillare l'ingresso della stanza dove per tante volte avevano dato vita alla loro passione e alla gioia di aversi, mentre ora conteneva solo morte e dolore. A completamento del progetto, chiamò dei lavoratori da fuori regione, affinché non sospettassero nulla e costruì quell’imponente scaffale su cui fece sistemare i suoi tesori, per nascondere la stanza del piacere ormai divenuta mausoleo con le spoglie del ragazzo, infine, fece chiudere la galleria. Prima di togliersi la vita, decise di raccontare la loro storia nei pochi fogli che il Barone stava stringendo tra le mani, sigillando anch’essi, dentro una bottiglia vuota. Lo fece con la speranza che un giorno, qualcuno, potesse percepire dentro di sé il valore inestimabile dell’ardore che i due amanti non erano riusciti a consumare in pieno e che era sigillato al di là del muro, in attesa di poter essere riportato in vita attraverso altri amanti.
La lettera finì con quella speranza, firmata dal Principe stesso e riportante la data del 1969. Mathilde e Philippe rimasero ambedue commossi dal dolore della storia e quando il Barone alzò gli occhi dal foglio, trovò la Principessa che piangeva silenziosamente. Lei chiese…
-E ora... Philippe? Che faremo?-
-Nulla… Conserveremo questo segreto fra noi, questi fogli li distruggeremo. Sappiamo che c'è una tomba e rispetteremo quello che significa, andremo avanti con i nostri progetti, i vini meno particolari li porteremo alle aste, ma la galleria resterà aperta ed intatta… se sei d’accordo, diventerà la “Cantina Roman”... dal nome del ragazzo sacrificato in nome dell'amore.-
-Sì… certo che sono d’accordo… ma noi? Philippe?-
I due si guardarono, capendo perfettamente che era arrivato anche il loro momento… di decidere del futuro. Il Barone ripensò a ciò che davvero desiderava, voleva lei certo, ma voleva anche continuare il suo lavoro che spesso lo portava in giro per il mondo, poteva stare con lei nei periodi liberi da impegni, non importava se al castello, se nella sua dimora dei Pontsurgrave o in qualunque altra parte. Avrebbero vissuto come possibile, questo contava per lui, ma a lei sarebbe andata bene? Già ora davano occasione alla servitù di alimentare chiacchiere sul loro rapporto, per questo lui continuava comunque a dormire nel suo appartamento, ma sapeva che un domani, se le cose sarebbero proseguite come intendeva, avrebbe avuto una stanza accanto a quella della Principessa nel suo appartamento privato. In fondo, le chiacchiere del castello erano servite a venire a capo del mistero della cantina, che facessero pure ciò che volevano. Infine il pensiero andò anche a Firmino… benché non fosse il protagonista della vicenda, sapeva che era innamorato di Cècile, ma al contempo Firmino sapeva che lui non gli avrebbe mai concesso di lasciarlo. Philippe decise di esporre la situazione a Mathilde, in fondo, la decisione finale, spettava a lei…
-Io non intendo rinunciare alla mia vita, ma non intendo neanche rinunciare a vivere te! Voglio continuare il mio lavoro e non essere il “coniuge della miliardaria”, credo che neanche tu desideri una cosa simile… ma ti garantisco che ogni momento che potrò, lo passerò con te. Tu continuerai la tua vita di amministratrice. Insomma amore... ci vivremo! Intensamente e come meglio potremo! Non ho dubbi al riguardo! Che ne dici?-
-Oh... Philippe! Si e si! Tutto come dici... ma adesso, ora... tu farai l'amore alla tua donna! E io... a te... mi sono già donata completamente, lo sai...!
-Piuttosto... Mathilde, una cosa. Firmino! Lui continuerà a stare al mio servizio, mi seguirà nei viaggi ma… si è innamorato di Cécile e... si è messo in testa di poter essere anche il maggiordomo del castello dei Boschvillers! Ti prego... nominalo tale, lo farà comunque al suo meglio quando starà qui! Insomma... coroniamo anche questa storia d'amore oltre alla nostra!-
-Nessun problema... ma ora spogliami e prendimi, facciamo l'amore facciamolo... tu sei il mio uomo e io sono la tua donna!-
-Si alzi Barone, è una magnifica giornata... -
-Si si... ma ora stai zitto! La tua voce mi sta straziando le orecchie!
-Ma lo sa Barone che questa magnifica residenza, insomma il castello non ha un vero maggiordomo?-
-Non metterti in testa cose assurde, tu sei al mio servizio per grazia divina e nulla cambierà, il Castello di Boschvillers con o senza maggiordomo... non mi interessa!-
-Vostra Grazia è atteso, prego si prepari, farà colazione con Sua Altezza la Principessa nel suo boudoir su... faccia presto. A proposito... oggi a pranzo Cècile e io rivaluteremo un antico piatto medievale, ah... che donna interessante! Mai avrei immaginato di pensare così bene di una femmina! Pensi... Barone! Un “pourcelet farci”! Ah... quella donna! Un piatto del tredicesimo secolo! Non è incredibile? Le dico la ricetta originale, Barone?
“Le pourcelet tué et acouré par la gorge soit eschaudé en eaue boulant, puis pelé: puis prenez de la char meigre de porc, et ostez le gras et les issues du pourcelet et mettez cuire en l'eaue, et prenez vint œufs et les cuisiez durs, et des chastaingnes cuites en l'eaue et pelées: puis prenez les moyeux des oeufs, chastaingnes, fin fromage vieil...» -
-Si... si, incredibile! E io che sto a sentire le tue sciocchezze!-
-Si sbrighi prego, che io devo andare in cucina!-
L'interesse della coppia, Mathilde e Philippe, era duplice, il più importante? Scoparsi... prendere piacere da loro stessi, stare assieme il più possibile, l'altro? La cantina ovviamente e scoprire se poteva essere come pensava Mathilde a proposito del sigillare il luogo per amore di Bernard Gargantua nei confronti del ragazzo. Per prima cosa, dopo il porcelletto farcito pensarono bene di dar atto a quella specie di violenza anale che desiderava lei! Cosa che avvenne con gran soddisfazione e piacere di entrambi! Poi muniti di due lampade si inoltrarono nuovamente nei sotterranei per un esame più approfondito, contarono ben 362 bottiglie sistemate sullo scaffale, ed ognuna fece sospirare Philippe! Mai avrebbe immaginato di poterle vedere e toccare! Sembrava una processione, lui si fermava a mirare i vini e Mathilde si fermava appresso, sempre al suo fianco, con la scusa premeva il seno sul braccio mentre lui sfoggiava la sua immensa cultura enologica, era veramente enciclopedico relativamente ai vini!
-Guarda Mathilde! Uno Château Lafite del 1787! Sai con che soprannome è famoso? Come “l’aceto del miliardario”, questa bottiglia leggendaria era uno dei vini posseduti dall'ex Presidente degli Stati Uniti, Thomas Jefferson. L’editore Malcolm Forbes acquistò la bottiglia nel 1985 all'asta di Londra. Anche se non siamo del tutto sicuri che questa sia appartenuta davvero al Presidente, le iniziali “THJ” incise sul vetro della bottiglia non hanno fatto altro che incrementare le congetture! Oggi la bottiglia fa parte della collezione Forbes di New York.-
Nessuno dei due considerava il valore immenso dei vini che esaminavano! Philippe perché preso dalla passione di ricercatore e studioso e Mathilde perché già ne possedeva di vini di valore nell’altra cantina e poi? Era comunque ricchissima, una delle donne più ricche d'Europa!
-Philippe... voglio chiederti una cosa… mi accompagnerai domani? Vorrei portarti in un luogo speciale, ci andremo a cavallo e porteremo con noi il pranzo, ti prego, dimmi di sì! E' importante per me! Ti prego... ti prego...!-
-Ma certo che si! Non amo molto cavalcare ma… so stare in sella! Possibilmente vorrei una femmina però... sono più tranquille.-
-Va bene... allora alle undici ci incontreremo alle stalle...-
-Incredibile Mathilde! Uno Champagne Heidsieck & Co Monopole “Daimant Bleu” del 1907! Chiamato il “naufragato”, ha un valore storico straordinario e ciò lo rende uno dei più costosi del suo genere. Nel 1958, due mila bottiglie vennero recuperate da una nave colpita da un sottomarino tedesco durante la Prima guerra mondiale. Il valore è in gran parte dovuto alla sua originalità e per questo è considerato un grande oggetto nelle aste di tutto il mondo. Una bottiglia è stata venduta all'asta di Mosca per una cifra di oltre 224.000 dollari, rendendolo uno, se non il più costoso, champagne mai venduto.-
-Philippe... adesso che mi hai detto del ritrovamento del sottomarino affondato… mi sono ricordata cosa raccontava la servitù quando io ero bambina e al Castello c’erano ancora i lavoranti che avevano prestato le loro attenzioni a mio zio quand’era in vita!-
-Raccontami dai… voglio risolvere questo mistero!-
-Da piccola mi capitava di ascoltare i pettegolezzi della servitù… sai come sono gli adulti, credono sempre che le orecchie dei bambini non sentano e invece… pare che il ragazzo di cui era innamorato mio zio, Bernard Gargantua fosse giovanissimo, figlio di un pastore protestante della Vandea, l’amore era ricambiato ma… probabilmente il loro rapporto era da censurare a causa della differenza di età oltre che dall’omosessualità… stiamo parlando comunque di cinquanta anni fa. Quindi veniva vissuto di nascosto, qui al castello… che fosse proprio in questa cantina che successe il dramma e che il ragazzo morì? Ricordo che la famiglia del ragazzo non seppe mai la reale fine del figlio… nessun corpo a cui fare il funerale, questo dicevano al castello quando ero una bambina. Forse lui è anche sepolto in questo posto segreto?-
-Può essere… dovremo cercare meglio, stare attenti ai particolari… e lo faremo mentre registreremo ogni bottiglia, dovrò farne un elenco e stimerò il valore d'asta presunto di ognuna. Si, Mathilde... può essere come dici... il corpo probabilmente è qui! Nascosto... magari il ragazzo potrebbe anche essere morto durante un loro atto sessuale... e sepolto qui per evitare lo scandalo.-
-A proposito... mio caro! Da quanto tempo è che non scopiamo? Dobbiamo riparare subito a questa mancanza! Dai... ora... da dietro, voglio sentire i tuoi colpi contro le natiche! Dammelo... dai! Fotti la tua donna... Philippe!-
A dire la verità, Philippe era un po' preoccupato della fame assurda di godimento che mostrava Mathilde, sicuramente gli faceva piacere, ne era attratto, ne godeva… ma qualcosa gli dava inquietudine, lei era veramente presa da lui, mostrava tutti i segni di un innamoramento fulmineo, improvviso, ma terminato il suo lavoro al castello, cosa sarebbe successo? Lei gli piaceva ma lui aveva sempre vissuto da solo, libero, non riusciva a concepire la sua vita diversamente.
“Va bè... vedremo” si disse filosoficamente mentre la sbatteva con forza, con i colpi dei suoi lombi che risuonavano contro le morbide natiche, amplificati dal vuoto della cantina. Si scopavano in ogni parte del castello ormai, ma l’attrazione più forte, irresistibile, la provavano quando lo facevano lì, tra quei vini meravigliosi e rimasti celati per tanto, troppo tempo. Urlarono il loro piacere per poi voltarsi e cercarsi la bocca per baciarsi.
Dopo l’ennesimo interludio di sesso, il Barone ebbe la forza per continuare ancora un po’ l’esame delle bottiglie, e fu l’ultima che vide quel pomeriggio a dargli un ulteriore sorpresa. Qualcosa di inaudito! Un Borgogna di Romanée-Conti che era il Sacro Graal dei vini, i più desiderati e costosi del mondo, per i quali gli appassionati e i collezionisti erano disposti a fare follie.
–Dire che questo posto è un tesoro è riduttivo mia cara… vedi questo vino? Per una bottiglia si è arrivati a spendere 558.000 dollari: un record assoluto. È accaduto all'asta del 13 ottobre scorso, tenuta da Sotheby's a New York, ha frantumato un record dopo l'altro. Dalle tenute Romanée-Conti escono pochissime migliaia di bottiglie all'anno e sempre di qualità sopraffina, già questo basterebbe a spiegare perché i loro rossi viaggiano fissi su cifre al di là della portata dei comuni mortali. Ma affinché una bottiglia venga valutata oltre mezzo milione di dollari serve ben altro. Infatti questo è del 1945, subito dopo la fine della seconda guerra mondiale, inoltre, furono le ultime a derivare da quelle vigne, poiché vennero espiantate subito dopo la raccolta dell'uva. Un Borgogna rarissimo, quasi mitologico, e così la gara per aggiudicarselo si è incendiata portando il prezzo a livelli assurdi, contro una previsione iniziale di soli, per modo di dire, 32.000 dollari.-
Il valore della cantina? Un qualcosa di diverse decine di milioni di euro, senza dubbio, ma che non impressionava Mathilde che aveva in testa altre cose. Cosa avesse il testa, gli fu più chiaro il giorno seguente.
La sera, prima di coricarsi...
-Firmino! Domani tenuta da cavallerizzo! Farò una cavalcata con la Principessa e mangeremo all'aperto, assicurati che ci sia tutto... e ora... buona notte...-
-Oh... Barone! Certamente si! Ho notato come la Principessa lo guarda! Che situazione interessante! E io... che ho trovato un genio della cucina come Cècile? Bellissima situazione!-
-Si, si... e ti vedi già maggiordomo del castello dei Boschvillers! Ma te lo sogni, non ti darò mai la possibilità! Ora vattene e svegliami alle dieci.-
Quello che intendesse Mathilde invece lo traumatizzò alquanto. La cavalcata andò bene, senza difficoltà, la destinazione fu un piccolo cottage in riva ad un ruscello, dove la Principessa gli confessò i suoi intendimenti.
-Sai Philippe... fu qui, in questo posto che a quindici anni donai la mia verginità, non fu spiacevole... no, questo no. Ma neanche una cosa considerata e voluta. Voglio che avvenga ancora, diciamo come volontà di darmi all'uomo che amo! Si... Philippe! Sono innamorata di te... so che è una finzione questa della verginità, ma voglio che la viviamo, voglio dartela simbolicamente la mia verginità!-
“Dio...!!! Ora che succederà?!” Pensò lui… Questo non era minimamente prevedibile! Lei innamorata? Le piaceva certo! Anzi di più, ma lui aveva un mucchio di riserve sul vivere in comune e poi lei così assurdamente ricca mentre lui era volontariamente devoto a una vita senza grandi sfarzi, abituato a sprecare subito quanto guadagnava anche in sciocchezze, non amava il denaro!
Comunque non si sentì di dar dispiacere a Mathilde, ed avvenne tutto come desiderava lei e in realtà fu tutto magnifico, oltre ogni possibile previsione e di ciò, ne furono ambedue felici. Dopo aver fatto l’amore, mangiarono e infine tornarono al castello. Dovevano comunque risolvere il mistero della cantina oltre a viversi in quel modo che entrambi non sapevano spiegare.
Si organizzarono per iniziare la stima della cantina. Mathilde si mise al pc e Philippe passò all'esame preventivo delle bottiglie, le prese e le analizzò una ad una, poi di volta in volta, elencava cosa scrivere a lei, affinché lo mettesse nero su bianco. In un secondo tempo sarebbe passato all’esame fisico, con strumenti più sofisticati che Firmino stava preparando, per analizzare il colore del contenuto ed eventuale, la presenza di un fondo.
Presero una decisione comune prima ancora di iniziare la stima, i vini meno pregiati sarebbero stati via via proposti nelle aste dedicate, i più rari e preziosi mantenuti e conservati al castello, di proprietà dei Boschvillers. Philippe non aveva nessun desiderio di possederli tali vini! Per lui era già importantissimo guardarli, toccare le bottiglie, ricordarne la storia, proporne il prezzo di partenza per le aste e vederne il risultato. Mathilde invece volgeva il suo interesse tutto verso Philippe, era lui che voleva. Anche se senza parlarne ancora apertamente, stavano ambedue pensando a cosa sarebbe successo poi, nel futuro.
Mentre Phlippe esaminava le bottiglie, porgeva anche l’attenzione alla parete di tufo dietro lo scaffale, cercava qualcosa, un indizio che desse un fondo di verità alle chiacchiere del castello che Mathilde gli aveva raccontato, forse c’era una stanza segreta, dove magari avvenivano gli incontri fra il maturo nobile e il ragazzo. La cantina poteva benissimo essere stata trasformata in tomba mausoleo del ragazzo, e chiusa e sigillata per sempre, ma allora, dove stava il corpo? Ma nulla si rivelò ai suoi occhi.
La stima richiese parecchi giorni di lavoro, alternati ai momenti di follia sessuale dei due amanti, tutto continuava come prima, compreso Philippe che era costretto a subire, quando invece voleva riposare, il cicaleccio a volte davvero molesto di Firmino che non faceva che parlare di Cécile e di piatti medievali! Nulla valeva mandarlo a quel paese, il suo servitore era cotto-stracotto della cuoca! Quel castello sembrava davvero stregato, tutti parevano essersi innamorati.
Il Barone si era certo accorto di essere preso da Mathilde in maniera anomala, e rimandava sempre il momento di affrontare realmente il discorso con lei, non voleva cambiare vita, non voleva essere un uomo che viveva all'ombra di qualcun altro e con una “donna ingombrante” come compagna perché ricchissima… ma pensare ad una cosa diversa? Un rapporto d'amore che lasciasse ambedue in grado di vivere comunque la propria vita e libertà? Quello era possibile. Cosa volesse lei era più semplice da definire, voleva lui... e a lui non rimaneva che vedere se lei fosse stata disposta a questi compromessi pur di averlo.
Il loro lavoro stava ormai volgendo al termine, la catalogazione era arrivata al decidere quali bottiglie sarebbero state mantenute nel castello e quali vendute. Il mistero però non era stato svelato. Eppure la sensazione che le loro intuizioni fossero giuste la sentivano ambedue, c'era qualcosa... c'era! Doveva anche esserci qualcosa che alimentava maggiormente la loro passione erotica che li portava a prendersi più volte al giorno, soprattutto tra quelle pareti di tufo.
Infine la rivelazione!
Fu così straordinario come inaspettato, Philippe si trovava ormai ad esaminare le ultime bottiglie dello scaffale quando alzandone una la sentì insolitamente leggera, guardandola attraverso la luce... si accorse che non conteneva vino, pur essendo regolarmente tappata, conteneva della carta, sembrava pergamena.
-Guarda Mathilde! Contiene qualcosa! Che sia questa la chiave di volta del mistero? La bottiglia di vino non è eccelsa, stona tra tutte le altre… è uno Chateaux bordolese di St Emilion, dobbiamo assolutamente aprirlo e vedere il contenuto! Su svelta, chiudi tutto e andiamo su da te, lo faremo lì… svelta!-
Fu con una certa frenesia che lui tolse il tappo alla bottiglia e con altrettanta frenesia riuscì ad estrarre il documento che consisteva in tre fogli di leggera carta pergamena, carta intestata del Principe. Che fosse l'ultima lettera di Bernard Gargantua? Ambedue si sedettero vicini e lui prese a leggere...
Una vicenda di per sé drammatica... la lettera trasmetteva tutto il dolore lancinante dell’uomo.
In effetti il loro fu un amore impossibile, lui... uomo nobile e maturo si innamorò, contraccambiato, di un ragazzo giovanissimo di nome Roman, ciò lo portò a nasconderlo nel castello e a vivere il loro rapporto in modo nascosto e clandestino in quella galleria di tufo. Il ragazzo disse ai propri genitori, religiosi della Vandea, che intendeva andare negli Stati Uniti e che non sarebbe più tornato. Ma costoro, per niente convinti ne avevano denunciato la scomparsa alla polizia, istigando gli inquirenti ad indagare anche nei confronti del Principe. Se l'avessero scoperto nascosto al castello, di sicuro Bernard sarebbe andato sotto processo e in carcere, mentre Roman sarebbe stato mandato via, lontano dalla Francia per azzittire lo scandalo. Davanti all’evidenza, in un modo o nell’altro, di separarsi per sempre, i due amanti arrivarono ad una tragica conclusione dopo interminabili esitazioni. Sarebbero morti pur di non rinunciare al loro amore! Folle... discutibile ma pur sempre amore!
Il ragazzo però, aveva troppa paura di non riuscire nell’intento e quindi pregò il Principe di dargli lui la morte, per poi uccidersi! E così fecero… il nobile, in lacrime e disperato, uccise Roman pugnalandolo al cuore. Si curò lui stesso di sigillare l'ingresso della stanza dove per tante volte avevano dato vita alla loro passione e alla gioia di aversi, mentre ora conteneva solo morte e dolore. A completamento del progetto, chiamò dei lavoratori da fuori regione, affinché non sospettassero nulla e costruì quell’imponente scaffale su cui fece sistemare i suoi tesori, per nascondere la stanza del piacere ormai divenuta mausoleo con le spoglie del ragazzo, infine, fece chiudere la galleria. Prima di togliersi la vita, decise di raccontare la loro storia nei pochi fogli che il Barone stava stringendo tra le mani, sigillando anch’essi, dentro una bottiglia vuota. Lo fece con la speranza che un giorno, qualcuno, potesse percepire dentro di sé il valore inestimabile dell’ardore che i due amanti non erano riusciti a consumare in pieno e che era sigillato al di là del muro, in attesa di poter essere riportato in vita attraverso altri amanti.
La lettera finì con quella speranza, firmata dal Principe stesso e riportante la data del 1969. Mathilde e Philippe rimasero ambedue commossi dal dolore della storia e quando il Barone alzò gli occhi dal foglio, trovò la Principessa che piangeva silenziosamente. Lei chiese…
-E ora... Philippe? Che faremo?-
-Nulla… Conserveremo questo segreto fra noi, questi fogli li distruggeremo. Sappiamo che c'è una tomba e rispetteremo quello che significa, andremo avanti con i nostri progetti, i vini meno particolari li porteremo alle aste, ma la galleria resterà aperta ed intatta… se sei d’accordo, diventerà la “Cantina Roman”... dal nome del ragazzo sacrificato in nome dell'amore.-
-Sì… certo che sono d’accordo… ma noi? Philippe?-
I due si guardarono, capendo perfettamente che era arrivato anche il loro momento… di decidere del futuro. Il Barone ripensò a ciò che davvero desiderava, voleva lei certo, ma voleva anche continuare il suo lavoro che spesso lo portava in giro per il mondo, poteva stare con lei nei periodi liberi da impegni, non importava se al castello, se nella sua dimora dei Pontsurgrave o in qualunque altra parte. Avrebbero vissuto come possibile, questo contava per lui, ma a lei sarebbe andata bene? Già ora davano occasione alla servitù di alimentare chiacchiere sul loro rapporto, per questo lui continuava comunque a dormire nel suo appartamento, ma sapeva che un domani, se le cose sarebbero proseguite come intendeva, avrebbe avuto una stanza accanto a quella della Principessa nel suo appartamento privato. In fondo, le chiacchiere del castello erano servite a venire a capo del mistero della cantina, che facessero pure ciò che volevano. Infine il pensiero andò anche a Firmino… benché non fosse il protagonista della vicenda, sapeva che era innamorato di Cècile, ma al contempo Firmino sapeva che lui non gli avrebbe mai concesso di lasciarlo. Philippe decise di esporre la situazione a Mathilde, in fondo, la decisione finale, spettava a lei…
-Io non intendo rinunciare alla mia vita, ma non intendo neanche rinunciare a vivere te! Voglio continuare il mio lavoro e non essere il “coniuge della miliardaria”, credo che neanche tu desideri una cosa simile… ma ti garantisco che ogni momento che potrò, lo passerò con te. Tu continuerai la tua vita di amministratrice. Insomma amore... ci vivremo! Intensamente e come meglio potremo! Non ho dubbi al riguardo! Che ne dici?-
-Oh... Philippe! Si e si! Tutto come dici... ma adesso, ora... tu farai l'amore alla tua donna! E io... a te... mi sono già donata completamente, lo sai...!
-Piuttosto... Mathilde, una cosa. Firmino! Lui continuerà a stare al mio servizio, mi seguirà nei viaggi ma… si è innamorato di Cécile e... si è messo in testa di poter essere anche il maggiordomo del castello dei Boschvillers! Ti prego... nominalo tale, lo farà comunque al suo meglio quando starà qui! Insomma... coroniamo anche questa storia d'amore oltre alla nostra!-
-Nessun problema... ma ora spogliami e prendimi, facciamo l'amore facciamolo... tu sei il mio uomo e io sono la tua donna!-
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