Io, loro e quel pomeriggio di Luglio.
di
Campanellino1
genere
trio
Io e la coppia matura quel pomeriggio di luglio.
Era un venerdì. Giorno normale, vita normale.
Avevo 23 anni, portavo avanti gli studi in economia, lavoravo in un bar e…mi attraevano persone più grandi di me. Cinquanta/Sessanta anni. Insomma una vita in ordine ma niente a posto.
Dicevo, era un venerdì. Turno serale. Nel fine settimana l’età e il ceto sociale della clientela è molto variegato, abbiamo giovani, maturi, benestanti e non.
Vedo arrivare e sedersi ad un tavolo una coppia. Lui sui 59/60, lei sui 54. I classici marito e moglie maturi benestanti annoiati.
Lui robusto, con un po’ di pancia venuta su con l’età e i capelli oramai bianchi.
Lei in carne quel poco da far girare ancora la testa una quarta di seno e capelli biondi mossi fino alla spalla.
Erano due che non disdegnavano l’idea di mostrare i loro corpi. Lei con una scollatura mozzafiato, lui con un portamento possente e virile che il potere ti conferisce a quell’età.
Sto per andare a prendere l’ordinazione e noto che si scrutano intorno con curiosità in cerca dì qualcosa.
-“Ecco altri due che mi farei volentieri…peccato che viva nella realtà però.”
Pensai e basta. Una fantasia impossibile da seguire.
Arrivo al tavolo per prendere ordinazione e vedo che si guardano per un istante, quel tanto che basta per notare sui loro volti l’espressione di chi ha trovato ciò che cercava.
Prendo l’ordinazione. Quando torno al tavolo noto che mi studiano ancor più di prima. Io che nella testa ancora non mi sono tolto la fantasia cerco di essere il meno impacciato possibile.
Fanno un sorrisetto e consumano l’ordine.
Più o meno 20 minuti dopo l’uomo viene alla cassa per pagare e prima di andarsene mi molla in mano un bigliettino.
-“Tieni questo è per te.”
Sorride e se ne va.
Lo apro con la stessa curiosità di un bambino che scarta il regalo di Natale.
“Se ti va di divertirti… Domani ore 13.00 in Via ***”
Cristo. Se già ero in balia della mia fantasia dopo quel bigliettino mi sentivo le palle esplodere.
In realtà non sapevo bene a cosa alludesse l’uomo con quel bigliettino ma il mio film in testa era già partito.
L’indomani arrivo all’indirizzo segnato sul biglietto: è una strada abbastanza isolata in cui c’è parcheggiato su uno spiazzo un Mercedes Classe S Berlina nero. Con una macchina del genere…erano sicuramente loro.
Ci guardiamo dai finestrini e ci riconosciamo. Lui scende dall’auto, io mi parcheggio affianco.
Scendo dall’auto e ci presentiamo.
-“Ciao molto piacere, io sono Duilio…lei è Carla.”
-“Piacere mio, io sono Fabrizio.”
Il signor Duilio notò la mia espressione interrogativa e si spiegò.
-“Ti sarai chiesto perché ti abbiamo invitato qui…beh…vado al dunque: siamo una coppia sposata ormai da tanto. Non abbiamo figli e ogni tanto combattere la noia è difficile…il nostro terapista di coppia ci ha consigliato di mettere un po’ di pepe alla cosa e…”
-“Ci sto.”
Non feci finire il discorso…io avevo già gli ormoni sparati alle stelle e oramai non sentivo più.
-“Subito deciso, fantastico. Sali in macchina…oggi pomeriggio sei nostro ospite.”
Nel viaggio in macchina mi spiegarono un po’ cosa li portò a scegliere me.
-“Sai quando ti abbiamo visto avevamo subito capito che ci stuzzicavi per la situazione. Sei robusto e panciuto come me e…ci hai colpiti subito.”
Io sorrisi e dissi:
-“Fantastico, ci divertiremo sicuramente.”
Arrivammo a casa. Un bel villino tra le montagne con vista sulla città. Isolante è isolato.
Escludo la parte dei convenevoli in casa e arrivo al dunque.
Ci sbattiamo in camera da letto e loro aprono i giochi pomiciandosi forte con toccatine e strusciamenti.
Il signor Duilio porta dei mocassini eleganti con un paio di calze blu notte, dei pantaloni neri eleganti e una camicia bianca infilata dentro.
La signora Carla un paio di scarpe col tacco, calze nere e un vestito blu lungo fino alle ginocchia.
Si strusciano davanti ai miei occhi. Carla spalma la mano sulla patta del marito che vedo gonfiarsi a poco a poco. Duilio cerca il culo della moglie con la mano mentre fa un leggero movimento di bacino per trovare sollievo dirimpetto.
Cadono sul letto e mi guardano.
-“Vieni Fabrizio, tocca a te adesso.”
Mi tolgo i pantaloni e dal tessuto delle mutante si nota il mio cazzo barzotto. Mi metto a gambe larghe sopra Duilio, gli sferro la lingua in bocca e cerco con le natiche la sua erezione pulsante.
Nel mentre allungo il braccio verso Carla e cerco il suo seno sodo ancora dentro il reggiseno mentre lei si masturba con due dita.
Duilio spinge la cappella contro il mio culo e io spingo il mio tronco contro il suo addome. Ma siamo ancora vestiti. Il bello deve ancora venire.
Mi stacco da lui e lo lascio in attesa.
Gli ansimo nell’orecchio. Sente il mio respiro caldo.
Ora tocca a Carla. Gli allargo sotto il vestito e quando mi avvicino noto che è già bagnata parecchio. Inizio a masturbarla con la lingua e lei comincia ad ansimare di piacere. Mi fermo, si alza e si spoglia completamente lasciandosi addosso solo le calze e le scarpe. Duilio nel frattempo si massaggia il cazzo in erezione ancora abbottonato nei pantaloni.
Stendo di nuovo Carla sul letto e nel frattempo che ho ripreso a leccarla cerco il seno nudo stuzzicando il capezzolo che spicca.
Mi ferma, lei stesa io in piedi davanti, si toglie una scarpe e mi massaggia con il piede il cazzo durissimo nella mutanda.
Duilio scatta eccitato e gli monta su, lei stacca il piede da me e stende Duilio a pancia su. Io mi siedo sulla poltrona vicino a letto. Ora sono loro che tornano protagonisti.
Lei gli sbottona la camicia e comincia a baciarlo: sul collo, sul petto di peli ormai scoloriti, sulla pancia mentre lui da piccoli colpi per cercare il suo corpo col cazzo…lei comincia a leccare il rigonfiamento dei pantaloni, si ferma slaccia la cintura e lo spoglia lasciandogli addosso solo il mocassino elegante e le calze blu notte.
Il pene di Duilio si erge poderoso. Una cappella che sembra scolpita dagli angeli. Carla affonda con la bocca, io mi alzo dalla poltrona e vado a leccare i capezzoli duri del signor Duilio.
Ora è lui che è pervaso dal piacere. Mi fermo e gli sussurro all’orecchio.
Mi tolgo le mutande e accosto il mio pene vicino a quello di Duilio. Carla impazzisce e inizia a leccarli entrambi facendo incontrare le cappelle. La mia e del marito.
Lui non ce la fa più, è un porco pervaso da un piacere divino. Si alza e afferma.
-“È il momento.”
Si alza. Stende la moglie a pecorina sul pavimento, lui in piedi piega le gambe. Cerca la fica con la cappella e la penetra delicato, poi forte, poi delicato…
-“Senti come ti scopo dopo tutti questi anni…”
Lei raggiunge lo stesso livello di piacere del marito e oramai urla di piacere. Io sono in piedi che mi masturbo lento e godo.
Il signor Duilio si ferma e mi guarda.
-“Dai Fabrizio vai tu ora”
Non ci penso due volte, punto il mio pene e bam. Carla esplode. Mentre gode gira la testa e mi fa:
-“ecco perché ti abbiamo scelto, mi ricordi mio marito da giovane…dai spingi forte.”
E mentre spingevo, lei aveva ripreso a masturbare il marito.
-“Scopala Fabrizio, scopala come facevo io…”
Io oramai stavo per venire fortissimo, anch’io avevo ormai raggiunto un livello altissimo di piacere ed ecco l’orgasmo. Ansimai. E urlai per l’eiaculazione. Carla anche. Aveva sentito il seme caldo arrivare dentro spedito e venne anche lei.
Duilio ci guardò e fece una risata spontanea di complicità. Io mi staccai le infilai un dito dentro. Il residuo di umori e sperma mi colava sulla mano così presi e imboccai il signor Duilio che assaporò eccitato il tutto.
Ora c’era un altra persona da far sborrare. Ci guardammo sorridenti con Carla. Stendemmo Duilio in rotta di sborrata sul letto.
Lei a gambe larghe sulla sua faccia per farsi leccare. Io a gambe larghe sul suo cazzo pulsante.
Mi inculava come un toro e leccava come un lama la fica della moglie. A me tornò ritto pronto per un altra gettata. A lui pulsava sempre più.
-“Sto per venire, sto per venire…”
Io e Carla ci togliemmo subito per un rapido scambio. Affondai le mie palle in bocca a Duilio e lei prese a fargli un bocchino.
All’unisono. Io venni in faccia a lui. Lui in bocca alla moglie. Si dimenò come un porco.
Aveva goduto e non poco.
Nella stanza non c’era più odore…solo essenza di virilità senile, femminilità di donna e potente giovinezza.
Avevamo goduto e non poco.
Ci ripulimmo uno a uno e rivestiti andammo a fumare una sigaretta in terrazza.
Eravamo felici. Tre persone che si erano cercate e trovate. Che per un pomeriggio si sono sentite meno sole tra la gente. Compatibili col mondo.
Se hai voglia di lasciarmi un commento o scrivermi, contattami qui: campanellinosogno@gmail.com
Era un venerdì. Giorno normale, vita normale.
Avevo 23 anni, portavo avanti gli studi in economia, lavoravo in un bar e…mi attraevano persone più grandi di me. Cinquanta/Sessanta anni. Insomma una vita in ordine ma niente a posto.
Dicevo, era un venerdì. Turno serale. Nel fine settimana l’età e il ceto sociale della clientela è molto variegato, abbiamo giovani, maturi, benestanti e non.
Vedo arrivare e sedersi ad un tavolo una coppia. Lui sui 59/60, lei sui 54. I classici marito e moglie maturi benestanti annoiati.
Lui robusto, con un po’ di pancia venuta su con l’età e i capelli oramai bianchi.
Lei in carne quel poco da far girare ancora la testa una quarta di seno e capelli biondi mossi fino alla spalla.
Erano due che non disdegnavano l’idea di mostrare i loro corpi. Lei con una scollatura mozzafiato, lui con un portamento possente e virile che il potere ti conferisce a quell’età.
Sto per andare a prendere l’ordinazione e noto che si scrutano intorno con curiosità in cerca dì qualcosa.
-“Ecco altri due che mi farei volentieri…peccato che viva nella realtà però.”
Pensai e basta. Una fantasia impossibile da seguire.
Arrivo al tavolo per prendere ordinazione e vedo che si guardano per un istante, quel tanto che basta per notare sui loro volti l’espressione di chi ha trovato ciò che cercava.
Prendo l’ordinazione. Quando torno al tavolo noto che mi studiano ancor più di prima. Io che nella testa ancora non mi sono tolto la fantasia cerco di essere il meno impacciato possibile.
Fanno un sorrisetto e consumano l’ordine.
Più o meno 20 minuti dopo l’uomo viene alla cassa per pagare e prima di andarsene mi molla in mano un bigliettino.
-“Tieni questo è per te.”
Sorride e se ne va.
Lo apro con la stessa curiosità di un bambino che scarta il regalo di Natale.
“Se ti va di divertirti… Domani ore 13.00 in Via ***”
Cristo. Se già ero in balia della mia fantasia dopo quel bigliettino mi sentivo le palle esplodere.
In realtà non sapevo bene a cosa alludesse l’uomo con quel bigliettino ma il mio film in testa era già partito.
L’indomani arrivo all’indirizzo segnato sul biglietto: è una strada abbastanza isolata in cui c’è parcheggiato su uno spiazzo un Mercedes Classe S Berlina nero. Con una macchina del genere…erano sicuramente loro.
Ci guardiamo dai finestrini e ci riconosciamo. Lui scende dall’auto, io mi parcheggio affianco.
Scendo dall’auto e ci presentiamo.
-“Ciao molto piacere, io sono Duilio…lei è Carla.”
-“Piacere mio, io sono Fabrizio.”
Il signor Duilio notò la mia espressione interrogativa e si spiegò.
-“Ti sarai chiesto perché ti abbiamo invitato qui…beh…vado al dunque: siamo una coppia sposata ormai da tanto. Non abbiamo figli e ogni tanto combattere la noia è difficile…il nostro terapista di coppia ci ha consigliato di mettere un po’ di pepe alla cosa e…”
-“Ci sto.”
Non feci finire il discorso…io avevo già gli ormoni sparati alle stelle e oramai non sentivo più.
-“Subito deciso, fantastico. Sali in macchina…oggi pomeriggio sei nostro ospite.”
Nel viaggio in macchina mi spiegarono un po’ cosa li portò a scegliere me.
-“Sai quando ti abbiamo visto avevamo subito capito che ci stuzzicavi per la situazione. Sei robusto e panciuto come me e…ci hai colpiti subito.”
Io sorrisi e dissi:
-“Fantastico, ci divertiremo sicuramente.”
Arrivammo a casa. Un bel villino tra le montagne con vista sulla città. Isolante è isolato.
Escludo la parte dei convenevoli in casa e arrivo al dunque.
Ci sbattiamo in camera da letto e loro aprono i giochi pomiciandosi forte con toccatine e strusciamenti.
Il signor Duilio porta dei mocassini eleganti con un paio di calze blu notte, dei pantaloni neri eleganti e una camicia bianca infilata dentro.
La signora Carla un paio di scarpe col tacco, calze nere e un vestito blu lungo fino alle ginocchia.
Si strusciano davanti ai miei occhi. Carla spalma la mano sulla patta del marito che vedo gonfiarsi a poco a poco. Duilio cerca il culo della moglie con la mano mentre fa un leggero movimento di bacino per trovare sollievo dirimpetto.
Cadono sul letto e mi guardano.
-“Vieni Fabrizio, tocca a te adesso.”
Mi tolgo i pantaloni e dal tessuto delle mutante si nota il mio cazzo barzotto. Mi metto a gambe larghe sopra Duilio, gli sferro la lingua in bocca e cerco con le natiche la sua erezione pulsante.
Nel mentre allungo il braccio verso Carla e cerco il suo seno sodo ancora dentro il reggiseno mentre lei si masturba con due dita.
Duilio spinge la cappella contro il mio culo e io spingo il mio tronco contro il suo addome. Ma siamo ancora vestiti. Il bello deve ancora venire.
Mi stacco da lui e lo lascio in attesa.
Gli ansimo nell’orecchio. Sente il mio respiro caldo.
Ora tocca a Carla. Gli allargo sotto il vestito e quando mi avvicino noto che è già bagnata parecchio. Inizio a masturbarla con la lingua e lei comincia ad ansimare di piacere. Mi fermo, si alza e si spoglia completamente lasciandosi addosso solo le calze e le scarpe. Duilio nel frattempo si massaggia il cazzo in erezione ancora abbottonato nei pantaloni.
Stendo di nuovo Carla sul letto e nel frattempo che ho ripreso a leccarla cerco il seno nudo stuzzicando il capezzolo che spicca.
Mi ferma, lei stesa io in piedi davanti, si toglie una scarpe e mi massaggia con il piede il cazzo durissimo nella mutanda.
Duilio scatta eccitato e gli monta su, lei stacca il piede da me e stende Duilio a pancia su. Io mi siedo sulla poltrona vicino a letto. Ora sono loro che tornano protagonisti.
Lei gli sbottona la camicia e comincia a baciarlo: sul collo, sul petto di peli ormai scoloriti, sulla pancia mentre lui da piccoli colpi per cercare il suo corpo col cazzo…lei comincia a leccare il rigonfiamento dei pantaloni, si ferma slaccia la cintura e lo spoglia lasciandogli addosso solo il mocassino elegante e le calze blu notte.
Il pene di Duilio si erge poderoso. Una cappella che sembra scolpita dagli angeli. Carla affonda con la bocca, io mi alzo dalla poltrona e vado a leccare i capezzoli duri del signor Duilio.
Ora è lui che è pervaso dal piacere. Mi fermo e gli sussurro all’orecchio.
Mi tolgo le mutande e accosto il mio pene vicino a quello di Duilio. Carla impazzisce e inizia a leccarli entrambi facendo incontrare le cappelle. La mia e del marito.
Lui non ce la fa più, è un porco pervaso da un piacere divino. Si alza e afferma.
-“È il momento.”
Si alza. Stende la moglie a pecorina sul pavimento, lui in piedi piega le gambe. Cerca la fica con la cappella e la penetra delicato, poi forte, poi delicato…
-“Senti come ti scopo dopo tutti questi anni…”
Lei raggiunge lo stesso livello di piacere del marito e oramai urla di piacere. Io sono in piedi che mi masturbo lento e godo.
Il signor Duilio si ferma e mi guarda.
-“Dai Fabrizio vai tu ora”
Non ci penso due volte, punto il mio pene e bam. Carla esplode. Mentre gode gira la testa e mi fa:
-“ecco perché ti abbiamo scelto, mi ricordi mio marito da giovane…dai spingi forte.”
E mentre spingevo, lei aveva ripreso a masturbare il marito.
-“Scopala Fabrizio, scopala come facevo io…”
Io oramai stavo per venire fortissimo, anch’io avevo ormai raggiunto un livello altissimo di piacere ed ecco l’orgasmo. Ansimai. E urlai per l’eiaculazione. Carla anche. Aveva sentito il seme caldo arrivare dentro spedito e venne anche lei.
Duilio ci guardò e fece una risata spontanea di complicità. Io mi staccai le infilai un dito dentro. Il residuo di umori e sperma mi colava sulla mano così presi e imboccai il signor Duilio che assaporò eccitato il tutto.
Ora c’era un altra persona da far sborrare. Ci guardammo sorridenti con Carla. Stendemmo Duilio in rotta di sborrata sul letto.
Lei a gambe larghe sulla sua faccia per farsi leccare. Io a gambe larghe sul suo cazzo pulsante.
Mi inculava come un toro e leccava come un lama la fica della moglie. A me tornò ritto pronto per un altra gettata. A lui pulsava sempre più.
-“Sto per venire, sto per venire…”
Io e Carla ci togliemmo subito per un rapido scambio. Affondai le mie palle in bocca a Duilio e lei prese a fargli un bocchino.
All’unisono. Io venni in faccia a lui. Lui in bocca alla moglie. Si dimenò come un porco.
Aveva goduto e non poco.
Nella stanza non c’era più odore…solo essenza di virilità senile, femminilità di donna e potente giovinezza.
Avevamo goduto e non poco.
Ci ripulimmo uno a uno e rivestiti andammo a fumare una sigaretta in terrazza.
Eravamo felici. Tre persone che si erano cercate e trovate. Che per un pomeriggio si sono sentite meno sole tra la gente. Compatibili col mondo.
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