L'ascensore di Angelita

di
genere
etero




La vidi entrare nell'androne del palazzo. Faceva molto caldo quel giorno. Aspettava l'ascensore, era di spalle quando sentí i miei passi. La scia del suo profumo aveva avvolto l'ingresso e tutto il corridoio. L'avevo vista un paio di volte di sfuggita. Indossava un paio di scarpette bianche da ginnastica, degli shorts aderenti di jeans che accoglievano un body nero di tulle a balconcino. L'ascensore si aprí, entrammo, un "salve" reciproco e ci guardammo negli occhi.
Angelita ammiccò con un sorriso al libro che avevo sotto il braccio, ricambiai con un cenno del capo e introiettai nella mia mente l'odore che emanava il suo corpo, immaginando l'olimpo del piacere che avrebbe potuto procurarmi.
"Che libro è?" chiese incuriosita.
"È solo ciò che sta per iniziare ora..."
La condussi di modo che desse le spalle alla porta dell'ascensore e potesse così guardarsi nello specchio, le carezzai i capelli ondulati e inebrianti.
La sua essenza mi stimolava. Accostai le labbra alle sue, deciso, e non senza sorpresa, si abbandonò al sapore umido della mia lingua dando il via ad un ballo intrecciato, ad un corpo a corpo di colpi ben cadenzati.
L'ascensore si aprí e d'istinto Angelita piegò il gomito pigiando il tasto d'arresto. La cabina si bloccò con un sussulto violento e i nostri corpi si trovarono scaraventati l'uno sopra l'altro, avvinghiati come due rami intrecciati. Lei avvertí la mia "voglia", lí, tra il bordo finale degli shorts e i collant, spostò lo sguardo verso il basso per vederne la consistenza e carezzò la patta dei pantaloni compiaciuta, consapevole che quel rigonfiamento era puro desiderio istintuale.
Non trattenne un respiro che le si mozzò in gola mentre sentiva anche'ella l'umidità che traspariva nel suo intimo. E lo sguardo non tradiva minimamente l'imbarazzo del momento. Voleva essere posseduta...lo voleva, con tutta se stessa...Con il dito le disegnai sul volto le fattezze del viso, scendendo dal naso fino alle labbra, e spingendoglielo nella bocca. Lo gustò avidamente, mentre una mano cercava la zip dei miei pantaloni e con l'altra i gancetti del body per farli scoppiare.
Si toccò quell'oceano di piacere, quell'attimo di eterna voluttà. Inumidí le labbra con la lingua, da parte a parte e mi fissò intensamente, come la fiamma osserva il ceppo che arde senza sosta.
La sua passera vogliosa si apriva in quell'atmosfera di ineluttabile gaudio che il corso degli eventi era destinato a portare. Angelita era di una bellezza metafisica che contrastava quasi con la realtà. "Eterea" nell'immanenza dei gesti del suo corpo.
"Ora tocca a me", esclamò avvolgendo nel palmo della sua mano il mio membro, nelle cui vene pulsava una voglia primitiva. Lo scappellò, si inginocchiò e lo baciò più volte per poi strofinare le labbra per tutta la lunghezza dell'asta come un'armonica. Sentivo il calore del suo respiro che lo plasmava. Un paio di strattoni e poi se lo infilò in bocca senza staccare i suoi occhi dai miei.
"Mhhh... Sí... " ansimò eccitata.
Le sue labbra, la lingua e la mano si alternavano nei movimenti provocandomi sensazioni lussureggianti. Sentivo il seme salire e ridiscendere nel mio apparato, come quell'ascensore arrestato. Sfilò il cazzo dalla sua bocca e con un cenno delle dita mi invitava a visitare il suo anfratto di carne. Le cinsi un fianco sollevando la sua gamba ed iniziai a sfiorare con la cappella lucida le sue pareti grondanti di umori. Si lasciò andare ad una folle esclamazione di goduria facendo scivolare i suoi capelli all'indietro. Sentii la sua schiena inarcarsi e cercare le mie natiche per affondarvi le unghie. Con un colpo di bacino la penetrai prima lentamente poi aumentando d'intensità. Sentivo l'elasticità della sua fica contrarsi e accogliere il mio cazzo come se i due fossero stati sempre lí, in quell'inconfessabile desiderio di possedersi. L'insondabile voglia si perpetuava nella tangibilità dell'amplesso.
Le leccai la corona del capezzolo destro, "lasciando" che a sinistra le battese ancora il cuore. Il suo respiro si fece più veloce, ansimante. Il mio cazzo viaggiava nella finitezza del binario di Angelita, seppur godesse dell'infinito di quella stazione che attraversava senza tempo.
"Pensami prima di leggere quel libro" sussurrò al mio orecchio mordendo il lobo. La girai e afferrandole i capelli la penetrai in fica da dietro. La sentii gemere.
Ero all'apice. Diedi nuovo impulso ai miei movimenti. Il mio cazzo stava naufragando nei suoi umori. Le sue gambe tremavano. Scosse di godimento attraversavano il suo interno coscia. Chiusi gli occhi e con un sussulto di piacere infinito, venni copiosamente dentro di lei.
"È solo il primo capitolo Angelita, é solo il primo capitolo...! "
Si girò, sorrise e mi baciò.
"Non ti nego che mi sto'abbandonando' al pensiero di leggerlo tutto."
Tirò fuori una penna dalla borsa, scrisse su una pagina del libro il suo numero e pigiò nuovamente il tasto dell'ascensore per sbloccarlo. Era ripartito.
scritto il
2021-11-16
3 . 2 K
visite
0
voti
valutazione
0
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

racconto precedente

Shila & Ben
Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.