Le "dolci note" di Rebecca

di
genere
masturbazione

Lo aveva preso sul cazzo quel giornalista con la barba, tanto, parecchio e così decise di non pensarci. Troppa confidenza, per una come lei, tanto composta e precisa.
"Si merita soltanto una visualizzazione quello stronzo", pensó, decidendo nel frattempo quale dovesse essere il suo outfit. Optó per una giacca delicata nonostante il colore fucsia acceso e caldo, come quell'idea che pian piano faceva capolino nella sua mente. Un top di raso nero che schiudeva in una sorta di anfiteatro di pelle un décolleté non volgare ma prorompente, filtrato da una trama a retina. Non faceva eccessivamente caldo nonostante il suo corpo respingeva un'arsura recondita e ancestrale. Ed un pensiero. Non era il caso, lì. E poi doveva lavorare. Lo fece in maniera impeccabile come al solito ed anche la voce, sebbene l'ultimo periodo non fosse stato incoraggiante per la sua salute, non diede segni di cedimento. Era calda, quasi al limite della voluttà. Ché Rebecca lo sapeva, ne era pienamente consapevole; quando le corde facevano il proprio dovere, consegnavano la sua essenza ad un attimo di eterno orgasmo. Salutò gli astanti con un sorriso, il suo sorriso e si infilò in macchina. Ingolló un sorso d'acqua, un giro completo di chiave, inserirì la prima e partì imboccando l'autostrada. L'andatura era costante e il finestrino aperto le permetteva di godere dell'aria che placava un insolito turbamento. In effetti non aveva mangiato e alla prima area di sosta si fermó per mandar giù un boccone. Rebecca era sì turbata e pur non celando l'inquietudine che si faceva strada nei meandri della sua mente sentiva che il pensiero che la attanagliava in realtà lo bramava, era un turbamento di piacere ma non capiva. Non poteva immaginare. Solo quando frettolosamente diede uno sguardo ai tanti messaggi che le erano giunti sullo smartphone, l'attenzione cadde su quel contatto. E tutto le fu chiaro. L'intuizione squarciò il velo del dubbio e si ritrovò senza giacca nella toilette del locale. Le aveva inviato un messaggio e la cantante lo lesse avidamente. Chiuse per un attimo gli occhi e lo immaginó lì con la sua bocca che a piccoli tocchi le sfiorava le guance imperlate di un sudore leggero e salato che andava a morire tra i suoi seni. Cominció ad infilarsi una mano nella sua intimità e al contempo lo vedeva ritto in piedi che la fissava mentre man mano scendeva sino ad aprirle le gambe affondando la sua lingua tra le grandi labbra. Una, due leccate di clitoride e la mano di Rebecca strinse i capelli di lui attirandoló a sé. Sentiva la sua lingua, tuttavia lei continuava a masturbarsi. E non capiva quale fosse la realtà. "Cazzo", mugugnó la cantante, in un afflato di piacere che carezzava il suo sesso.
- "Ferma, ora faccio io", lo sentì sussurrare e si ritrovó sbattuta contro il muro, cinta da dietro con i seni ormai preda nelle mani di lui. Inarcó la schiena, il suo bacino sentiva i vigorosi colpi del cazzo che la penetravano e si abbandonó al piacere più intenso.
- "Sìììì cazzo..." gemeva soffocando la sua voce nel bagno angusto del locale. Gocce di umori cadevano come inchiostro di note su un pentagramma. Sentì il sesso di lui farle vibrare l'utero. Lo stomaco scalpitava e si accorse che era ben altra fame quella che avvertiva. Si giró di colpo e si ritrovò a pomparlo in ginocchio guardandolo fisso negli occhi.
- "Ed ora, come la mettiamo?" sentenzió Rebecca con un sorriso malizioso lasciando che la lingua gli leccasse il glande lucido e prorompente permeato da un brivido. Il cazzo aveva colpi involontari e vedendolo muoversi da solo lei si abbandonava a momenti estatici. Intanto la cantante si masturbava con due dita saggiando il proprio nettare. Lui le avvolse i capelli a mo' di codà e strofinó il cazzo tutto venoso contro il tessuto lucido del top. Rebecca ebbe un sussulto e le cosce cominciarono a tremare. Mentre la fica grondava spasmi di piacere l'immagine di lui si dissolse. La cantante finì di leggere e si ritrovò con l'indice della mano destra tra le labbra languide ad assaporare le sue voglie. Sapeva di buono. Aprì gli occhi. E si accorse di essersi addormentata per un po'. Una vibrazione al telefono. Aprì il messaggio. Lesse.: "Spero ti sia piaciuto Rebecca...a tempo debito...!"
Sorrise.
-"Stronzo", pensó ansimando ed accorgendosi di essere tutta bagnata.
scritto il
2023-07-29
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