Il Sellaio. Víðarr e le prime rivelazioni.
di
Tibet
genere
pulp
10) Il Sellaio.
-Spogliati.-
Il Sellaio dicendolo ha presente la sua straordinaria bellezza, quella che lo ha colpito nelle foto.
Una donna che potrebbe impersonare Freya o forse lo o è? O lo è stata?
Il Sellaio declama sottovoce...
“Benedetta sia la dea dell’Aurora scintillante
Freya, la Bellissima,
La piu Appassionata delle Regine.
Insegnami i misteri dell’autentica passione del cuore.
Mostrami i segreti del wyrd.
Cammina con me nella luce delle stelle.
Io accendo questa candela
in una ardente offerta a Te,
Freya, dea del fuoco etereo...”
Virad leva lentamente un indumento dopo l'altro, fino a rimanere nuda.
-Monta sul tavolo e distenditi.-
-Sei troppo bella, Virad. Troppo bella per essere vera.-
Mentre lei sta immobile, le dita della mano passano veloci sul viso, ne seguono i lineamenti, il naso, le labbra, il mento, la gola.-
-Sono vera Sellaio... sentimi...-
-Zitta Virad... -
La mano stringe la gola, ma è più una potenziale minaccia che una vera violenza.
-Zitta...-
-Ci siamo sempre combattuti noi due, lo sai? In diversi tempi, in diverse vesti ma sempre su posizioni diverse. Da antagonisti. -
La mano scorre fino al seno, ne segue il contorno, prende un capezzolo e lo stringe, lo stringe forte più per il proprio piacere che per farle male, sa che lei è in grado di sopportare tutto questo, tutto questo e di più.
-Conoscevo due uomini che hai ucciso, oh... non li consideravo certo come eccelsi e non tanto comunque da aver voglia di vendicarne la fine, ma li conoscevo...-
La mano è sotto il seno, saldo e pieno con quella particolare morbidezza che solo il seno femminile può avere.
-Il Sarto... dimmi di lui.-
-L'ho interessato subito, Sellaio... l'ho davvero ammaliato, quando sei bella tutto ti è facile, l'ho incontrato per parlargli di un "vestito di luce", si è incuriosito, poi... hai visto. -
-Come è morto?-
-Gli ho tolto quello che gli permetteva di vedere la bellezza, gli occhi, gli ho levato gli occhi poi l'ho lasciato libero e lui correva intorno per la stanza come una mosca impazzita, sbatteva contro le pareti... ogni tanto gli piantavo il bisturi nella carne... e urlava, l'ho torturato a lungo.-
-Chi vendicavi?-
-Una giovane donna, giovanissima... una modella che voleva entrare nel mondo illusorio della moda, dove gli sciacalli come il Sarto prosperano e si pasciano di facili prede.-
La mano continua la sua lunga carezza, il Sellaio passa le sue lunghe dita come avesse la curiosità di conoscere il suo corpo attraverso quel contatto.
-L'amavi? La giovane donna... dico.-
-Amare Sellaio? Perché tu ami? Quando mai noi amiamo? Noi usiamo...-
La mano e sul ventre, sul pube, sul monte di Venere.
-Apri le cosce, Virad...-
La mano corre leggera contornando la vagina, poi ancora sulle labbra gonfie, preme ora per aprirle, fa scorrere la punta delle dita.
-Sei bagnata Virad...-
-Sono eccitata... si.-
Ora stimola con tratti leggeri il clitoride.
-Sei sensibile qui? Vero?-
-Sono assolutamente clitoridea, si... Sellaio, non godo della penetrazione...-
Ora la carezza è più determinata, indirizzata a farla godere.
Virad non ha mai goduto con un uomo, mai, in nessun modo! Ci arriva difficilmente, raramente, con una donna, ma ora? Sente insinuarsi nella sua mente un lungo tentacolo che cerca un particolare sensore nervoso, lo trova e le nasce dentro un languore sconosciuto, ora le dita la portano velocemente al piacere, è costretta ad inarcarsi, a gemere, a godere di lui! E sprofonda in una serie di orgasmi senza fine che si legano uno all'altro come anelli di una catena! Ora il piacere diventa spasmo! Ora il piacere diventa dolore.
Non si ribella, non si rifiuta.
Fra i gemiti e gli sussulti lo vede alzarsi e lasciar cadere ai piedi i pantaloni, non ha altro e il suo pene svetta.
Vidar pensa.
“Questo è il pene di Frey! Il pene del dio!”.
Il Sellaio le ordina.
-Continua tu a toccarti, vedrai che ti sentirai precipitare in un vortice di orgasmi senza nessuna possibilità di risalirlo, sprofonderai... sprofonderai, ma non ti lascerò morire come le tue allieve, ti salverò un attimo prima della fine.-
La tira fino a farle avere la testa fuori dall'orlo del tavolo, la prende fortemente con le due mani, le fa piegare il capo e con il pene le cerca la bocca.
-Apri la bocca... Víðarr!-
Vidar capisce che non deve difendersi, si sta toccando a due mani. Una mano sul seno a strizzarsi il capezzolo l'altra sul clitoride. Si sta masturbando ferocemente, ora sono due le mani sulla sua vulva.
E si sente precipitare in un vortice colorato che gira con la velocità della luce e gode. Il corpo si avvita, cade in movimenti sempre più scomposti, cade e gode. Orgasmi dolorosi che le torturano la mente.
Cade e gode! Un godimento assurdo!
Poi... in quello che le sembra l'attimo prima della fine vede una mano, la mano del Sellaio prenderla e tirarla fuori dal vortice.
Si ritrova tremante, ansante, sfinita sul tavolo.
Ha in bocca lo sperma del Sellaio, porta la mano al viso, ne è coperto anche quello.
-Bentornata alla vita Víðarr!-
E sottovoce declama ancora...
„Fra cespugli cresce, ed erba alta,
la terra di Viðarr, e fra boscaglie;
là si farà il fanciullo, a dorso di cavallo, abile,
per vendicare il Padre.“
Poi le si rivolge...
-L'ho capito subito. Quell'attimo che ti ho chiesto il nome, ricordi? Tu... Viðarr, volevi che capissi, perché certamente sapevi che conoscevo la denominazione Widar, Vidar, la traduzione tedesca di Viðarr ma mi sfugge il perchè... c'è qualcosa di nascosto ancora...-
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