Un nonno da godere

di
genere
incesti

Mi sono concessa di provare il brivido dell'incesto intorno ai trent'anni, dopo diverse relazioni ed una convivenza finita male. Mi ero traferita a casa del nonno, che mi aveva messo a disposizione un monolocale in tavernetta. Era stato gentile a propormela, ero in difficoltà finanziaria dopo la separazione, e vivere lì avrebbe reso più semplice le cose. Il nonno era vedovo da anni, sulla settantina. Burbero e solitario, con una stretta cerchia di amici con cui passava ore a giocare a carte, sicuramente non era bello nemmeno da giovane, grosso, pelato, con gli occhi piccoli e le labbra sottili. Un pò molliccio, spesso sudato. Non aveva in apparenza nessuna relazione sentimentale, e mi propose di trasferirmi da lui , con la scusa che avrei potuto aiutarlo in caso di bisogno.
Le prime settimane passarono quiete. Mi chiedeva spesso come stavo, se avevo bisogno di qualche cosa, niente di più. Io ero una bella donna (lo sono ancora anche se ho ormai il doppio degli anni) e avevo sempre avuto dei corteggiatori.
Una sera mi chiese se gli avessi fatto compagnia a guardare la tv. Accettai, non avevo altri impegni. Mi sedetti sul divano accanto a lui per guardare un film. Era un film di azione, con molte scene di sesso e nudo. Lui faceva commenti che mi divertivano, apprezzava le forme delle donne, sembrava incitare gli attori.
Io lo prendevo in giro, gli dicevo che avrebbe dovuto fare il regista. Mi guardò fisso negli occhi e mi chiese "perchè non l'attore? Credi che non sia più capace?"
"Ma no, nonno, cosa dici? Mi divertono i tuoi commenti" e risi.
"Fammi vedere le tue tette. Togliti la maglia e fammi vedere se le hai più grosse di quella del film"
"Ma dai, nonno, non scherzare" iniziai a sentirmi in imbarazzo
"Non scherzo, fammi vedere le tette" e intanto allungò le mani per toccarmi. Le sue mani erano colme delle mie tette, io rimasi bloccata. Le sprimacciava mentre continuava a ripetermi di mostrargliele.
Rimasi ferma, non lo fermai. Mi sfilò la maglia e slacciò il reggiseno. Rimasi col seno nudo davanti a lui, che si piegò verso di me, prendendo in bocca ora un capezzolo, ora l'altro, succhiandoli.
Mi abbandonai sul divano, lui mi fu sopra. Sentii la sua lingua in bocca, Era strano, ma l'eccitazione mi stava attanagliando. Ansimavo, gemevo sotto i colpi della sua lingua fra la bocca ed i capezzoli e le sue mani che mungevano.
I baci si fecero appassionati e lui si fece trasportare dall'eccitazione. Scese ad accarezzarmi in mezzo alle gambe e si rese conto che ero caldissima e umida.
Finì di spogliarmi e si tuffò sul mio sesso, leccandomi mentre infilava le sue dita dentro di me.
Mi concedevo a lui, aprendo le cosce, e incominciai ad incitarlo. Sentii la mia voce chiedergli di sbattermi, di farmi sua.
Si aprì i pantaloni e vidi il suo cazzo. Un cazzo normale, nè piccolo nè grande, la cappella rossa. Quella cappella che fra poco avrei assaporato in bocca.
Mentre lo spompinavo mi diceva di non preoccuparmi, che ormai era anziano ed aveva una misura da famiglia, ma che mi avrebbe insegnato come godere.
Per la verità non capivo niente. Mi trovai in una situazione così inaspettata che non sapevo fare altro che lasciarmi andare.
Non facevo sesso da mesi e all'improvviso mi stava esplodendo tutta la voglia repressa.
Non mi venne in bocca, anche se lo supplicai di farlo. Voleva prendermi.
Mi fece mettere a pecora e mi penetrò. Ero calda, bagnata e fremente. Gli urlavo di scoparmi, di farmi godere. Lo fece. Oh se lo fece.
Godetti del suo cazzo fino a che esplose il suo sperma dentro di me. Sentire la cappella di tuo nonno arrivarti all'utero è bestiale e divino insieme.
Quando il suo cazzo scivolò fuori da me, mi fece stendere sulla pancia e continuò a fottermi con le dita. Iniziò con tre, finì che avevo dentro il suo pugno fino al polso.
Urlavo dal male, mi esplodeva la testa, ,a un godimento così era totalmente inaspettato.
Continuò a scoparmi così fino a che si rese conto che, immersa nei miei umori, ero totalmente sfinita. Mi sentivo la figa in fiamme, un dolore in tutto il corpo, non mi sentivo più le gambe.
Mi addormentai sul divano.
Quando mi risvegliai la mattina dopo, era mattina inoltrata. Mi aveva buttato addosso una coperta mentre lui leggeva il quotidiano seduto a tavola.
Mi alzai per andare in bagno. Facevo fatica a camminare, sentivo dolori ovunque.
Non parlammo di quanto era successo. I giorni successivi mi servirono per riprendermi. Non uscivo nemmeno di casa. Mangiavamo, guardavamo la tv, spesso in silenzio.
Finchè una notte, stavo dormendo, mi svegliai sentendolo scivolare nel letto accanto a me.
"E' ora, nipotina mia. Il nonno ha un gonfiore che solo tu puoi curare"
Ero su un lato e lui si mise dietro me. Con una mano mi accarezzava la figa ed aprive le piccole labbra. Sentii la cappella appoggiarsi e scivolare.
Mi scopò a lungo, riusciva a trattenere a lungo la sborra, e lo faceva solo dopo che mi aveva sentito venire più volte.
"Voglio leccarti via la mia sborra" e scese col viso fra le mie coscie. Non mi fece male, mi fece godere a lungo e io cominciai a pensare che avevo bisogno di lui.
Nei giorni successivi mi chiese di rimanere nuda in casa. Anche quando non mi scopava avevo le sue mani o la sua bocca addosso.
A forza di essere succhiati i capezzoli erano sempre eretti, gonfi e rossi
Imparai che adoravo ricevere la sua sborra in faccia e berla leccandomi.
Scoprii di essere dipendente dal sesso, più lo facevo e più lo avrei fatto.
Le mie amiche erano preoccupate perchè non uscivo più da casa. Io dicevo che ero felice, ma so che non lo credevano.
Iniziò ad invitare i suoi amici. Mi presentava come la sua nipotina, e li ricevevamo mentre io ero completamente nuda.
Mi offriva a loro come dolce. Mi faceva stendere sul tavolo di cucina, mi spargeva di miele e mi leccavano e mordevano. A volte erano due, spesso erano quattro o cinque.
Chi di loro aveva un'erezione poteva fottermi sul tavolo, stando in piedi.
Erano anziani, maiali e infoiati dal mio corpo giovane.
Il nonno si divertiva molto a farsi spompinare davanti ai suoi amici. Gli piaceva vantarsi della golosità della sua nipotina per la sborra. Gradiva molto farmi assaggiare anche quella dei suoi amici.
Uno di loro chiese di potermi inculare. Il nonno glielo concesse, perchè gli aveva fatto dei favori. Venni inculata davanti ad un pubblico di cinque persone che incitavano l'amico a sfondarmi.
Urlai dal dolore. Per un momento non vidi più nulla, poi la carne si rilassò a lo stantuffo dentro lo sfintere mi portò inaspettatamente all'orgasmo. Gli altri si segavano e al culmine mi spruzzavano il loro seme sul volto. Finii fradicia e con il viso impiastricciato di sborra.
Da allora un paio di volte la settimana l'amico veniva e dormiva con noi, dopo una scopata a tre, dove il nonno mi entrava in figa e l'altro nel culo. Li sbocchinavo insieme, mentendoli cappella contro cappella. Mi sentivo molto a mio agio in quelle situazioni. Rimasi col nonno per circa tre anni, tre anni in cui non ricordo di essere mai stata un giorno senza prendere almeno un cazzo. Uomini anziani, poco attraenti, ma la loro foga, mi hanno saputo infiammare e trovare la mia vera natura.
Trovai un lavoro in un'altra città, quindi decisi di andare per nuove avventure. Il nonno poteva accogliermi al mio rientro.
scritto il
2024-03-25
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