Il trasferimento della Professoressa Francesca I° parte

di
genere
tradimenti

Erano passati quattro anni da quell' episodio che aveva cambiato le loro vite, Federico e Francesca non abitavano più a Roma ma a Gagliato - un paesino dell' entroterra calabrese, in provincia di Catanzaro, che conta poco meno di 500 abitanti - dove la noia si faceva sentire.
Il povero Federico si era dovuto dimenticare le cene al circolo degli avvocati, gli amici e le serate ma non solo.
Il poveretto si era dovuto dimenticare anche del suo lavoro; Federico era un bravo avvocato - il suo unico difetto era l' eccessiva timidezza che non gli consentiva di difendere il cliente come avrebbe dovuto - ma a Gagliato di studi legali non è che ce ne fossero in gran n mero e, in attesa di occupazione, si era rimboccato le maniche ed era stato assunto come vigilantes.
Spesso faceva i notturni, aveva perso tutto, tutta la sua vita ma era felice perché vedeva la sua cerbiattina innamorata e tutta per lui, finalmente aveva smesso con le scommesse...
Almeno era quello che lei gli aveva dato a credere.
All' epoca dei fatti Francesca era una ragazzina di 24 anni, al primo anno di insegnamento, appena uscì la storia del video, il provveditorato la salvo` per questo e perché era preparatissima ma la spedi in un paesino sperduto della Calabria, in modo che in caso di scandalo l'eco sarebbe arrivato ovattato.
Adesso era una donna di 28 anni, bella, sexy, nel pieno della padronanza del suo fisico e della sua mente e non ci pensava proprio a dedicarsi solo al suo uomo, nonostante gli avesse dimostrato amore in ogni modo possibile.
Lo aveva cornificato spesso, sia con qualche alunno, sia con qualche ragazzo del paese ma, nonostante girassero delle voci molto insistenti, il suo Federico non ci credeva assolutamente.
Purtroppo per lui, nonostante i suoi 36 anni era rimasto ingenuo e quell' episodio non gli aveva insegnato nulla, credeva sempre che la sua Francesca fosse una dolce fidanzata fedele.
Non avrebbe mai potuto credere che la sua dolce cerbiattina , mentre lui si sacrificava facendo un lavoro che lo sottostimava, magari di notte, si faceva scaldare il letto da altri ragazzi.
Meglio ancora se ragazzini; Francesca aveva la fissa per i diciotto ventenni, specie se rozzi e maleducati.
Non sapeva dire di no.
Ma questo, il povero Federico non poteva (o voleva) saperlo; a suo parere la sua cerbiattina aveva capito il suo errore ed era cambiata.
Scoprirà a sue spese che non era proprio così.
Francesca era stata mandata in un tecnico industriale, pieno di ripetenti e di stronzi... il suo pane! E da ragazzetti svegli avevano capito subito con chi avevano a che fare.
I primi giorni ci furono solo qualche schermaglia, qualche battuta ma quando videro che la professoressa - all' apparenza timida e dolce - non si intimidiva per nulla, iniziarono a provarci di brutto.
Una volta gli presentarono la foto di tre ragazze completamente nude e gli chiesero a quale somigliasse di più...
Francy diventò paonazza, la tiro` per le lunghe ma poi indicò quella con un bel boschetto folto e nero come il suo.
Un' altra volta, in un 'altra classe, la convinsero - e non ci misero molto- a fare lezione scalza perché erano attratti dai suoi piedini coperti dalle calze.
Il primo alunno che dal quale si fece scopare era un pluriripetente che stava facendo il quarto per la terza volta... Aveva 20 anni e lei 25... Se l'è scopata al bagno, tenendola in braccio, contro il muro; mentre veniva lei strillava: - a scuola sei un somaro... Ma hai anche il cazzo di un somaro... Dai! - le sborrò dentro senza alcun ritengo a ogni spinta, sempre più poderosa, lei si aggrappava sempre di più al suo collo e alla sua schiena con le cosce.
L' apice del suo essere troia lo aveva toccato al terzo anno di permanenza in Calabria, con un suo alunno.
La professoressa Francesca ha sempre avuto una fissa per i cattivi ragazzi, magari con qualche precedente penale e quando un suo alunno fu arrestato e dovette passare sei mesi in carcere, quasi non gli sembrava vero.
Passò sei mesi a fantasticare su cosa avrebbe fatto quando fosse uscito e un paio di volte lo andò anche a trovare, presentandosi con i suoi vestitini e autoreggenti in bella vista.
Quando il ragazzetto uscì lo invito a cena con la scusa che doveva rimettersi in forma e che il cibo del carcere era certamente scadente, lui ovviamente accettò e lei fu... Uno spettacolo!
Lo accolse in autoreggenti bianche, intimo trasparente che era come se non ci fosse, ovviamente scalza a mostrare i suoi bellissimi piedini.
-Vuoi accomodarti? - gli chiese ironicamente, appoggiandosi di sbiego, con la mano, sullo stipite della porta.
All'ex galeotto erano schizzarti gli occhi di fuori, perché Francesca era certamente un bel bocconcino di suo, ora immaginatevela, (s)vestita in quel modo, dopo sei mesi di astinenza più totale.
Dopo qualche instante, buono per riprendersi dalla (gradita) sorpresa, il bulletto entrata in casa di prepotenza, spalancando la porta per poi richiudersela alle spalle.
Prende la giovane professoressa per i fianchi, la sbatte contro la porta e, prima ancora che lei possa dire qualcosa, le infila la lingua in bocca.
Una scossa elettrica parte dal cervello di Francesca per arrivare direttamente ai centri nevralgici del suo piacere, riducendola ad un piccolo laghetto.
I ragazzi erano avvinghiati con Manuel che la teneva per il sedere e tenendola attaccata al muro col suo fisico e Francesca che lo abbracciava dolcemente e aderiva al suo corpo cingendo la sua sc iena in una morsa d'acciaio fatta dalle sue cosce.
-ah! Mmm, quanto lo desideravo - Manuel aveva spostato il perizoma della sua insegnante e glielo aveva piantato dentro in un sol colpo e ora la stava martellando a dovere, stuzzicando i suoi capezzoli mordicchiandoli con un po' di foga ma senza farle male.
Dopo averle fatto saltare il reggiseno gettandolo a terra, come fosse solo un ostacolo al suo piacere, inizia a leccarle e succhiarle i capezzoli.
Il porco continua senza pietà a sfogare la frustrazione e l' eccitazione accumulata in quei sei mesi di galera e quasi senza rendersene conto, sborra nella figa della professoressa.
A occhi chiusi, godendosi il suo meraviglioso orgasmo, Francesca rimaneva in braccio a Manuel, attaccata al muro, e con quel cazzo nella figa che si muoveva ancora ma più lentamente, senza foga, quasi a volerla fare calmare e fare godere ad entrambi gli ultimi rantoli dell' orgasmo.
Francesca lo abbraccia forte, in modo diverso da prima; in quel caso era portata dall' amplesso prima e dall' orgasmo poi, ogni suo muscolo era teso; adesso era portata dalla passione, voleva abbracciarlo forte.
Appoggia la testa sulla spalla del ragazzo, poteva sentire il suo respiro calmarsi nel suo orecchio.
- hai goduto troia? - le dice Manuel mentre la rimette a terra.
- immensamente - dice la ragazza, mentre poggia un momento la mano al muro per sorreggersi e riprendersi un momento.
- ma me l' hai fatta davvero la cena? - se la ride il ragazzo, che sa perfettamente che può fare tutto quello che vuole.
- certo! Anzi seguimi - le risponde Francesca mentre si riaggancia il reggiseno e lo precede in cucina sculettando.
Da brava romana la professoressa non dimentica le sue origini e, mentre Manuel si accomoda a tavola, le gli va a riempire il piatto con un ottima amatriciana che aveva preparato con le sue mani.
Mentre Manuel inizia a mangiare Francesca gli si mette dietro le spalle e si piega su di lui abbracciandolo e mettendogli il seno sulle spalle: -allora? Ti piace?-
- molto! Però dovevi metterci un po' di n'duja ahahahah -
- ehi! Non accetto bestemmie sulla amatriciana ahahahah - e gli da uno schiaffetto in testa.
Poi riprende più tardi seria: - come è andata in prigione? Sai, mi è dispiaciuto molto... - e lo abbraccia più forte dandogli un bacio sulla guancia.

scritto il
2024-04-18
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