Sex addicted. Scandalosi racconti di una ragazza senza inibizioni.
di
Charlotte Shirley
genere
confessioni
Vidi i suoi occhi che mi scrutavano da sotto il cappuccio della felpa. Gli lanciai una rapida occhiata, poi tornai a fissare lo schermo del cellulare. Ero rimasta in piedi, accanto alle porte scorrevoli. Poche fermate e sarei scesa. Lui era si trovava alcune file di sedili più in là, illuminato dalla luce soffusa della metropolitana. Non mi staccava gli occhi di dosso. Potevo quasi sentire il suo sguardo che risaliva lungo le mie gambe fino all’orlo cortissimo della minigonna e che si insinuava nella profonda scollatura della canotta.
La metro frenò e io mi aggrappai al palo di fronte a me per non cadere. A quell’ora, la stazione era deserta e quando ripartimmo eravamo ancora soli. Eravamo quasi arrivati alla fermata successiva quando lui si alzò, dirigendosi verso l’uscita. E verso di me.
Il cappuccio mi impediva di vederlo chiaramente in viso, ma era alto e muscoloso. Proprio come piaceva a me.
Si avvicinò ancora, pensai che mi avrebbe superata, invece rimase dietro di me. Sentii la sua mano su una coscia. Ebbi un sussulto.
“Eri in discoteca, vero?”
Il suo sussurro mi provocò un brivido lungo il collo.
Rimisi il cellulare nella borsetta e mi voltai verso di lui. I nostri occhi si incontrarono. I suoi erano azzurri, aveva un bel viso squadrato e le labbra carnose.
“Anche tu?”
Lui non rispose, ma mi attirò a sé e insinuò una mano sotto la mia gonna, scostando il perizoma fradicio di umori e insinuando due dita dentro di me. Ero ancora dilatata e un po' insensibile. Durante la serata in discoteca mi ero appartata nel privè con diversi uomini.
Socchiusi un po' le labbra e lui ne approfittò per avvicinarsi ancora e baciarmi. Sapeva di alcol e sigarette.
Mi ero ripromessa tra me e me di fare la brava durante il ritorno a casa, eppure mi ritrovai ancora una volta a farmi scopare in un angolo appartato della stazione. Lui teneva sollevata tra le braccia senza sforzo e non si era dato nemmeno la pena di spogliarmi. Avevo la minigonna di jeans tirata su fino ai fianchi e il perizoma spostato di lato. Gemevo ad ogni spinta, il viso affondato nel suo collo. Non credevo di poter venire ancora, ero sfinita dopo la nottata in discoteca.
“Zitta…” mi intimò lui.
Soffocai i gemiti nella sua spalla, poi mi abbandonai tra le sue braccia in attesa che finisse anche lui. Continuò a scoparmi con vigore, molto più a lungo di quanto mi aspettavo. Iniziai a provare fastidio per l’attrito, ma lui non dava cenno di smettere.
A un tratto, mi posò a terra e mi fece inginocchiare davanti a lui. Affondò una mano tra i miei capelli e insinuò il glande tra le mie labbra socchiuse. Quando aprii la bocca, lui vi affondò dentro fin quasi a soffocarmi.
Finalmente lo sentii gemere e fiotti di sborra calda sgorgarono dal suo cazzo. Ingoiai.
“Sei proprio una bella troietta.” Commentò lui, chiudendo la patta dei pantaloni.
Quando finii di rassettarmi i vestiti era già scomparso.
... SE QUESTO RACCONTO VI E' PIACIUTO TROVATE IL RESTO DELI LIBRO SU AMAZON ...
CHALOTTE
La metro frenò e io mi aggrappai al palo di fronte a me per non cadere. A quell’ora, la stazione era deserta e quando ripartimmo eravamo ancora soli. Eravamo quasi arrivati alla fermata successiva quando lui si alzò, dirigendosi verso l’uscita. E verso di me.
Il cappuccio mi impediva di vederlo chiaramente in viso, ma era alto e muscoloso. Proprio come piaceva a me.
Si avvicinò ancora, pensai che mi avrebbe superata, invece rimase dietro di me. Sentii la sua mano su una coscia. Ebbi un sussulto.
“Eri in discoteca, vero?”
Il suo sussurro mi provocò un brivido lungo il collo.
Rimisi il cellulare nella borsetta e mi voltai verso di lui. I nostri occhi si incontrarono. I suoi erano azzurri, aveva un bel viso squadrato e le labbra carnose.
“Anche tu?”
Lui non rispose, ma mi attirò a sé e insinuò una mano sotto la mia gonna, scostando il perizoma fradicio di umori e insinuando due dita dentro di me. Ero ancora dilatata e un po' insensibile. Durante la serata in discoteca mi ero appartata nel privè con diversi uomini.
Socchiusi un po' le labbra e lui ne approfittò per avvicinarsi ancora e baciarmi. Sapeva di alcol e sigarette.
Mi ero ripromessa tra me e me di fare la brava durante il ritorno a casa, eppure mi ritrovai ancora una volta a farmi scopare in un angolo appartato della stazione. Lui teneva sollevata tra le braccia senza sforzo e non si era dato nemmeno la pena di spogliarmi. Avevo la minigonna di jeans tirata su fino ai fianchi e il perizoma spostato di lato. Gemevo ad ogni spinta, il viso affondato nel suo collo. Non credevo di poter venire ancora, ero sfinita dopo la nottata in discoteca.
“Zitta…” mi intimò lui.
Soffocai i gemiti nella sua spalla, poi mi abbandonai tra le sue braccia in attesa che finisse anche lui. Continuò a scoparmi con vigore, molto più a lungo di quanto mi aspettavo. Iniziai a provare fastidio per l’attrito, ma lui non dava cenno di smettere.
A un tratto, mi posò a terra e mi fece inginocchiare davanti a lui. Affondò una mano tra i miei capelli e insinuò il glande tra le mie labbra socchiuse. Quando aprii la bocca, lui vi affondò dentro fin quasi a soffocarmi.
Finalmente lo sentii gemere e fiotti di sborra calda sgorgarono dal suo cazzo. Ingoiai.
“Sei proprio una bella troietta.” Commentò lui, chiudendo la patta dei pantaloni.
Quando finii di rassettarmi i vestiti era già scomparso.
... SE QUESTO RACCONTO VI E' PIACIUTO TROVATE IL RESTO DELI LIBRO SU AMAZON ...
CHALOTTE
4
voti
voti
valutazione
3.8
3.8
Commenti dei lettori al racconto erotico