L'istinto da Sottomessa

di
genere
dominazione

Sono una sottomessa, vivo la sessualità più intensa solo quando vengo dominata. Non c'entra l'amore o la passione, parlo di un istinto, un impulso molto forte a vivere da schiava.
Ho realizzato questo bisogno quando a 23 anni mi sono fidanzata ufficialmente.
I suoi genitori ed i due fratelli maggiori sono stati molto carini con me, facendomi sentire accettata. Ero spesso invitata a pranzo o a cena, spesso dormivo con Carlo, il mio fidanzato. Cominciavamo a fare programmi per il matrimonio ed i miei suoceri ci proposero di vivere con loro per i primi tempi, per consentirci di risparmiare, per potere poi acquistare una nostra casa. Ci sentivamo fortunati e vivevamo il nostro amore teneramente. Carlo venne finalmente assunto in una multinazionale che gli garantiva un ottimo stipendio, a scapito della sua disponibilità, prevedendo parecchie trasferte. Ma eravamo giovani, avevamo tempo per costruire il nostro futuro, e Carlo aveva piacere che non lavorassi, ma potessi aiutare sua madre in casa.
Tutto iniziò il primo giorno della sua prima trasferta. Quando rientrai dalla stazione, dopo avere accompagnato Carlo, mia suocera mi chiese se potevo aiutarla a sistemate la cantina. Mi cambiai indossando una comoda tuta e scesi con lei al piano interrato.
Nella stanza c'era un materasso gettato a terra, gli oggetti più disparati, anche dei cazzi finti. Ero sorpresa, sorrisi e chiesi a mia suocera cosa dovessimo fare. Lei mi sorrise, mi abbracciò e mi baciò sulla guancia e sul collo. Sussurrava, mi diceva di fare la brava bambina. Era arrivato il momento di dimostrare la mia gratitudine, e dimostrare il mio amore per Carlo sottomettendomi alla sua famiglia. Ero un pò frastornata, non riuscivo nemmeno a comprendere bene ciò che mi stava dicendo. Ero accaldata, forse eccitata da quella confidenza inaspettata. Mi baciò sulla bocca, e accolsi la sua lingua. Lei ne approfittò per spingere più a fondo la lingua nella mia bocca mentre le sue mani sotto la maglia si strinsero attorno al mio seno. Mi staccai da quel bacio, farfugliai un "oh, mio Dio" e lei strinse forte fino a farmi male le sue mani sul seno. Mi disse che potevo solo assecondarla, ero di Carlo e quindi sua e di tutti loro. Avevano il dovere di educarmi e soddisfarmi perchè non mi allontanassi da Carlo nella sua assenza.
Giuro, mi sembrava di galleggiare nel vuoto, non avevo mai avuto rapporti promiscui o con donne. Glielo dissi e lei rise. Non era una relazione, era la dimostrazione che cercavano per capire che accettavo di essere la loro schiava. Mi aveva sfilato la maglia, lasciandomi a torso nudo, e commentava il piacere di vedere due tette così grosse e sode. Mi sfilò i pantaloni ed apprezzò che fossi depilata. La sua mano scese ad accarezzare la figa. Mi venne istintivo ritrarmi, il suo sguardo mi gelò, mi abbandonai alla sua mano, aprendo di più le gambe. Limonavamo come in realtà non avevo mai limonato prima, mentre mi masturbava con le dita. Arrivai in breve all'orgasmo, e lei sospirò soddisfatta. Iniziò a scoparmi con tre dita. "Brava la mia piccola cagna, così ti voglio, aperta e bagnata, ti faremo godere, ti scioglierai per noi".
La sua mano era fradicia dei miei umori, e anche il materasso era bagnato sotto di me.
Sentii un rumore e vidi uno dei suoi figli nudo, con un'evidente erezione, che ci guardava. Lei lo invitò a prendere parte all'iniziazione. "E' calda e bagnata, aperta" gli disse. Lui si stese sopra di me, entrando nella figa col suo cazzo rosso e duro. La madre mi teneva le spalle e mi baciava il collo. "Sbattila, riempila, falle sentire la potenza della nostra famiglia." Non potevo credere a ciò che mi stavo lasciando fare, ma ero partita in una sorta di trip. Mi sentii gridare al nuovo orgasmo che quel cazzo che mi scopava mi fece raggiungere. Non aveva ancora finito. Arrivai ad altri due orgasmi prima che lui mi venisse dentro. Sentii i suoi schizzi ed i suoi gemiti, mi addentò i capezzoli, stringendo fino al limite del piacere, sulla soglia del dolore.
Chiusi gli occhi, impregnata di sudore, grondante di umori. Sentii la suocera che intimava a qualcuno di farsi avanti. Era l'altro figlio, che mi girò sulla pancia e mi prese a pecora. E' sempre stata la mia posizione preferita. Mi trovai a gridare e a incitarlo, mentre, soddisfatta la donna mi mungeva, e il figlio che mi aveva appena scopata mi riempiva la bocca col suo cazzo floscio. Non so più quanti orgasmi ho raggiunto non era importante. Ciò che importava era la mia totale capitolazione al loro, la mia disponibilità ad essere usata. Questo figlio aveva il cazzo più lungo e più grosso. Ero stretta per lui, ed ogni millimetro della mia figa lo sentiva. Ero in fiamme. Quando uscì da me dopo avere goduto, provai sollievo ma anche una sensazione di abbandono. Lo sentii commentare "Che troia, bollente. Carlo ha avuto fortuna a trovarne una così." Rimasi col cazzo dell'altro in bocca, che nel frattempo si era rinvigorito e fra leccare e succhiare mi sborò in bocca. Mi ordinarono di ingoiare. Lo feci, assaporando quel latte dal gusto acre. Mia suocerà mi fece delle foto, mentre ero stesa, in abbandono dopo quelle scopate.
Entrò mio suocero. Mi ordinò di rimettermi a pecora. Sentii la punta del suo cazzo contro lo sfintere. Iniziò a spingere. Soffocai i gemiti, alcune lacrime mi scesero lungo le guance. Mentre spingeva lui parlava. "Siamo qui, insieme a consacrare questa creatura ai nostri piaceri. Sarà nostra, in ogni momento, per ogni richiesta, aperta davanti e dietro. Senza più verginità, senza limiti. Godrà di ognuno di noi, mai si negherà. I nostro amore sarà segreto. Carlo non dovrà mai sapere nulla. Il nostro segreto sarà il nostro piacere. Siamo una famiglia, ti accettiamo fra noi, in cambio della tua devozione e del tuo corpo". Era arrivato a infilare tutto il suo membro dentro al culo. Si fermò. Aspettò qualche minuto, immobile, fino a che percepì la reazione dello sfintere che si abbandonò alla penetrazione. Allora cominciò a pompare, mi scopò il culo fino a sborrare anche lui dentro me.
Le nostre bocche si incrociarono in reciproci limoni. Babbo, mamma, figli ed io incrociavamo le nostre lingue come in un rito. Ero stordita, sconvolta ma eccitata come non mai. Mi ordinarono di andare a fare una doccia.
Quando uscii, avvolta nell'accappatoio, mia suocera Lina mi chiamò vicino a lei nel divano e mi tese il suo telefono. C'erano decine di foto di me con ognuno di loro. Dagli scatti si notava il mio abbandono, il mio godimento come quello di loro quattro.
Ero imbarazzata, ma il tremore al basso ventre mi faceva capire il mio eccitamento.
"Vedi cara, Carlo non vedrà mai queste foto, se tu farai quello che ti chiederemo di fare. Sarà il nostro segreto. Tu ci piaci, sei giovane, bella e calda. Vedrai che capirai presto che questa è la tua vera natura e noi siamo qui per aiutarti a realizzare i tuoi impulsi. Ti piacerà, lo sai anche te, devi solo mettere da parte la vergogna e i pregiudizi. Voglio che tu giri per casa in sottoveste, senza biancheria, sempre pronta a essere fottuta da chi lo desidera, quando le desidera. Ora, fammi sapere che accetti, mettiti in ginocchio e leccami la figa"
Non lo avevo mai fatto, l'idea mi faceva anche schifo, ma eseguii l'ordine. In breve il mio viso era bagnato dai suoi umori e devo dire che non mi dispiacque. Godette e io bevvi i suoi succhi.
Quella sera, dopo cena mi chiesero se volessi il caffè. Dissi che mi faceva piacere, allora mio suocero Mario mi suggerì di prenderlo corretto. Risposi che non lo gradivo. Mi dette un ceffone e mi ordinò di inginocchiarmi a bere il suo latte per la correzione. I due fratello Paolo e Giuseppe sghignazzavano. Lo spompinai ben bene, davanti alla famiglia ed ingoiai il suo sperma. Mi strinse le guance in un buffetto e mi chiese se fosse stato così difficile da capire. Mi scusai per non averlo fatto e lui mi disse che era comprensibile, eravamo all'inizio e avrei imparato.
Più tardi mi chiamò con una video chiamata. Fu difficile mantenermi "normale" perchè Paolo mi stava masturbando con le dita mentre mi leccava. Carlo mi chiese se stessi bene ed io gli risposi che stavo bene, ero solo triste per la sua assenza. Alla fine del collegamento Paolo mi scopò. Avendo goduto poco prima riuscì a scoparmi a lungo prima di venire. Avevo un incendio nella figa.
Mi lasciarono andare in camera da sola, e crollai in un sonno profondo e senza sogni.
Al mattino aprii gli occhi davanti all'erezione di Giuseppe che pretendeva la pompa del primo mattino. Provai a dire di no e mi assestò uno schiaffo a mano aperta. Fra le lacrime lo presi in bocca e lo feci godere. Volle venire sulle mie tette. Disse che adorava vedere la sua sborra colare su due tettone così grosse.
Per un paio di settimane fui continuamente sottoposta a soddisfare l'uno e l'altro. Avevo male ovunque ma incredibilmente continuavo a passare da un orgasmo all'altro.
Rientrò Carlo dalla trasferta. Per me fu difficile apparire calma e dare un'apparenza di normalità davanti alla famiglia. Ma tutto filò liscio. Facemmo l'amore, ribadì la sua volontà di sposarmi e passammo cinque giorni di idillio.
Confesso che apprezzai i momenti con lui, ma guardando gli altri ero sopraffatta dal desiderio di soddisfarli tutti.
Incredibilmente mi mancavano, mi mancava sentirmi la loro puttana.
Carlo ed i suoi fratelli accompagnarono Lina a fare la spesa e a comprare gli anelli per il matrimonio. Io rimasi a casa con Mario e dopo averlo spompinato lo supplicai di incularmi. Mi fece supplicare di farlo, mi fece ammettere che adoravo il suo palo in culo, che ero la troia di tutti ma sua in particolare, Era il capobranco ed io ero al suo servizio, Fu generoso e mi prese piegata sul tavolo di cucina. Mi apri il culo ancora una volta, e mi inondò di quel latte che ormai apprezzavo. Gli piacque il mio approccio e mi premiò leccandomi la figa fino all'orgasmo.
Iniziai a destreggiarmi con sempre più facilità.
Carlo faceva la doccia ed io concedevo una sveltina a Paolo. Carlo faceva jogging e mi impalava Giuseppe.
Con Lina era un rapporto di sottomissione ma le piaceva scoparmi con preliminari. Le piaceva comprimermi i capezzoli con degli elastici fino al massimo della sopportazione, poi li scioglieva ed accoglievo la sua lingua come un sollievo sublime; le piaceva dilatarmi, fotografarmi ed essere leccata da me.
Quando Carlo era via, molte notti le passavo leccandole la figa mentre Mario lo faceva a me o mi scopava.
Ormai, più facevo sesso e più lo avrei fatto.
Il giorno del matrimonio MI scoparono tutti, in mpmenti diversi, sono stata di tutti.
Non potevo nemmeno pensare di vivere un'altra realtà, eravamo una famiglia ed io ero la loro sottomessa. E' andata aventi una decina di anni, poi con l'età i miei suoceri guardavano ma non partecipavano quasi mai. Il gioco prosegui con i miei cognati. Che poi trovarono altre vie per usare il mio corpo . Ma questa è un'altre storia.
scritto il
2024-06-25
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