Scene di vita borghese
di
Daniela22
genere
confessioni
Passai gli anni successivi a rimettermi in careggiata. Mi fidanzai con un bravo ragazzo e ci sposammo. Passò poco tempo e capii l'errore grande che avevo fatto a sposarlo. Il sesso che era piacevole prima del matrimonio, subito dopo sparì, e lui si dimostrò avaro di sentimenti e di soldi. Io lavoravo, ma lui contestava continuamente come e quanto spendevo. Era veramente dura, ma volevo essere una brava moglie.
Passò qualche anno, e al termine di una litigata furibonda, non ci pensai nemmeno. Chiamai Walter. "Hai voglia di vederci" "Si" fu sufficiente.
Uscii quella sera dicendo che andavo da amiche. Lo raggiunsi nel paese vicino, salii nella sua auto. "Vuoi sborarmi in bocca?" Lui rimase in qualche maniera sorpreso dalla mia sfacciataggine. "Non sono più una ragazzina e ho fame. Mi vuoi ancora? Posso essere la troia che desideri"
Ci imboscammo in campagna e gli tirai una pompa che lo lasciò stremato. "Cosa dici, ho ancora il tocco?" Mi baciò a lungo in bocca, fu come tornare indietro nel tempo. Nella scomodità della macchina finalmente ritrovai il gusto di scopare. La sua lingua era come la ricordavo, così le sue mani. Quando ebbe un'altra erezione lo presi in figa e tornai a casa con la sua sborra dentro. Non mi lavai nemmeno. Dormire accanto a mio marito con gli umori di un altro mi sembrava consolatorio.
Con Walter iniziò una storia di sesso telefonico, ci masturbavamo attraverso la cornetta e quando riuscivamo a vederci era un'esplosione di piacere. Per alcuni mesi ho ingoiato tanta di quella sborra da farne indigestione, il problema era che Walter era sempre più sfrontato e più volte abbiamp rischiato di farci scoprire.
Non ero pronta alla separazione.
Veniva da me appena mio marito usciva dal lavoro e mi scopava nel nostro letto. Finiva sempre con un'inculata, perchè lo faceva sentire in dominazione.
In realtà era la sua lingua che mi piaceva. Se avessi potuto l'avrei tenuta sul comodino per darmi conforto ogni volta ne avessi avuto bisogno.
Più smaliziata e più adulta ebbi modo di migliorare il mio abbandono al sesso. Lui impazziva per le mie tette e non perdeva occasione di fotografarmi nuda. Diceva che si finiva di seghe a guardarle, ma so che le mostrava ai suoi colleghi e ci raccontava storie. Vere, peraltro.
Passavamo da un albergo all'auto. A volte lo abbiamo fatto anche in campagna, per terra, in piena vista. Tutto acuiva la percezione del piacere.
Lo desideravo da morire, ma era sempre più appiccicoso e pressante. Lo lascia. Poi lo ripresi perchè avevo tanta fame di sesso. Poi alla fine mollai sul serio. Mi metteva sempre più in difficoltà in pubblico e non volevo uno scandalo.
Finì così, a malincuore, ma non poteva andare avanti così.
Per mesi, quando ero sola mi masturbavo pensando a lui, a noi, a come mi faceva sentire appetibile. Mi mancava, ma non volevo tornare indietro.
Col tempo tutto si affievolì
Passò qualche anno, e al termine di una litigata furibonda, non ci pensai nemmeno. Chiamai Walter. "Hai voglia di vederci" "Si" fu sufficiente.
Uscii quella sera dicendo che andavo da amiche. Lo raggiunsi nel paese vicino, salii nella sua auto. "Vuoi sborarmi in bocca?" Lui rimase in qualche maniera sorpreso dalla mia sfacciataggine. "Non sono più una ragazzina e ho fame. Mi vuoi ancora? Posso essere la troia che desideri"
Ci imboscammo in campagna e gli tirai una pompa che lo lasciò stremato. "Cosa dici, ho ancora il tocco?" Mi baciò a lungo in bocca, fu come tornare indietro nel tempo. Nella scomodità della macchina finalmente ritrovai il gusto di scopare. La sua lingua era come la ricordavo, così le sue mani. Quando ebbe un'altra erezione lo presi in figa e tornai a casa con la sua sborra dentro. Non mi lavai nemmeno. Dormire accanto a mio marito con gli umori di un altro mi sembrava consolatorio.
Con Walter iniziò una storia di sesso telefonico, ci masturbavamo attraverso la cornetta e quando riuscivamo a vederci era un'esplosione di piacere. Per alcuni mesi ho ingoiato tanta di quella sborra da farne indigestione, il problema era che Walter era sempre più sfrontato e più volte abbiamp rischiato di farci scoprire.
Non ero pronta alla separazione.
Veniva da me appena mio marito usciva dal lavoro e mi scopava nel nostro letto. Finiva sempre con un'inculata, perchè lo faceva sentire in dominazione.
In realtà era la sua lingua che mi piaceva. Se avessi potuto l'avrei tenuta sul comodino per darmi conforto ogni volta ne avessi avuto bisogno.
Più smaliziata e più adulta ebbi modo di migliorare il mio abbandono al sesso. Lui impazziva per le mie tette e non perdeva occasione di fotografarmi nuda. Diceva che si finiva di seghe a guardarle, ma so che le mostrava ai suoi colleghi e ci raccontava storie. Vere, peraltro.
Passavamo da un albergo all'auto. A volte lo abbiamo fatto anche in campagna, per terra, in piena vista. Tutto acuiva la percezione del piacere.
Lo desideravo da morire, ma era sempre più appiccicoso e pressante. Lo lascia. Poi lo ripresi perchè avevo tanta fame di sesso. Poi alla fine mollai sul serio. Mi metteva sempre più in difficoltà in pubblico e non volevo uno scandalo.
Finì così, a malincuore, ma non poteva andare avanti così.
Per mesi, quando ero sola mi masturbavo pensando a lui, a noi, a come mi faceva sentire appetibile. Mi mancava, ma non volevo tornare indietro.
Col tempo tutto si affievolì
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