Il camionista

di
genere
dominazione

Era tardi e stavo rientrando in auto a casa. Avevo una voglia esagerata di farmi usare per la cagna e troia che sono è così, quasi meccanicamente, ho guidato fino ad un’area dove normalmente sono parcheggiati i camion nei pressi della zona logistica. Mi ero preparata vestendomi e truccandomi da vera puttana e non sognavo altro che incontrare tanti bei cazzi da soddisfare. La voglia, peraltro, era amplificata dalla scarsezza di incontri che non avevo potuto fare a causa delle restrizioni nei movimenti imposte negli ultimi periodi. Mentre scendevo con l’auto da un cavalcavia ho intravisto, dall’alto, una figura umana che passeggiava davanti ad un camion parcheggiato nei pressi di un capannone vicino all'uscita della tangenziale. In quel momento il desiderio di essere puttana e di poter servire il padrone mi aveva assalito ancora di più e così, quasi senza pensare, sono entrata nel parcheggio ed ho spento il motore a circa 20 metri dal suo camion. Il tizio che passeggiava, incuriosito dalla mia presenza insolita in quel luogo ed a quell’ora di notte, si è poco dopo avvicinato lentamente al mio finestrino per guardare all’interno dell’auto. Sempre più eccitata ho sollevato il vestito ed ho cominciato a pizzicarmi le tette ed a toccarmi il culo, girandomi e piegandomi a pecorina sui sedili anteriori dell’auto. Ormai il mini abito che indossavo si era completamente alzato e lasciava ben poco all’immaginazione e così ho approfittato per allargarmi le chiappe e fargli vedere quanto sono sfondata nel culo, mostrando tutte le mie qualità di maiala mentre mi toccavo in ogni parte del corpo.
Dall’esterno il camionista, sempre più interessato, ha tirato fuori il cazzo dai pantaloni ed ha iniziato a masturbarsi vicino al vetro, facendomi segno di uscire. Ero combattuta tra il timore e l’eccitazione di essere al suo servizio e di farlo godere ed ho continuato a toccarmi per qualche altro minuto, mentre il tizio bussava al vetro sbattendoci pure contro con il suo cazzo. A quella scena non ho più resistito alla mia troiaggine e così mi sono tolta del tutto il vestito già in macchina ed ho aperto la portiera dell’auto. Lui si è scostato per permettermi di aprirla ed io sono uscita completamente nuda, indossando solo gli stivaletti ai piedi. Avevo delle mollette sui capezzoli ed il collare con un guinzaglio pendente e lui, capendo che aveva davanti una cagna pronta a servirlo, non ha perso tempo e mi ha tirata dietro di se trascinandomi con irruenza e facendomi attraversare nuda il parcheggio fino a raggiungere la parte nascosta dietro il suo camion. In quel posto, vicino alla portiera del camion, mi ha premuto con le mani sulle spalle e facendomi inginocchiare sull'asfalto; quindi mi ha messo il cazzo vicino alla bocca, dicendo delle parole in lingua credo albanese. In previsione che ne avrei avuto bisogno ho recuperato dagli stivaletti un preservativo e, dopo averlo sfilato sul suo cazzo, ho cominciato a cucciarglielo sempre più infoiata. Nel frattempo ero rimasta scalza dopo aver tolto anche gli stivaletti, e cominciavo a ciucciare sempre più forte, sentendo il suo cazzo diventare durissimo nella mia bocca. Sognavo il momento in cui mi avrebbe inculata e così, dopo avermi scopato la bocca per qualche minuto, mi ha strattonato verso l’alto mettendomi una mano sotto l’ascella, e mi ha indicato di poggiare un piede sulla scaletta per salire in cabina. Mentre mi teneva una gamba sollevata da sotto la coscia, ha puntato il suo cazzo durissimo sul mio culo e lo ha spinto dentro facendolo entrare quasi di colpo, visto che sono già ampiamente sfondata. Ha iniziato ad incularmi per diverso tempo, dapprima con un ritmo regolare, poi sempre con più foga affondando il suo cazzo nel mio culo fino a sbatterci contro con le palle. Mi sembrava quasi di sentire entrare anche loro ed ero sempre più cagna. Anche il camionista era sempre più eccitato e mi stringeva forte i fianchi, spingendomi contro la carrozzeria del camion, e poi tenendo le mie chiappe aperte oscenamente mentre il suo cazzo entrava ed usciva violentemente slabbrandomi il culo. Ha preso quindi a schiaffeggiarmi pesantemente ed in poco tempo schiena, cosce e culo sono diventati viola. Mi stava sfondando oltre ogni limite ed io mi sentivo in paradiso per il piacere che stava provando grazie al mio culo ed al mio essere schiava e cagna, quando di colpo si è bloccato per il rumore di un auto in arrivo nel parcheggio. Io non ci avevo dato molto peso ed anzi avrei voluto far vedere quanto ero troia e cagna anche a quella persona in auto e magari farlo partecipare, ma il camionista mi ha spinto rozzamente con una mano sul culo verso l’interno della cabina del camion ed è salito dietro di me. Appena entrata mi ha ripreso quasi subito per i fianchi, portandomi sul lettino alle spalle dei sedili, ricominciando ad incularmi senza pietà. Non mi sembrava vero di poter godere cosi tanto ed ero eccitatissima per la situazione che si era creata. Intanto aveva ripreso a darmi schiaffi non solo sul culo ma anche sulla pancia, sulle tette, le cosce ma anche in testa e qualcuno in viso, mentre subivo la sua inculata selvaggia, piegata a novanta gradi sul lettino. Le spinte erano talmente forti che mi tenevo con le mani puntando la parete laterale della cabina, sollevando il culo in alto per prendere quel cazzo durissimo fino in fondo. Tenendomi il culo spalancato mi dava dei colpi di cazzo da sopra, spostando tutto il suo peso su di me piegata in quella posizione da porca, facendomi tremare in tutto il corpo. Per l’irruenza di quelle inculate si è addirittura spaccata una molletta che avevo su uno dei capezzoli, rimasta compressa contro il materasso del lettino, mentre io continuavo a godere pienamente di essere la sua schiava. Volevo godermela davvero tutta e così ho invitato il camionista a sdraiarsi supino e mi sono seduta su di lui a smorza candela, dandogli le spalle. Mi agitavo come una cagna in calore con quel bellissimo cazzo nel culo che sentivo aprirmi oltre ogni limite; anche in quella posizione continuavo a ricevere schiaffi, soprattutto sulle chiappe, tanto che i segni ci sono rimasti per tutta la settimana successiva. Poi il camionista, dopo avermi ulteriormente maltrattata in ogni maniera immaginabile, mi ha fatto segno di uscire fuori dalla cabina, spingendomi in malo modo con un calcio lontano dal lettino. Mi ha seguito quasi subito e mi ha indicato di mettermi a terra e cosi, mentre ero a quattro zampe aspettando un suo ordine, si è tolto il preservativo ed ha puntato il cazzo verso di me dall'alto. Dopo qualche secondo ha cominciato a pisciare lavandomi schiena e culo. Io da brava cagna mi sono girata in tutti i modi e rotolata in terra per prendere il suo piscio ovunque. Ero davvero contenta di essere stata utile a quel padrone e credevo che sarebbe andato via ma lui, forse eccitato da quel mio essere ulteriormente puttana, ha ripreso a masturbarsi e dopo poco mi ha sborrato sulla schiena e poi sulla pancia. Mentre ero a terra mi ha schiacciato un piede sulla schiena, costringendomi a sdraiarmi in quella pozzanghera di piscio e sborra che si era creata sull'asfalto; poi mi ha sputato addosso. Mi ha lasciata così mentre risaliva sul camion e si chiudeva in cabina, dicendo parole nella sua lingua che dal tono erano sicuramente qualcosa di offensivo verso di me. Dopo poco mi sono rialzata farcita di piscio e sborra, ho recuperato gli stivaletti ed ho riattraversato nuda e scalza il parcheggio verso la macchina, ma completamente soddisfatta di essere stata una brava troia e schiava servizievole.
cagna alice
scritto il
2024-07-02
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