Kael nella miniera

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genere
dominazione

Era una giornata grigia e fredda quando l'umile schiavo Kael venne portato nella miniera per iniziare il suo lavoro forzato. Era stato catturato da una banda di schiavisti mentre vagava per le lande desolate del deserto, e ora si trovava lì, nudo e incatenato, costretto a scavare la roccia per ore interminabili.

Le catene stringevano i suoi polsi e le caviglie, facendogli male alla pelle e impedendogli qualsiasi movimento. Le guardie lo picchiavano spietatamente ogni volta che rallentava il ritmo o mostrava segni di stanchezza. La sua schiena nuda portava i segni delle frustate che gli venivano inflitte regolarmente per punire i suoi presunti fallimenti.

Kael voleva solo essere libero, di correre attraverso i campi in fiore e di sentire la brezza sul suo viso. Ma ora era un prigioniero della miniera, costretto a sottostare alla volontà crudele dei suoi aguzzini. Ogni giorno era un tormento senza fine, una lotta per sopravvivere non solo fisicamente ma anche mentalmente.

Ma nonostante la sua situazione disperata, Kael non aveva perso la speranza. Sognava di una vita migliore, di essere liberato dalla sua prigionia e di poter finalmente vivere in pace. E così, anche nei momenti più bui e disperati, continuava a lottare, a credere che un giorno il suo calvario sarebbe finito.

E così passarono mesi, anni, con Kael che continuava a lavorare duramente nella miniera, resistendo alle torture e alle privazioni che gli venivano inflitte. Fino a quando finalmente, un giorno, arrivò la sua salvezza. Una rivolta scoppiò tra gli schiavi della miniera, e Kael fu liberato insieme agli altri prigionieri.

Finalmente libero, poté finalmente assaporare la dolce libertà che tanto desiderava. Si allontanò dalla miniera, portando con sé le cicatrici fisiche e mentali del suo tempo da schiavo, ma anche la speranza che il suo futuro potesse essere finalmente luminoso e libero.
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2024-07-03
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