Dietro le porte di un Riad a Marrakesh

di
genere
prime esperienze

Per un’esperienza di "realtà aumentata", durante la lettura vi consiglio di ascoltare in sottofondo una musica arabeggiante rilassante, come questa qui.

https://www.youtube.com/watch?v=uxf1FUU8mk0

Buona immersione, viaggiatori del piacere.
BV


***
La porta della stanza del riad si chiude alle mie spalle, e l'atmosfera di Marrakesh mi avvolge come un abbraccio mortifero.
«Vieni avanti, straniero.»
La voce conosciuta è calda, roca, soffiata quanto basta per farmi venire i brividi sotto la pelle. Se c’è una cosa in cui è brava Amira è questo: creare l’aspettativa del desiderio. E soddisfarlo, poi, ovviamente. Per quello la pago profumatamente. Fuori il sole duro e inteso del pomeriggio arabo non da tregua, qui dentro invece le luci soffuse danzano sulle pareti, decorate con intricati mosaici. L'incenso e le spezie che bruciano in un angolo ne saturano l'aria, creando un’atmosfera colma di sensualità. Amira è lì, un velo trasparente avvolto intorno al capo pieno di ricci scuri e una gonna a strati che ondeggia con grazia. Sotto la seta leggera, la promessa del suo corpo nudo è una tentazione irresistibile, ogni curva accennata, ma evidente. Anche se so già cosa troverò là sotto, nel suo bosco magico, ogni volta è come se fosse la prima. I suoi occhi, incorniciati da kajal nero come la sua anima, mi catturano con uno sguardo che promette piaceri proibiti. Un brivido mi attraversa la schiena quando si avvicina, il tintinnio dei suoi gioielli un preludio a un momento di passione sfrenata.
«Ce ne hai messo di tempo ad arrivare, ti aspetto da questa mattina. E non ho fatto altro che toccarmi, pensando a te.»
Mi allargo il nodo della cravatta e sorrido.
«Scusa, sono stato impegnato. Con un matrimonio, il mio.»
Lei sbarra gli occhi dallo stupore, io le artiglio la vita.
«Amore, non cambierà nulla tra noi.»
Lei sorride, comprensiva e mi prende la mano. Mi guida sul grande letto, ornato di cuscini verdi e viola e con il copriletto di seta damascata.
«Per festeggiare la tua nuova condizione, oggi, proveremo qualcosa di diverso. Se a lei hai concesso il tuo nome, a me, devi concedere qualcosa che non hai mai dato a nessun altra.»
Stringo i denti.
«Amira.»
«Shhhh.»
Mi schiaccia il dito sulla bocca e resisto alla tentazione di morderglielo e scoparmela qui con una sveltina. Ce l’ho duro da due giorni. Lei si passa la lingua sulla bocca turgida.
«Il massaggio prostatico, se eseguito correttamente, può essere fonte di piacere indicibile per un uomo.»
Io deglutisco, indeciso. Mi slaccia il primo bottone della camicia ed emette un mugugno. Poi un altro e un altro ancora e mi ritrovo a nudo contro il suo seno contenuto in quello stupito corpetto trasparente. Le sue mani iniziano a percorrere il mio petto, con delicatezza, tracciando la linea dei muscoli e sciogliendo ogni tensione.
«Dio, ho proprio bisogno di un massaggio. Sono stati giorni di fuoco.»
Ogni tocco è un'esplosione di calore che si diffonde nella mia testa e nella mia anima, rilassandomi e risvegliando un desiderio profondo. Con mia moglie non potrà mai essere così.
«Ti piace, eh?» sussurra Amira, e io annuisco, cercando di mantenere la calma mentre il mio cazzo inizia a indurirsi sotto i suoi tocchi esperti. Lei mi mostra il dito indice, riportando l’attenzione a cosa voleva farmi.
«Uso solo questo, te lo prometto. Mi lasci fare?»
Sono già ufficialmente arrapato, quella che prima mi sembrava un’idea impossibile, adesso inizia a intrigarmi.
«Solo quello.»
Lei sorride e annuisce.
«na'am ya habibi.»
Amira mi guida a sdraiarmi sulla schiena e mi toglie i pantaloni e i boxer. Il cazzo rosso svetta con la bava alla bocca.
«Adoro le tue gambe muscolose habibi, potresti stritolarmi da un momento all’altro.»
Inizia a menarmelo e chiudo gli occhi, il piacere che mi spara in testa. Si ferma e struscia su di me fino al comodino, da dove estrae il suo flacone di olio aromatico alla pesca.
Ne versa due gocce sul petto e massaggia, il calore sulla pelle è avvolgente e le sue mani scivolano con abilità sul mio corpo che odora di frutta matura. Le sue dita, ora scivolose, si muovono con maestria, esplorando ogni mio muscolo contratto con una conoscenza profonda di me.
«Girati su un fianco» mi sussurra, la mano che fruga tra il corpetto per liberarle i seni pesanti e rotondi.
«Prima fammi salutare le mie amiche. Mi sono mancate halawati.»
Le succhio il capezzolo e lo mordicchio, lei geme, contorcendosi sotto di me. Mi spinge via e mi fa girare come ordinato, una gamba sollevata.
La mia erezione è ancora più dura e le palle mi fanno male.
«Preparati per qualcosa di inteso habibi. E in ogni momento potrai dirmi di fermarmi con la nostra parola.»
«Shukran» sussurro e lei sorride. Si abbassa su di me, il seno nudo incollato al mio pisello.
La mano di Amira scivolano sul mio fianco e passano sul gluteo, fermandosi in mezzo. Sul mio buco fa piccoli cerchietti, il lubrificante fresco e setoso che rende il tocco organico e continuo. È delicata, ogni movimento massimizza il mio piacere.
«Mi piace come mi tocchi. Sembra che non c’è mai una fine» ansimo.
Un brivido di anticipazione percorre la mia spina dorsale, mentre le sue dita si muovono con movimenti lenti ancora all’esterno del mio ano.
«Sei vergine qui, vero?» sussurra, la voce bassa e provocante.
«Sì,» ammetto, il respiro corto. La testa mi sta scoppiando e voglio solo che continui. Che vada fino in fondo.
«Mai… ma cristo, continua così…»
Lei infila il dito dentro e io emetto un gemito di piacere indegno, inarco le reni e inizio a strusciare il cazzo sulle sue tette, mentre lei si attacca ancora di più a me.
L'ondata di sensazioni è travolgente, un miscuglio di piacere profondo e stimolazione intensa. Il dito nel mio culo è un crescendo di ritmo e intensità, ogni movimento un accumulo di stoccate che si concentrano nel centro mio corpo. Sono come una molla, mi sta caricando. Sbuffo come un toro.
«Cazzo Ami, sì. Sei la mia puttana e ti amo.»
La respirazione accelera, i muscoli si tendono sotto la tensione dell’eccitazione.
Lei si ferma. E poi continua. Si ferma e poi continua e io esalo disperazione di morte e piacere. La sua intrusione nel mio punto più intimo è qualcosa di sconvolgente, qualcosa che mi fa contorcere le viscere dal piacere e dalla resa. È sublime e sporco allo stesso tempo. Ansia e fiducia fusi nel suo tocco blasfemo.
Il punto di non ritorno si avvicina, un'onda che cresce inesorabilmente.
«Dominik, sei il mio bambino sporcaccione, vero? Dimmi che ti piace come uso il tuo culo. Dì che lo vuoi,” ordina lei, la voce un misto di comando e seduzione.
«Lo voglio, cazzo, lo voglio,» rispondo, quasi senza fiato, alzando il bacino disperato per cercare sollievo sulle sue tette con il cazzo. Lei picchietta con il dito un punto sensibilissimo e il piacere esplode in un'onda travolgente.
«Oh Cristo, Sì. Sì. Siiiiiiii»
Ogni muscolo si contrae, un gemito strozzato emerge dalla mia gola mentre spruzzo sul suo viso, l’orgasmo che mi attraversa con la forza di uno tsunami.
«Vieni per la mamma, bambino» e Amira continua a massaggiare, prolungando ogni istante di estasi fino a quando l'ultima goccia di piacere non è stata spremuta dal mio corpo. Esce dal mio didietro, io getto la testa sul cuscino, esausto e completamente soddisfatto. Rimango disteso, il cuore che batte ancora forte nel petto.
Amira mi abbraccia dolcemente, il suo corpo caldo e morbido contro il mio. La luce soffusa delle lampade ci avvolge in un bagliore dorato, mentre il suono distante di Marrakesh ci culla. Restiamo così, respirando all'unisono, immersi in un momento di appagamento assoluto.
scritto il
2024-07-07
1 . 2 K
visite
8
voti
valutazione
6.4
il tuo voto
Segnala abuso in questo racconto erotico

commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.