I sette giorni - 4° giorno

di
genere
trio

Nonostante avessi passato una buona mezz’ora sotto la doccia, mi sentivo sempre sporca, e non sapendo cosa fare decisi di chiamare Padre Francis per avere da lui un po’ di conforto, anche se conoscevo poco quel prete, e non mi aveva mai dato grandi certezze.
Ero infatti nata e cresciuta col suo predecessore Padre Lionel, il classico prete di campagna come se ne trovano a migliaia nel Midwest, che sanno un po’ tutto quello che succede nel paese, ma spesso non chiudono un solo occhio ma anche tutti e due.
Padre Francis aveva invece dato a parecchie persone, l’impressione d’esser più portato a badare alle questioni materiali come il denaro, che a quelle spirituali, anche perché i suoi sermoni erano quasi sempre una più o meno velata richiesta d’aiuto economico.
“Padre mi perdoni perché ho peccato.” dissi non appena udii la sua voce.
Gli raccontai di come e perché era iniziato il mio calvario, evitando però di dire il piacere che avevo provato durante quei tre giorni. Lui all’inizio fu fin troppo comprensivo, ma man mano che andavo avanti faceva domande sempre più spinte, pur non dicendo alcuna parola sconcia, ma facendomi capire che era molto interessato sia agli atti sessuali in sé, sia alle mie emozioni.
“Quei soldi sono sporchi del peccato, e non li potrete certamente usare per voi senza scatenare l’ira di Dio.” mi disse con tono severo
“Effettivamente avevo pensato di darne parte in beneficenza.” gli risposi ricordando i buoni propositi miei e di Leon.
“Ma la parte che terrete sarà sempre sporca del peccato, anzi di due adulterio e lussuria.”
Compresi che era più interessato all’eredità che alla mia anima, così gli dissi che mi avevo chiamata e troncai così la telefonata.
Subito dopo chiamai mio marito Leon per raccontargli di quanto mi aveva detto Padre Francis, ma anche non disse cose molto diverse.
“Ma allora se per salvare la mia anima devo dare tutto alla chiesa, tanto valeva che dicessi subito di no al notaio, almeno mi sarei evitata tre giorni d’umiliazioni, senza considerare quello che ancora m’aspetta.” dissi un po’ scocciata.
“Però se rimani il tuo martirio servirà a qualcosa, potremmo fare una mensa per i poveri, creare uno spazio per i bambini e molto altro.” mi rispose fin troppo ingenuamente.
“Quindi sacrificare la mia verginità anale dovrebbe servire per aiutare il prossimo ? Ma a me non pensa proprio nessuno ? O credete che stare qui sia una passeggiata in montagna ?” urlai furibonda “Se Padre Francis vuole l’eredità di mio zio venga qui a dare il culo, poi vediamo se sarà così caritatevole !”
Leon provò a controbattere, ma ero troppo arrabbiata per stare a sentirlo, così chiusi la telefonata per poi spegnere il cellulare in modo da non sentirlo sino a quando non mi fossi calmata.
Non feci però in tempo a sbollire la rabbia che arrivò Giselle con un sacchetto di carta, e vedendomi fuori di testa mi chiese cos’era successo.
Le raccontai delle due telefonate, e di come m’avessero fatta sentire una sorta di Bancomat umano per le più disperate opere di carità.
“Senti se rimani qui è per te non per loro. “mi disse Giselle “E volendo oggi puoi dimostrare a te stessa che chi sbaglia sono quei due bigotti, lasciandoti andare e godendo di quel che farai.”
“Sai cosa ti dico ? Che hai ragione ! Allora cosa m’aspetta oggi, o se vuoi qual è il menù della casa, perché d’adesso in poi a fanculo la loro cazzo di morale e viva il piacere !”
“Due bravi ragazzi e per uno scherzo del destino uno si chiama proprio Francis, l’altro è Trevor e messi insieme sono una forza della natura.”
Come d’abitudine Giselle mi fece spogliare per poi farmi indossare solo un miniabito rosso fuoco e dei sandali col tacco alto.
“Così sembro davvero una puttana, con tutto il rispetto per la categoria.” dissi ridendo.
“Veramente manca un particolare, quindi piegati in avanti che ti rendo perfetta.”
Giselle prese dal sacchetto un piccolo cuneo di metallo, che unse bene bene prima di mettermelo nel retto.
“Adesso sei davvero perfetta !” esclamò felice “Vieni che ti porto da quelli che chiamiamo Cip e Ciop, ma non nominarli mai così in loro presenza perché s’incazzano. E portati lo smartphone, casomai volessi tenerti un ricordo.”
Camminare con quel cuneo nel buchetto non fu affatto semplice, però per fortuna la strada non fu molta, Quello che non m’aspettavo è che invece di farmi entrare, Giselle mi spinse contro il muro per darmi un lungo bacio in bocca, mentre la sua mano faceva capolino sulla mia passera, eccitandomi a dismisura.
“Vai e divertiti, alla faccia di chi vuole solo i tuoi soldi.” mi disse aprendo la porta e dandomi una pacca sul sedere.
Entrando vidi subito due uomini di colore, ma non troppo scuri, che stavano bevendo qualcosa seduti sul divano. Uno era ben piazzato, ma non per questo troppo muscoloso, con la testa forse un po’ piccola, ma era giusto un dettaglio. L’altro era invece decisamente magro, con una pelata che rifletteva la luce, e uno sguardo che per qualche strano motivo ispirava simpatia,
“Scommetto che tu sei Francis.” dissi indicando il più grosso dei due.
“Brava hai vinto.” mi rispose l’uomo alzandosi in piedi “E tu devi essere la famosa Priscilla, quella di cui si dice tutto ed il suo perfetto contrario.”
Francis prese a girarmi intorno, quasi mi dovesse studiare, poi mi prese lo smartphone che passò a Trevor.
“Inizia a riprendere, così dopo Priscilla avrà un bel ricordo di noi due.”
Così mentre Trevor iniziò a girare il video, Francis mi strusciò contro sempre girandomi intorno, sino a quando non ci ritrovammo faccia a faccia e mi baciò con passione. Io non seppi resistere ed aprii subito la bocca, cercando la sua lingua neanche fossi una liceale ai suoi primi baci, e solo le sue mani sul mio culo mi fecero tornare alla realtà.
Trevor però non aveva nessuna intenzione di fare il guardone, così poggiò il mio smartphone sul tavolo, per poi mettersi dietro di me e farmi sentire il suo pacco fra le chiappe.
Come girai la testa trovai la sua bocca pronta ad incontrare la mia, e così iniziare a scambiare lunghi baci coi due ragazzi, con le loro mani che scoprivano sempre di più il mio corpo. Per la prima volta in vita mia mi sentii veramente desiderata, e non m’importava nulla che fosse con due perfetti sconosciuti, visto che a quel punto l’unico mio obbiettivo era godere più di loro.
Così mi ritrovai nuda con quei due uomini che non smettevano mai di toccare il mio corpo, il tutto in un silenzio quasi irreale.
“Priscilla fammi un pompino, così tuo marito potrà vedere quanto sei diventata brava a prenderlo in bocca.” mi disse Trevor tirandosi giù i pantaloni, e mettendo così all’aria una mazza di tutto rispetto.
Senza farmi alcun problema m’inginocchiai fra i due uomini ed iniziai a baciare il membro del pelato, Francis si mise dall’altra parte e tirò anche lui fuori il pene, decisamente più largo di quello che stavo coccolando ma a occhio più corto. Quando la mazza di Trevor fu in tiro e ben ricoperta di saliva, presi a segarlo molto lentamente, per poi poter usare la bocca su quella di Francis, che, come l’altro uomo, mi lasciò fare senza muovere un solo muscolo.
Pur essendo tutto tranne che un’esperta del sesso orale, mi sentivo tutto tranne che impacciata, e quasi godevo nel vedere quegli uomini provare piacere da quel che facevo, tanto che mi ritrovai così eccitata da voler essere presa in qualunque modo passasse loro per la testa.
“Perché non ci mettiamo comodi su questo bel letto.” dissi loro sistemandomi carponi “Così magari qualcuno di voi si prende cura della mia passerina che ha tanto bisogno d’attenzioni.”
Trevor fu quasi un fulmine ad inginocchiarsi dietro di me, per poi infilarmi dentro la sua mazza quasi senza bisogno di spingere tanto ero bagnata. Non potei però urlare il mio piacere che Francis, dopo aver sistemato lo smartphone in modo che ci riprendesse, mi chiuse la bocca con la sua nerchia.
Messa così in mezzo fra loro due godevo così tanto da entrare in una sorta di orgasmo senza fine, dove le uniche pause erano quando si scambiavano posto. L’unica differenza fra loro era che Trevor affondava in me più lentamente, ma facendo scorrere la sua lunga mazza per quasi tutta la sua lunghezza, mentre Francis era più veloce, tanto da lasciarmi diverse volte senza fiato.
La musica cambiò quando il pelato iniziò a farmi sentire un suo dito sul mio buchetto, e ancor di più quando l’altro ci fece entrare tutto il dito dopo aver tolto il plug che era sempre rimasto li.
“Se vuoi mettermelo nel culo per piacere prima ungilo, almeno godiamo in due.” gli dissi non riuscendo ad immaginare che mi sodomizzasse senza lubrificante.
“Trevor tienile ben aperto il culo che voglio vedere quanto ci mette prima di pregarmi di metterglielo dentro.” disse il più grosso all’altro uomo.
All’inizio non compresi quelle parole, e non ci riuscii neanche quando Francis prese a far colare lubrificante fra le mie chiappe. Mi furono invece chiarissime quando iniziò ad infilarmi nel buchetto prima l’indice, e poco dopo anche il medio, facendomi eccitare oltre ogni limite. Cominciai così a gemere, ma non volevo cedere troppo presto, anche se il solo pensiero di essere presa da uno dei due mi faceva impazzire di desiderio. La mia resistenza crollò quando anche Trevor mi mise un dito dentro, e così non mi rimase che pronunciare le parole che i due attendevano.
“Sì mettimelo nel culo e fammi godere.” dissi senza alcuna vergogna.
“Non ho sentito bene hai detto ?” mi rispose Francis.
“Mettimelo nel culo e fammi godere.” urlai a pieni polmoni.
L’uomo puntò la cappella contro il mio buchetto, per poi entrarci con tutta la nerchia quasi non incontrando resistenza, e allora compresi il perché Giselle mi aveva messo il plug nel culo. Quella forse piccola, ma costante dilatazione aveva fatto sì che i muscoli anali si fossero rilassati prima e dilatati poi, in modo che la sodomizzazione fosse indolore.
“Siii mi piace ! Scopami così ! Fammi godere !” gridai in preda al piacere.
“Questi sì che sono arretrati” disse Trevor ridendo “Ora sono cazzi nostri soddisfare questa ninfomane.”
“Pensare che quando è entrata sembrava una mezza santa; invece, è tutta troia” gli rispose Francis mentre mi sbatteva come un fuscello.
I due non si risparmiarono in alcun modo, quasi abusando sia della passera che dell’ano, ma del resto io non volevo altro che esser scopata ed avere orgasmi su orgasmi.
Ero così intenta a godere che non feci caso al fatto che Trevor mi fece salire su di lui, per poi prendere la sua mazza nella fica, se non quando Francis si mise dietro di me con la sua proboscide in mano.
“Vediamo se con due cazzi dentro ti calmi un po’, o se invece godi il doppio.” mi disse puntando dritto al mio buchetto.
Quasi mi lasciai andare su Trevor per rilassarmi il più possibile, visto che era la prima volta che prendevo due membri dentro di me, ed entrambi erano a modo loro notevoli. All’inizio mi sembrò quasi che le loro mazze si toccassero tanto le sentivo vicine, e provai un dolore intenso ma per fortuna di breve durata, anche perché Francis fu abbastanza veloce nel sodomizzarmi sino in fondo.
Poi fu come se nel mio cervello iniziasse uno spettacolo di fuochi d’artificio.
Dalla mia bocca uscivano solo gemiti di piacere, anche perché era come se avessi spento la mente per poter solo godere, sperando che durasse più a lungo possibile.
I due uomini fecero quasi fatica a tenermi fra di loro tanto mi dimenavo in preda a quello che era quasi un orgasmo senza fine, e non cambiò nulla quando mi fecero girare più volte in modo da potermi scopare ognuno sia davanti che dietro, stando sia sotto che sopra.
Nonostante tutto però non mi sentivo in alcun modo una peccatrice o qualcosa del genere, ma solo una donna alla quale avevano sempre raccontato delle bugie sul sesso, e che in quella casa stava scoprendo la verità, che poi altro non era che mi piaceva il sesso a prescindere se fatto con una donna o un uomo, e ancora meglio se gli uomini erano due come in quel momento.
Raggiunsi l’apice del piacere quando si misero entrambi in piedi per poi mettermi fra loro in modo che ricevessi i loro membri insieme, quasi scendendoci sopra, se non altro perché li potevo sentire meglio dentro di me.
Alla fine, mi ritrovai al centro del letto, con loro due ai lati che si segavano per potermi venire in faccia, ed io che aspettavo il loro seme masturbandomi come loro. I loro schizzi m’arrivarono sul viso come un dolce pioggia di piacere, che concludeva una splendida giornata dedicata unicamente alla lussuria.
Fu Trevor a scattarmi una fotografia con la faccia ricoperta di sperma e la mano che ancora cercava piacere fra le gambe, come a suggellare quel rapporto così appagante per tutti e tre.
Andai in bagno giusto per lavarmi la faccia, per poi rivestirmi e senza dire nulla riprendere il mio smartphone e tornare nella mia stanza, dove mi concessi ad una lunga doccia. Questa volta però non cercavo alcuna purificazione, ma solo di rinfrescarmi dopo tutto quel sesso, il primo senza alcun senso di colpa.
La sera andai a mangiare insieme a chi lavorava in quella casa, accolta da un applauso che mi fece capire che in fondo erano tutti dalla mia parte.
“Domani giornata a sorpresa.” mi disse Giselle che si era seduta vicino a me.
“Domani è un altro giorno.” risposi sentendomi un po’ Rossella O’Hara.


Per commenti : miss.serenasdx@yahoo.com
(quelli volgari saranno subito cestinati)

Invito tutti a visitare il mio piccolo blog
http://serenathemiss.wordpress.com/
scritto il
2024-08-03
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