Il pasto di carne
di
Ubi Maior
genere
poesie
A fine pasto,
dopo la pasta,
prendo una pasta
e questo mi basta.
Esco di cucina
e vado in cantina.
Il vino è dolce
come il tuo viso
e le tue bocce:
ne prendo una boccia
e assaggio
il tuo corpo che sboccia;
bevo un sorso di vino
mentre massaggio
il tuo dorso divino.
Stacco la bocca dalla brocca
e la attacco
alla tua bella bocca che scotta:
una profusione
di tocchi e la mia erezione
risvegliano in me l’appetito,
in te la passione.
Sei la mia donna vogliosa,
golosa del mio pene.
Ti voglio bene
anche per questo!
Inizio a sbatterti dappertutto
come per fare il pesto;
il mio matterello di prosciutto
infilo e sfilo
nei tuoi buchi di sotto,
dopo aver alzato la sottana
e averti detto puttana!
Le tue forme mi hanno avvinto
e sfogo il mio istinto
sul tuo corpo d’incanto,
vinto da me soltanto.
dopo la pasta,
prendo una pasta
e questo mi basta.
Esco di cucina
e vado in cantina.
Il vino è dolce
come il tuo viso
e le tue bocce:
ne prendo una boccia
e assaggio
il tuo corpo che sboccia;
bevo un sorso di vino
mentre massaggio
il tuo dorso divino.
Stacco la bocca dalla brocca
e la attacco
alla tua bella bocca che scotta:
una profusione
di tocchi e la mia erezione
risvegliano in me l’appetito,
in te la passione.
Sei la mia donna vogliosa,
golosa del mio pene.
Ti voglio bene
anche per questo!
Inizio a sbatterti dappertutto
come per fare il pesto;
il mio matterello di prosciutto
infilo e sfilo
nei tuoi buchi di sotto,
dopo aver alzato la sottana
e averti detto puttana!
Le tue forme mi hanno avvinto
e sfogo il mio istinto
sul tuo corpo d’incanto,
vinto da me soltanto.
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