Palestra all'estero

di
genere
dominazione

Ciao a tutti e ben ritrovati.
Alessia è tornata. Purtroppo dopo questi anni di pandemia e di alcuni problemi personali ( sono stata fuori per lavoro ) sono rientrata in Italia.
Ma non per questo non ho avuto esperienze nuove di godimento con altre donne e sorelline come me che mi accingo a raccontare.
All'estero in Germania, come sempre, ho frequentato una palestra per mantenermi in forma e rassodare al massimo i glutei che facevo svettare nella sala.
Certo stavo in pantaloncini stretti e il "marchio" non era visibile; (ricordate che avevo sulla natica il marchio da puledra M.G.?).

Comunque il mio sederino non passava inosservato, specialmente da parte di donne tedesche che hanno dei fisici statuari e a volte anche enormi.
Una sera,durante l'allenamento, una donna che mi aveva osservato da parecchio tempo, vuoi perchè sono lo straniero di turno o perchè l'avevo incuriosita con le mie movenze feline, mi avvicina sorridendomi e inizia a farmi i complimenti per il fisico e per gli esercizi che eseguivo durante gli allenamenti.
Lei era alta e possente; un fisico ben delineato con delle spalle ben larghe e due gambe da Valchiria.

Bionda con la coda e due occhi verdi penetranti che ti spogliavano al solo guardarti.
Nonostante la muscolatura manteneva quella fisicità da donna che ogni uomo avrebbe voluto portare a letto.
Io mi presentai come Alex anche se avrei voluto dire Alessia e piano piano, con la scusa del corpo ben fatto lei iniziò a tastarmi il corpo soffermandosi parecchie volte sui glutei ben fatti.
Mi disse che facevo invidia a parecchie donne qui in palestra e che tra di loro avevano scelto, con una specie di votazione, il "culetto d'oro" della palestra.
Io ero risultato il vincitore o la vincitrice.

La guardavo fissa negli occhi e capivo che comunque era molto attratta più dal mio sedere che da tutto il resto, infatti non smetteva di chiedermi come facevo a mantenerlo così turgido e sporgente, paragonandolo ai culi delle brasiliane.
Mi disse anche che sarà per la provenienza di razza; italiano ma comunque sempre latino e dava la risposta a questa motivazione.
Durante la semplice chiacchierata, d'improvviso mi chiede se mi andava di venire a casa sua dato che era vicina alla palestra e invece di farci la doccia negli spogliatoi mi disse che potevo mettermi a mio agio nella sua alcova che a suo dire era molto accogliente.

Io accettai e dato che ormai l'allenamento era stato interrotto ci vestimmo in fretta e furia per uscire e incamminarci da lei.
Da li a cinque minuti entrammo nel suo appartamento di un lussuoso palazzo e salimmo al terzo piano.
Mi disse che l'ascensore era rotto e saremmo dovuti salire a piedi.
Feci la mossa di farla passare avanti ma mi indicò di passare per primo.
A quel punto l'Alessia che è in me iniziava ad uscire fuori e man mano che salivo ancheggiavo piano piano facendo finta di essere stanco.
Lei sorridendo inizia a poggiarmi la mani sotto ai glutei per spingermi e giocare come come una bambina.
Ridendo iniziai a piegarmi di più e aspettando che lei premesse nella spinta, fino a quando, giunti sulla sommità della porta, mi gira di scatto e inizia a baciarmi profondamente.

Iniziammo a baciarci con la lingua ed entrati in sala sempre con le sue mani nelle natiche inizia con le dita a cercare il mio buchetto spingendo con le dita.
Io pensavo di farmi una normale scopata con questa tedescona ma avevo intuito che era anche bisex e gli piaceva il culo.
Una volta nudi mi fece cenno di andare in bagno per farci una doccia come si era detto e lì lei notò quella cicatrice sul culetto con le iniziali delle mie padrone M.G.
Finita la doccia andammo in sala e la curiosità delle lettere l'aveva così sopraffatta che dovetti raccontarle tutta la storia del mio passato.

Lei prima pensava che fossero le iniziali della mia ragazza, poi con occhi da pantera mi disse che era bisex e le piacevano sia gli uomini che le donne e soprattutto con queste ultime indossava e usava strap-on di varie misure.
All'inizio non voleva dirmi questo perchè voleva farsi la sua scopata giornaliera in veste da donna passiva ma ora, che le avevo raccontato tutto e che comunque aveva intuito qualcosa, voleva essere la donna che scopa l'uomo.

Anzi, la donna che scopa una troietta travestita e per questo motivo mi invitò ad indossare dell'intimo suo personale.
Giunta in camera iniziai a scegliere delle calze autoreggenti un perizoma e una vestaglia trasparente bianca che faceva intravedere tutto quello che Alessia poteva offrire alla sua donna.
Mi truccai alla meno peggio e alla fine optai per un rossetto rosso fuoco che esaltava la mia bocca.

Finita la preparazione ritornai in sala e all'inizio che pensavo di essere io a fare la sorpresa vidi una donna tutta nuda ma con un enorme strap-on legato alla vita che svettava penzolante.
La grandezza era come la bomboletta di schiuma per radersi la barba con la punta già grossa e non sottile per aiutare la penetrazione.
Io rimasi con occhi allibiti ma con un sorriso che mostrava felicità per quello che sarebbe successo da lì a poco.
Ancheggiai come solo Alessia sa fare e dopo un bacio passionale mi inginocchiai davanti a lei che rimaneva statuaria di fronte e tenendo quell'enorme cazzo finto tra le mani.

Con gli occhi mi fece capire che dovevo provare a prenderlo in bocca e iniziai a leccarlo e insalivarlo per tutta la grossezza e lunghezza.
Era impossibile prenderlo in bocca per quanto era grande e tenendolo con la mano non riuscivo a chiudere le dita.
Solamente con due mani potevo scivolare tra quell'arnese come se stessi masturbandolo per farlo divenire ancora più duro.
Dopo circa una decina di minuti di pompino lei mi fa cenno che vuole possedermi e farmi sua e mi invita a posizionarmi sul divano.

Mi preparo senza dire una parola con le ginocchia ben spalancate sui cuscini e il petto poggiato sullo schienale; cerco di aprire il più possibile le gambe divaricandole allo stremo e inarcando il culetto all'insù per far eccitare lei al massimo e far capire di quanto troia fossi.
Misi il mio braccio sotto il viso piegando l'avambraccio e l'altra mano luno lo schienale stringendo il tessuto del divano.
Iniziai a sentire le sue dita che mi esploravano spostando il piccolo perizoma nero e successivamente iniziò a lubrificarmi il buchetto che comunque era ben allenato.

Lei mi disse che il culo era aperto ma sorridendo e proferendo delle parole che non capii bene iniziò a penetrarmi con le dita a fondo e buttando lubrificante a iosa.
Attimi di pausa e sento che struscia quel cazzo enorme di gomma tra le mie natiche dapprima, soffermandosi per poche secondi sul buchetto.
Poi lo spinge un poco e poi si ritrae per vedere le mie reazioni e per vedere meglio l'apertura dello sfintere.
Io iniziavo a gemere e a tremare anche perchè quel cazzo era davvero enorme.

Dopo un pò di questa tortura sento che si è decisa: lo punta al centro e inizia a spingere con più decisione per forzarlo ad entrare.
Io gemevo dal dolore iniziale ma inarcavo di più la schiena per facilitare l'ingresso di quella cosa abnorme cercando di allentare i muscoli e provare godimento.
Dopo un poco sento che la cappella si era fatta strada dentro di me e i muscoli anali erano allo spasimo.
Iniziai ad avere anche un certo timore perchè non volevo finire lacerato e la pregai di farmi abituare a quella misura.

Lei molto gentile rallentò la spinta e continuò a spalmare unguento sopra il solco della natiche dicendo che capiva l'importanza del cazzo che aveva tra le gambe e che in vagina delle amiche non aveva problemi a scoparle, ma il culo è tutta un'altra cosa e non voleva rovinare questo culetto che gli era capitato tra le mani anzi per meglio dire tra le sue gambe.
Roteandolo iniziava a spingere nuovamente per far entrare ora tutta l'asta che andava ad allargarsi come grossezza.
Però ora era solo un problema di scivolamento e non come prima che doveva entrare la cappella grossa e turgida.

Ad ogni centimentro sentivo che il culo si apriva spalancandosi a dismisura ma lei era brava e iniziava a scoparmi con delicatezza e ad ogni colpo scendeva più in fondo.
Ormai aveva preso il ritmo e pompava prima leggermente per poi affondare di colpo fino a sbattere il ventre sulle mie chiappe turgide.
Ventitre centimetri che mi allungavano il culo dentro e che vedevo spingere sulla mia pancia.
Con la mano premevo per sentirlo spuntare sul ventre sopra l'ombelico ad ogni colpo possente che mi sferzava.
Mi sentivo posseduta e impalata e ad ogni spinta capivo di quanto troietta ero ormai diventata.
Lei si faceva sempre più veloce nei movimenti come se la sua natura di donna potesse esplodere in una copiosa venuta e regalarmi in bocca il nettare aspro e dolce allo stesso tempo.
Il mio culetto era alla mercè di quel cazzo asinino e ormai aperto ai quattro venti; non sentivo più dolore ma un godimento e un fuoco tra le viscere che mi arrivava fino in gola e al cervello.

Dal mio cazzo usciva una copiosa venuta che raccoglievo con la mano per portarla in bocca e deglutirla pensando che fosse quella della mia donna dietro.
Ad un tratto con colpo fulmineo lo sfilò fuori trascinandosi pure l'intestino e mi baciò assaporando il mio seme.
Rimanemmo seduti sul divano per molto tempo coccolandoci a vicenda e promettendo che avremmo continuato l'amiciza magari con altre amiche e amici di sua conoscenza.
La vostra amata Alessia
scritto il
2024-08-08
2 . 6 K
visite
1 3
voti
valutazione
5.8
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

racconto sucessivo

Dopo cena con Greta e Maria
Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.