La mamma mi ha costretto ad andarmene
di
Son&Mom
genere
incesti
Sono passati alcuni giorni dalla notte in cui mia madre ed io abbiamo fatto..(vedi racconto precedente), molte cose sono camniate, molte cose sono state sacrificate per un momento di lussuria.
Il mattino sequente l'eco di quell'indimenticabile notte mi risuonava ancora nell'animo mentre mi facevo la doccia, ero solo in casa, mia madre era uscita molto presto (mai accaduto prima). La giornata trasforse, non abbastanza velocemnete, ma quando la sera ricasai, un'ombra cupa offusco' la luce che mi aveva irradiate per tutta la giornata, mia madre mi stava aspettando in cucina per parlarmi.
Quella che era stata una condivisione intensa e gioiosa si era trasformata in un peso insopportabile. Mi madre, inizialmente entusiasta, aveva iniziato a manifestare un profondo pentimento.
"Non avremmo mai dovuto farlo" sussurrava, con lo sguardo fisso nel vuoto. "È stato un errore. Un errore madornale."
Le parole di mia madre mi suonavano come coltellate nel cuore. Non capivo come potesse rimpiangere un'esperienza che in quel momento ci aveva uniti così profondamente. Mi sono sentivo tradito, incompreso. Aveva creduto di aver trovato in lei un'alleata, una confidente, perche' no anche un'amante, e invece ero di nuovo solo, immerso in un senso di profonda delusione.
Il girono dopo le tensioni in casa crebbero, l'aria era sempre più pesante, litigi come mai prima, il suo rancore a riguardo divenne disprezzo. Il giorno seguente, durante una discussione particolarmente accesa, mia madre, accecata dalla rabbia, mi cacciò di casa.
"Vattene! Non voglio più vederti! TRA NOI NON E' SUCCESSO NULLA, LO CAPISCI QUESTO!"
Ferito nel profondo, con gli occhi lucidi e il volto paonazzo raccolsi le poche cose che avevo a portata di mano e uscii di casa senza voltarsi indietro. Non aveva alcuna meta precisa, solo il desiderio di fuggire da quel dolore insopportabile.
Una volta fuori casa di mia madre, vagabondai per tutta la notte, il mattino seguenta (ieri) decisi di cercare rifugio da mio padre, una persona con cui aveva interrotto i rapporti anni fa. Era la mia ultima spiaggia, un'ultima speranza. Con il cuore in gola, bussai alla porta dei casa sua.
Lo sguardo di mio padre, all'inizio sorpreso, si fece subito duro. Ma alla fine, vedendo le mie condizioni, cedette. Aprì la porta e mi accolse tra le sue braccia.
In quella casa, tra le braccia di un padre che avevo sempre disprezzato per le altra cose per il suo alcolismo (ora e' sobrio da qualche anno), pensai di poter ricostruire i pezzi della mia vita. Ma le ferite inferte da mia madre sono profonde, e la cicatrice che porto nel cuore so che mi accompagneranno per sempre.
Non so davvero che ne sara' di me da oggi in poi..
Il mattino sequente l'eco di quell'indimenticabile notte mi risuonava ancora nell'animo mentre mi facevo la doccia, ero solo in casa, mia madre era uscita molto presto (mai accaduto prima). La giornata trasforse, non abbastanza velocemnete, ma quando la sera ricasai, un'ombra cupa offusco' la luce che mi aveva irradiate per tutta la giornata, mia madre mi stava aspettando in cucina per parlarmi.
Quella che era stata una condivisione intensa e gioiosa si era trasformata in un peso insopportabile. Mi madre, inizialmente entusiasta, aveva iniziato a manifestare un profondo pentimento.
"Non avremmo mai dovuto farlo" sussurrava, con lo sguardo fisso nel vuoto. "È stato un errore. Un errore madornale."
Le parole di mia madre mi suonavano come coltellate nel cuore. Non capivo come potesse rimpiangere un'esperienza che in quel momento ci aveva uniti così profondamente. Mi sono sentivo tradito, incompreso. Aveva creduto di aver trovato in lei un'alleata, una confidente, perche' no anche un'amante, e invece ero di nuovo solo, immerso in un senso di profonda delusione.
Il girono dopo le tensioni in casa crebbero, l'aria era sempre più pesante, litigi come mai prima, il suo rancore a riguardo divenne disprezzo. Il giorno seguente, durante una discussione particolarmente accesa, mia madre, accecata dalla rabbia, mi cacciò di casa.
"Vattene! Non voglio più vederti! TRA NOI NON E' SUCCESSO NULLA, LO CAPISCI QUESTO!"
Ferito nel profondo, con gli occhi lucidi e il volto paonazzo raccolsi le poche cose che avevo a portata di mano e uscii di casa senza voltarsi indietro. Non aveva alcuna meta precisa, solo il desiderio di fuggire da quel dolore insopportabile.
Una volta fuori casa di mia madre, vagabondai per tutta la notte, il mattino seguenta (ieri) decisi di cercare rifugio da mio padre, una persona con cui aveva interrotto i rapporti anni fa. Era la mia ultima spiaggia, un'ultima speranza. Con il cuore in gola, bussai alla porta dei casa sua.
Lo sguardo di mio padre, all'inizio sorpreso, si fece subito duro. Ma alla fine, vedendo le mie condizioni, cedette. Aprì la porta e mi accolse tra le sue braccia.
In quella casa, tra le braccia di un padre che avevo sempre disprezzato per le altra cose per il suo alcolismo (ora e' sobrio da qualche anno), pensai di poter ricostruire i pezzi della mia vita. Ma le ferite inferte da mia madre sono profonde, e la cicatrice che porto nel cuore so che mi accompagneranno per sempre.
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