La bionda, il nero e il cornuto
di
Llol92
genere
corna
Mi chiamo Lisa e ho 27 anni, ma oggi voglio di raccontarvi un episodio avvenuto qualche anno fa. Quando avevo vent’anni mi sono fidanzata per la prima volta con Luca, un ragazzo conosciuto durante una serata estiva. Avevamo diversi amici in comune e a Ferragosto avemmo per la prima volta l’occasione di parlarci. Luca era alto, capelli castani e occhi verdi, era il classico timidone che dopo qualche bicchiere si scatena. Ricordo che iniziammo a sfidarci a colpi di tequila bum bum, fino a quando lui non mi tirò a sé e mi baciò in mezzo alla pista da ballo. Devo ammettere che a quei tempi ero piuttosto zoccoletta, quindi non ho indugiato oltre e l’ho portato in spiaggia per farmi scopare a dovere. Luca non era molto dotato, però ci sapeva fare e soprattutto durava un’eternità. All’inizio pensavo fosse solo una delle mie solite scopate estive, ma il giorno dopo mi svegliai con un suo messaggio nel cellulare: “Ti va di vederci?”. Perché no, pensai. Così iniziammo a frequentarci e dopo qualche mese di sesso finimmo per metterci insieme.
Con Luca ero felice. Lui era un bravo ragazzo, sempre molto premuroso e dolce, ma la mia anima da zoccola - che per qualche mese si era assopita - riesplose in tutta la sua forza durante le feste di Natale. Il 23 dicembre ero a ballare con alcune amiche e incontrai David, un ragazzo di colore col quale avevo avuto una tresca poche settimane prima di conoscermi con Luca. David era l’esatto opposto del mio ragazzo: basso, con i lineamenti duri e un cazzo enorme. Tanto grosso che l’unica volta in cui avevamo provato a scopare non era riuscito a farmelo entrare dentro. Non nascondo che mi era da sempre rimasto il pallino…
Fatto sta che quella sera io non avevo alcuna intenzione di tradire Luca: in fondo ero convinta di amarlo. Così non diedi troppo peso al saluto affettuoso che mi aveva fatto David e continuai a ballare. A metà serata la mia amica fu costretta a tornare a casa perché si sentiva male e io rimasi con il gruppo di David fino alla chiusura del locale. Avevo deciso di tornare in taxi, ma David si offrì di accompagnarmi a casa: “Non ti lascio tornare da sola, vieni con me”.
“Non so se è il caso, sono fidanzata…”
“Tranquilla, non ti faccio niente”, rispose facendomi l’occhiolino.
Durante il viaggio, David si mise a parlare di quella volta in cui eravamo finiti a letto: “Non sai quanto ho rosicato quella sera… volevo scoparti da una vita”
“Non credere sia dispiaciuto solo a te… ma d’altronde è davvero troppo grosso per me”
David fermò la macchina e si girò a guardarmi nel buio.
“È più grosso di quello del tuo ragazzo”
“David non mi va di parlare di queste cose con te, dai… avevi promesso che avresti fatto il bravo”
“Mi sa tanto che avevo mentito Lisa…”
E così dicendo si avvicinò a me e mi baciò. All’inizio provai a resistere, ma il fuoco che avevo dentro esplose. La zoccola si era svegliata.
Risposi al bacio e lo strinsi forte a me: aveva le spalle più strette di Luca, ma le sue mani erano più forti. Lo sentii frugarmi nelle mutande e stringermi le chiappe.
“Dio, hai il culo più sodo della terra, che cazzo ci stai a fare con quel coglione”
David stava insultando il ragazzo che credevo di amare e la cosa mi eccitava da impazzire.
Con la mano mi strappò i leggings neri, lasciandomi mezza nuda sul sedile.
“Sono sicuro che lui non ti tratta così” e mentre finiva di parlare mi prese per i capelli e spinse la mia testa verso il suo cazzo. Era ancora dentro i pantaloni, ma si vedeva benissimo l’erezione.
“Ora mi fai un bel pompino, così il cazzo si bagna bene, poi scendi e ti metti a pecora sulla macchina: vediamo se stavolta entra”
David si slacciò i pantaloni ed emerse il mostro… quel cazzo che avevo sognato per mesi era di nuovo davanti a me. Lungo e grosso quanto la mia bocca. Probabilmente a riposo era più grande di quello di Luca in tiro. Sentivo un fiume in piena tra le cosce. Prima di metterlo in bocca lo presi in mano, ma David mi fermò: “Le mani le usi col cornuto, tira fuori la lingua”
Obbedii senza rimostranze e David prese a strisciarci sopra il cazzo.
“Voglio che appena vedi il tuo ragazzo gli dai un bel bacio”, disse ridendo in modo quasi isterico.
“Ora apri la bocca troia, vediamo quanto riesci a prenderne”
Ancora una volta obbedii a David e presi in bocca il suo enorme cazzo nero. Non riuscii ad andare oltre la cappella: era troppo grosso per me.
“Fammi vedere quanto è lungo quello del tuo ragazzo, tanto lo so che hai le foto”
Ero sua schiava, non potevo oppormi a nulla. Tirai fuori il cellulare dalla borsa e gli mostrai una foto di Luca nudo.
“Ahaha è un bambino di dieci anni? Come fai a sentirlo?”
“Ti prego smettila…”, lo chiesi, ma non lo volevo davvero. Non ero mai stata così eccitata in tutta la mia vita. Questi sei mesi da brava da ragazza avevano fatto aumentare la forza della mia anima zoccola, che ora desiderava solo godere in ogni modo possibile.
“Esci dalla macchina e girati, ora ti faccio sentire un vero cazzo da uomo”
“Va bene, ma mettiti il preservativo, non prendo la pillola”
“Ti ho detto di uscire e girarti, non rispondermi”
Eseguii l’ordine e mi stesi sul cofano dell’auto. David arrivò da dietro e iniziò a spingere per entrarmi dentro. All’inizio fu doloroso, ma più la mia fica si allargava e più io godevo. Dopo meno di un minuto David diede una spinta decisa e affondò quell’enorme cazzo tutto dentro di me. Potevo sentirmelo in gola. Gli bastarono due spinte per farmi venire: iniziai a gridare per il piacere, mentre lui mi insultava: “Che troia che sei! Godi per stasera puttana, che da domani torni al cazzino”.
Lo sentivo ansimare sempre più forte, così gli chiesi di nuovo se avesse messo il preservativo.
“Le troie come te le scopo solo senza”
“Ti prego non venire dentro, non prendo la pillola, ti prego…ti… prego”
“Stai zitta puttana”
David continuava a spingere e io a godere come mai avevo fatto in vita mia. Sentivo la mia fica che spruzzava liquido ovunque, mentre gli orgasmi arrivavano uno dopo l’altro.
David aumentò il ritmo dei colpi fino a quando non si fermò all’improvviso, uscì da me lasciandomi una sensazione di vuoto che non avevo mai provato prima e mi tirò per i capelli. Mi fece mettere in ginocchio davanti a lui, il cazzo enorme che mi copriva il viso.
“Apri la bocca puttana”
Ancora una volta obbedii. Nessuno mi era mai venuto in bocca prima e una parte di me si sentì in colpa perché Luca me lo aveva chiesto centinaia di volte. David infilò l’enorme cazzo nella mia bocca e iniziò a spingere tenendomi la testa ferma con la mano sinistra. Con la destra tirò fuori il cellulare dalla tasca e disse: “Sorridi, ci facciamo una foto ricordo”
Non potei fare nulla per fermarlo, vidi solo il flash che mi immortalava mentre il suo enorme cazzo mi violava la bocca. “Facciamo anche un bel video mentre me lo seghi con quel bell’anello sul dito, sono sicuro che te l’ha regalato lui”
Il cellulare iniziò a registrare.
“Ora Troia segami con la mano in cui tieni l’anello mentre mi lecchi la cappella con la lingua”.
Eseguii l’ordine. L’anello che mi aveva regalato Luca per il compleanno sfregava violentemente sul cazzo di David, mentre con lingua gli lucidavo la cappella.
“Ti piace farti sborrare in bocca Troia?”
“No…”
“A me non frega un cazzo se ti piace, apri la bocca e tira fuori la lingua. Ferma quella mano che non sto capace, ci penso io”
Mi fermai e spalancai la bocca davanti a David. Lui prese a menarselo, a sbattermelo sul viso e a strisciare la cappella umida sulla mia lingua. Andò avanti per qualche minuto e poi sentii che stava venendo.
“Apri puttana, ti voglio riempire bene prima che torni a baciarlo”
La mia bocca si spalancò e David la riempì con un fiotto di sborra che quasi mi fece soffocare. Lui gemeva e continuava a tenermi la testa e a riprendere mentre mi sborrava in bocca e in faccia. Sentivo il viso e la gola pieni di sborra calda. Quando ebbe finito ingoiai fino all’ultima goccia.
“Ora alzati e togliti tutti i vestiti e le scarpe, voglio farti una foto”
Mi spogliai per David sul ciglio della strada e lui mi fotografò completamente nuda, col viso ancora pieno della sua sborra.
Solo in quel momento mi accorsi che aveva usato il mio cellulare per tutto il tempo. Si avvicinò e mi sussurrò: “A me non frega un cazzo di rivederti nuda, decidi tu se vuoi tenere queste belle foto per ricordarti di stanotte”.
La mia relazione Luca proseguì ancora per qualche mese, senza altri tradimenti, poi la zoccola prese di nuovo il sopravvento e lo lasciai, spezzandogli il cuore. David? Non l’ho mai più rivisto, ma anche se sono passati quasi dieci anni, ogni tanto mi riguardo ancora le foto e i video di quella notte.
Con Luca ero felice. Lui era un bravo ragazzo, sempre molto premuroso e dolce, ma la mia anima da zoccola - che per qualche mese si era assopita - riesplose in tutta la sua forza durante le feste di Natale. Il 23 dicembre ero a ballare con alcune amiche e incontrai David, un ragazzo di colore col quale avevo avuto una tresca poche settimane prima di conoscermi con Luca. David era l’esatto opposto del mio ragazzo: basso, con i lineamenti duri e un cazzo enorme. Tanto grosso che l’unica volta in cui avevamo provato a scopare non era riuscito a farmelo entrare dentro. Non nascondo che mi era da sempre rimasto il pallino…
Fatto sta che quella sera io non avevo alcuna intenzione di tradire Luca: in fondo ero convinta di amarlo. Così non diedi troppo peso al saluto affettuoso che mi aveva fatto David e continuai a ballare. A metà serata la mia amica fu costretta a tornare a casa perché si sentiva male e io rimasi con il gruppo di David fino alla chiusura del locale. Avevo deciso di tornare in taxi, ma David si offrì di accompagnarmi a casa: “Non ti lascio tornare da sola, vieni con me”.
“Non so se è il caso, sono fidanzata…”
“Tranquilla, non ti faccio niente”, rispose facendomi l’occhiolino.
Durante il viaggio, David si mise a parlare di quella volta in cui eravamo finiti a letto: “Non sai quanto ho rosicato quella sera… volevo scoparti da una vita”
“Non credere sia dispiaciuto solo a te… ma d’altronde è davvero troppo grosso per me”
David fermò la macchina e si girò a guardarmi nel buio.
“È più grosso di quello del tuo ragazzo”
“David non mi va di parlare di queste cose con te, dai… avevi promesso che avresti fatto il bravo”
“Mi sa tanto che avevo mentito Lisa…”
E così dicendo si avvicinò a me e mi baciò. All’inizio provai a resistere, ma il fuoco che avevo dentro esplose. La zoccola si era svegliata.
Risposi al bacio e lo strinsi forte a me: aveva le spalle più strette di Luca, ma le sue mani erano più forti. Lo sentii frugarmi nelle mutande e stringermi le chiappe.
“Dio, hai il culo più sodo della terra, che cazzo ci stai a fare con quel coglione”
David stava insultando il ragazzo che credevo di amare e la cosa mi eccitava da impazzire.
Con la mano mi strappò i leggings neri, lasciandomi mezza nuda sul sedile.
“Sono sicuro che lui non ti tratta così” e mentre finiva di parlare mi prese per i capelli e spinse la mia testa verso il suo cazzo. Era ancora dentro i pantaloni, ma si vedeva benissimo l’erezione.
“Ora mi fai un bel pompino, così il cazzo si bagna bene, poi scendi e ti metti a pecora sulla macchina: vediamo se stavolta entra”
David si slacciò i pantaloni ed emerse il mostro… quel cazzo che avevo sognato per mesi era di nuovo davanti a me. Lungo e grosso quanto la mia bocca. Probabilmente a riposo era più grande di quello di Luca in tiro. Sentivo un fiume in piena tra le cosce. Prima di metterlo in bocca lo presi in mano, ma David mi fermò: “Le mani le usi col cornuto, tira fuori la lingua”
Obbedii senza rimostranze e David prese a strisciarci sopra il cazzo.
“Voglio che appena vedi il tuo ragazzo gli dai un bel bacio”, disse ridendo in modo quasi isterico.
“Ora apri la bocca troia, vediamo quanto riesci a prenderne”
Ancora una volta obbedii a David e presi in bocca il suo enorme cazzo nero. Non riuscii ad andare oltre la cappella: era troppo grosso per me.
“Fammi vedere quanto è lungo quello del tuo ragazzo, tanto lo so che hai le foto”
Ero sua schiava, non potevo oppormi a nulla. Tirai fuori il cellulare dalla borsa e gli mostrai una foto di Luca nudo.
“Ahaha è un bambino di dieci anni? Come fai a sentirlo?”
“Ti prego smettila…”, lo chiesi, ma non lo volevo davvero. Non ero mai stata così eccitata in tutta la mia vita. Questi sei mesi da brava da ragazza avevano fatto aumentare la forza della mia anima zoccola, che ora desiderava solo godere in ogni modo possibile.
“Esci dalla macchina e girati, ora ti faccio sentire un vero cazzo da uomo”
“Va bene, ma mettiti il preservativo, non prendo la pillola”
“Ti ho detto di uscire e girarti, non rispondermi”
Eseguii l’ordine e mi stesi sul cofano dell’auto. David arrivò da dietro e iniziò a spingere per entrarmi dentro. All’inizio fu doloroso, ma più la mia fica si allargava e più io godevo. Dopo meno di un minuto David diede una spinta decisa e affondò quell’enorme cazzo tutto dentro di me. Potevo sentirmelo in gola. Gli bastarono due spinte per farmi venire: iniziai a gridare per il piacere, mentre lui mi insultava: “Che troia che sei! Godi per stasera puttana, che da domani torni al cazzino”.
Lo sentivo ansimare sempre più forte, così gli chiesi di nuovo se avesse messo il preservativo.
“Le troie come te le scopo solo senza”
“Ti prego non venire dentro, non prendo la pillola, ti prego…ti… prego”
“Stai zitta puttana”
David continuava a spingere e io a godere come mai avevo fatto in vita mia. Sentivo la mia fica che spruzzava liquido ovunque, mentre gli orgasmi arrivavano uno dopo l’altro.
David aumentò il ritmo dei colpi fino a quando non si fermò all’improvviso, uscì da me lasciandomi una sensazione di vuoto che non avevo mai provato prima e mi tirò per i capelli. Mi fece mettere in ginocchio davanti a lui, il cazzo enorme che mi copriva il viso.
“Apri la bocca puttana”
Ancora una volta obbedii. Nessuno mi era mai venuto in bocca prima e una parte di me si sentì in colpa perché Luca me lo aveva chiesto centinaia di volte. David infilò l’enorme cazzo nella mia bocca e iniziò a spingere tenendomi la testa ferma con la mano sinistra. Con la destra tirò fuori il cellulare dalla tasca e disse: “Sorridi, ci facciamo una foto ricordo”
Non potei fare nulla per fermarlo, vidi solo il flash che mi immortalava mentre il suo enorme cazzo mi violava la bocca. “Facciamo anche un bel video mentre me lo seghi con quel bell’anello sul dito, sono sicuro che te l’ha regalato lui”
Il cellulare iniziò a registrare.
“Ora Troia segami con la mano in cui tieni l’anello mentre mi lecchi la cappella con la lingua”.
Eseguii l’ordine. L’anello che mi aveva regalato Luca per il compleanno sfregava violentemente sul cazzo di David, mentre con lingua gli lucidavo la cappella.
“Ti piace farti sborrare in bocca Troia?”
“No…”
“A me non frega un cazzo se ti piace, apri la bocca e tira fuori la lingua. Ferma quella mano che non sto capace, ci penso io”
Mi fermai e spalancai la bocca davanti a David. Lui prese a menarselo, a sbattermelo sul viso e a strisciare la cappella umida sulla mia lingua. Andò avanti per qualche minuto e poi sentii che stava venendo.
“Apri puttana, ti voglio riempire bene prima che torni a baciarlo”
La mia bocca si spalancò e David la riempì con un fiotto di sborra che quasi mi fece soffocare. Lui gemeva e continuava a tenermi la testa e a riprendere mentre mi sborrava in bocca e in faccia. Sentivo il viso e la gola pieni di sborra calda. Quando ebbe finito ingoiai fino all’ultima goccia.
“Ora alzati e togliti tutti i vestiti e le scarpe, voglio farti una foto”
Mi spogliai per David sul ciglio della strada e lui mi fotografò completamente nuda, col viso ancora pieno della sua sborra.
Solo in quel momento mi accorsi che aveva usato il mio cellulare per tutto il tempo. Si avvicinò e mi sussurrò: “A me non frega un cazzo di rivederti nuda, decidi tu se vuoi tenere queste belle foto per ricordarti di stanotte”.
La mia relazione Luca proseguì ancora per qualche mese, senza altri tradimenti, poi la zoccola prese di nuovo il sopravvento e lo lasciai, spezzandogli il cuore. David? Non l’ho mai più rivisto, ma anche se sono passati quasi dieci anni, ogni tanto mi riguardo ancora le foto e i video di quella notte.
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