Falso tradimento

di
genere
etero

Sono un manager di una piccola società e sono stato inviato da amici a un evento celebrativo in un palazzo del centro cittadino. Ci sono musica e balli che non attirano più di tanto la mia attenzione, catturata invece dalla sempreverde Federica, classica donna in carriera, che indossa un tubino nero e risaltare la sua linea da fotomodella.
Ci salutiamo cordialmente, lieti di rivederci dopo una decina d’anni e chiacchieriamo amabilmente di sport, viaggi e lavoro, in un clima amichevole. Mi fa i suoi complimenti per i miei successi -Ne hai fatta di strada sino ad oggi! Pur avendo una piccola azienda hai ideato grandi iniziative a livello umano e, per una di esse, ho persino pianto dalla commozione-. Io da cavaliere li ricambio -Ai tempi seguivi la comunicazione e poi ti sei buttata in politica con caparbietà. Seguo poco i social ma non mi perdo mai i tuoi post su Instagram, mai banali a differenza della massa. In fondo, non sei cambiata di una virgola: intelligente, affascinante e carismatica come all’epoca-. Sorride senza celare il suo compiacimento -Ma tu vuoi farmi arrossire! Ti ringrazio perché nonostante tutto sei rimasto gentile, semplice e bello come un attore hollywoodiano. Il mio mentore, che era un passo avanti, mi disse che tu saresti stato il tipo giusto per me-. Lancio una frase sibillina -Il passato non si può cambiare, il presente si può ancora scrivere- e coglie subito la palla al balzo -Ben detto! So che l’attico, in ristrutturazione, ha una vista panoramica; sarei curiosa di vederlo con un accompagnatore d’eccezione-.
Ci allontaniamo frettolosamente, al riparo da eventuali occhi indiscreti, e percorriamo alcune rampe di scale. Standole appresso, scansiono ai raggi x il suo didietro da liceale, che non mi lascia affatto indifferente sicchè, giunti a destinazione, gliene darò dimostrazione. In effetti ci ritroviamo in mezzo a un cantiere ma la vista, suggestiva come predetto, fa breccia nella sua mente -Guarda Milano… è una splendida città-. Mi concedo una licenza poetica -Diciamo che con una piccola modifica, a lettere invariate (guardami l’ano), il concetto non cambia… si tratta comunque di uno splendore!- e mi francobollo al suo mandolino per farle avvertire la pressione del mio pacco rigonfio. Ho scoperto tutte le mie carte con la sicurezza, quasi matematica, di farmela in una tempistica stringente.
L’ex giornalista si volta con fare deciso e, senza proferire una sillaba, mi stampa un bacio appassionato. Limoniamo animatamente, avvinghiati l’uno con l’altra e quasi in apnea, bandendo le retoriche sdolcinerie perché coinvolti in un’attrazione fatale. La palpeggio spudoratamente, andando anche a sfiorare le sue mutandine fradice, mentre armeggia con i miei pantaloni. Ben presto trova il tesoro, liberando dalla costrizione del tessuto la mia portentosa erezione. E’ entusiasta della scoperta fatta -Che sorpresona ragazzo mio, hai un uccello straordinario! Così grosso, nodoso e consistente da far paura. Ammetto mestamente che il mio compagno ce l’avrà circa la metà del tuo!-. Menandomelo con ineffabile flemma si difende -Non credere che sia una poco di buono; non ho mai fatto le corna ma tu sei un’occasione imperdibile. E tu ti sei mai segato pensando alla sottoscritta?- e io non sono impreparato -L’ho fatto ripetutamente! Cmq non sei la prima che si ritrova in questa situazione; fatti un giro in giostra e divertiti!-.
Non se lo fa ripetere due volte, prostrandosi al mio cospetto per testare il materiale che le metto a disposizione. A tu per tu con il mio pene, lo accarezza teneramente, con il sorriso malizioso di chi sa di aver fatto bingo. Inizia a fare sul serio leccando vorticosamente ogni millimetro quadrato della superficie del mio involucro e massaggiandomi con brio lo scroto. Mi dà l’idea di non essere quotidianamente avvezza a queste pratiche benchè pur improvvisando, ha un certo savoir faire in materia. Lo dimostra spazzolandomi il glande, con la sua lingua sbarazzina, e passandoselo volgarmente sulle labbra, a mo’ di rossetto. Già da questi dettagli ho la certezza di essermi accaparrato una zoccola di classe superiore anche se, probabilmente, sarà solo per una botta e via.
Me lo riconferma andando nel vivo del preliminare quando lo avvolge tra le sue labbra morbide, incamerando gran parte del mio consistente doppio decimetro nel suo cavo orale. Ripete ciclicamente questo geniale affondo, fissandomi negli occhi con il piglio di chi è conscio delle conseguenze delle proprie azioni. Al giorno d’oggi, pur mostrandosi tutte libertine e seminude, credo siano rare le esecutrici di deepthroat e il destino ha voluto che ne scoprissi una delle migliori esponenti della categoria. Non posso esimermi da un doveroso plauso -Non dubitavo che tu fossi una sgualdrina. Per dirla tutta sei una succhiacazzi magnifica, meglio di una qualsiasi escort strapagata-.
Decido di sfruttare le sue doti da gola profonda estremizzando, in un certo senso, la voluttuosa fellatio. Blocco la sua testa con le mani per scoparla in bocca, con la sua ugola a fare le veci del clitoride. L’altera milanese d’adozione non si scompone minimamente, succhiandolo come un’ossessa e rischiando quasi di soffocare. Il suo grugnire si confonde con i suoi rigurgiti, dovuti al fatto di spararglielo fino all’epiglottide, e allo sfarfallio della sua ingente salivazione. Una melodia tutt’altro che acustica ma che sintetizza il suo encomiabile operato in questa irrumatio che mista inferendo un enorme piacere. Sarei tentatissimo dal portarla all’ingoio ma è corretto che faccia anche io la mia parte.
Interrompo il suo orale, dandole un dieci e lode -Sei una pompinara sublime! Nessuna, tra la cinquantina che mi sono passato è arrivata a questi livelli!- e aiutandola a rialzarsi. Ci tiene a fornire la sua versione -Era lecita una prova microfono, soprattutto con un manico del genere! Non mi ero mai cimentata in pratiche così estreme; tuttavia questo è un caso in cui ne valeva la pena, anzi il pene!- e vuole mettere le cose in chiaro -Ti sembrerà assurdo ma terrei da conto la vagina, in modo da non farlo risultare un vero e proprio tradimento-. Chiedo incuriosito -E quindi cosa vorresti fare?- con sua fulminea risposta -Hai presente che nella città partenopeo c’è una via chiamata Spaccanapoli? Farei lo stesso nel capoluogo lombardo! (Spaccami l’ano)- riallacciandosi al doppio senso precedente.
Per mettere in pratica il suo progetto si sfila prontamente il suo abito attillato, rimanendo in perizoma. Per aver passato i 50 anni ha un corpo da Venere, da far invidia alla maggioranza delle ventenni odierne. Finisco di denudarmi e, per pareggiare i conti, le strappo via le mutandine inzuppate, annusandole morbosamente. Le sue pere, inermi alla legge di gravità, meritano le dovute attenzioni perciò mi attrezzo a ciucciarle i piccioli appuntiti, con le sembianze di un poppante affamato. Mi soffermerei a lungo ma un po’ di fretta mi suggerisce di passare a quel che sarà il piatto forte della nostra tresca.
Mi sposto alle sue spalle e mi abbasso all’altezza del suo meraviglioso fondoschiena. Glielo palpo a piene mani, sapendo che prestissimo avrò la fortuna di farlo mio. Le lecco il suo buchino, alquanto serrato da farmi credere di non averlo dato a nessun altro. Eccitata, e forse impaziente di accalappiare la mia minchia, convalida la mia teoria -Lì dietro sono una verginella, anche se ancora per pochissimo. Del resto era inutile concederlo agli inutili stuzzicadenti che hanno composto la mia vita sentimentale-. Mi rimetto in piedi, rispondendo -E’ un onore essere insignito di tale responsabilità. Sappi che da oggi in avanti non sarà più lo stesso- e mi bisbiglia -Lo so bene, non vedo l’ora…-. Mi ridesto in un lampo e, fiero dell’incarico affidatomi, mi predispongo ad assaltare il suo fortino.
Punto la mia verga d’acciaio sul suo uscio posteriore chiuso e, con circospezione, introduco la mia grossa cappella. Utilizzo quest’ultima, muovendomi al rallenty, per svasare il suo pertugio ed acquistarne la fiducia. Le sue smorfie raffigurano il mix contrastante di dolore e piacere che la pervadono, per cui mi dà spiegazione -Mio Dio quanto ce l’hai grande! So che mi farai male ma è il prezzo da pagare per il meglio… cioè te!-. La penetro pacatamente tra i suoi sospiri profondi, evitando inopportune forzature; però, contemplando la sua silhouette da sballo, prendo spunto per gettare benzina sul fuoco.
Senza interrompere il mio impulso, la bacio sul suo lungo collo e, con la mano sinistra, le tasto i seni polposi. Per non farmi mancare niente, con la destra alliscio velocemente le sue grandi labbra e poi le stuzzico il clitoride. La conduttrice mugola -Mmmm! Mmmm! Mmmm!-, per contenere la vampa che ha in sé, e si dimena nel tentativo di divincolarsi dalla mia pressione che si fa asfissiante. Le faccio una confessione -Per essere sincero ti avrei scopata già quando lavoravi a Telelombardia- e lei fa altrettanto -Che peccato! Te l’avrei data volentieri! Sono sicura che oggi mi lascerai un ricordo indelebile! Sono tutta tua… anima e corpo-.
Mi diletto a sgrillettarla freneticamente, grazie anche alla congeniale lubrificazione della sua sorca, e mi vesto da dj trastullando i suoi capezzoli tumidi. Già che ci sono aumento la frequenza dei miei colpi, resistendo stoicamente dalla tentazione di affondarli. Non è facile trattenersi avendo tra le mani un’esemplare di bomba sexy più unica che rara, la quale asserisce -Sììì! Che goduria! Continua così! Così! Così!-. E’ incanalata nella giusta direzione, sulla strada che la porta dritta al lieto fine. Si sta caricando a molla e io sono il suo supporter -Dai maiala, fammi udire la tua fregola!-.
Ed eccola tagliare il traguardo dell’orgasmo -Sììì! Sììì! Vengo! Vengooo! Vengooooo!- esplicitato da par suo. Simultaneamente, dalla sua vagina bollente, scaturisce la gettata dei suoi umori, somigliante a un torrente d’alta montagna. In breve si va a formare una vasta chiazza sul pavimento, proporzionale al suo ardore per il nostro congresso carnale. Esso subisce uno stop momentaneo in cui ci confrontiamo con il mio laconico commento -Che squirtata Miss Fede! Non avevo mai assistito a una spruzzata di tale portata- e il suo non da meno -Effettivamente non avevo mai squirtato. Ma tu sei così bravo da rendere tutto possibile-. Inoltre mi indica di andare a ubicarmi su un gradino, adiacente alla vetrata esterna, dove vorrà procrastinare le nostre gesta indecenti.
Mi accomodo nel punto stabilito, da dove posso ammirare questa manza over 50 la quale, tolto qualche inestetismo causato da un’eccessiva esposizione solare, ha una carrozzeria da fuoriserie e tutta al naturale. Si predispone alla ripresa delle ostilità con una battuta -Sai perchè secondo Umberto Bossi saresti un perfetto leghista? Per il semplice motivo che ce l’hai duro- sulla quale ridiamo entrambi e mi permette di fare un’annotazione -E’ così per la fregna sto guardando! Sei uno splendore!-. E dopo questo scambio di cortesie è ora di riprendere il filo del nostro torbido discorso.
Si cala dinanzi a me, dove ad attenderla c’è il mio membro roccioso e lo ricolloca, con cautela, nel suo sfintere. Si muove lentamente sull’asse verticale, per procedere nell’opera di svasatura impostata dal principio, e mi fissa dritta negli occhi con un’espressione da porca che tutta un programma. Io la lascio fare senza intervenire e la osservo rantolare, in tutta la sua autentica bellezza. Sarei in totale relax ma la mia tranquillità è turbata dal ballonzolare incontrollato delle sue mammelle succulente.
Non riuscendo a stare calmo mi avvento su dei esse come un poppante affamato incendiando la nostra impudica passione. Queste zinne, esibite spesso senza reggiseno e con disinvoltura, sono la fine del mondo e a me non resta che assaporarle, alternandomi indistintamente tra i suoi capezzoloni turgidissimi. Ne consegue che la pollastra si infervora e rilancia l’azione del nostro smorzacandela, partendo al galoppo di gran carriera e attuando un importante upgrade al rapporto anale. Da uno zompettare leggiadro passa a una cavalcata da valchiria, ampliando gradatamente il range nel suo orifizio fino a tre quarti della mia misura. Come immaginavo è in visibilio ed accompagna la sua andatura con lamenti scanditi -Aaah! Aaah! Aaah!-.
Mi sta facendo godere come un porco ed il concetto vale reciprocamente per lei all’ennesima potenza. La interrogo a tal proposito per accertarmene con sicurezza -Allora bella bagascia, ti piace prenderlo nel culo?- avendo un pronto e sagace riscontro -Non proprio! Per la precisione, mi diletta prendere il tuo grandioso cazzo nel culo!- e aggiunge lussuriosamente -Sapessi quanto ti ho bramato… Andrò avanti finchè non farai il pieno al mio serbatoio!-, intendendo fino alla mia venuta. Una corporatura da sballo unita a una cocciuta determinazione ne compongono una donna splendida, che andrà accontentata a dovere.
L’amplesso procede spedito e la mia autonomia limitata mi porterà a breve ad elargirle il mio seme nel suo ventre. Poi inaugura uno scambio di battute boccaccesco -Oh mio Dio, quanto sto godendo!- a cui subentro -Preparati a una bella farcitura! Alla faccia che non sei fedifraga…- e cui segue il suo rilancio -Scopami come puttanella! Ce l’hai la sborra per me? Sei carico vero per sborrarmi nel buco del culo?-. Sono davvero in rampa di lancio e mi auguro che non sia la chiusura di un capitolo e non di tutta la nostra storia.
La mia dirimpettaia è tutta un fremito, esaltata dagli avvenimenti incipienti e con la vulva gocciolante. E’ concentratissima nello sferrare l’assalto decisivo e concretizzare i suoi lodevoli sforzi. Si produce in uno scatto finale con una progressione improvvisa e stupefacente, con tanto di emissione acustica -Aaaaaaaaaah! Mmmmmmmmmm!-, che mi porta dritto ad un orgasmo epocale. Le annuncio il lieto evento -Ci siamo lurida cagna! Ci siamo!- intuibile anche dalla mia mimica facciale.
Ho una fortissima eiaculazione, senza precedenti, e con una tifosa d’eccezione -Vieni per me dolcezza mia! Riempimi! Riempimi! Riempimi di sborra!- La prendo alla lettera, irrorando copiosamente il suo deretano con un ingente quantitativo di liquido seminale e ribadendo la donazione -E’ tutta per te battona! Sino all’ultima goccia!-. Si pone sulla stessa linea -Sogno ad occhi aperti! Sento lo sperma del mio stallone dentro di me!- andando a decelerare, per poi arrestarsi. Si conclude così una chiavata pazzesca ma ho il presentimento che la nostra serata non si fermi qui.
Dopo aver rifiatato Federica prende la parola -Vederti e sentirti venire in me è stata una fantastica emozione. Mi potrei accontentare, ma conoscendo il fenomeno che ho di fronte ti propongo il gioco del lascia o raddoppia- sapendo di aver a che fare con un compagno di avventura che fa un baffo a quello della sua quotidianità. La mia sentenza è scontata -Anche per me è stato un grande piacere, fisiologico e morale, e che di per sé sarebbe sufficiente. Però, avendo sul mio manganello una della più illustri mignotte del genere umano, credo proprio di volerlo piantare tutto nel tuo bel sedere-. Raccoglie il guanto di sfida anche perché, aldilà dei suoi cinquant’anni suonati ha una prestanza da far invidia a qualsiasi giovincella.
Mi fa segno di non muovermi e si gira di centottanta gradi, con la massima cura di non privarsi della mia pistola nel suo foro imperiale. Dandomi le spalle, si rimette in moto con leggerezza e nel contempo mi massaggia sapientemente le palle. La sua lungimiranza ed il suo tasso di prostituzione nell’attuare tale provvedimento, mi permettono quasi di azzerare il tempo refrattario e mantenere salda la mia erezione. Ci tiene a riconfermare le sue aspettative -Adesso me lo devi aprire per bene- che sicuramente non andranno vanificate -Te lo troverai divelto; non sarà mai più come prima-.
Per ridare un po’ di verve, parto a schiaffeggiare convintamente le sue natiche granitiche, aizzandola doviziosamente. E’ fuori discussione che rimanga inerme difatti, da puledra di razza, riparte a cavalcare sontuosamente il mio destriero. Ormai stabilizzata nel conglobare una quindicina di centimetri nel retro si limita a boccheggiare, seguendo la cadenza sostenuta da lei imposta. Pur essendo soddisfatto dell’andazzo del nostro copulare, mi sembra che la situazione sia in fase di stallo e allora, date le ultime sberle, prende in me il sopravvento di sfondarla come si deve.
Le indico di cingere un braccio sulla mia nuca e intanto la abbranco con l’avambraccio sotto il ginocchio. Dopodichè, con fermezza e vigore, mi alzo in piedi sollevandola dal pavimento per farle una gradita sorpresa. La mia peccaminosa partner poggia la mano libera sulla parete, per tenersi in equilibrio e stazionando perpendicolarmente a me. Mi piazza la sua lingua in gola per limonare lubricamente, dandomi un input ad hoc per tornare all’arrembaggio e trivellare il suo culetto da favola.
Le ficco, con veemenza, la mia nerchia nell’ano e la utilizzo come perno. La faccio librare ritmicamente in aria, dettando i tempi con l’echeggiare delle sue grida -Aaaah! Aaaah Aaaah!-. Ad ogni botta mi addentro sempre più a fondo, potendo contare sulla sua incredibile fisicità, che mi permette di sbatterla ai massimi livelli e mi eccita come una bestia. In un esiguo lasso temporale, si garantisce un buon ventello tra le sue natiche maestose e non nasconde il suo giustificato entusiasmo -Sei fenomenale! Sappi che sarò sempre e solo la tua troia!- e ancora -Inchiappettami amore! Inchiappettami senza alcun pudore!-.
Chiamato in causa non deludo le sue attese ed imprimo un maggior impeto alla mia azione erculea. La faccio sobbalzare, con risolutezza e insistenza, sulla mia mazza indossidabile e le sue bocce tondeggianti ne seguono il moto verticale. La cougar veneta non si discosta dal suo berciare risonante, contribuendo a una perfetta raffigurazione di una sodomizzazione estrema e sfolgorante. Perciò, continuando a trombarla selvaggiamente, la stimolo anche a voce -Godi baldracca! Goditela tutta!- con la sua immancabile corrispondenza -Ci puoi giurare! Tu sei un toro da monta e io la tua vacca in calore!- a suggerirmi il modus operandi per chiudere con i fuochi d’artificio.
Senza dividere il nostro indissolubile connubio erotico, la ripongo a terra, dandole un nuovo appoggio sulla scala da cantiere a disegnare un angolo di novanta gradi. Le faccio tenere le gambe ben divaricate ed io appoggio il mio piede su un piolo. Di seguito, con un colpo secco, le sparo tutti i ventidue centimetri del mio tronco nel suo retto, che di lì a poco vedrà ultimata la sua rottura. Mi dà una calorosa accoglienza -Oooooh! Il tuo cazzone è enorme… come la mia libidine! Rompimi il culo! Spaccamelooo!-, che collima con le mie intenzioni di lasciarle un segno incancellabile, anche nella sua memoria.
Riparto a trapanarle il culetto a un ritmo incalzante e, nonostante da calciatore sia abbastanza corretto, le commino un fallo da dietro da antologia. La meravigliosa ultracinquantenne rimarca di avere un fisico bestiale e incassa egregiamente l’indomabile prepotenza del mio incedere, senza segnali di cedimento. Il rumore sordo del mio bacino che si scontra con le sue chiappe tornite si mischia alle sue grida animalesche -Oooooh! Oooooh! Sfondamiii!-, componendo una colonna sonora confacente al nostro coito rettale, scandaloso quanto depravato. La martello come fa un fabbro sull’incudine e lo sguardo da scrofa allupata che mi rivolge, è l’istigazione che mi porta a incularla all’impazzata.
Afferro la sua chioma castano chiara nella mano destra e con le forze residue schiaccio l’acceleratore a tavoletta. La monto in maniera forsennata, piantandoglielo fino ai coglioni e con una cattiveria agonistica indicibile. Stiamo facendo uno sforzo sovrumano, calamitati dall’istinto primordiale dell’accoppiamento che ci unisce in uno sfondamento anale epico. Prosegue a spronarmi svergognatamente -Inculami! Inculami a sangue! Inculami! Inculamiiiii!-, arrapandomi a bestia. Nonostante la fatica non demordo dal fotterla incessantemente nel suo buco del culo, ormai divelto, sempre in compagnia dei suoi -Ooooooooooh!-. Se ci filmassero, firmeremmo un best seller del porno amatoriale con un imminente epilogo sul quale ha le idee chiare -Visto che dietro sono già piena, vienimi addosso e schizzami dappertutto!-
Il tempismo della sua proposta mi costringe ad abbandonare, con dispiacere, il suo sfintere che è ormai diventato un cratere. Da esso non esonda la lava bensì lo sperma che fluisce sulle sue gambe toniche. Un altro carico invece le sta per arrivare e, per non farsi trovare impreparata, si inginocchia innanzi a me. Agguanto il mio membro, costantemente eretto, e mi masturbo tranquillamente a brevissima distanza dalla sua faccia da maialona, che da copione non manca di dire la sua -Hai visto che pelle arida? Ci vorrebbe una bella nevicata! Quindi sborrami dappertutto, come solo tu puoi fare!- Continuo a segarmi, senza forzare, ma con una musa ispiratrice del suo calibro ho i secondi contati.
Infatti, avverto un aumento della pressione nel basso ventre e la preavviso che sto per centrare l’obiettivo -Eccoci puttana, sto per farti un bel regalino-. Non copre la sua euforia -Sei grandioso cucciolo mio! Non aspettavo altro che vederti venire dal vivo per me!- e, ricordando la sua fama, apre la bocca con la lingua di fuori ed emette un continuativo -Aaaaaaaaaah-, per prepararsi alla ricezione. Pertanto, con un assolo alla Jimi Hendrix, sono prontissimo per scrivere il gran finale al nostro perverso idillio.
Eseguo il suo dictat, mettendo in atto un’altra potente eiaculazione, da farmi bofonchiare durante l’esplosione. Recapito con precisione i fiotti del mio caldo sperma, distribuendoli accuratamente in più punti. Prima sulle guance, poi nel cavo orale, seguitamente sul collo e per concludere sulle sue tette. Se dunque tempo addietro era noto l’olio su tela, oggi ho disegnato la sborra su baldracca e, per fare l’artista fino in fondo, firmo il mio capolavoro ripulendo il mio glande sui suoi impareggiabili capezzoloni.
Sottolineo che la mia goduria è stata immensa, ma la mia superba partner non vuole lasciare nulla di incompiuto. Vuole assicurarsi personalmente di avermi svuotato i coglioni con un supplemento del suo rinomato pompino. Succhia il mio uccello come un’idrovora per circa un minuto e, sfruttando la mia sensibilità del momento, mi manda fuori di testa dall’assurda libidine che sto provando. Anche lei ha voluto sugellare a suo modo questa avventura e, per non spandere una goccia recupera tutto lo sperma da me cosparso e lo ingerisce avidamente.
Federica è trionfante per l’accaduto, ma con un velo si tristezza e ci tiene ad esternarlo -Caro ragazzo, purtroppo mi sono resa conto di aver perso una grande occasione. Anni fa avrei voluto frequentarti ma ero talmente concentrata con il lavoro da non volermi concedere distrazioni sentimentali. Oggi, pur avendo un uomo che mi ama, mi sono resa conto che tu sei di un’altra categoria. Ciò che è accaduto rimarrà impresso per sempre nel mio cuore, nella mia mente e nel mio culetto sfondato. Solo un amante professionista poteva fottermi il retto due volte nel giro di un’ora, siglando un creampie anale irripetibile e un facialized sontuoso, dopo essersi segato in diretta per me, come mai nessuno ha osato fare. E’ stato uno spettacolo favoloso a cui ho avuto la fortuna di partecipare, con il mio con il miglior montatore che una donna possa avere. Grazie infinite!-.
Anche io ho le mie considerazioni -Mi tocca condividere il tuo rammarico perché la sensazione è che saremmo stati una bella coppia. Lo dico sia per la nostra inconfutabile chimica, sia perché sei una persona con grandi capacità e determinazione. Neanche io potrò mai dimenticare questa serata hot in tua compagnia; senza il tuo apporto fondamentale non saremmo riusciti a creare questo romanzo, best-seller dell’hardcore. Non per vantarmi, ma ho rotto il culo a parecchie zoccole e tu sei di un livello nettamente superiore. Sei una troiona strepitosa contraddistinta un fisico scultoreo, un’innata voglia di scopare e sai spompinare come una pornodiva. Solo con te potevo fare una doppietta anale, in un contesto del genere, sborrando di gusto nel tuo culo perfetto e verso il tuo viso da scrofa bastarda, nonché godendo in maniera sublime. Chissà, se in futuro volessi concedermi per una sola notte la tua fica, magari potremmo fare anche una cinquina. Fossi in te ci penserei…-.
Non resta che congedarmi, insinuandole il suddetto dubbio amletico, dopo averle donato l’ondata di sperma che ha tanto desiderato.
scritto il
2024-08-21
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