Oh, Giulia
di
Giulia&Vittorio
genere
tradimenti
“Ho soltanto un cuore e te lo do
Non dirmi no o mi sparerò, oh oh
Ho una vita sola, prendila
Buttala via in un fosso o dove vuoi
In ginocchio, mia divina, mi vedrai
Di amarti non mi stancherò mai”
(Gianni Togni)
Vittorio si era già masturbato due volte senza riuscire ad addormentarsi. Alle 5 del mattino, quando finalmente sentì Giulia attivare la serratura dell'appartamento, era ancora duro, ossessionato dalle immagini oscene che avevano invaso la sua immaginazione da quando la sua donna se n'era andata, la sera prima, intorno alle 22.
Giulia non era più Giulia. La metamorfosi iniziata una settimana prima l'aveva resa un'estranea, una magnifica sconosciuta che viveva ancora vicino a lui, dormiva nel suo letto, ma con cui non riusciva a intrattenere una conversazione e che, peggio di tutto, lo rifiutava. La coppia attraversava una fase di declino sessuale. Forse proprio per questo la trasformazione della sua Giulia aveva purtroppo riacceso l'ardore di Vittorio, mentre lei gli diventava sempre più indifferente. Spesso lo sguardo vago della donna lo attraversava senza vederlo, come se fosse diventato per lei invisibile o poco degno di attenzione come un mobile o un vecchio animale domestico.
Per sua sfortuna, Vittorio la trovava sempre più bella e desiderabile man mano che si allontanava da lui.
Giulia aveva infatti completamente aggiornato il suo guardaroba e si vestiva in modo molto femminile, al contrario di prima, dove i suoi sforzi sembravano tendere al contrario: apparire il più lontano possibile dai canoni di bellezza, "dai dettami della moda". e dalle “norme maschiliste spacciate dai media", come lei stessa proclamava. Ora indossava solo gonne o abiti, uno più corto dell'altro, top che spesso lasciavano intravedere parte del reggiseno, biancheria intima sofisticata e soprattutto, contro ogni previsione, l'accessorio un tempo più diffamato come "simbolo di sottomissione al potere fallocratico": i tacchi a spillo!
La settimana prima, Vittorio l’aveva affrontata e lei ha confessato cosa stava succedendo. Aveva accettato di parlargli come ci si libera da un peso contingente, dedicandogli qualche minuto della sua attenzione prima di riprendere la sua quotidianità. Pochi minuti. Che sconvolsero la vita del suo compagno.
- Ascolta Vittorio, - cominciò, pizzicandosi la punta del naso, - fra noi due è finita. Sei una brava persona ma io non sono più lo stessa. Come puoi sospettare, ho incontrato qualcuno, tutto qui.
Il cuore di Vittorio si contorceva nel petto.
- Ma... lo ami?
- Diciamo che io... gli appartengo e che mi piace. Mi riempie, capisci? Ascolta, non voglio farti del male. Per tutto quello che c’è stato tra noi. Non penso che tu voglia davvero saperlo...
- Io invece voglio sapere tutto! Chi è, quando vi vedete, cosa fate, tutto!
- Sei sicuro?
- Assolutamente sicuro.
Vittorio adesso tremava, mentre Giulia lo guardava con perplessità. Rimase pensierosa in silenzio per qualche secondo.
- Avrei preferito che tu non lo sapessi, ma sei stato tu a volerlo, non dimenticarlo.
- Sì! Voglio sapere tutto! - ribadì l’uomo.
- Bene. Allora ecco qui... Da circa una settimana appartengo a un uomo molto virile, Goran, che mi ha rivelato la mia vera natura di donna, capisci? Mi ha preso in ogni modo possibile, mi ha fatto anche cose che non avrei mai immaginato di fare.
- Ma... Cos'ha lui che io non ho?
- Per favore, non insistere Vittorio, non voglio farti del male.
- Dimmelo!
- Ok, come preferisci... Adoro tutto di lui, i suoi capelli, il suo pene, la sua sudorazione. Oh, non dovrei dirtelo. Adoro il sapore del suo sperma, non ne ho mai abbastanza e amo anche… - Giulia si infiammò improvvisamente, parlava con passione, i suoi occhi brillavano, - mi piace anche che mi doni ad altri uomini, a tutti coloro che lui sceglie per me. Adesso mi offro a tanti uomini e provo una sorta di orgoglio quando si divertono con me. Mi dono interamente a loro, quasi senza limiti, come richiede il mio uomo. Li accontento in tutto e loro possono trattarmi come desiderano.
Afferrò il braccio di Vittorio e lo guardò negli occhi.
- Non puoi immaginare quanto sia bello essere il giocattolo degli uomini, la loro troia, quanto sia bello sentire i loro insulti, bere il loro sperma, concedersi senza alcuna riserva...
- Ma... come... cosa vuol dire che ti offri agli uomini?
- Sì Vittorio, mi comporto come una puttana, per il mio uomo. Adesso sono una puttana e sono felice di esserlo
Vittorio, pallido, rimase in silenzio.
- Ascolta, - continuò Giulia, - se vuoi me ne vado e ti lascio l'appartamento. Ho solo bisogno di qualche giorno per organizzarmi, trovare un nuovo posto in cui vivere e...
- No, Giulia! Ti prego, non lasciarmi! Sono pazzo di te. Io... ti salverò! Ti tirerò fuori dalle grinfie di questo magnaccia, andrò alla polizia e...
- No! No, Vittorio, non hai ascoltato. Io sono d’accordo con lui, ne sono consapevole. Sono sua perché mi sono donata a lui. Mi piace che faccia di me quello che vuole.
- Sei d'accordo che quest'uomo? Ti prostituisce!!!
- Sì, te l'ho detto, sono la sua puttana e mi piace. Vedi che dobbiamo separarci, Vittorio. Non ne faremo un dramma. Così è la vita e possiamo, beh, se non mi disprezzi troppo, restare buoni amici...
- Ma ferma questo circo, Giulia. Non sei tu. Tu un'attivista femminista, una donna libera! Tu non sei... quello!
Indicò la donna, allungando le braccia davanti a sé. Quel giorno indossava una gonna attillata che lasciava intravedere l'orlo delle autoreggenti, una camicetta ampia e delle décolleté rosse.
- Al contrario, Vittorio. Io non mi sono mai sentita così me stessa come da quando sono diventata una docile troia. Ho l'impressione... come dire... di aver trovato la felicità nella schiavitù...
- Non è possibile, cazzo... È un incubo.
- È così Vittorio, dai, non ci faremo del male, cercherò un appartamento e...
- No, ti prego! Resta! Ti voglio vicino a me, sei il mio amore!
- Ragiona, Vittorio, non puoi accettare la mia nuova vita. Vedi in che stato ti mette, tesoro.
Quella dolce parola suscitò un'emozione che travolse l’uomo. Scoppiando in lacrime, si gettò ai piedi di Giulia e le abbracciò le ginocchia.
- Ti prego amore, non lasciarmi, ti accetto così come sei, non ti chiederò nulla, farai quello che vuoi. Per favore resta con me...
- Vuoi dire che accetterai che io faccia la puttana per un altro uomo?
- Sì, se è quello che vuoi.
- Che mi faccia scopare in ogni modo possibile da un sacco di ragazzi mentre tu non potrai mai più toccarmi?
- Ma... perché non posso più toccarti?
- Goran è stato molto deciso. Fin dall'inizio ha chiarito che avrei potuto dormire solo con gli uomini che lui sceglie per me e soprattutto non con te. Mi dispiace, tesoro - concluse Giulia, accarezzando la testa di Vittorio.
Quest'ultimo, approfittando della carezza, si accoccolò contro le sue cosce, nascondendo una sorprendente e dolorosa erezione, insieme ad una profonda tristezza. Uno stato di eccitazione composta, come raramente aveva provato.
- Non importa, amore mio. Rimani. Non ti chiederò nulla. Voglio solo che tu sia qui, vicino a me.
- Sei sicuro Vittorio?
- Sì, tesoro, ne sono sicuro.
Da quel giorno, Vittorio ammirava la sua convivente quando si vestiva la mattina e aspettava con grande impazienza il momento in cui tornava a casa dal lavoro e gli dava un piccolo bacio sulle labbra. Il profumo delicato che esalava la mattina prima della partenza veniva coperto la sera da un potente odore muschiato che evidentemente non le apparteneva.
Il giorno della sera che stiamo raccontando, quella in cui Giulia uscì di casa alle 22 per rientrare 7 ore dopo, aveva chiesto a Vittorio di aiutarla a prepararsi per andare "all’evento".
Ebbero un momento di complicità come possono avere due brave amiche, non fosse che Vittorio ce l’aveva duro come il marmo e non doveva darlo a vedere, sapendo che stava aiutando la sua compagna a farsi bella per gli altri. Lei indossava un completo di lingerie nera composto da un tanga e un reggiseno a balconcino che metteva in risalto il suo piccolo seno. Si avvolse poi in un tubino color beige, ovviamente molto corto, che non nascondeva nessuna delle sue forme. I suoi capelli raccolti lasciavano libere alcune ciocche che incorniciavano delicatamente il suo viso ancora fresco.
Era una donna completamente diversa quella che tornò a casa alle 5 di quel mattino e crollò sul letto accanto a Vittorio. Scarmigliata, i suoi capelli in alcuni punti sembraano incollati e la sua pelle arrossata emanava un forte odore di sudore e sperma.
- Uhm... stai bene, tesoro? - le chiese l’uomo.
- Si... sono solo esausta.
- Cosa... Cosa è successo?
- Beh... sono stata invitata a un "percorso a sei buche".
- Un percorso... Cosa? Golf notturno?
- No, non il golf, tesoro. Un percorso a sei buche. L’ho scoperto stasera: è una serata con due ragazze in cui ogni uomo presente deve penetrare ciascuno dei loro orifizi almeno una volta. Vince il primo che finisce. Un'invenzione del mio uomo.
- Oh signore! M-ma deve... è violento?...
- Ehm... sì, abbastanza. Quando è stato dato il via, c'è stato un po’ di movimento. Erano tutti un po' troppo aggressivi.
- C'erano molti uomini?
- Oh sì, molti, davvero molti. Non saprei dire esattamente quanti.
- C’era qualcuno che conoscevi?
- Sì, certo, quasi la metà. Goran ha invitato tutti quelli che sembravano interessati a una gara del genere.
- Gente del circolo dove lavori?
- Sì, e anche il nostro vicino, sai, quello che mi guarda sempre in modo strano...
- Non ci credo, cazzo, Giulia... È orribile.
Vittorio si voltò, tanto per nascondere le lacrime quanto per nascondere la sua persistente erezione. Giulia gli passò una mano tra i capelli.
- Ascolta Vittorio, ho chiesto a Goran se potevo permetterti di fare qualcosa con me, e ho una grande notizia: ha detto che va bene! Possiamo avere un rapporto sessuale!
Vittorio si voltò, improvvisamente raggiante di gioia.
- Oh, amore mio? Vuoi che...
- È d'accordo che tu mi lecchi la figa e il culo, a condizione che non ti tocchi mentre lo fai.
Poi sollevò il bacino per alzare la gonna all'altezza della vita e scoprì una vulva rossa e gonfia.
- Ti confesso, tesoro, che mi farebbe bene avere un po' di dolcezza, una lingua rassicurante nelle mie parti intime perché sono un po' irritata.
Sollevò le cosce e rivelò un buco del culo scarlatto e leggermente aperto sotto la figa scintillante.
- Questo mi renderebbe ancora più felice visto che Goran ha detto che non posso lavarmi prima di aver dormito... Dai, tesoro, dammi la tua bocca!
Vittorio non ebbe tempo per pensare e si ritrovò, trascinato dalla sua compagna, con la faccia tra le sue gambe, di fronte all'agognata fessura. Iniziò a leccarle il sesso, la clitoride, le grandi e piccole labbra, insistendo sull’orifizio vaginale nel quale la sua lingua affondò come burro.
- Hummm, che bello, tesoro. Meno male che ho te. Sei davvero un angelo... Ti piace il sapore della mia figa?
- Sì, lo amo.
- Lo sai che è piena di sperma...
- Sì, lo so...
- Lecca anche il culo, c'è tanto da pulire anche lì.
- Sì, amore mio.
-Ahhhh, che sollievo! Sei molto bravo in questo, lo sai...
- Grazie amore mio, - disse Vittorio, aumentando la sua dolcezza e facendo scivolare la lingua in profondità nel culo ferito di Giulia.
- Ho qualcosa per te, tesoro - disse lei.
- Sì?
Giulia si allungò sul letto tirò fuori una chiavetta USB dalla sua piccola borsetta.
- La seduta di questa serata è stata filmata. Vuoi vederla?
- Oh sì! Fantastico! - le parole uscirono dalla bocca bagnata di Vittorio.
- Puoi anche masturbarti mentre guardi, se vuoi, per tutto il tempo che vuoi.
- Sì, sì, sì, - ripeteva Vittorio dandogli forti leccate.
- C'è solo una piccola condizione, niente di eccezionale.
- Che cosa?
- Devi solo ammettere che sei il mio cornuto. Oh, non è complicato, e richiederà solo che tu faccia regolarmente quello che già fai, in questo momento, e magari fornire qualche piccolo servizio ai miei amanti, prepararmi per loro, ecc. E' solo una sorta di formalizzazione della tua condizione...
- Ah, bene? Ma perché... beh... uh... Cosa significa?
- Beh senti, ecco, in effetti quando giochiamo siamo due puttane, e l'altra, Eleonora, ha un piccolo vantaggio su di me: ha un cornuto che serve lei e i suoi amanti, un ragazzo davvero molto devoto, che va perfino a succhiare certi uomini che lo chiedono per prepararsi... Naturalmente non ti chiediamo tanto, tesoro. Ma Goran è geloso di Vanni, il padrone di Eleonora e vorrebbe che anche la sua troia avesse un cornuto. Lo fa arrabbiare con me il fatto che non ne ho uno. Sai come sono gli uomini. Ecco fatto, se vuoi vedere questo film ed evitarmi problemi, non ti resta che dire forte e chiaro davanti alla videocamera: "Io, Vittorio Rossi, accetto di essere il cornuto devoto e obbediente di Giulia, troia del signor Goran."
Vittorio guardò la chiavetta USB, come affascinato.
- Ehm... si, va bene.
- Grande! Sei davvero un tesoro! Rimani in ginocchio ai piedi del letto, è perfetto. Guardami.
Giulia puntò il cellulare verso l’uomo:
- Forza, tesoro.
Con il viso ancora lucido di saliva e di altri fluidi, Vittorio declamò:
- lo, Vittorio Rossi, mi assumo come cornuto devoto e obbediente per Giulia... la troia del signor Goran.
- Fantastico, grazie amore mio!
Giulia inviò il file video a Goran e diede un tenero bacio sulle labbra del suo Vittorio, facendogli scivolare la chiavetta in mano. Nell’alito del suo compagno riconobbe l'odore e il sapore dello sperma che con cui l’avevano riempita.
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