Il club dell'imbarazzo. La palestra

di
genere
gay

I quattro membri del club trovavano ancora più eccitante quando nel mettere in pratica le loro fantasie perverse, colpivano qualcuno che meritava di essere trattato come tale.

Quando videro Eugenio entrare nella palestra di pallavolo che loro frequentavano abitualmente, s'eccitarono come maiali e dovettero nascondere le erezioni nei loro pantaloncini blu.

Erano così tesi perché adoravano le occasioni improvvise ma soprattutto perché quel bel ragazzo alto, mulatto, dall'addominale scolpito e dal marcato accento napoletano, altro non era che l'ex bulletto di Gabriele, quando questi qualche anno prima frequentava ancora il liceo. Ed era della peggiore specie, dato che in realtà era un omosessuale mascolino represso, che nascondeva il suo orientamento, bullizzando ed insultando gli altri gay.

Uscito dal liceo, Gabriele era cresciuto benissimo e sapeva di essere un ragazzo avvenente. Per questo, come al solito, fece la prima mossa mentre Carlo, Francesco e Alessandro, attendevano pazienti.

Entrò nello spogliatoio vuoto. C'era solo Eugenio che si era appena tolto maglietta e pantaloni, restando in slip. Il pacco abbondante era in perfetta armonia col sedere tonico e sodo.

Guardò con disinvoltura Gabriele, il quale furbo si avvicinò ed inizio a parlargli, sfiorando con le dita il tessuto dell'intimo che copriva le natiche. Il respiro del napoletano divenne irregolare.

Gabriele gli fece dare le spalle alla porta mentre Carlo entrava e rubava tutti gli indumenti e l'asciugamano di Eugenio. Questi eccitato ed ignaro di tutto si tolse gli slip, mentre iniziava a baciare Gabriele che ancora vestito, prese le sue mutande e le lanciò a Carlo, il quale subito le fece entrare nella borsa del napoletano e sgattaiolò via.

Gabriele sorrise e si allontanò, lasciando Eugenio nudo e confuso. Dopo qualche secondo questi capì. Si guardò intorno e notò che la sua roba era sparita.

"Mi ha fottuto! Sono un'idiota! Non voglio essere visto nudo da tutti! Col cazzo in tiro." Questi i pensieri che lo assilavano.

Quindi corse verso la porta e tentò di richiamare Gabriele ma questi ormai era andato.

"Oh no. Oh no. Aiuto" pensò disperato prima di chiudere gli occhi e tentare di calmarsi. Fece qualche passo, tentando di prendere l'uscita. Carlo, Francesco e Alessandro sbucarono da subito e iniziarono a gridare:>

Eugenio si voltò col cazzo ormai rilassato e si coprì sprofondando dalla vergogna: chiese con sguaro di pietà, ricevendo in cambio grosse risate.

e con le mani indicarono le dimensioni di un pisello piccolo.

Quando Eugenio sentì le voci dei suoi nuovi compagni di squadra accorrere curiosi, sul suo volto apparve una smorfia di imbarazzo totale.

"No. Cazzo. No! Non voglio che tutti mi vedano nudo!"

E invece l'intero team fece capolinea ed iniziò a canzonarlo. "Che figura di merda! Dovrò lasciare la squadra" pensò Eugenio mentre vide tutti loro ridere di gusto ed indicarlo.

Quando le voci femminili del team di raazze della stessa squadra si fece sentire da lontano, spalancò gli occhi increduli. "No ... non può essere. No ... ti prego".
I ragazzi scoppiarono a ridere, pregustando la scena che da lì a poco si sarebbe verificata.

Eugenio si voltò, mostrando loro un bel culetto bianco, segnato da un evidente costume a slip: Esclamò qualcuno mentre Gabriele commentò: mentre mostro a tutti le mutande che aveva rubato.

"Che giornata! Che bastardo! L'ho pagata cara" pensò ormai rassegnato mentre vide le ragazze avvicinarsi ed iniziare a ridere di lui, gridando.

Mentre Eugenio era bloccato in quella situazione, Carlo si allontanò e ritornò dopo un po' con della corda per gli esercizi in palestra. chiese ad un ragazzo del team e alcuni membri della squadra si avvicinarono all'avvenente napoletano.

Questo ebbe solo il tempo di capire che qualcos'altro stava accadendo, quando alcuni ragazzi lo afferrarono e con forza gli tolsero le mani dal cazzo, rendendolo visibile a tutti. Lo legarono e lo lasciarono completamente nudo al suolo.

Mentre sul volto di Eugenio apparve una smorfia di disperazione e incredulità e mentre tutti e tutte gli osservavano il pacco ormai in bella mostra, Gabriele con passo sontuoso e deciso si avvicinò per prendersi la sua vendetta.

Gli sussurro all'orecchio
scritto il
2024-09-05
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