Giulia e Riccardo pt9
di
Andrea MCMLXXXIV
genere
incesti
Quel giorno, oltre che sessualmente, Riccardo soddisfó la curiosità di Giulia su come fosse nata quella casa.
Riccardo le spiegó che aveva cominciato a costruire questa casetta per rifugiarsi quando vedeva che non ne poteva più dei rimproveri del padre.
Lì dentro poteva essere se stesso, urlare, piangere e fare quello che vuole.
A quelle parole Giulia tornò a vederlo come un fratello minore e lo consoló. Gli disse che lei era arrivata alla convinzione che ormai qualsiasi cosa faceva era quella sbagliata, quindi tanto vale lasciarlo parlare, ma Riccardo subiva in particolar modo il fascino del padre.
I giorni passarono e, tra studio e sport, anche il sesso si faceva sempre più travolgente.
I due fratelli avevano imparato a darsi piacere reciprocamente, con la bocca Giulia capì dove doveva colpire mentre il clitoride era sempre più facile preda di Riccardo.
Anche le posizioni apprese aumentarono, da un semplice smorza candela passarono alla missionaria, alla slava, alla pecorina.
Ormai la fica di Giulia era un traforo dove far transitare la locomotiva con lo stantuffo.
Si erano anche documentati e avevano assodato che, in quanto a rapporti incestuosi, stavano in ottima compagnia.
Nonostante ormai abbia tutto in regola Giulia ancora non riesce a prenderlo nel culetto. No che non voglia ma quando Riccardo provava a metterlo lei serrava le chiappe.
Quel giorno il sole regalava una giornata ideale per una passeggiata/scopata, come farsi sfuggire quell'occasione?.
Passeggiando a Riccardo stuzzicò un'idea. Giochi di ruolo.
G:"si dai, mi piace questa idea" disse Giulia dopo che Riccardo le aveva spiegato cosa fossero.
Ovviamente toccava scegliere il tema e le parti. Alla fine si optó che Riccardo faceva l'operaio e Giulia la manager di una grande ditta.
Giulia avrebbe chiamato Riccardo e minacciato di licenziamento per l' ennesimo errore.
Arrivarono alla casetta. Stavolta niente baci e ha inizio la scenetta.
G: "Riccardoooooo vieni quiiii".
R: "Si mi dica!".
G: "Hai preparato te quest' ordine? È tutto sbagliato, il cliente si è incazzato".
R: "Mi scusi".
G: "È la quarta che mi fai in questo mese".
Recitarono a braccio riuscendo talmente tanto bene che l' aria si fece sempre più elettrica.
G: "Dovrei licenziarti!".
R: "No, la prego".
G: "Sai perché non ti licenzio, perché penso che lì sotto dovresti avere un bel cazzone".
Finito di dire la battuta la sorella si avvicinò al fratello e le tastò il pacco.
G: "Tirati giù i calzoni".
Riccardo obbedì, Giulia gli tiro giù le mutande liberando quel cazzo enorme.
"Mmm è meglio di come me lo avevo immaginato" disse Giulia cominciando a succhiarlo, leccarlo, a divertirsi insomma.
Riccardo, godendo, la ringrazió per l' ennesima possibilità.
Giulia allora ordinò al fratello di abbassarsi e di darle piacere.
Da sotto, Riccardo cominciò a leccarle la fica. Clitoride, grandi labbra, usò la stessa dovizia di particolari della sorella.
"Mmm siiiiiii" rantoló Giulia
Riccardo capì che era prossima all' orgasmo e aumentò il ritmo.
Ma la sorella lo stoppó. "Ora è tempo di darmi quel cazzone", così si posizionò pancia in sù e ginocchia al petto offrendo la fica prima al vento e poi al cazzo di Riccardo.
G: "Dai stallone, datti da fare", Riccardo non se lo fece ripetere.
Da sopra cominciò la sua opera di stantuffo instancabile. Giulia urlò invocando Dio. E così che l' orgasmo si fece sentire, potente come al solito.
Rimanendo nella stessa posizione impose a Riccardo una seconda leccata.
Riccardo eseguì per poi tornare di nuovo a pomparla. La sorella era preda di deliri, Riccardo pure.
Il rumore delle pelli a contatto riecheggiò su quel monolocale improvvisato.
"Ricky vengooooo". E via col secondo orgasmo.
Consumato il secondo orgasmo Giulia si dedicó alla sua arte orale spompinando.
Come le piaceva quel mix di umori maschili e femminili.
Staccandosi propose al fratello di incularla nella stessa posizione di prima.
"Sai, ho visto che così non posso stringere le chiappe, proviamo", messi in posizione il fratello provò ad infilare la punta, entrò, il glande, entrò ma Giulia urlò che le faceva troppo male, chiese a Riccardo di togliersi. Anche questo tentativo è andato in fumo.
Quell' episodio spense la magia del momento, Giulia si scusò con il fratello e il fratello le rispose: "tranquilla, ci riusciremo".
Riccardo le spiegó che aveva cominciato a costruire questa casetta per rifugiarsi quando vedeva che non ne poteva più dei rimproveri del padre.
Lì dentro poteva essere se stesso, urlare, piangere e fare quello che vuole.
A quelle parole Giulia tornò a vederlo come un fratello minore e lo consoló. Gli disse che lei era arrivata alla convinzione che ormai qualsiasi cosa faceva era quella sbagliata, quindi tanto vale lasciarlo parlare, ma Riccardo subiva in particolar modo il fascino del padre.
I giorni passarono e, tra studio e sport, anche il sesso si faceva sempre più travolgente.
I due fratelli avevano imparato a darsi piacere reciprocamente, con la bocca Giulia capì dove doveva colpire mentre il clitoride era sempre più facile preda di Riccardo.
Anche le posizioni apprese aumentarono, da un semplice smorza candela passarono alla missionaria, alla slava, alla pecorina.
Ormai la fica di Giulia era un traforo dove far transitare la locomotiva con lo stantuffo.
Si erano anche documentati e avevano assodato che, in quanto a rapporti incestuosi, stavano in ottima compagnia.
Nonostante ormai abbia tutto in regola Giulia ancora non riesce a prenderlo nel culetto. No che non voglia ma quando Riccardo provava a metterlo lei serrava le chiappe.
Quel giorno il sole regalava una giornata ideale per una passeggiata/scopata, come farsi sfuggire quell'occasione?.
Passeggiando a Riccardo stuzzicò un'idea. Giochi di ruolo.
G:"si dai, mi piace questa idea" disse Giulia dopo che Riccardo le aveva spiegato cosa fossero.
Ovviamente toccava scegliere il tema e le parti. Alla fine si optó che Riccardo faceva l'operaio e Giulia la manager di una grande ditta.
Giulia avrebbe chiamato Riccardo e minacciato di licenziamento per l' ennesimo errore.
Arrivarono alla casetta. Stavolta niente baci e ha inizio la scenetta.
G: "Riccardoooooo vieni quiiii".
R: "Si mi dica!".
G: "Hai preparato te quest' ordine? È tutto sbagliato, il cliente si è incazzato".
R: "Mi scusi".
G: "È la quarta che mi fai in questo mese".
Recitarono a braccio riuscendo talmente tanto bene che l' aria si fece sempre più elettrica.
G: "Dovrei licenziarti!".
R: "No, la prego".
G: "Sai perché non ti licenzio, perché penso che lì sotto dovresti avere un bel cazzone".
Finito di dire la battuta la sorella si avvicinò al fratello e le tastò il pacco.
G: "Tirati giù i calzoni".
Riccardo obbedì, Giulia gli tiro giù le mutande liberando quel cazzo enorme.
"Mmm è meglio di come me lo avevo immaginato" disse Giulia cominciando a succhiarlo, leccarlo, a divertirsi insomma.
Riccardo, godendo, la ringrazió per l' ennesima possibilità.
Giulia allora ordinò al fratello di abbassarsi e di darle piacere.
Da sotto, Riccardo cominciò a leccarle la fica. Clitoride, grandi labbra, usò la stessa dovizia di particolari della sorella.
"Mmm siiiiiii" rantoló Giulia
Riccardo capì che era prossima all' orgasmo e aumentò il ritmo.
Ma la sorella lo stoppó. "Ora è tempo di darmi quel cazzone", così si posizionò pancia in sù e ginocchia al petto offrendo la fica prima al vento e poi al cazzo di Riccardo.
G: "Dai stallone, datti da fare", Riccardo non se lo fece ripetere.
Da sopra cominciò la sua opera di stantuffo instancabile. Giulia urlò invocando Dio. E così che l' orgasmo si fece sentire, potente come al solito.
Rimanendo nella stessa posizione impose a Riccardo una seconda leccata.
Riccardo eseguì per poi tornare di nuovo a pomparla. La sorella era preda di deliri, Riccardo pure.
Il rumore delle pelli a contatto riecheggiò su quel monolocale improvvisato.
"Ricky vengooooo". E via col secondo orgasmo.
Consumato il secondo orgasmo Giulia si dedicó alla sua arte orale spompinando.
Come le piaceva quel mix di umori maschili e femminili.
Staccandosi propose al fratello di incularla nella stessa posizione di prima.
"Sai, ho visto che così non posso stringere le chiappe, proviamo", messi in posizione il fratello provò ad infilare la punta, entrò, il glande, entrò ma Giulia urlò che le faceva troppo male, chiese a Riccardo di togliersi. Anche questo tentativo è andato in fumo.
Quell' episodio spense la magia del momento, Giulia si scusò con il fratello e il fratello le rispose: "tranquilla, ci riusciremo".
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