Giulia e Riccardo pt8
di
Andrea MCMLXXXIV
genere
incesti
Purtroppo gli eventi temporali non furono a favore di Giulia, era Gennaio e lei ha la sessione invernale da affrontare mentre Riccardo avrebbe avuto un mese di inferno tra compiti ed interrogazioni.
Nonostante questo Giulia continuó sempre a stuzzicare il fratello.
Riccardo, dal canto suo notó un cambiamento della sorella, quando gliene chiedeva conto lei faceva sempre orecchie da mercante.
Anche la madre cercò di chiedere spiegazioni ma Giulia la odiava, la riteneva responsabile di questa situazione in quanto non si ribellava mai, quindi le disse di occuparsi degli affari suoi senza mezzi termini.
Passato il periodo degli esami e dei compiti in classe Giulia decise di agire.
Sapeva che il fratello era solito fare passeggiate in campagna ovviamente all' insaputa del padre.
Molte volte aveva anche invitato Giulia.
Ecco, quello era il momento di agire.
Una mattina di Marzo il sole era alto ma nonostante questo la giornata era gradevole.
Carlo in clinica e la madre alle prese con le pulizie, Riccardo si preparò per la solita passeggiata. La sorella si aggregò.
Passeggiarono parlando del più e del meno quando il discorso, aperto da Riccardo, toccò il suo cambiamento.
R: "Giulia, ti vedo cambiata, sei molto più morbosa del solito con me".
G: "Trovi? Spiegati meglio".
R: "In casa vai sempre più svestita, eppure non mi sembra che stiamo in estate".
G: "È pur sempre casa mia anche!".
R: "E io sono pur sempre un uomo, ho delle esigenze".
G: "E so anche come le sfoghi".
R: "Ah, e come".
G: "So che ti diverti da solo, ti ho visto!".
R: "Ah, ma come cazzo ti sei permessa?".
G: "Quella offesa dovrei essere io, ti ho sentito pronunciare più volte il mio nome mentre venivi".
R: "Ma come?!".
G: "Si si, ti ricordo che abbiamo le stanze vicino".
R: "Non sei tu la Giulia" provò maldestramente a giustificarsi.
G: "Senti, non sono nata ieri, sono io, lo so. E poi perché fai così? Mica ti ho detto che sono offesa".
Riccardo ormai aveva abboccato e Giulia capì che doveva tirare su l'amo.
G: "Anzi, devo dirti che anche io mi masturbavo pensando a te" disse mentre si avvicinava al fratello.
R: "Giulia no", ma la sorella si era già fiondata sul collo e, con una mano le massaggiava il pacco già turgido.
R: "ferma, andiamo al fiume".
Corsero mano nella mano quando giunsero al fiume. Lì c'era una piccola casetta costruita da Riccardo, molto spartana ma che garantiva loro quell'intimità che serviva.
G: "e questa da dove spunta fuori?!".
R: "sono tre anni che ci lavoro".
I due presero a baciarsi e a spogliarsi.
Riccardo toccò il dolce fiore bagnato ed aperto della sorella, la sorella accolse quell'intrusione con piacere, anzi, a sua volta esplorò quella durezza con il tatto
Finalmente anche per loro è arrivato il momento di sentire tutto ciò che potevano solo immaginare, ma dopo il tatto c'è il gusto.
Giulia si abbassò e cominciò ad assaporare.
Da inesperta qual'era fu inevitabile che fece provare qualche doloretto con i denti ma alla fine prese il giusto ritmo.
Il fratello le teneva la testa, la incitava, finalmente qualcuna che le dava piacere.
Giulia, da sotto e con il cazzo in bocca, guardava Riccardo che godeva sotto il suo assalto. Anche la saliva adesso aveva iniziato a lavorare insieme alla bocca.
Staccatasi anche lei reclamó il suo piacere.
Il contatto di quella lingua a pelle con il clitoride non tardò a dare effetti.
Da sopra Giulia riceveva quell' attacco dal basso e le piaceva, si stimolava i seni mentre il fratello continuava la sua opera di lingua.
"Ah si! Si!".
Quanto gli piaceva quel gusto.
Fu così che Giulia fu travolta da un orgasmo diverso, molto più forte, che la stravolse.
Finito l' effetto vide quella mazza e non le ci volle molto per riprendere quell' eccitazione iniziale.
Giulia informò il fratello che lo voleva dentro, Riccardo le ricordò che non aveva il preservativo, lei disse che quello non era il problema, prendeva la pillola, il problema era scoprire se riusciva a fare entrare quell' arnese dentro di sé.
Da sopra cominciò ad infilarlo, nonostante fosse bagnata provò dolore ma resistette in quanto voleva provare quella sensazione nuova.
Pian piano sentiva che si stava abituando a quell' arnese di carne di dimensioni notevole ed il dolore sparí del tutto lasciando posto ad un piacere stravolgente.
Dettava il ritmo in funzione del piacere/dolore, e quando quest' ultimo sparí cominciò a cavalcare senza freni.
Riccardo era totalmente fuori di sé, toccava i seni della sorella.
"Che bella che sei" disse in preda ai fumi della goduria.
Giulia ormai sembrava una forsennata, teneva un ritmo da veterana, a tal punto da fare male ai testicoli del fratello.
"Ricky vengooooo".
"Giulia non ti fermareeeee".
Consumando l' ennesimo orgasmo non smise di pompare, ma si vedeva che qualche segno di stanchezza cominciava a manifestarlo, infatti glielo disse.
"Ok Giulia allora vado io sopra".
"Ok".
Da sopra colpi decisi venivano indirizzati a Giulia.
"Aaahh aaahhhh", Giulia sembrava sempre di più una donna in balìa di qualcosa di soprannaturale, infatti quell'orgasmo le diede come una sorta di colpo di grazia.
"Mmmmmm daiiiiii siiiiiiiiiii".
"Godi sorella miaaaaaa".
E così la sorella fece.
Entrambi guardarono la fica totalmente aperta, Riccardo con aria soddisfatta mentre Giulia pensò come era possibile che sia riuscita a prendere un arnese di quelle dimensioni.
Quel sapore misto di umori maschili e femminili Giulia lo trovó invitante e succulento.
Se lo segó dentro la bocca.
"Giulia togliti che sto per venire", invece no, Giulia rimase li e provò per la prima volta il sapore del seme.
"Mmm buono, veramente buono".
Razionalizzato il giusto Riccardo disse alla sorella: "sai, ultimamente annusavo le tue mutandine sporco".
Giulia: "Che maiale!".
Nonostante questo Giulia continuó sempre a stuzzicare il fratello.
Riccardo, dal canto suo notó un cambiamento della sorella, quando gliene chiedeva conto lei faceva sempre orecchie da mercante.
Anche la madre cercò di chiedere spiegazioni ma Giulia la odiava, la riteneva responsabile di questa situazione in quanto non si ribellava mai, quindi le disse di occuparsi degli affari suoi senza mezzi termini.
Passato il periodo degli esami e dei compiti in classe Giulia decise di agire.
Sapeva che il fratello era solito fare passeggiate in campagna ovviamente all' insaputa del padre.
Molte volte aveva anche invitato Giulia.
Ecco, quello era il momento di agire.
Una mattina di Marzo il sole era alto ma nonostante questo la giornata era gradevole.
Carlo in clinica e la madre alle prese con le pulizie, Riccardo si preparò per la solita passeggiata. La sorella si aggregò.
Passeggiarono parlando del più e del meno quando il discorso, aperto da Riccardo, toccò il suo cambiamento.
R: "Giulia, ti vedo cambiata, sei molto più morbosa del solito con me".
G: "Trovi? Spiegati meglio".
R: "In casa vai sempre più svestita, eppure non mi sembra che stiamo in estate".
G: "È pur sempre casa mia anche!".
R: "E io sono pur sempre un uomo, ho delle esigenze".
G: "E so anche come le sfoghi".
R: "Ah, e come".
G: "So che ti diverti da solo, ti ho visto!".
R: "Ah, ma come cazzo ti sei permessa?".
G: "Quella offesa dovrei essere io, ti ho sentito pronunciare più volte il mio nome mentre venivi".
R: "Ma come?!".
G: "Si si, ti ricordo che abbiamo le stanze vicino".
R: "Non sei tu la Giulia" provò maldestramente a giustificarsi.
G: "Senti, non sono nata ieri, sono io, lo so. E poi perché fai così? Mica ti ho detto che sono offesa".
Riccardo ormai aveva abboccato e Giulia capì che doveva tirare su l'amo.
G: "Anzi, devo dirti che anche io mi masturbavo pensando a te" disse mentre si avvicinava al fratello.
R: "Giulia no", ma la sorella si era già fiondata sul collo e, con una mano le massaggiava il pacco già turgido.
R: "ferma, andiamo al fiume".
Corsero mano nella mano quando giunsero al fiume. Lì c'era una piccola casetta costruita da Riccardo, molto spartana ma che garantiva loro quell'intimità che serviva.
G: "e questa da dove spunta fuori?!".
R: "sono tre anni che ci lavoro".
I due presero a baciarsi e a spogliarsi.
Riccardo toccò il dolce fiore bagnato ed aperto della sorella, la sorella accolse quell'intrusione con piacere, anzi, a sua volta esplorò quella durezza con il tatto
Finalmente anche per loro è arrivato il momento di sentire tutto ciò che potevano solo immaginare, ma dopo il tatto c'è il gusto.
Giulia si abbassò e cominciò ad assaporare.
Da inesperta qual'era fu inevitabile che fece provare qualche doloretto con i denti ma alla fine prese il giusto ritmo.
Il fratello le teneva la testa, la incitava, finalmente qualcuna che le dava piacere.
Giulia, da sotto e con il cazzo in bocca, guardava Riccardo che godeva sotto il suo assalto. Anche la saliva adesso aveva iniziato a lavorare insieme alla bocca.
Staccatasi anche lei reclamó il suo piacere.
Il contatto di quella lingua a pelle con il clitoride non tardò a dare effetti.
Da sopra Giulia riceveva quell' attacco dal basso e le piaceva, si stimolava i seni mentre il fratello continuava la sua opera di lingua.
"Ah si! Si!".
Quanto gli piaceva quel gusto.
Fu così che Giulia fu travolta da un orgasmo diverso, molto più forte, che la stravolse.
Finito l' effetto vide quella mazza e non le ci volle molto per riprendere quell' eccitazione iniziale.
Giulia informò il fratello che lo voleva dentro, Riccardo le ricordò che non aveva il preservativo, lei disse che quello non era il problema, prendeva la pillola, il problema era scoprire se riusciva a fare entrare quell' arnese dentro di sé.
Da sopra cominciò ad infilarlo, nonostante fosse bagnata provò dolore ma resistette in quanto voleva provare quella sensazione nuova.
Pian piano sentiva che si stava abituando a quell' arnese di carne di dimensioni notevole ed il dolore sparí del tutto lasciando posto ad un piacere stravolgente.
Dettava il ritmo in funzione del piacere/dolore, e quando quest' ultimo sparí cominciò a cavalcare senza freni.
Riccardo era totalmente fuori di sé, toccava i seni della sorella.
"Che bella che sei" disse in preda ai fumi della goduria.
Giulia ormai sembrava una forsennata, teneva un ritmo da veterana, a tal punto da fare male ai testicoli del fratello.
"Ricky vengooooo".
"Giulia non ti fermareeeee".
Consumando l' ennesimo orgasmo non smise di pompare, ma si vedeva che qualche segno di stanchezza cominciava a manifestarlo, infatti glielo disse.
"Ok Giulia allora vado io sopra".
"Ok".
Da sopra colpi decisi venivano indirizzati a Giulia.
"Aaahh aaahhhh", Giulia sembrava sempre di più una donna in balìa di qualcosa di soprannaturale, infatti quell'orgasmo le diede come una sorta di colpo di grazia.
"Mmmmmm daiiiiii siiiiiiiiiii".
"Godi sorella miaaaaaa".
E così la sorella fece.
Entrambi guardarono la fica totalmente aperta, Riccardo con aria soddisfatta mentre Giulia pensò come era possibile che sia riuscita a prendere un arnese di quelle dimensioni.
Quel sapore misto di umori maschili e femminili Giulia lo trovó invitante e succulento.
Se lo segó dentro la bocca.
"Giulia togliti che sto per venire", invece no, Giulia rimase li e provò per la prima volta il sapore del seme.
"Mmm buono, veramente buono".
Razionalizzato il giusto Riccardo disse alla sorella: "sai, ultimamente annusavo le tue mutandine sporco".
Giulia: "Che maiale!".
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