I miei amici Jean e Mamadou

di
genere
orge

Mi chiamo Elena, ho 34 anni, sono alta un metro e 65, capelli mori lunghi e lisci, occhi scuri, carnagione chiara, ho una misura quarta di seno e vivo in un piccolo paese del sud Italia. Ormai tre anni fa sono uscita dalla relazione più importante della mia vita, dopo 13 anni di fidanzamento il mio ex ragazzo Salvatore, con cui stavo insieme dalle superiori, mi ha lasciato per un’altra donna con la quale non ha perso tempo a mettere su famiglia. Delusa, frustrata ed arrabbiata mi ero promessa di dedicare un periodo solo a me durante il quale riflettere e riprendermi dalla batosta. Dopo ormai un anno dalla fine della relazione cominciai ad avvertire sempre più intensamente i richiami della carne ma, come già detto, vivo in un piccolo paese del sud dove la gente mormora e basta un passo falso per compromettere la reputazione di brava ragazza costruita in tutta una vita. Decisi allora di iscrivermi ad un sito per incontri usando dati falsi ed indicando un’altra città di origine. È proprio lì che ho conosciuto Jean, un uomo di 42 anni, padre italiano e madre francese, non molto alto, corporatura media, occhi chiari, viso pulito, educato e sensibile, viveva in una città a circa un’ora da casa mia e non aveva mai voluto legarsi con una relazione stabile perché, come diceva lui stesso, non sapeva resistere ai piaceri della vita e si limitava a cercare amicizie con le quali condividere nuove esperienze. La prima volta che ci incontrammo fu subito chiaro con me, voleva divertirsi, sperimentare e proseguire la frequentazione fino a che fosse stata stimolante per entrambi, assicurandomi che si sarebbe sempre comportato da vero gentiluomo. Quello che mi proponeva era proprio quello di cui avevo bisogno quindi, nel mese di marzo, cominciammo a frequentarci. Trovavo i suoi modi di fare irresistibili, riusciva a farmi sentire leggera, spensierata e questo mi aiutava molto anche sotto il profilo sessuale, infatti, grazie ad alcuni suggerimenti come, ad esempio, quello della doccia anale, era riuscito a rendermi molto piacevole anche il sesso anale che precedentemente praticavo malvolentieri a causa di un mio blocco mentale. Dopo qualche mese di frequentazione passammo ad utilizzare dildo, plug anali ed oggetti bondage, ma la cosa accadde con una naturalezza tale da sembrare che lo facessimo da una vita, mentre, invece, con il mio ex non avevo mai sperimentato nulla di tutto ciò. Un giorno mi propose di vedere insieme dei filmati porno di vario genere così da capire cosa davvero mi piacesse e sperimentarlo insieme. Mi mostrò cose che nemmeno nelle mie più sfrenate fantasie avrei potuto immaginare, dominazione, orge, sadomaso, ma quello che mi fece bagnare di più fu un video in cui una minuta biondina faceva sesso contemporaneamente con tre uomini di colore superdotati. La cosa stimolò profondamente il mio interesse, da un lato avevo sempre voluto provare la sensazione di fare sesso con più uomini contemporaneamente e poi, il fatto che erano di colore mi dava proprio l’idea dell’uomo nero e cattivo, di cui si aveva tanta paura da piccole, che arrivava per punirmi. Con naturalezza esternai quello che provavo a Jean il quale si illuminò e mi disse di tenermi libera il primo lunedì di luglio perché che mi avrebbe regalato la giornata più indimenticabile della mia vita. Come d’accordo quel giorno lo raggiunsi di primo mattino ed alle 7 eravamo già dentro un furgone da 9 posti che aveva noleggiato per l’occasione. Gli chiesi dove mi avrebbe portata e lui mi rassicurò, dicendomi che in quella giornata aveva preparato tutto nei minimi dettagli e che non avrei fatto nulla che non avrei voluto. Divorata tra curiosità ed un po' di ansia gli chiesi più dettagli e lui disse solo che stavamo andando in una piazza secondaria della città dove, al mattino, si radunano tutte le persone disoccupate in cerca di lavoro occasionale. In effetti la piazza era piena di persone in attesa, principalmente giovani stranieri a riparo dal sole sotto gli alberi. Jean si avvicinò ad un gruppo di ragazzi di colore che stava chiacchierando fra loro, scese dal furgone e cominciò a parlarci in francese. La curiosità era tanta ma pensai “cosa sto facendo? Sto oltrepassando il limite? Sono forse diventata una troia?” e proprio mentre ero dilaniata tra mille pensieri contrastanti sentii aprire il portellone laterale del furgone e Jean fece salire 6 ragazzi di colore a bordo. In quel momento mi sentii morire, stavo per scoppiare a piangere quando Jean, con i suoi modi pacati e garbati, mi ribadì che quel giorno non avrei fatto nulla che non avrei voluto. La sua gentilezza, come al solito, mi tranquillizzò e poi, sentire che parlava in un francese praticamente madrelingua, mi eccitava molto. Nonostante non riuscissi a comprendere cosa si dicessero, mi accorgevo che Jean, con i suoi modi, riusciva a mettere tutti a proprio agio. Dopo un po' che ci parlava mi disse che quei ragazzi erano originari della Costa D’Avorio ed erano venuti a trovare fortuna in Italia ma, per ora, lavoravano occasionalmente come raccoglitori di ortaggi, poi aggiunse che quel giorno avrebbero lavorato per me facendo tutto ciò che gli avrei ordinato. Jean rise guardandomi diventare tutta rossa, non so se più per il grande caldo che c’era o per la situazione imbarazzantissima ma eccitante al tempo stesso. Pensare di avere a disposizione 6 giovani di colore ai quali dare ordini mi stuzzicava moltissimo, anche se non mi ero mai figurata con il ruolo della mistress anzi, forse mi si addiceva di più quello della crocerossina. Giunti a casa Jean lasciò che i ragazzi andassero in bagno a fare una doccia mentre a me consegnò una scatola regalo dicendomi di andare nella camera degli ospiti a prepararmi con ciò che avrei trovato al suo interno ed aggiunse che, dopo esattamente 30 minuti, sarei dovuta entrare nella camera da letto principale per ricevere la mia sorpresa. Furono forse i 30 minuti più lunghi di tutta la mia vita. Attanagliata fra dubbi, paure, curiosità ed eccitazione aprii la scatola trovando un paio di scarpe nere con tacco a spillo che sarà stato almeno di 12 cm e che mi calzavano un po' strettine, delle calze autoreggenti a rete scure, un corsetto nero e dei cosmetici oltre ad un bigliettino con scritto esattamente come avrei dovuto indossare il tutto. Finii di seguire tutte le indicazioni poi mi guardai allo specchio e sembravo proprio una di quelle mistress che avevo visto in alcuni video con Jean. I tacchi mi rendevano molto più alta di quanto non fossi, complici anche le autoreggenti ed il corsetto attillato che aveva due particolarità, era provvisto di un perizoma incorporato che sulla parte posteriore aveva un filo che finiva proprio tra le natiche e, davanti, era formato da due triangolini laterali che lasciavano in bella mostra la mia vagina bella depilata per l’occasione. La parte superiore del corsetto invece era formata solo da una banda elastica push up che cingeva esclusivamente la parte inferiore del mio seno, lasciandolo nudo ma facendolo però sembrare più grande della sua quarta misura, infine avevo raccolto i capelli in una lunga coda liscia come di cavallo e, seguendo le istruzioni del biglietto, mi ero truccata in maniera molto appariscente, con rossetto ed ombretto neri oltre ad eyeliner e mascara molto marcati. Guardandomi allo specchio quasi non mi riconoscevo, davo l’idea di una mistress risoluta e sicura di sé mentre dentro mi sentivo morire. Allo scoccare dei 30 minuti ero pronta, giunsi alla porta della camera da letto con il cuore in gola. Prima di bussare ebbi l’ultimo ripensamento ma si sa, la curiosità è donna e la fece da padrona. Dopo aver bussato sentii la voce di Jean che mi diceva di entrare. Varcata la soglia vidi Jean nudo, disteso sul letto matrimoniale in penombra con ai bordi, in piedi, 3 ragazzi da un lato e 3 dall’altro, completamente nudi, con le braccia dietro alla schiena e con in dosso esclusivamente un papillon bianco che spiccava a contrasto con le carnagioni scure. Rimasi molto colpita dalle dimensioni del pene di uno dei ragazzi che, nonostante fosse ancora moscio, penzolava per metà coscia abbondante. Il mio ingresso nella stanza fu piuttosto d’effetto, i ragazzi più timidi abbassarono lo sguardo mentre un paio non riuscivano a staccare gli occhi dal mio corpo. Vedere i loro peni flaccidi diventare piano piano sempre più turgidi al mio solo passaggio mi faceva sentire bella e desiderata. Jean, dopo numerosi complimenti, mi fece accomodare sul letto con lui e mi disse che ognuno dei ragazzi presenti era lì solo per me, che avrebbe fatto esclusivamente quello che io avrei voluto e che sarebbero rimasti tutti fermi senza fare nulla fino ad un mio ordine. A quel punto Jean mi fece sedere in fondo al letto e cominciò ad accarezzarmi le gambe. Si avvicinò con le labbra e mi ficcò letteralmente la lingua in bocca baciandomi in maniera estremamente passionale. Chiusi gli occhi e mi sentii talmente trasportata dal credere, per un attimo, di essere da sola con lui in quella stanza. Le mie grandi labbra erano già ben lubrificate dai miei stessi umori quando sentii la mano di Jean accarezzarmi il clitoride. Fu molto stupito dal trovare la mia vagina completamente depilata e, soprattutto, già umida. Jean mi fece sdraiare sul letto supina, le scarpe cominciavano a farmi un po' male ma Jean, con la sua abile lingua, mi fece immediatamente dimenticare il dolore cominciando a leccare la mia vagina grondante di umori che, grazie al perizoma aperto al centro, era già a sua completa disposizione. Quando la sua lingua si spostò sul clitoride e cominciò a vorticare sentii un calore che, partendo dai genitali, piano piano mi pervadeva tutto il corpo e stavo per avere un orgasmo quando Jean si fermò e mi disse “non così presto, goditi il momento e ricorda che oggi siamo tutti qui per te, a tua più completa disposizione”. Aprendo gli occhi, per un attimo, provai un grandissimo imbarazzo accorgendomi che tutti i ragazzi avevano lo sguardo fisso su di me ed ormai avevano tutti i membri completamente eretti ma con le braccia ancora dietro alla schiena. Jean, intuendo il mio imbarazzo, mi disse che sarebbero rimasti in quella posizione finché io non gli avessi detto cosa fare. La loro eccitazione era evidente, alcuni improvvisavano una sorta di movimento oscillatorio a mo’ di balletto per scaricare la tensione e, l’unico tra tutti che sembrava più tranquillo ed a suo agio, era proprio il ragazzo con il membro enorme. Anche qui Jean, vedendo che stavo ammirando quel membro smisurato, mi disse che il ragazzo in questione si chiamava Mamadou, che era l’unico dei sei a parlare l’italiano e che era quello che si trovava da più tempo in Italia, inoltre gli aveva confessato di avere una scopamica qui in Italia mentre gli altri ragazzi non facevano sesso con una donna da quando erano partiti dall’Africa. Mamadou mi sorrise con spavalderia dicendomi “si madame, ed oggi sono a tua disposizione”. Sentirlo parlare in italiano un po' mi irretì ma ci pensò subito Jean a riportarmi in uno stato di trance baciandomi il collo e cominciando a strusciare la sua cappella tra le mie grandi labbra poi prese un tubetto di lubrificante, non che ce ne fosse bisogno, si cosparse il pene e lo infilò di colpo nella mia vagina che era già dilatata a dovere e lo accolse praticamente tutto in un colpo facendomi emettere un gemito fortissimo e sussultare di piacere. Jean cominciò con delle spinte lente ma profonde, lasciandomi avvertire ogni centimetro del suo turgido pene che si spingeva dentro di me. Le spinte diventarono piano piano più veloci fino a che non sentii nuovamente quella sensazione di calore che partiva dal ventre e saliva lungo tutto il corpo fino a farmi quasi esplodere in un orgasmo ma, anche allora, Jean si fermò proprio sul più bello e mi disse “no, no signorina, c’è tempo per avere tutti gli orgasmi che vuoi, ora voglio sapere cosa vuoi tu veramente!”. Nel frattempo, il dolore ai piedi per le scarpe troppo strette si era fatto quasi insopportabile quindi chiesi a Jean se potessi toglierle, lui mi rispose che avendo a disposizione 6 uomini avrei potuto farlo fare ad alcuni di loro i quali, non si sarebbero limitati a toglierle, ma anche a massaggiare delicatamente i miei piedi. La situazione cominciava a stuzzicarmi sempre di più quindi dissi ai due ragazzi più vicini di togliere ciascuno una scarpa e massaggiarmi i piedi. Jean tradusse in francese ed immediatamente i due ragazzi si fiondarono sui miei piedi come falchi sulla preda. Mi tolsero le scarpe e cominciarono a massaggiare e leccare i miei piedi con evidente desiderio mentre Jean riprese a baciarmi. Dissi a Jean che era stupendo avere tante attenzioni tutte per me e lui mi disse che le attenzioni potevano essere ancora di più, chiedendomi il permesso di prendere un’iniziativa. Incuriosita acconsentii e Jean parlò di nuovo ai ragazzi in francese. I due ragazzi che mi massaggiavano i piedi, continuando il loro eccellente lavoro, mi alzarono un po' le gambe, consentendo ad uno dei ragazzi, che prima si trovava in piedi, di infilarsi sotto la mia vagina, spostare il filo del perizoma dalle natiche ed incominciare a leccarmi l’ano mentre altri due si spostarono nella parte superiore del letto e cominciarono dapprima a massaggiare e poi a leccare i miei capezzoli che, nel frattempo, erano diventati turgidi e sensibili. Jean, che nel frattempo si era spostato dietro la mia testa, continuava a far roteare la sua lingua dentro alla mia bocca. Solo Mamadou era rimasto in piedi ad osservare. Mi sentivo in estasi, avevo 6 lingue assatanate e vogliose che si dimenavano fra i miei piedi, i seni, il culo e dentro la bocca. Ero in balia di un ‘infinità di sensazioni di piacere sovrapposte. Ero così eccitata che la mia fighetta depilata cominciò a grondare umori allagando quasi il letto su cui ero distesa. Quando cominciò a sentirmi ansimare di piacere Jean disse a tutti di fermarsi e mi chiese di prendere le redini del gioco. Mi sentivo in estasi ma, prima di prendere iniziative, chiesi a Jean perché avesse lasciato Mamadou in piedi a guardare e lui mi rispose che sarebbe stato il dolce finale ed avrebbe preso parte ai giochi solo quando fossi stata in grado di accogliere il suo enorme membro. Mamadou fece nuovamente quel ghigno spavaldo di superiorità che un po' mi faceva imbestialire. Decisi quindi di prendere in mano le redini del gioco e dissi a Jean che avrei voluto provare una doppia penetrazione. Lui si posizionò dietro di me e mi fece sedere sul suo ventre, afferrò nuovamente il tubetto del lubrificante, cosparse sia il suo pene che il mio buchino di gel e, dopo aver spostato il filetto del perizoma, cominciò con estrema delicatezza a massaggiarmi l’ano infilandovi prima un dito, poi un secondo e, solo quando sentì che lo sfintere era completamente rilassato, avvicinò la sua cappella all’ingresso del mio culetto. Sentivo la sua turgida cappella tra le natiche e lo sfintere che cominciava piano piano ad allargarsi alla pressione, sempre maggiore, che il cazzo di Jean esercitava. Quando finalmente fui rilassata a dovere la cappella di Jean era già dentro di me e la sentivo salire sempre di più nel retto facendomi provare piacere. Quando il pene di Jean fu completamente dentro fece un cenno ad uno dei ragazzi che, dopo essersi anche lui lubrificato a dovere, di posizionò sopra di me e, senza avere tutte le accortezze di Jean, senza troppi convenevoli, afferrò con la mano il suo pene turgido e, dopo averlo per un istante appoggiato all’ingresso della mia vagina, con una spinta energica ed improvvisa lo spinse tutto dentro. Ero così eccitata e ben lubrificata che, dalla mia bocca, uscì un urlo di piacere che si intensificò quando sia Jean che il ragazzo cominciarono ad assestare delle vigorose spinte pelviche. Non capivo più nulla, mi sentivo rapita, completamente riempita e la sensazione di piacere che stavo provando mi faceva gemere come una cretina ma non riuscivo a smettere. Cominciai nuovamente a sentire un calore che, questa volta, saliva ancora più forte e vigoroso di prima, partiva dal mio ventre ma coinvolgeva anche l’ano e mi pervadeva il corpo mentre, toccandomi il seno, notai che i capezzoli erano diventati rigidi come delle rocce. Provai un’esplosione di piacere su tutto il corpo che mi coinvolse fino al cervello. Ebbi un orgasmo fortissimo, mai provato prima, che mi fece letteralmente tremare e schizzare umori a spruzzo dalla vagina. Mentre stavo godendo anche il ragazzo che mi penetrava davanti lanciò un urlo di piacere ed in quel momento, oltre alla sensazione di calore data dall’orgasmo, sentii un ulteriore calore fluire con vigore dentro di me, quasi come se riuscissi ad avvertire ogni singolo spruzzo di caldo sperma che presto pervase tutto il mio ventre. Pensai “Chissà da quanto tempo questo povero ragazzo non si fa una bella scopata” ed ero soddisfatta nel vedere che era praticamente esploso anche lui di piacere in brevissimo tempo, sentendomi gratificata nell’avergli donato quello stesso piacere così intenso che anche io avevo provato. Non so come spiegarlo, so solo che fu una sensazione bellissima ed estremamente appagante. Il ragazzo si staccò all’improvviso ed una grossa quantità di sperma fluì dalla mia vagina. Jean rise e mi chiese come era stato. Non riuscivo ad esprimermi, avevo ancora il fiatone e sarà forse un po' per l’orgasmo, un po' per lo sforzo fisico ed un po' per il caldo di luglio, che mi sentivo esausta ed accaldata. Jean mi disse che avevamo appena cominciato e, per farmi riprendere, prese due bottiglie di champagne ghiacciato dal frigo, delle fragole ed un barattolo di panna spray. Stappò le bottiglie e versò un calice di champagne per ognuno dei presenti. Bevemmo tutti con piacere e Jean si affrettò a riempire un secondo e poi un terzo calice. Adesso avevo anche la testa leggera per la sensazione di ubriachezza e Jean conosceva bene l’effetto disinibitorio che l’alcol aveva su di me, mi rendeva molto più troia. Jean prese la panna spray che aveva portato e mi chiese di poterla offrire, spalmata sul mio corpo, ai nostri amici. Prontamente acconsentii e lui cosparse letteralmente tutto il mio corpo di panna montata. In un attimo mi ritrovai lingue ovunque che, indugiando su di me, assaporavano ogni centimetro del mio corpo. La sensazione di calore ricominciò a salire nuovamente quindi chiesi a Jean di dire ai ragazzi di spogliarmi completamente. Jean tradusse e, in un attimo, i ragazzi mi strapparono letteralmente le calze ed il corsetto via di dosso mentre io osservavo le loro nere aste turgide che oscillavano vicino al mio viso. Come in un raptus afferrai il cazzo del ragazzo che mi aveva appena tolto il corsetto e cominciai a spompinarlo con una tale foga che mai mi sarei aspettata di avere. Era la prima volta che portavo alla bocca un cazzo di colore e la sensazione mi piacque moltissimo. La cappella era liscissima e la pelle laterale più ruvida di quelle che avevo mai assaporato, inoltre era davvero molto duro. Mentre la mia bocca era impegnata ad accogliere quella turgida cappella e la lingua a massaggiare il suo frenulo, la mia mano sinistra continuava senza sosta a segarlo mentre con la destra gli massaggiavo delicatamente le palle che erano davvero grandi, pesanti e gonfie. Probabilmente anche lui non veniva da un bel po' perché, dopo nemmeno un paio di minuti che lo spompinavo, all’improvviso, lanciò un gemito e cominciai a sentire del sapore acre in bocca. Stava per venire. A quel punto, per regalargli un orgasmo degno di quella giornata, trattenni il respiro e con uno scatto in avanti mi feci scivolare tutta la sua turgida asta in gola fino a che il mio naso non andò a sbattere contro il suo pube. Sentii il suo pene bruciarmi la trachea e subito fuoriuscirono fiotti di sperma caldo che si riversarono nella mia gola quasi a soffocarmi. Feci moltissima fatica per rimanere in quella posizione durante tutto il tempo del suo orgasmo ma riuscii a non tossire e trattenere tutto. Quando anche l’ultima goccia di sborro fu drenata dalle sue palle mi staccai ed ingoiai lo sperma che mi era rimasto in bocca. Un sapore acre mi pervadeva bocca e gola ma la cosa mi eccitò ancora di più. Jean ed i ragazzi mi guardavano stupefatti. Osservai il mio riflesso sullo specchio della camera notando che il trucco stava cominciando a sciogliersi in evidenti cole nere. Mi sentivo indemoniata, guardai Jean e gli dissi che volevo godere ancora e di riferire ai ragazzi di darsi da fare come meglio credevano per compiacermi. Jean parlò in francese poi si sdraiò supino sul letto, mi afferrò per i fianchi e questa volta mi avvicinò frontalmente a lui poi spinse letteralmente la mia vagina sul suo pene penetrandomi con foga. Uno dei ragazzi si posizionò dietro di me e, dopo avermi strusciato per un po' il cazzo sulle natiche, cominciò a spingere la cappella contro il mio sfintere. Ero così estatica che il mio ano si dilatò immediatamente, andando ad accogliere il suo turgido membro che entrava e usciva sempre con più foga. Mentre ero con gli occhi chiusi, in balia dei due a godermi quella piacevolissima sensazione sentii una mano afferrarmi il viso ed aprirmi la bocca. Mi ritrovai all’improvviso una calda e turgida cappella in bocca che cominciai a ciucciare con avidità mentre continuavo a mugolare per le scariche elettriche di piacere che sentivo salire lungo la schiena. Era la prima volta che mi trovavo alle prese con tre cazzi contemporaneamente e la cosa mi stava piacendo moltissimo, mai avrei pensato potesse accedere una cosa del genere nella mia vita. All’improvviso sentii il ragazzo che era dietro di me ansimare sempre più forte fino a lanciare un urlo di pacere ed avvertii fluire nel mio ano il suo seme caldo che diede il principio ad un’altra meravigliosa sensazione di calore che pervase tutto il mio corpo, donandomi un secondo meraviglioso orgasmo amplificato dalla sensazione di una turgida cappella nella mia bocca. Non avevo nemmeno finito di ansimare che il ragazzo dietro di me si staccò e subito un altro prese il suo posto. Cominciò a scoparmi il culo assestando colpi frenetici con la sua asta dura come il marmo. Ero molto stanca ma, per fortuna, Jean mi sorreggeva con le mani sui fianchi mentre continuava a penetrarmi la figa. I colpi inferti dal ragazzo dietro di me si fecero più veloci e profondi facendomi oscillare sempre più in avanti. Non trascorsero molti istanti che cominciò ad emettere dei versi simili ad un grugnito, spinse con forza il pene più in profondità che poteva nel mio culo e cominciò ad eiaculare. A quel punto anche Jean, che non aveva mai smesso di stantuffarmi a dovere, cominciò a godere e mi sborrò dentro. Tutto quel calore mi fece partire un terzo e violentissimo orgasmo che mi lasciò senza forze. I due si staccarono e mi lasciarono per un attimo da sola sul letto madido di sudore e fluidi corporei ed avvertivo abbondanti quantità di sperma uscire dai miei orifizi. Mentre ero in quella posizione, esausta, il ragazzo che poco prima mi stava offrendo il suo pene in bocca si posizionò sopra di me e cominciò a scoparmi le tette. Afferrai i miei seni e li schiacciai contro il suo pene mentre lui assestava spinte veloci e forsennate. Vedevo la sua nera cappella lucida fuoriuscire ritmicamente dai miei seni e sbattermi sul mento mentre, con la lingua, cercavo di catturarne fugacemente il sapore. Nonostante fossi esausta volevo donare piacere anche a lui che non tardò ad esplodere in un orgasmo. Fuoriuscirono a schizzo fiumi di calda sborra bianca che colarono sul mio collo e tra i seni. Era rimasto solo Mamadou che continuava a fissarmi sempre con quel sorrisetto di chi la sa lunga. Nonostante fossi stremata ed avessi lo sperma che mi colava da tutte le parti, raccolsi le mie ultime energie e, guardandolo fisso negli occhi, mi diressi verso il suo cazzo cominciando a segarlo con entrambe le mani contemporaneamente. Era così largo da non riuscire ad essere cinto con una sola mano ed era addirittura più lungo delle mie due mani sovrapposte che lo masturbavano. Sempre con il suo enorme membro tra le mani e sostenendo il suo sguardo, impersonai la mistress che Jean voleva che fossi ed esclamai “Finalmente sono giunta alla famosa portata principale. Caro Mamadou, dimmi qualcosa che la tua scopamica non ti lascia fare”. Lui sorpreso dalla mia audacia ebbe un sussulto e poi disse “Non mi fa scopare il culo perché dice è troppo grande per lì”. Io risposi “Ti piacerebbe scopare il mio culo?”. Mamadou annuì con gli occhi che brillavano ed io gli dissi “bene, adesso tu mi farai godere con il tuo cazzone e quando sarò venuta, se sarai riuscito a non sborrare prima, ti concederò il mio culo”. Nel frattempo, Jean, che si stava godendo la scena, sembrava estremamente compiaciuto dal mio lato trasgressivo. Mamadou non si perse in chiacchiere, mi spinse sul letto e cominciò subito a leccarmi la figa ancora grondante di sperma ed umori roteando a dovere la sua sapiente lingua sul mio clitoride. Nel frattempo, con le mani, aveva preso il tubetto del lubrificante e si stava inumidendo l’enorme asta. Aveva un pene addirittura più lungo di tutti quelli visti nei filmati di Jean ed io cominciavo a nutrire più di qualche perplessità a riguardo della promessa che gli avevo fatto. Quando anche lui fu lubrificato a dovere impugnò il suo membro e lo appoggiò sulla mia fighetta vogliosa cominciando a spingere con delicatezza nella posizione del missionario. Per quanto fossi lubrificata dovetti respirare lentamente e rilassarmi molto per riuscire a dilatarmi a sufficienza per accoglierlo. Quando finalmente la sua cappella con un guizzo scivolò dentro di me ebbi un fremito fortissimo di piacere e non riuscii a trattenere un urletto. Mamadou a quel punto cominciò a fare dei piccoli movimenti avanti e indietro e, ad ogni spinta, infilava il suo pene un tantino di più. Oltre ad essere ben equipaggiato sapeva usare molto bene il suo strumento a differenza degli altri ragazzi che, in preda alla foga, non avevano avuto il minimo riguardo a spingermi subito i loro cazzi dentro con tutta forza ma, per fortuna, non erano ben messi come lui. Ad ogni affondo sentivo il suo cazzo che si faceva strada sempre più in profondità dentro di me e mi sentivo sempre più “piena”. Sembrava non finire mai. Entrò talmente tanto in profondità che mi sentii sconquassare le ovaie e mi parve di avvertire il suo cazzo praticamente fino all’altezza dello sterno. Era una sensazione indescrivibile, piacere misto a dolore ed una sensazione di riempimento che mi faceva sentire veramente appagata. Mamadou cominciò ad assestare colpi sempre più forti e, ad ogli spinta, potevo sentire le sue palle che sbattevano contro il mio culetto. Non pago, con le mai cominciò massaggiarmi il seno e la cosa mi fece letteralmente impazzire, avvertii dei brividi che, sempre più intensi, coinvolgevano ogni centimetro del mio corpo finché non persi letteralmente il controllo dei movimenti e cominciai a tremare come una foglia a cospetto della veemenza di Mamadou. Mi ritrovai letteralmente ad urlare e schizzare fiumi di umori che uscivano a spruzzi dalla mia vagina mente stavo provando l’orgasmo più intenso e devastante della mia vita. Non so quanto durò quell’orgasmo, sembrava infinito ed il piacere aumentava sempre di più raggiungendo un picco mai provato prima. Giunta all’apice istintivamente mi staccai da Mamadou crollando sul letto ed avvertendo ancora come delle scariche elettriche che serpeggiavano lungo la mia schiena fino al cervello. Stavo ansimando sul letto fradicio ed avrei solo voluto riposare per tutta la stanchezza che, di colpo, aveva preso il sopravvento. Guardai Mamadou che disse “adesso tocca a me”. Raccolsi le ultime briciole di forza che avevo e mi alzai dal letto. Vedere da vicino il cazzo di Mamadou nel pieno della sua erezione era impressionante. Cominciai ad avere un po' di timore ma non volevo far dire di me. Decisi allora di spompinare a dovere quel cazzone così da cercare di farlo durare meno nel mio culo ma, quando portai la cappella alla bocca, mi accorsi che a stento riusciva ad entrare pertanto mi misi l’anima in pace, mi posizionai carponi sul letto con il culo bello alto rivolto verso Mamadou dicendo “ora prenditi la tua ricompensa”. Mamadou non se lo fece ripetere, versò un’abbondante dose di lubrificante sul mio culo e cominciò a massaggiarlo con la sua enorme cappella. Cercai di rilassarmi il più possibile con la respirazione e provando a masturbarmi ma non c’era verso che quel coso entrasse nel mio culo. Il mio sfintere cercava di aprirsi il più possibile ma non sufficientemente da consentire a quella enorme cosa di entrare. Provai allora a stimolarmi di più il clitoride con una mano ma neanche quello fu sufficiente, per quanto fossi rilassata e dilatata la cappella di Mamadou era davvero troppo grande per me tanto che anche lui mi disse “lo sapevo che il tuo culo era troppo piccolo per il mio cazzo, dobbiamo smettere”. Quella frase mi ferì nell’orgoglio pertanto dissi bruscamente “NO, sei tu che non spingi abbastanza”. Avevo firmato la mia condanna, Mamadou si afferrò saldamente il cazzo e diede una spinta fortissima. Provai un dolore lancinante mentre la sua cappella, entrando, dilaniava il mio sfintere ma rimasi con la bocca tappata soffocando in gola uno strillo di dolore. Mamadou a quel punto continuò a spingere mentre la mia sofferenza aumentava attimo dopo attimo ma non volevo dargli soddisfazione urlando. Avevo talmente tanto dolore che sembrava mi stessero impalando poi, ad un certo punto, forse come meccanismo di autodifesa del mio corpo, cominciai a non sentire quasi più nulla, come se fossi stata anestetizzata. Mamadou ci dava dentro, mi aveva preso per i fianchi e scopava il mio culo freneticamente spingendo con tutte le sue forze, senza troppi riguardi. Lo sentii ansimare mentre una sensazione di calore si faceva sempre più forte lì dove ormai non stavo provando più nulla. In un attimo mi ritrovai a venire insieme a Mamadou. Fu un orgasmo diverso ma ugualmente potente che mi fece perdere l’appoggio sugli avambracci e rovinare sul letto. Mamadou sfilò il suo enorme membro sporco di sangue dal mio culo. Non riuscivo nemmeno più a chiudere lo sfintere tanto che cominciò a fuoriuscire copiosa una sostanza rosa che non era altro che il mio sangue misto a sperma. Ero sfinita e solo allora mi accorsi che tutti gli altri ragazzi nella stanza erano di nuovo eccitati e mi guardavano con libidine. A quel punto Mamadou si avvicinò e disse “I miei amici vorrebbero giocare ancora con te”. Avevo ormai ogni orifizio fuori uso ed ero senza forze ma non volevo fare brutta figura. Ricordando i video che avevo visto con Jean dissi “so io cosa vogliono”, presi un cuscino, lo posizionai sul pavimento in mezzo alla stanza e mi ci inginocchiai sopra. Feci un cenno ai ragazzi e dissi “ora sborrerete tutti su di me”. Quando Mamadou tradusse si posizionarono tutti in cerchio attorno a me e cominciarono a masturbarsi. Facendo appello alle ultime forze rimaste cominciai a spompinare il primo che mi capitò a tiro mentre gli altri continuavano a masturbarsi. Avevo ancora in bocca il primo cazzo quando cominciai a sentire i respiri farsi sempre più affannosi fino a tramutarsi in versi di goduria. Avvertii schizzi di calda sborra sulla guancia sinistra alla quale ne fecero subito seguito altri dalla parte opposta. Il ragazzo al quale stavo succhiando il cazzo si staccò ed esplose in un orgasmo proprio al centro del mio viso facendomi finire lo sperma persino un occhio. Chiusi gli occhi, aprii la bocca rivolta verso l’alto e non so per quanto tempo rimasi in quella posizione. Tutti i presenti continuavano a masturbarsi ed a turno mi venivano su viso, in bocca o addosso. Io cercavo di ingoiare quello che potevo mentre, di tanto in tanto, sentivo una mano che toccava qualche parte del mio corpo o un cazzo che mi profanava la bocca. Il fatto che fossero in 7 consentiva ai ragazzi che aveva sborrato di avere a disposizione tutto il tempo di riprendersi prima che fosse nuovamente il proprio turno. Non so quanti orgasmi ebbe ciascuno dei presenti, so solo che, mentre all’inizio sentivo abbondanti fiotti di sperma schizzarmi addosso, alla fine sentivo solo versi di goduria ed avvertivo appena qualche goccia di sperma cadermi sul viso o sul seno. Quando tutti i presenti furono appagati, con le palle completamente svuotate, i cazzi finalmente flaccidi ed incapaci di tornare nuovamente eretti, Jean mi aiutò ad alzarmi. Guardandomi allo specchio notai i miei capelli completamente impastati di sborra che aveva anche sciolto il trucco. Avevo sperma ovunque, sul collo, sui seni e fino alle gambe, ne ero completamente ricoperta. Mi feci accompagnare in bagno e feci una bella doccia rigenerante pensando che, in fondo, quell’esperienza mi era piaciuta ma che probabilmente non l’avrei ripetuta. Ero ancora incredula, mi ero fatta scopare da 7 uomini di cui 6 sconosciuti di colore ed addirittura di 5 di loro non ho mai saputo nemmeno il nome. Mi buttai sul letto degli ospiti e mi addormentai all’istante. Al mio risveglio era già sera e c’era rimasto solo Jean che si trovava sdraiato al mio fianco, mi accarezzò dolcemente e ridendo mi lasciò un bigliettino. Era il numero di Mamadou che aveva insistito affinché lo ricevessi dicendo a Jean che sarebbe stato sempre disponibile per la sua amica.
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2024-09-06
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