Una donna con la D maiuscola - Parte 2
di
Marzia90
genere
tradimenti
Mi sono state rivolte, nei commenti, alcune domande. Proverò a rispondervi.
Prendemmo la via del ritorno. Lungo la strada riflettevo su tutte quelle dinamiche avvenute al Resort. Cercavo di elaborare le mie idee e analizzare il mio comportamento per capire se avevo sbagliato in qualcosa. Sicuramente avevo sbagliato nei confronti di mio marito e di me stessa. Dovevo fare in modo di lasciare tutto l'accaduto alle mie spalle. Una cosa non potevo rinnegare, il piacere provato.
Paolo si accorse del mio stato di annebbiamento mentale, e mi chiese come mai fossi così silenziosa.
Gli risposi:
"Pensavo che abbiamo trascorso una ottima vacanza, rilassante, peccato che l'ultima settimana non eri presente."
E Lui:
"Tranquilla, sarà per la prossima volta".
Qualche giorno, a casa, per disfare i bagagli e sistemare casa e tornare al lavoro.
Non volevo tornare ad essere quella di prima, noiosa e puritana, dovevo inventarmi qualcosa.
Dopo un paio di settimane giunge il giorno del suo compleanno, 40 anni tondi, un passaggio molto importante dagli "enta" agli "anta".
Avevo pronto il mio regalo. Direte quale? Aspettate che ve lo dico!
Festeggiammo in compagnia con amici e parenti, una cena con il finale costeggiato da torta e spumante. Al termine, poco alla volta, tutti andarono via, e rimanemmo soli. Paolo mi rivolse una domanda accompagnata da un sorriso:
"Gli auguri e va bene, ma niente regalo al maritino?"
Gli risposi che doveva attendere solo qualche minuto per quello. Lo trascinati nella stanza da letto e iniziai a spogliarlo.
Paolo mi disse:
"Ora ho capito qual'è il tuo regalo!"
Gli risposi:
"Non credo che tu l'abbia capito"
Aveva già i pantaloni giù, non mi rimase che piegarmi sulle ginocchia, ponendomi al cospetto del suo basso ventre. Gli abbassai lo slip, liberando il suo membro eretto, lo presi tra le mani e lo portai in bocca.
Paolo rimase esterrefatto, non credeva ai suoi occhi, mi ero sempre opposta a questa pratica, ed ora ero diventata avida.
Rivolgendosi a me, mi disse
"Marzia, ma stai bene! Come mai ti sei decisa solo ora, sei sempre restata restia nel farlo! ".
Gli risposi:
"Questo è il mio regalo per i tuoi 40 anni, e spero di continuare a farteli anche in futuro".
Avevo già fatto un po' di esperienza al Resort , provavo le stesse emozioni della prima volta, ma nelle mia mente avevo solo Peppe. Paolo si mostrava soddisfatto e pregustava questa mia scelta, mi teneva il capo con me mani in segno di gratitudine. Sentivo i suoi gemiti, e questo mi dava la carica a fare ancora meglio, la mia avversione in questa pratica era ormai svanita.
Lo feci sdraiare sul letto, ripresi a fare il pompino, ma dovetti subito smettere per non farlo venire. Mi tirò su, distesa sul suo corpo e mi baciò appassionatamente. Presi il suo membro e lo posizionai tra le gambe, in aderenza con le grande labbra, e tenendole strette, simulai una scopata. La tensione era molto alta, non vedeva l'ora di penetrarmi. Mi fece distendere sul letto, mi aprì le gambe, sbrodolavo di umori, e con una certa foga mi sentii riempire la figa del suo membro. Rivedevo per qualche attimo le scene fatte con Peppe, era molto ricorrente nella mia fantasia. Era evidente che dovevo a lui una grande riconoscenza per avermi fatta diventare una donna con la D maiuscola.
Paolo affondava con vigore nella mia vagina, lo vedevo in volto molto più gratificato di altri momenti, ero sulla strada giusta.
Sentivo il suo respiro farsi più profondo, si apprestava a concludere, allorché gli chiesi espressamente:
"Fermati, voglio farti un'altro regalo"
Incuriosito disse:
"Quale?"
Risposi:
"Lascia fare a me e vedrai"
Ripresi a fargli il pompino, con passione leccavo e succhiavo, sentivo che pulsava sangue, ma più eretto di così poteva solo esplodere. Non ci volle molto tempo per arrivare al dunque:
"Marzia, sto per venire! "
Alzai gli occhi e con lo sguardo gli feci cenno di aver capito, dopodiché iniziò ad avere contrazioni continue e riversarmi tutto lo sperma che aveva in sé in bocca.
Liberai il suo membro, facendo attenzione a non far colare una sola goccia del suo prezioso nettare, e mentre mi guardava allibito, ingoiai tutto in una sola volta. Stanchi ed esausti mi abbracciò e mi disse che aveva trascorso il più bel giorno della sua vita. Gli promisi che da quel giorno in poi sarebbe stata più disinibita e disponibile mentalmente e fisicamente.
Ecco come mi sono allineata a nuova vita.
Trascorsero un paio di anni. Un giorno mentre ero al lavoro riceverti una chiamata, da un numero sconosciuto. Risposi e con grande meraviglia, indovinate chi era? Era Peppe, aveva ancora il mio numero di cellulare conservato.
"Ciao, sono Peppe, ti ricordi di me?"
Risposi:
"È come posso dimenticarti!"
E lui:
"Avrei voglia di incontrarti per salutarti.
Ed io:
" È una storia finita quella, ci eravamo promessi ognuno per la propria strada".
Rispose:
"Sì, lo so, ma mi trovo dalle tue parti e ti ho pensato".
Il discorso si protasse con opera di convincimento nei miei confronti, fino a che cedetti è gli diedi appuntamento il giorno seguente, durante l'orario di stacco dell'ora di pranzo, presso un ristoro fuori città.
Mi recai sul posto convenuto ed era lì impaziente di incontrarmi. Mi abbraccio con una presa decisa, per un attimo ho sentito quel calore dei primi giorni. Entrammo nel locale e ordinammo qualcosa da mangiare. Un pranzo veloce e poi due passi a piedi e raggiungere la mia auto. Salì a bordo e continuammo a discutere, riprendendo anche i momenti intimi trascorsi insieme. Fummo presi da una certa euforia, cose che ti rimangono impresse per tutta la vita. Ad un certo punto si avvicinò, mi bloccò in un angolo della mia auto e mi baciò. Sprofondai in uno stato di incoscienza, non riuscivo a reagire, in fondo mi era piaciuto e mi piaceva ancora. Mi sussurrò:
"Ho ancora qualcos'altro da insegnarti, troviamo un B&B e te lo mostro."
Ormai ero preda di quella situazione, gli risposi:
"Non c'è ne bisogno, ho un piccolo appartamento sfitto poco distante da qui".
Ci rechiamo, senza destare sospetto verso il vicinato e ci chiudiamo dentro. Veniamo presi da un istinto primordiale, ci spogliamo velocemente, non avevamo molto tempo a disposizione. Gli faccio subito un pompino per fargli vedere come sono diventata brava e poi lo invito a possedermi. Due corpi nudi, avvinghiati l'uno all'altro, che si muovono all'unisono e gemono insieme. Sono mentalmente isolata dal resto del mondo, concentrata solo sulle sensazioni ed emozioni che mi trasferisce il corpo di Peppe.
Ad un certo punto si ferma e mi dice :
"C'è un'ultima cosa che voglio insegnarti, qualcosa che ti renderà davvero donna al 100%."
Dico:
"Di che si tratta?"
Risponde:
"Lo sai che non devi chiedermelo, lascia fare a me, fidati!"
Mi mette a pecorina, mi bacia sulla schiena, con una mano mi accarezza i seni, e con l'altra la passa sulla figa. Inumidisce un paio di dita con gli umori che escono dalla vagina e la passa sull'ano. Ripete questa manovra un paio di volte e poi tenta di infilare il dito dentro. Continua con due dita e cerca di andare in fondo il più possibile.
Intuisco il senso di tutto ciò, ma la fiducia in lui è totale, quindi lo faccio fare. Dopo aver bene lavorato il mio ano, pensa di lubrificare il suo membro inserndolo un paio di volte nella figa. Lo tira fuori, tutto lubrificato, e lo punta sull'ano. Prima piccole spinte, poi la pressione aumenta, avverto un dolore acuto, come se mi stesse lacerando la carne. Sento la forte pressione sullo sfintere, farsi strada e superarlo. Poco alla volta va dentro fino a sentire i suoi testicoli adagiarsi sulle mie natiche. 18cm di cazzo tutto nel mio culo. Qualche secondo per farmi rilassare e poi con i movimenti, prima piano e poi più veloci, per andare dentro e fuori. Che sensazione strana, ma coinvolgente, sentirsi dominata, oggetto del piacere. Con la mano mi sgrilletta il clitoride, mi assalgono delle vampate di calore, il mio fiato va in affanno. Sento che da lì a poco, verrò. Anche lui ansima profondamente, ci guardiamo in faccia e capiamo che siamo alla conclusione. Sono pervasa da una serie di contrazioni incontrollabili che si uniscono alle sue contrazioni. Sento scorrere lo sperma caldo di Peppe che mi riempie il colon. Crolliamo esausti e tutti sudati, ma felici e soddisfatti delle sensazioni ed emozioni provate.
Ci rivestiamo in fretta, devo tornare velocemente al lavoro. Ci salutiamo e ci diamo il bacio, speriamo dell'arrivederci.
Ora come farò a far credere Paolo che mi piace prenderlo anche dietro? Dovrò aspettare l'occasione dei 50 anni? Vedremo!!!
Prendemmo la via del ritorno. Lungo la strada riflettevo su tutte quelle dinamiche avvenute al Resort. Cercavo di elaborare le mie idee e analizzare il mio comportamento per capire se avevo sbagliato in qualcosa. Sicuramente avevo sbagliato nei confronti di mio marito e di me stessa. Dovevo fare in modo di lasciare tutto l'accaduto alle mie spalle. Una cosa non potevo rinnegare, il piacere provato.
Paolo si accorse del mio stato di annebbiamento mentale, e mi chiese come mai fossi così silenziosa.
Gli risposi:
"Pensavo che abbiamo trascorso una ottima vacanza, rilassante, peccato che l'ultima settimana non eri presente."
E Lui:
"Tranquilla, sarà per la prossima volta".
Qualche giorno, a casa, per disfare i bagagli e sistemare casa e tornare al lavoro.
Non volevo tornare ad essere quella di prima, noiosa e puritana, dovevo inventarmi qualcosa.
Dopo un paio di settimane giunge il giorno del suo compleanno, 40 anni tondi, un passaggio molto importante dagli "enta" agli "anta".
Avevo pronto il mio regalo. Direte quale? Aspettate che ve lo dico!
Festeggiammo in compagnia con amici e parenti, una cena con il finale costeggiato da torta e spumante. Al termine, poco alla volta, tutti andarono via, e rimanemmo soli. Paolo mi rivolse una domanda accompagnata da un sorriso:
"Gli auguri e va bene, ma niente regalo al maritino?"
Gli risposi che doveva attendere solo qualche minuto per quello. Lo trascinati nella stanza da letto e iniziai a spogliarlo.
Paolo mi disse:
"Ora ho capito qual'è il tuo regalo!"
Gli risposi:
"Non credo che tu l'abbia capito"
Aveva già i pantaloni giù, non mi rimase che piegarmi sulle ginocchia, ponendomi al cospetto del suo basso ventre. Gli abbassai lo slip, liberando il suo membro eretto, lo presi tra le mani e lo portai in bocca.
Paolo rimase esterrefatto, non credeva ai suoi occhi, mi ero sempre opposta a questa pratica, ed ora ero diventata avida.
Rivolgendosi a me, mi disse
"Marzia, ma stai bene! Come mai ti sei decisa solo ora, sei sempre restata restia nel farlo! ".
Gli risposi:
"Questo è il mio regalo per i tuoi 40 anni, e spero di continuare a farteli anche in futuro".
Avevo già fatto un po' di esperienza al Resort , provavo le stesse emozioni della prima volta, ma nelle mia mente avevo solo Peppe. Paolo si mostrava soddisfatto e pregustava questa mia scelta, mi teneva il capo con me mani in segno di gratitudine. Sentivo i suoi gemiti, e questo mi dava la carica a fare ancora meglio, la mia avversione in questa pratica era ormai svanita.
Lo feci sdraiare sul letto, ripresi a fare il pompino, ma dovetti subito smettere per non farlo venire. Mi tirò su, distesa sul suo corpo e mi baciò appassionatamente. Presi il suo membro e lo posizionai tra le gambe, in aderenza con le grande labbra, e tenendole strette, simulai una scopata. La tensione era molto alta, non vedeva l'ora di penetrarmi. Mi fece distendere sul letto, mi aprì le gambe, sbrodolavo di umori, e con una certa foga mi sentii riempire la figa del suo membro. Rivedevo per qualche attimo le scene fatte con Peppe, era molto ricorrente nella mia fantasia. Era evidente che dovevo a lui una grande riconoscenza per avermi fatta diventare una donna con la D maiuscola.
Paolo affondava con vigore nella mia vagina, lo vedevo in volto molto più gratificato di altri momenti, ero sulla strada giusta.
Sentivo il suo respiro farsi più profondo, si apprestava a concludere, allorché gli chiesi espressamente:
"Fermati, voglio farti un'altro regalo"
Incuriosito disse:
"Quale?"
Risposi:
"Lascia fare a me e vedrai"
Ripresi a fargli il pompino, con passione leccavo e succhiavo, sentivo che pulsava sangue, ma più eretto di così poteva solo esplodere. Non ci volle molto tempo per arrivare al dunque:
"Marzia, sto per venire! "
Alzai gli occhi e con lo sguardo gli feci cenno di aver capito, dopodiché iniziò ad avere contrazioni continue e riversarmi tutto lo sperma che aveva in sé in bocca.
Liberai il suo membro, facendo attenzione a non far colare una sola goccia del suo prezioso nettare, e mentre mi guardava allibito, ingoiai tutto in una sola volta. Stanchi ed esausti mi abbracciò e mi disse che aveva trascorso il più bel giorno della sua vita. Gli promisi che da quel giorno in poi sarebbe stata più disinibita e disponibile mentalmente e fisicamente.
Ecco come mi sono allineata a nuova vita.
Trascorsero un paio di anni. Un giorno mentre ero al lavoro riceverti una chiamata, da un numero sconosciuto. Risposi e con grande meraviglia, indovinate chi era? Era Peppe, aveva ancora il mio numero di cellulare conservato.
"Ciao, sono Peppe, ti ricordi di me?"
Risposi:
"È come posso dimenticarti!"
E lui:
"Avrei voglia di incontrarti per salutarti.
Ed io:
" È una storia finita quella, ci eravamo promessi ognuno per la propria strada".
Rispose:
"Sì, lo so, ma mi trovo dalle tue parti e ti ho pensato".
Il discorso si protasse con opera di convincimento nei miei confronti, fino a che cedetti è gli diedi appuntamento il giorno seguente, durante l'orario di stacco dell'ora di pranzo, presso un ristoro fuori città.
Mi recai sul posto convenuto ed era lì impaziente di incontrarmi. Mi abbraccio con una presa decisa, per un attimo ho sentito quel calore dei primi giorni. Entrammo nel locale e ordinammo qualcosa da mangiare. Un pranzo veloce e poi due passi a piedi e raggiungere la mia auto. Salì a bordo e continuammo a discutere, riprendendo anche i momenti intimi trascorsi insieme. Fummo presi da una certa euforia, cose che ti rimangono impresse per tutta la vita. Ad un certo punto si avvicinò, mi bloccò in un angolo della mia auto e mi baciò. Sprofondai in uno stato di incoscienza, non riuscivo a reagire, in fondo mi era piaciuto e mi piaceva ancora. Mi sussurrò:
"Ho ancora qualcos'altro da insegnarti, troviamo un B&B e te lo mostro."
Ormai ero preda di quella situazione, gli risposi:
"Non c'è ne bisogno, ho un piccolo appartamento sfitto poco distante da qui".
Ci rechiamo, senza destare sospetto verso il vicinato e ci chiudiamo dentro. Veniamo presi da un istinto primordiale, ci spogliamo velocemente, non avevamo molto tempo a disposizione. Gli faccio subito un pompino per fargli vedere come sono diventata brava e poi lo invito a possedermi. Due corpi nudi, avvinghiati l'uno all'altro, che si muovono all'unisono e gemono insieme. Sono mentalmente isolata dal resto del mondo, concentrata solo sulle sensazioni ed emozioni che mi trasferisce il corpo di Peppe.
Ad un certo punto si ferma e mi dice :
"C'è un'ultima cosa che voglio insegnarti, qualcosa che ti renderà davvero donna al 100%."
Dico:
"Di che si tratta?"
Risponde:
"Lo sai che non devi chiedermelo, lascia fare a me, fidati!"
Mi mette a pecorina, mi bacia sulla schiena, con una mano mi accarezza i seni, e con l'altra la passa sulla figa. Inumidisce un paio di dita con gli umori che escono dalla vagina e la passa sull'ano. Ripete questa manovra un paio di volte e poi tenta di infilare il dito dentro. Continua con due dita e cerca di andare in fondo il più possibile.
Intuisco il senso di tutto ciò, ma la fiducia in lui è totale, quindi lo faccio fare. Dopo aver bene lavorato il mio ano, pensa di lubrificare il suo membro inserndolo un paio di volte nella figa. Lo tira fuori, tutto lubrificato, e lo punta sull'ano. Prima piccole spinte, poi la pressione aumenta, avverto un dolore acuto, come se mi stesse lacerando la carne. Sento la forte pressione sullo sfintere, farsi strada e superarlo. Poco alla volta va dentro fino a sentire i suoi testicoli adagiarsi sulle mie natiche. 18cm di cazzo tutto nel mio culo. Qualche secondo per farmi rilassare e poi con i movimenti, prima piano e poi più veloci, per andare dentro e fuori. Che sensazione strana, ma coinvolgente, sentirsi dominata, oggetto del piacere. Con la mano mi sgrilletta il clitoride, mi assalgono delle vampate di calore, il mio fiato va in affanno. Sento che da lì a poco, verrò. Anche lui ansima profondamente, ci guardiamo in faccia e capiamo che siamo alla conclusione. Sono pervasa da una serie di contrazioni incontrollabili che si uniscono alle sue contrazioni. Sento scorrere lo sperma caldo di Peppe che mi riempie il colon. Crolliamo esausti e tutti sudati, ma felici e soddisfatti delle sensazioni ed emozioni provate.
Ci rivestiamo in fretta, devo tornare velocemente al lavoro. Ci salutiamo e ci diamo il bacio, speriamo dell'arrivederci.
Ora come farò a far credere Paolo che mi piace prenderlo anche dietro? Dovrò aspettare l'occasione dei 50 anni? Vedremo!!!
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