L'unica volta

di
genere
incesti

Stiamo insieme da sette anni io e mia moglie, non abbiamo mai pensato alla crisi del settimo anno, eppure! Io ed Nikla ci siamo completati, ognuno di noi ha assimilato i voleri dell’altro. Non abbiamo ancora figli perché ci piace goderci la vita, anche sessualmente non ci siamo mai tirati indietro, ci siamo scambiate le donne con un’altra coppia, lei ha scopato con qualche ragazzo che le piaceva, naturalmente ho avuto la stessa possibilità, il tutto riportato la notte nel nostro letto per goderci le esperienze vissute. Nikla ha un fratello che ha qualche anno più di lei, è sposato con Anita, hanno una figlia Sara, solo a scrivere il suo nome mi agito perché secondo me è una troietta però i genitori sostengono che è una ragazza con la testa sulle spalle. Spesso viene a casa perché adora la zia, quando viene cerco di non guardarla perché è difficile resistere. Indossa solo minigonne, vedere il suo culo appena protetto da un ridicolo perizoma, è normale, forse lo fa apposta. Più cerco di evitarla e più mi sta vicino. Spesso devo nascondere l’erezione, sono innamoratissimo di Nikla, non voglio storie. Lei sa del mio pensiero, ha una fiducia illimitata nei miei confronti. La domenica mattina è venuta presto, l’hanno accompagnata i genitori che andavano ad un matrimonio, lei non è voluta andarci. Una tortura, fisicamente era da scopare immediatamente, guardavo Nikla che come al solito mi faceva un sorriso d’intesa che aveva la proprietà di calmarmi. Zia e nipote avevano tanto da dirsi, una liberazione, il fattaccio verso le dieci -Zio si è rotta la cover del telefonino , accompagni a comprarlo?- Nikla ci mette il carico -Dai accompagnala mentre preparo il pranzo- Di bene in meglio, dentro la macchina la sua minigonna sale quasi fino all’ombelico, avevo una foto di un santo in macchina, fissavo quella con la speranza di distrarmi.
Scendiamo dalla macchina, ci avviamo all’interno del centro commerciale lei mi cinge col suo braccio e mette il mio sulle sue spalle. Sentire il suo corpo aderente al
mio corpo è stata una frustata per il cazzo, ho cercato di sistemarlo, lei si è accorta -A zi che ti succede?- -Nulla Sara mi sto sistemando- Il mio pensiero vagava, questa si è accorta ora si stacca. Macché sempre più stretta, la forma del cazzo si vedeva chiaramente, lo coprivo con un borsello a tracolla. Troviamo questa maledetta cover, usciamo, sempre alle stesse condizioni, rientriamo in macchina, apre la borsetta estrae un preservativo nella confezione. Forse sono diventato bianco -Conosci un posticino isolato?- -Sei impazzita Sara- -Dai ti voglio fare un regalo- -Mi fai litigare con tutti- -Nessuno saprà nulla- Non eravamo distanti dalla pineta, ho trovato un posticino, mi ha slacciato i pantaloncini, ha abbassato il suo sedile -Se non ci vogliamo sporcare usiamo il preservativo altrimenti mi puoi sborrare nella figa, sono protetta- Questa secondo i genitori ha la testa sulle spalle, secondo me è una puttana- Senza toglier il perizoma, lo ha soltanto spostato, una figa pulita, senza un pelo, ormai ero preso mi sono lasciato andare. Cazzo era eccitatissima lei, è venuta prima di me. Ci siamo puliti e ricomposti, siamo ripartiti. Dopo l’orgasmo nessuno di noi ha aperto bocca. Mi preoccupavo che questa troia raccontasse oppure che Nikla si accorgesse, stai a vedere che la crisi del settimo anno prende piede. Non è successo nulla, mai più è successo nulla, quel regalo l’ho ricevuto una sola volta. Tante volte veniva a casa, diverse volte l’ho accompagnata in posti diversi, ne io ho preso iniziativa tanto meno lei. Quel regalo ha un posto particolare nella mia mente. Una ragazza con la testa sulle spalle con i preservativi nella borsetta, protetta da farsi sborrare nella figa, certo che si può considerare scaltra, comunque era una mangiatrice di cazzi. A pensarci bene Anita la mamma aveva la stessa testa- Mi veniva in mente quella scopata, lo consideravo un ricordo bellissimo, ma Nikla è il mio amore.
scritto il
2024-09-21
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