La madre del mio amico

di
genere
etero

Sono una persona ormai adulta, ma è capitato di leggere dei racconti erotici casualmente e mi è venuta voglia di raccontare una mia esperienza da adolescente.
All’epoca avevo diciotto anni, mi piaceva giocare a Risiko (un gioco di società) con i miei amici e ci radunavamo a casa dell’uno o dell’altro facendo spesso nottata.
Tra questi amici c’era Alessandro, mio compagno di classe, un ragazzo molto timido che frequentavamo più che altro perché metteva a disposizione la casa, che per un’amicizia vera e propria.
Dopo un paio di serate a casa sua, capitò che la terza sera si presentò in salone dove avevamo preparato il tavolo per giocare, la madre Giovanna per conoscere le frequentazioni di suo figlio.
G. mi colpì immediatamente, non aveva un viso bellissimo, ma molto sexi, di carnagione olivastra, molto abbronzata, ho scoperto in seguito che manteneva l’abbronzatura con lampade solari anche durante l’inverno, naso un po' aquilino e labbra carnose, sempre in risalto con un rossetto rosso scuro tendente al marrone, occhi neri e uno sguardo molto intenso, ma il fisico era fantastico, molto magra, con un sedere alto e sodo, e tette non enormi, ma piene, con i capezzoli che si intravedevano puntare verso l’alto.
Cominciai a stringere un’amicizia più intima con Alessandro, chiedendogli di studiare insieme per preparare la maturità e avere occasione di frequentare casa sua senza avere intorno altre persone sempre pronte a notare e a giudicare atteggiamenti equivoci, anche il padre, un uomo calvo molto tranquillo, appesantito dall’età, sembrava contento della nostra frequentazione e soprattutto, essendo un agente di commercio, molto poco presente.
Giorno dopo giorno iniziai a costruire un rapporto tra me e G. più confidenziale, passai al tu e approfittando di un distacco di diversi giorni dovuto ad una settimana di influenza, al ritorno approfittai del periodo di lontananza per salutarla con un bacio sulla guancia a cui lei rispose con un certo entusiasmo, cominciai a capire che non le ero indifferente, d’altronde ero un bel ragazzo di un metro novantacinque, con un bel fisico costruito con 10 anni di nuoto e senza falsa modestia anche belloccio.
Ormai la frequentazione era quasi quotidiana e io fantasticavo in strategie e situazioni irreali alle quali seguivano interminabili masturbazioni e pur avendo la possibilità di sfogarmi con le mie coetanee, lei era il mio pensiero fisso.
Studiai i suoi orari facendomi trovare al suo ritorno dal lavoro, era sempre impeccabile nei sui abiti aderenti e tacchi alti, mi faceva impazzire di voglia, per salutarla avvicinavo sempre di più le mie labbra alle sue con molta discrezione per capire fino a dove potevo spingermi.
Notai che per baciarmi doveva spingersi in punta di piedi e aderire con la pancia al mio bacino, così un giorno, prima di entrare in casa, mi procurai un’erezione e quando aprì la porta e ci salutammo mi piegai meno per andarle incontro e fu costretta ad aderire al mio corpo per raggiungere la mia guancia, mentre io spinsi il mio bacino verso di lei facendole sentire la mia voglia.
Furono tre o quattro secondi davvero intensi, ebbi la netta sensazione che si fosse soffermata più del necessario, ci staccammo e notai nei suoi occhi un certo imbarazzo e questo mi diede il coraggio di costruire la mia strategia per osare di più.
Il venerdì era la serata del Risiko, approfittai per tirare a lungo con lo studio e mi feci invitare a cena, visto che subito dopo sarebbero arrivati gli altri amici e non essere costretto ad andare e tornare da casa, lei indossava i pantaloni di una tuta felpata molto aderenti e un maglione di lana senza reggiseno che poggiava magicamente sui capezzoli.
Ero seduto a capotavola, il marito di fronte, G. alla mia destra e A. alla mia sinistra, mentre serviva la cena il maglione a V scollato mostrava le sue meravigliose tette ballonzolanti, ebbi una immediata erezione, lei si sedette e mentre marito e figlio si avventarono sulle portate, noi incrociammo gli sguardi e ci fissammo per un momento, si sedette e io sporgendomi per prendere la mia razione appoggiai la gamba sulla sua restando così anche dopo aver finito, G. rimase immobile mantenendo il contatto, ero paralizzato dalla voglia di andare oltre, ma al di là di strusciamenti e scambi di sguardi durante tutta la cena non ebbi il coraggio di spingermi oltre, anche se G. aveva accettato palesemente i miei goffi approcci.
Nelle settimane seguenti avevo iniziato un rapporto con una ragazza, Daniela, che mi prendeva molto e mi allontanai un po' dalla frequentazione della casa di A.
Così arrivarono le vacanze natalizie e avevo organizzato la festa di capodanno con degli amici di D., invitando anche A. e altri due, il 30 dicembre ebbi una litigata furiosa con la mia ragazza e ci lasciammo perdendo anche l’occasione di partecipare alla festa organizzata, con la disperazione anche dei miei amici che non sapevano casa fare.
Eravamo a casa di A. cercando di unire le forze per trovare un’alternativa valida, quando G. ci fece la proposta di andare ad una festa organizzata nella villa di suoi amici dove ci sarebbe stata anche la figlia dei proprietari con altri nostri coetanei, decidemmo di accettare e quella fu la notte della svolta.
Mi preparai per la serata ed essendo una festa elegante di adulti, indossai un vestito nero con la camicia da smoking e papillon, era la prima volta che mi vedevo vestito così elegante e devo dire che fisico e altezza rendevano uno spettacolo del tutto soddisfacente.
Arrivai in moto alla villa, cercando qualche viso familiare e mi venne incontro G., seguita da A., era strepitosa nel suo tubino nero fasciante a pelle senza spalline, un seno straripante, la pelle abbronzata, ma non eccessivamente, un trucco che risaltava i suoi occhi penetranti, fu una eccitazione immediata, mi riempì di complimenti per il mio look e si strinse a me nel solito bacio di saluto, ma questa volta il contatto con le labbra fu molto più esasperato e la sua pancia aderì alla mia eccitazione in modo molto più prolungato, ero euforico e pieno di aspettative.
Insieme al marito mi presentò i suoi amici, la padrona di casa Paola e la relativa figlia Stefania, che devo dire non erano niente male, ma quella sera non ce n’era per nessuno, G. mi aveva stregato.
Dopo l’aperitivo ci sedemmo a tavola e con sommo piacere mi ritrovai seduto vicino a lei, marito e figlio distanti, mi venne il sospetto che la cosa fosse organizzata e mi diede coraggio, iniziai appoggiando la mia gamba alla sua, bevemmo senza troppi limiti e il clima si fece euforico, lei rideva alle mia battute ammiccanti, stringendomi il braccio e incollandosi a me, strusciano le sue tette sul mio braccio, a quel punto ero certo che avessi potuto fare il mio passo e allungai la mano sulla sua coscia, piano piano risalì verso l’anca per poi riscendere all’inizio della gonna, lei divaricò leggermente le gambe e cominciai a salire incontrando l’autoreggente, mi avvicinavo al mio sogno e il calore percepito sulla mano era incredibilmente esagerato, arrivai in cima e trovai un laghetto dove tuffare le mia dita.
Strinse le cosce allungando la mano verso di me, ma fummo interrotti dall’arrivo della sua amica P. che aveva voglia di chiacchierare.
La cena era finita e mi alzai lasciandola con P., si avvicinò A. e mi chiese di andare dai ragazzi e da S. che mi fece diverse avances, mi girai verso G. per capire il proseguio della serata, ma era presa da una infinità di persone senza prestarmi troppa attenzione, così accettai i sorrisi di S. e ci trasferimmo nella taverna della villa a fare conoscenza.
Dopo poco venne P. a chiamarci per festeggiare l’arrivo del nuovo anno, salimmo nel salone e allo scoccare della mezzanotte partirono baci e abbracci e finalmente venne il mio turno con G. fu lei a prendere l’iniziativa baciandomi sulle labbra non naturalezza, ci trasferimmo in giardino dove il padrone di casa aveva organizzato i fuochi d’artificio.
C’erano molti invitati accalcati e io mi sono poggiato al muro della casa a guardare lo spettacolo, quando arrivò G. piazzandosi davanti a me e poggiandosi di schiena sul mio inguine, mentre ridacchiava e strillava i suoi festeggiamenti, si strusciava sul mio cazzo ormai di marmo, sentì la sua mano stringerlo quasi a farmi male, lo voleva e subito.
Mi prese per mano e mi portò nel retro, entrammo in casa e ci infilammo in uno sgabuzzino, mi prese il viso e mi infilò la lingua in bocca cercando con la mano i miei 20 cm di cazzo, che in pochi secondi era fuori dalla patta stretto dalle sue dita, scese immediatamente ad inghiottirlo e dopo aver saggiato che fosse più che pronto, mi disse di scoparla in fretta che avevamo poco tempo.
La girai e tirai su il vestito, mi sputai sulla cappella e lo infilai dentro, in preda all’eccitazione e alla fretta la sbattei con violenza venendo in poco tempo, ma abbastanza a lungo da far venire anche lei.
Si girò verso di me con la faccia stravolta dall’eccitazione, voleva scopare ancora, ma non c’era tempo, uscì di fretta e non ebbi più occasione di incrociarla per tutta la notte.
Ero frustrato e avevo voglia di scopare ancora, sembravo una belva in gabbia, così mi sono fatto sotto con S., alla fine della serata ero riuscito a rimediare una pomiciata e una sega liberatoria.
Alla fine della festa salutai tutti e quando venne il turno di Paola mi salutò in modo ammiccante dandomi un bacio sulla guancia a labbra leggermente aperte, buttando lo sguardo non sulla figlia, ma su G.
Il giorno dopo cominciai a studiare di organizzarmi per scopare nuovamente G., così pensai di invitarla a casa al mare, telefonai a casa di A. nell’orario giusto da essere sicuro di trovarla e infatti rispose lei.
Le dissi che avevo voglia di rivederla e le proposi di andare al mare, mi disse che era rischioso allontanarsi così tanto, di avere pazienza che avrebbe organizzato lei.
Dopo un paio di giorni richiamai come d’accordo e mi disse di raggiungerla il giorno dopo alla villa della sua amica Paola subito dopo l’uscita dalla scuola.
Il giorno dopo presi la moto e l’eccitazione insieme al vento in faccia mi davano una straordinaria sensazione di ebbrezza.
Quando arrivai alla villa venne ad aprirmi Paola, la salutai e la segui all’interno, in effetti era una situazione strana, saremmo stati soli?
L’amica complice ci metteva a disposizione una camera per scopare?
Mi accomodai in salone dove c’era G. sul divano, indossava un tailleur grigio con la camicia bianca sbottonata sotto al reggiseno e gli immancabili altissimi tacchi di un paio di decolletè nere, mi invitò ad accomodarmi vicino a lei dandomi un bacio sulle labbra, nel mentre arrivò anche Paola, indossava pantaloni aderenti bianchi, tacchi alti e sopra un maglioncino a collo alto attillato che metteva in risalto un seno magnifico.
“Ho parlato a Paola del tuo magnifico cazzo, non so se ti scoccia”
Sono rimasto completamente interdetto, non mi aspettavo una situazione del genere, fino a quel momento le mie esperienze sessuali si erano limitate a seghe, pompini approssimativi e ad insipide scopatine con ragazzine alle prime armi, come del resto ero io ed invece mi ritrovavo coinvolte da due magnifiche panterone pronte a strapazzarmi fino all’osso, mi frullavano per la testa mille idee ed ero frastornato.
G. avvicinò la sua bocca e mi baciò, la sua lingua calda si muoveva in modo lento e sensuale e la saliva riempiva le bocche, sentì la mano di P. accarezzarmi il cazzo da sopra i pantaloni, mi girai verso di lei iniziando a baciarla, mentre mi sbottonava la patta e mi accarezzava il cazzo.
Insieme scesero a leccarlo, non ci potevo credere, con le mie lunghe braccia infilai le mani da dietro per arrivare alle fighe già umide. Ci spogliammo tutti lentamente studiando i nostri corpi, guardavo loro fighe quasi depilate, con il triangolino di peli sopra le labbra rasate, due corpi non più giovanissimi, ma in perfetta forma, il cazzo stava esplodendo, Paola si mise a cavallo sopra la mia cappella super gonfia, mentre G la inondava di saliva prima di indirizzarla nella figa dell’amica.
Ero in paradiso, mentre scopavo P. chiedeva a G. di leccarle il buchino del culo, a quel punto ho perso il senso della ragione e ho cominciato a spingere come un forsennato, sborrando una quantità di sperma mai uscita prima d’allora, Giovanna leccava e ingoiava tutto, mentre sentivo Paola sditalinarsi fino a raggiungere l’orgasmo.
“ti è piaciuto tesoro?”
P. si è seduta vicino a me e dall’altra parte G. hanno cominciato a baciarsi e ad accarezzarmi, guardavo come un idiota uno spettacolo dal vivo, visto prima d’ora solo su qualche fumetto pornografico.
In due secondi il mio cazzo è risorto ed è stato il turno di G., stesso film, mi è salita sopra e P. le ha infilato la mia cappella condita di saliva nella figa, è scivolata su di me con una lentezza esasperante guardandomi negli occhi, in quel momento ho pensato di amarla, ero in preda ad una felicità senza precedenti. Poi gradualmente ha aumentato il ritmo, P. si è avvicinata e mi ha infilato la lingua in bocca, G. saliva e scendeva come una forsennata gridando di essere una puttana, pregandomi di sfondarle la figa. Siamo venuti insieme gridando come pazzi.
Da quel momento ho passato diversi mesi tra le braccia delle due amichette, forse avrò occasione di raccontare il resto ed è stata un’esperienza magnifica, anche se la relazione era puramente sessuale hanno dimostrato nei miei confronti una forma di affetto che ricordo con dolcezza.
Gli studi mi hanno costretto ad interrompere la relazione e in seguito ci siamo rivisti in amicizia e affetto senza parlare del passato.
Grazie ragazze, mi avete regalato un sogno





scritto il
2024-10-14
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